La Biblioteca del Senato conserva, accanto alle raccolte di supporto all'attività legislativa, un patrimonio librario e documentario di notevole interesse storico e bibliologico, frutto di acquisti, lasciti e donazioni, che comprende oggi oltre mille manoscritti, circa cento incunaboli e diverse migliaia di edizioni a stampa antiche.
Edizioni antiche e fondi speciali
Legislazione preunitaria e fondi di diritto comune
Fin dalla seconda metà del'Ottocento la Biblioteca ha raccolto fonti relative all'attività normativa comunale e statuale dell'Italia preunitaria, dal tardo medioevo alla fine del XVIII secolo. A partire dagli anni Duemila la Biblioteca ha integrato il proprio patrimonio storico-giuridico con testi di diritto comune editi e commentati nei secoli XV-XIX.
Raccolta degli statuti
La Biblioteca del Senato possiede la più importante raccolta di fonti normative locali italiane dal tardo medioevo alla fine del XVIII secolo, unanimemente apprezzata e conosciuta oltre che per il valore storico e bibliologico dei singoli esemplari, anche per la ricchezza complessiva del fondo.
Nota con il nome di "Raccolta di statuti", la collezione comprende, accanto alla normativa statutaria vera e propria (sia essa comunale, rurale, marittima, di leghe, di corporazioni, di società, di partiti, di confraternite, di accademie, di monti di pietà ecc.), consuetudini, leggi, decreti, ordini, brevi, privilegi, franchigie, promissioni, bandi, convenzioni, patti e atti di natura diversa.
Il primo nucleo dell'attuale raccolta si costituì nel luglio del 1870, con l'acquisto, da parte della Biblioteca del Senato del Regno, della collezione di 644 statuti appartenuti all'avvocato trevigiano Francesco Ferro. Da allora la Biblioteca ha orientato la propria politica delle accessioni alle fonti normative locali italiane manoscritte e a stampa e alle relative edizioni critiche, continuando a sviluppare la raccolta sino ai nostri giorni. Così, dal primo piccolo nucleo del 1870, la ricerca sistematica sul mercato antiquario, e la generosità di alcuni doni, hanno permesso di raggiungere l'attuale consistenza del fondo costituito da circa 800 manoscritti dei secc. XIII-XIX, 40 incunaboli e 4200 edizioni a stampa (XVI-XXI sec.) Particolarmente preziosi per la loro consistenza numerica, oltre che per l'importanza dei singoli pezzi, furono gli accrescimenti del 1892 (raccolta Rossi), del 1904 (libreria Hoepli), del 1925 (Biblioteca della Corte Suprema di Giustizia di Vienna), del 1935 (Malvezzi), e del 1936 (per deposito).
Tutto il materiale statutario acquisito in quegli anni non ebbe il trattamento catalografico ordinario, ma fu schedato a parte con criteri descrittivi appositamente ideati dal Direttore della Biblioteca del Senato Corrado Chelazzi. Il lavoro svolto da Chelazzi portò nel 1943 alla pubblicazione del primo volume del Catalogo della Raccolta di statuti, consuetudini, leggi, decreti, ordini e privilegi dei Comuni e delle associazioni e degli enti locali italiani dal medioevo alla fine del secolo XVIII, ordinato alfabeticamente secondo le denominazioni delle località. Tra il 1943 e il 2024 sono stati pubblicati dieci volumi relativi alle località A-Venezia. Sono attualmente in lavorazione il volume relativo alle località Venezzano-Zumelle e gli indici. Il catalogo descrive gli originali manoscritti e a stampa e le edizioni critiche dei secc. XIX-XXI che formano il fondo vero e proprio, ma anche i testi statutari pubblicati all'interno di periodici e di collane o in appendice a opere di storia locale e collocati nei magazzini generali della Biblioteca.
Recentemente digitalizzato, il Catalogo è attualmente consultabile anche online in formato pdf, contestualmente al suo aggiornamento on line (che comprende le schede short-title relative agli statuti acquisiti dalla Biblioteca successivamente alla pubblicazione dei singoli volumi cartacei) ed insieme alla digitalizzazione integrale di 150 statuti scelti tra i più pregiati e significativi della raccolta. I tre data-base sono fruibili autonomamente o attraverso il motore di ricerca collettivo La storia dei Comuni italiani nella Biblioteca del Senato che permette la ricerca integrata sulle fonti per la storia del diritto italiano e la storia locale preunitaria possedute dalla Biblioteca e su spogli bibliografici di settore (base di dati Il Comune e la Storia).
Un servizio di informazioni specializzate, offerto anche via posta elettronica (fondispeciali@senato.it), al quale è possibile rivolgersi per chiarimenti e approfondimenti, coadiuva gli studiosi nella ricerca.
Leggi degli Antichi Stati Italiani (L.A.S.)
Negli anni di formazione del neonato Regno d'Italia, la Biblioteca raccolse i più importanti tra i testi legislativi prodotti dagli Stati italiani preunitari dell'età moderna. Tale acquisizione era funzionale al processo di unificazione legislativa del Regno, per il quale quei testi rappresentavano un fondamentale strumento di documentazione e di studio comparatistico. Un catalogo relativo al posseduto della Biblioteca del 1864 ne enumera settantuno. L'incremento della raccolta è proseguito tra Ottocento e Novecento ma, inizialmente, senza la consapevolezza e l'intenzione di farne una organica raccolta di fonti da conservare in un fondo autonomo della Biblioteca. I testi acquisiti in quegli anni furono collocati nei depositi ordinari, dai quali furono recuperati nel 1934 e, solo allora, andarono a formare l'attuale fondo delle Leggi degli Antichi Stati italiani (L.A.S), che comprendeva in quel momento 395 testi per 1544 volumi.
Le vicende della raccolta furono caratterizzate fin dall'origine da una certa commistione col fondo degli Statuti. La separazione dei materiali da attribuirsi all'una o all'altra raccolta, operata su base cronologico-istituzionale, ovvero distinguendo le fonti del diritto di età comunale e signorile da quelle prodotte da organismi giuridici avviati ad assumere le caratteristiche dello Stato moderno, è non di rado incerta. Il fondo L.A.S., infatti, raccoglie non solo il materiale legislativo prodotto in Italia anteriormente all'unificazione ottocentesca da parte dei sette Stati preunitari usciti dalla spartizione viennese e delle entità governative di matrice rivoluzionario-napoleonica, ma anche, risalendo indietro nel tempo, i testi generati dalla vita degli Stati che fiorirono in Italia nell'età moderna.
Nel 1986, nel solco della tradizione catalografica analitica dei Fondi speciali della Biblioteca, venne pubblicato a cura di William Montorsi il catalogo Le Leggi degli antichi Stati italiani. Catalogo della raccolta di fonti posseduta dalla Biblioteca del Senato. La politica delle acquisizioni in questo settore disciplinare è proseguita anche successivamente alla pubblicazione del Catalogo ed attualmente nel fondo sono collocate 685 edizioni a stampa dei secoli XVI-XX, tutte liberamente consultabili nella grande sala di Storia del diritto, al primo piano di Palazzo della Minerva. Per la descrizione delle acquisizioni più recenti, successive al 1986, è possibile ricorrere al catalogo generale della Biblioteca, nel quale è in ogni caso compresa l'intera raccolta.
Il fondo Marinuzzi di antico diritto siciliano
Nei primi anni del Novecento il Senato beneficiò del dono del Fondo Marinuzzi, che integra, pur senza escludere eventuali sovrapposizioni, le due raccolte di fonti di normativa statutaria (Raccolta degli Statuti) e statale preunitaria (Fondo L.A.S.), possedute dalla Biblioteca. Nel 1911, infatti, il neoeletto senatore Antonio Marinuzzi, avvocato e studioso di storia del diritto, aveva ceduto al Senato la propria collezione di testi di antico diritto siciliano.
La raccolta comprende il corpo delle leggi sicule (costituzioni, capitoli, prammatiche, sanzioni, istruzioni, consuetudini, parlamenti, bandi, ordini e provviste), i commenti alle leggi, nonché scritture storiche con attinenza al diritto pubblico, privato ed ecclesiastico siciliano. A questo, che è il nucleo fondamentale della collezione, vanno aggiunti alcuni libri di autore e/o argomento siciliano, ritenuti da Marinuzzi valido corredo alla collezione da lui creata. Si tratta di 18 manoscritti dei secoli XVII e XVIII (fisicamente collocati nel Fondo manoscritti della Biblioteca), e di 329 edizioni a stampa dei secc. XVI-XIX, di cui 18 cinquecentine.
Al momento della cessione del fondo, il Senatore Marinuzzi ne redasse e pubblicò un breve catalogo intitolato Notizia di una raccolta di libri di antico diritto siciliano (Palermo, 1911), spiegando nella prefazione i criteri da lui seguiti nel mettere insieme questa preziosa collezione e delineando al tempo stesso l'evoluzione storica del diritto e della legislazione siciliana. Nel 1954 la Biblioteca del Senato ha curato una ristampa della Notizia, le cui informazioni bibliografiche possono essere integrate con il ricorso al Catalogo generale della Biblioteca, nel quale la raccolta è interamente schedata.
Le edizioni a stampa del Fondo Marinuzzi sono collocate in Sala, accanto al Fondo Vassalli, al primo piano di Palazzo della Minerva.
Fondo Filippo Vassalli, Fondo Ennio Cortese e Fondo di Diritto comune
Durante gli anni del Regno, la formazione delle collezioni della Biblioteca fu indirizzata dai paradigmi della storiografia giuridica Ottocentesca e, nello stesso tempo, orientata alle necessità funzionali del Senato. Per questi motivi, furono raccolte in grande quantità le fonti della normativa statutaria locale e statale preunitaria, mentre minore attenzione fu riservata alle fonti giuridiche del diritto comune e alle grandi opere dei giureconsulti medievali e dell'età moderna.
Questa impostazione iniziale condizionò anche l'accrescimento novecentesco delle raccolte della Biblioteca: solo il dono del Fondo Filippo Vassalli, nel 1999, aprì un nuovo corso nelle politiche di sviluppo, da quel momento dirette in maniera organica anche verso le fonti del diritto comune, consentendo di colmare una lacuna dovuta a ragioni storiche e di funzione.
Il Fondo Vassalli, costituito da 364 opere di diritto comune e canonico edite nei secoli XVI-XIX, appartenute all'insigne civilista Filippo Vassalli e donate alla Biblioteca dal figlio Giuliano, dispone di un Catalogo a stampa (Firenze, 2000), consultabile anche online, in versione short-title.
Proprio in occasione dei controlli sul posseduto attuati in vista del possibile accoglimento della donazione Vassalli, la Biblioteca ha individuato nei propri magazzini edizioni di argomento giuridico dei secoli XV-XVIII, acquisite episodicamente tra Ottocento e Novecento, e collocate nel fondo generale. Ne è risultata la costituzione del Fondo di Diritto comune, un fondo autonomo e aperto, che prevede la possibilità di un incremento nel tempo attraverso il ricorso al mercato antiquario.
La costituzione del Fondo Vassalli ha costituito altresì l'indispensabile presupposto al successivo e ancor più numericamente consistente accrescimento delle raccolte di diritto comune, rappresentato dall'acquisizione della biblioteca privata di Ennio Cortese. Il Fondo Cortese è composto da un migliaio di edizioni antiche di testi di diritto comune e da oltre cinquemila opere correnti di dottrina e storiografia giuridica. La sezione antica è interamente schedata in formato elettronico, ed è ricercabile online tra i Cataloghi dei fondi speciali, in forma short-title. Per la descrizione dei manoscritti, gli incunaboli e le edizioni Cinquecentine è possibile ricorrere anche al più analitico Catalogo a stampa (Firenze, 2012). Uno specifico strumento è stato dedicato alla descrizione dei volumi che presentano tracce consistenti dell'attività censoria della Controriforma sugli esemplari cinquecenteschi della biblioteca antica del professor Cortese (Controriforma, censura e libri espurgati: spigolature cinquecentesche dal Fondo Cortese, Roma, 2009). I volumi dei secoli XV-XVI e tutti quelli del Fondo Cortese moderno sono invece ricercabili nel catalogo generale della Biblioteca.
I tre Fondi sono collocati a scaffale aperto nelle sale di storia del diritto al primo piano di Palazzo della Minerva. La sala più grande, che comprende gran parte della sezione moderna del Fondo Cortese ed i suoi aggiornamenti, è affiancata da due sale più piccole, intitolate rispettivamente ad Ennio Cortese e Filippo Vassalli, che conservano le due biblioteche antiche, il Fondo di Diritto Comune ed il Fondo Marinuzzi.
Si è potuto così dare nuovo impulso a un progetto culturale che, a lungo limitato all'ambito localistico, presenta oggi un respiro più vasto per la presenza pressoché completa ed esaustiva delle fonti del diritto ("comune" e "proprio") e della relativa letteratura, anche internazionale, e che fa della Biblioteca del Senato una delle istituzioni di riferimento per gli studiosi della storia del diritto.
La storia locale
La Biblioteca ha riservato, fin dalla sua istituzione, un particolare interesse all'acquisizione - retrospettiva e corrente - di opere relative alla storia locale italiana, di notevole valore bibliologico e documentario. Questo indirizzo, supportato anche da significativi lasciti e donazioni, ha fortemente delineato, e caratterizza tuttora, l'identità culturale della Biblioteca.
Il fondo antico di storia locale
L'interesse per gli studi di storia locale che ha connotato la Biblioteca fin dal momento della sua costituzione e la successiva politica di acquisizioni, di cui si ricordano, per organicità e quantità, le accessioni risalenti alle direzioni di Antonio Martini (1881-1904), di Fortunato Pintor 1904-1929) e di Corrado Chelazzi (1929-1941), hanno dato vita ad una raccolta di edizioni, dall'inizio del Cinquecento alla fine dell'Ottocento, unica tanto sul piano bibliologico quanto su quello contenutistico e documentario.
Su questa base è stato recentemente costituito uno specifico Fondo antico di storia locale, circa 1200 volumi caratterizzati da particolare pregio tipografico, ricco apparato iconografico e notevole valore documentario come fonti storiche. Il fondo ha un proprio catalogo speciale in formato elettronico, che comprende una scelta di 12.000 immagini derivanti dalla digitalizzazione delle numerose illustrazioni e tavole incise che arricchiscono gran parte del materiale di cui il fondo è costituito. Il catalogo è fruibile autonomamente, con diverse chiavi di ricerca (per autore/curatore, località, data di edizione, soggetto dell'immagine), e attraverso il motore di ricerca collettivo La storia dei Comuni italiani nella Biblioteca del Senato che, permette un recupero integrato dell'informazione relativa alle fonti per la storia del diritto italiano (Raccolta degli Statuti e relativi cataloghi e banche dati), ed alla storia locale preunitaria.
A completamento e supporto del Fondo antico, la Biblioteca acquisisce correntemente monografie moderne dedicate alla storia locale italiana, e spoglia gli articoli pubblicati dai periodici e dai volumi miscellanei di argomento localistico posseduti: si vuole in tal modo di garantire il maggior grado possibile di "copertura" bibliografica nei confronti di un ambito disciplinare verso il quale l'interesse storiografico è significativamente cresciuto negli ultimi decenni e per il quale la Biblioteca si pone come punto di riferimento e luogo privilegiato di conservazione e di studio. A tale bibliografia corrente di riferimento è possibile accedere attraverso lo stesso motore di ricerca collettivo La storia dei Comuni italiani nella Biblioteca del Senato, o autonomamente consultando la banca-dati intitolata Il Comune e la storia, organizzata per aree geografiche e tipologia di pubblicazione.
Un servizio di informazioni specializzate offerto anche via posta elettronica (fondispeciali@senato.it), al quale è possibile rivolgersi per chiarimenti e approfondimenti, coadiuva gli studiosi nella ricerca.
Raccolta dalmata Cippico-Bacotich
La Raccolta dalmata Cippico-Bacotich è il risultato dell'acquisto da parte della Biblioteca del Senato di una collezione di eccezionale valore, raccolta nel primo '900 da due illustri rappresentanti della cultura dalmata in Italia, Antonio Cippico (Zara 1877-Roma 1935) e Arnolfo Bacotich (Spalato 1875-Roma 1940). Uniti da vincoli di parentela oltre che dal comune interesse per la storia e le vicende della propria terra, Cippico e Bacotich erano stati il fondatore e il direttore dell'Archivio storico per la Dalmazia, intorno a cui si era costituito a Roma un centro culturale, che rappresentò nei quattordici anni di esistenza della rivista, fino alla morte di Bacotich, un necessario punto di riferimento per gli studi dalmati.
Nel 1948 il senatore Tacconi, originario di Spalato, segnalava all'allora direttore della Biblioteca del Senato Carmine Starace l'opportunità di acquisire questa raccolta, poiché si trattava dell'unica biblioteca in Italia in cui "si conservino libri e documenti della storia della Dalmazia... Ogni altra cosa del genere... è rimasta dall'altra parte della cortina di ferro". Il senatore manifestava, anche a nome dei suoi connazionali dalmati, la convinzione "che nessuno meglio del Senato, per il suo altissimo prestigio e per la sua sensibilità patriottica, potrebbe essere chiamato" a salvare questa biblioteca da una probabile quanto deprecabile dispersione. Seguirono, tra il Senato e la vedova Bacotich - Maddalena Cippico - che nel 1940 aveva ereditato la raccolta, lunghe trattative per l'acquisto, che si concluse e formalizzò nel 1951.
La Raccolta, che costituisce un'integrazione rilevante alle raccolte di storia locale italiana possedute dalla Biblioteca del Senato, comprende opere fondamentali relative alla Dalmazia: edizioni antiche, rarità bibliografiche, guide turistiche, giornali, manoscritti (tra i quali codici dei secc. XVII e XVIII sulla storia di Venezia e alcune carte autografe di patrioti e martiri dell'irredentismo adriatico), ma anche carte geografiche e un significativo patrimonio iconografico, rappresentato da incisioni, disegni e riproduzioni fotografiche. Si tratta di opere che riguardano la storia politica, letteraria, religiosa di quelle terre, l'archeologia, la storia dell'arte, i costumi, le biografie di personaggi illustri.
Dopo l'acquisizione della collezione, la Biblioteca del Senato ha continuato ad arricchire, attraverso il ricorso al mercato librario, lo specifico filone dalmata della storia locale, affiancando così alla Raccolta originale di Cippico e Bacotich (Racc. Dalmata C. B.) un fondo di integrazione (Racc. Dalmata). L'insieme della collezione dalmata consta oggi di circa 1600 monografie e 1700 opuscoli a stampa dei secoli XV-XXI, descritti nel catalogo generale della Biblioteca, oltre che di numerosi fascicoli di autografi e carte manoscritte dei secoli XVII-XX consultabili presso l'Archivio storico del Senato.
Fondi personali, manoscritti e carte autografe
Sono presenti tra le collezioni del Senato alcuni fondi, librari e documentari, appartenuti a senatori, studiosi e esponenti della politica e della cultura italiana dei secc. XIX-XX, donati dai possessori o dai loro eredi. Tra le raccolte anche un fondo eterogeneo di manoscritti non statutari dei secoli XIII-XX e carte autografe risalenti al tardo Ottocento e al primo Novecento.
Fondi D'Ancona, Chiappelli, Fanfani, Zaslavsky, D'Onofrio, Sartori, Signorino, Sircana, Bonito, Petronio, Bartolomei, Villari, Aliprandi-Rodriguez, De Ioanna, Zavoli
I primi fondi librari personali furono acquisiti dalla Biblioteca del Senato nella prima metà del Novecento.
Il più antico, per formazione, è quello che si deve al lascito testamentario di Alessandro D'Ancona (1835-1914). Filologo, professore di letteratura italiana, tra i fondatori della Scuola storica, D'Ancona stabilì nel 1914 di lasciare al Senato i libri della propria biblioteca personale che meglio si integravano nel patrimonio dell'Istituto, ovvero quelle opere di carattere storico, e in particolare relative alla storia del Risorgimento, per le quali immaginava una sicura valorizzazione presso la Biblioteca del Senato. I volumi di argomento letterario confluirono invece in un fondo a lui intitolato, depositato presso la Biblioteca della Facoltà di lettere dell'Università di Firenze. Il Fondo D'Ancona è costituito da edizioni a stampa dei secoli XVIII-XX (per un totale di 259 opere in 404 volumi), da due manoscritti dei secoli XVIII-XIX e da un medaglione d'oro contenente polvere e frammenti di foglie di lauro tratte dal sarcofago di Dante, aperto in occasione del sesto centenario della nascita del poeta, nel 1865, e già in deposito presso il Senato dal 1911.
Meno integrato nel contesto bibliografico della Biblioteca, ma tuttavia ad essa non estraneo in virtù della pluralità dei filoni culturali che, pur senza un taglio specialistico, vi sono stati coltivati nel tempo, è il lascito che ha dato origine al Fondo Chiappelli. Come la biblioteca D'Ancona, anche quella di Alessandro Chiappelli (1857-1931) fu divisa tra la Biblioteca della Facoltà di lettere dell'Università di Firenze e quella del Senato. L'acquisizione del dono avvenne nel 1934, a tre anni di distanza dalla morte del senatore e dalla pubblicazione del suo testamento. Il fondo rispecchia gli interessi del donatore, filosofo, pubblicista, professore di Storia della filosofia all'Università di Napoli, accademico dei Lincei e della Crusca. Contiene in prevalenza testi di filosofia e di storia delle religioni, per un numero complessivo di 3.345 opere pubblicate nel corso del XIX e del XX secolo, descritte nel catalogo generale della Biblioteca, oltre che un piccolo nucleo di autografi e carte manoscritte consultabili presso l'Archivio storico del Senato.
Una nuova serie di donazioni e acquisizioni importanti da parte di studiosi e senatori ha coinvolto la Biblioteca a partire dal 1999. In quell'anno infatti, oltre al Fondo Vassalli, (di cui si dà conto nella pagina del sito che gli è dedicata), la Biblioteca ha ricevuto in dono dagli eredi il fondo personale di Amintore Fanfani (1908-1999). La biblioteca dell'ex Presidente del Senato, donata poco dopo la sua morte, consta di circa 10.000 volumi e testimonia i suoi interessi multidisciplinari, che spaziavano dall'economia alla politica e alla storia, ma anche all'arte e alla religione.
Dopo l'ingresso, nel 2004, della biblioteca personale di Ennio Cortese (di cui si dà conto nella pagina del sito che gli è dedicata), nel 2011 sono giunti ad arricchire le raccolte della Biblioteca del Senato i Fondi Zaslavsky e D'Onofrio. Il primo, donato dalla vedova, la storica Elena Aga Rossi, comprende una parte della biblioteca di studio dello storico e accademico russo Victor Zaslavsky (1937-2009). Di quella raccolta, il Senato ha acquisito, soltanto i volumi non già posseduti. Si tratta di circa 1.600 tra volumi e opuscoli, di cui una gran parte in lingua russa. La raccolta copre in maniera pressoché esaustiva il segmento disciplinare della storia e della storia politica dell'Europa orientale, con particolare riferimento ai rapporti tra Italia e Unione Sovietica.
Il Fondo Francesco D'Onofrio, donato dallo stesso intestatario del fondo, è rappresentativo del periodo di formazione americana del senatore che, avvocato e professore di diritto pubblico, ha studiato presso l'Università di Harvard, ottenendovi il Master of Law nel 1965, sotto la direzione di Henry Kissinger. Si tratta in massima parte di edizioni in lingua inglese degli anni '60-'70: circa 650 monografie e 100 opuscoli riguardanti il diritto, la politica e la storia, con particolare riferimento alla storia delle istituzioni, di area anglosassone.
Il 12 maggio 2016 è stata inaugurata la "Sala Sartori", uno spazio di studio aperto al pubblico che ospita oltre 5.000 volumi donati dal politologo Giovanni Sartori. Il Fondo Sartori comprende anche circa 5.000 opuscoli miscellanei. Fondatore in Italia della Scienza politica come disciplina universitaria, Giovanni Sartori ha insegnato a Firenze e negli Stati Uniti (Stanford, Columbia, Harvard, Yale). Ha fondato la «Rivista Italiana di Scienza Politica» dirigendola per oltre trent'anni; Accademico dei Lincei, è stato insignito di nove lauree honoris causa, ha ricevuto numerosi premi, riconoscimenti e onorificenze nazionali e internazionali, tra cui, nel 2005, il Prince of Asturias Prize in the Social Sciences, il più prestigioso riconoscimento internazionale nel settore delle scienze sociali. Sartori è stato l'autore di fondamentali testi di riferimento, che continuano a essere tradotti in numerose lingue, sulla democrazia, i partiti e i sistemi di partito, la teoria politica, la politica comparata e l'ingegneria costituzionale comparata.
L'organizzazione della sala risponde a un duplice obiettivo, quello di rappresentare la ricca fisionomia del pensiero di Sartori, rendendolo al contempo accessibile ai cittadini che frequentano la Biblioteca. I volumi della Sala Sartori sono ricercabili attraverso l'OPAC del Polo bibliotecario parlamentare e descritti nel volume Giovanni Sartori e i suoi libri, 12 maggio 2016 : catalogo dei volumi della Sala Sartori.
Alla fine del 2016 la Biblioteca del Senato ha acquisito in dono circa 800 volumi appartenuti a Mario Signorino, senatore nella IX legislatura repubblicana (1983-1987). Negli anni '60 Mario Signorino è stato assistente presso la cattedra di Storia moderna di Rosario Romeo all'Università di Roma, prima di impegnarsi, negli anni successivi, nella realizzazione di studi e ricerche in campo ambientalista, e di battersi per l'istituzione dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente, della quale divenne a metà degli anni '90 il primo Presidente. Il Fondo Signorino, del quale è in corso l'ordinamento, è particolarmente rappresentativo dei vasti studi di storia contemporanea del senatore. In occasione dell'acquisizione della collezione libraria, la Biblioteca ha dedicato a Mario Signorino un dossier sulla sua attività parlamentare.
Sempre nel corso del 2016 la Biblioteca del Senato ha ricevuto in dono i fondi Sircana, Bonito e Petronio.
Formatosi come manager pubblico delle partecipazioni statali al centro studi dell'IRI, di cui fu capo dell'ufficio studi, Franco Sircana portò il suo contributo di idee e conoscenze all'interno del Partito radicale. Il fondo, di circa 700 volumi, testimonia la vastità dei suoi interessi culturali ed è costituito principalmente da testi di storia, economia, storia politica ed economica.
Antonio Blasco Bonito, pioniere informatico italiano, padre del dominio italiano ".it", ha donato alla Biblioteca i libri del padre Savino, anch'egli esponente del mondo dell'informazione come giornalista: una raccolta di volumi afferenti in special modo alle discipline sociologiche e politologiche, ma che annovera anche testi di letteratura e preziose prime edizioni degli anni Venti e Trenta.
Il Fondo Giuseppe Petronio, docente universitario di letteratura italiana, editorialista e direttore di importanti testate come Mondo Operaio, comprende 15.000 tra volumi e opuscoli che spaziano dalle fonti della letteratura italiana, dalle origini al Novecento, alla critica letteraria, alle letterature straniere, alla letteratura greca e latina, a quella contemporanea, e poi storia, filosofia, politica, estetica, arti dello spettacolo. Raffinato critico letterario, votato all'insegnamento, Petronio maturò "il concetto fondamentale di "sistema letterario", dimostrando come l'attività letteraria di ciascuna epoca è un fenomeno stratificato e complesso che ha rapporti con tutte le forme di espressione coeve; di qui l'inclusione nella storia letteraria non solo del prodotto delle classi egemoni, ma anche della produzione letteraria borghese e popolare.
Nel 2018 la Biblioteca acquisisce il fondo Giuseppe Bartolomei, senatore per cinque legislature tra gli anni Sessanta e Ottanta e ministro. La raccolta, ricchissima di periodici italiani e francesi (ben 165 testate), rispecchia i temi che ebbero maggiore importanza nella sua attività parlamentare e di governo: le scienze politiche, sia nella loro articolazione teorica che storica, con particolare riferimento alla politica italiana, al ruolo dei cattolici in politica e allo sviluppo della Democrazia Cristiana. Altri filoni significativi sono l'economia e la finanza, con particolare attenzione al mondo delle banche e dell'industria e il rapporto tra economia, società e ambiente, la sociologia del lavoro, l'associazionismo.
Sempre del 2018 è l'acquisizione del Fondo Rosario Villari, docente di storia nelle università di Roma, Messina e Firenze, accademico dei Lincei, deputato nella VII legislatura. La biblioteca personale dell'insigne storico si è innestata su uno dei segmenti disciplinari di maggior interesse per la Biblioteca del Senato, ovvero la storia moderna e contemporanea, con particolare riferimento alla storia del Meridione. La raccolta ha integrato la già ricchissima bibliografia della Biblioteca sul periodo, rafforzando il suo ruolo di istituzione di riferimento per lo studio della storia moderna italiana.
Nel marzo del 2020 l'Accademia "Giuseppe Aliprandi - Flaviano Rodriguez" di Firenze, storica istituzione italiana nata negli anni Venti per l'insegnamento professionale delle tecniche di trasposizione del linguaggio parlato in testo scritto, ha donato al Senato la propria biblioteca specialistica comprendente opere di rilievo per la storia della stenografia parlamentare. Al corpus principale, costituito da opere di carattere storico e didattico relative alla stenografia e alla dattilografia (manuali, dizionari, eserciziari...), si affiancano una serie di pubblicazioni correlate alle attività svolte, a partire dal 1980, dalla 'nuova' Accademia, in particolare sul piano della formazione professionale.
È del 2021 la donazione del Fondo Paolo De Ioanna, funzionario pubblico che ha legato una parte importante della sua vita professionale al Senato in qualità di consigliere parlamentare, ricoprendo anche le funzioni di direttore della biblioteca (dal 2000 al 2001). Il patrimonio librario donato consta di oltre 700 testi fra monografie e opuscoli, più una raccolta di periodici. Il fondo, rispecchiando gli interessi professionali di De Ioanna, presenta un carattere prevalentemente economico e giuridico in cui ricorrono: testi di diritto costituzionale, amministrativo e tributario; opere che trattano del funzionamento delle istituzioni comunitarie, nazionali e locali, degli organi giudiziari ed amministrativi; numerosi titoli sul tema della finanza pubblica, con particolare riferimento alla contabilità di Stato e degli enti locali, nonché sulle questioni del controllo della spesa e della gestione del debito pubblico; e così pure sulla politica e sulla storia economica italiana e di altri paesi. Vi sono inoltre numerosi volumi relativi alla teoria economica e questioni generali di storia economica.
Il 2022 è l'anno della donazione della biblioteca personale di Sergio Zavoli, grande protagonista della cultura italiana, noto giornalista, scrittore e politico. La collezione è rappresentativa dei suoi vastissimi interessi: dai media (radio, televisione, carta stampata), alla storia politica, sociale e culturale italiana, in particolare la storia del socialismo, del fascismo, del terrorismo nonché la storia del territorio romagnolo e quella industriale italiana. Il nucleo centrale del Fondo Zavoli è costituito dai titoli delle più note firme italiane del giornalismo, anche d'inchiesta, in esemplari in massima parte con dedica. Presenti numerose letture sociologiche dell'Italia contemporanea. Un numero significativo di testi riguardano il giornalismo sportivo e gli sport, in primis il ciclismo, ma anche il calcio e il tennis, intesi come aspetto fondamentale della società italiana e parte essenziale della storia del costume. Il cinema costituisce uno dei temi centrali del Fondo Zavoli, in particolare la sua storia, i festival ed i protagonisti, fra i quali domina, appunto, Federico Fellini. Vi è infine l'importante spazio della letteratura e, soprattutto, della poesia, spazio dove risiede lo Zavoli meno noto, ma non meno autorevole, lo Zavoli poeta.
Tutti i fondi catalogati sono ricercabili tramite il catalogo generale online della Biblioteca.
Fondo manoscritti
Compongono questo fondo 235 manoscritti dei secoli XIII-XX. Si tratta di una raccolta estremamente eterogenea dal punto di vista dei contenuti, formatasi con materiali pervenuti in tempi diversi e con origini e provenienze diverse. La maggior parte derivano da acquisti o donazioni di singoli volumi, alcuni sono invece stati estrapolati da raccolte acquisite dalla Biblioteca nella loro interezza (come nel caso della biblioteca del senatore Marinuzzi) e, a causa della loro peculiarità bibliologica, collocati nel fondo manoscritti.
Pur nella varietà dei contenuti, il Fondo Manoscritti comprende tuttavia un nucleo di volumi riconducibile al tema della storia locale, come ad esempio le narrazioni storiche di argomento bolognese e pisano. Vi sono inoltre numerose raccolte di documenti di provenienza archivistica pubblica e privata, tra cui particolarmente rappresentati Roma (diari e soprattutto raccolte di relazioni e "giustizie" dei secc. XVII-XVIII non rare nelle biblioteche non soltanto romane), il Regno di Napoli (secc. XVII-XVIII con particolare riguardo alla politica ecclesiastica), la legislazione siciliana (proveniente dal Fondo Marinuzzi), la Dalmazia e l'Albania (estratti dal Fondo dalmata Cippico-Bacotich). Relativamente scarsi i manoscritti riguardanti Casa Savoia e le vicende del Regno Sabaudo.
I manoscritti sono brevemente descritti nel Catalogo generale online della Biblioteca. E' in corso di redazione anche un più dettagliato catalogo a stampa, curato da Maria Teresa Bonadonna Russo, bibliotecaria onoraria del Senato.
Carte autografe e Carte Ghiglianovich
Due fondi documentari, costituiti da carte e lettere, risalenti ai decenni tra Ottocento e Novecento e storicamente appartenuti alla Biblioteca, hanno recentemente trovato la loro naturale collocazione presso l'Archivio storico del Senato.
Si tratta di una raccolta miscellanea di biglietti e lettere autografe di mano di alcuni dei più significativi personaggi della vita politica e culturale italiana dei secc. XIX-XX e di un fondo personale che comprende le carte appartenute al senatore del Regno Roberto Ghiglianovich.
Le Carte autografe dei grandi del Risorgimento italiano, tra cui Cavour, Crispi, Depretis, Garibaldi, La Marmora, Mamiani, Manzoni, Marconi, Rattazzi, Ricasoli, Sonnino, Tommaseo, Zanardelli, furono acquisite dalla Biblioteca in momenti e con provenienze diverse. Dispongono di uno specifico catalogo a schede per mittente e destinatario, recentemente riversato nell'OPAC della Biblioteca, e sono consultabili presso l'Archivio storico del Senato, che ne sta redigendo un inventario analitico.
La raccolta delle Carte Ghiglianovich si presenta invece come un fondo autonomo organico, ceduto alla Biblioteca nel 1953 dagli eredi del senatore Ghiglianovich. Costituita da lettere e documenti relativi all'attività politica di Ghiglianovich, avvocato, esponente di spicco del Partito autonomista di Dalmazia tra la fine dell'Ottocento e gli anni Venti del Novecento, deputato e poi senatore del Regno, la raccolta, in corso di inventariazione presso l'Archivio storico del Senato, è stata recentemente studiata e sommariamente descritta da Luciano Monzali.
Consultazione e servizi specializzati
La Biblioteca valorizza i propri fondi antichi e speciali attraverso la pubblicazione di cataloghi specializzati e banche dati e la promozione di iniziative culturali, quali mostre e convegni. Alcuni servizi specializzati garantiscono inoltre agli utenti l'accesso diretto alle raccolte e un qualificato supporto alla ricerca.
Accesso alle raccolte
L'accesso ai Fondi speciali della Biblioteca è garantito attraverso la consultazione diretta, la digitalizzazione e la divulgazione online dei materiali più pregiati. Cataloghi cartacei e online, banche dati, bibliografie e pubblicazioni specializzate facilitano la conoscenza dei fondi e ne agevolano la consultazione.
I Fondi speciali sono infatti ricercabili online attraverso il catalogo generale della Biblioteca e tramite cataloghi specializzati, cartacei ed elettronici, dedicati alle singole raccolte e realizzati dall'Ufficio Fondi speciali , con approfondimenti storici e bibliologici. Un motore di ricerca integrato, La storia dei comuni italiani nella Biblioteca del Senato, interroga diverse basi di dati che rendono disponibili in formato digitale: il testo integrale di 150 statuti tra i più significativi; il catalogo a stampa della Raccolta degli statuti e il suo aggiornamento online; le descrizioni delle edizioni del Fondo antico di storia locale corredate da oltre 12.000 immagini relative ai frontespizi dei volumi e all'apparato iconografico del fondo; la bibliografia Il comune e la storia, che spoglia dal 1996 tutte le acquisizioni in materia statutaria, di storia istituzionale e di storia locale.
Alcune delle sale di consultazione della Biblioteca sono dedicate ai Fondi speciali e alle discipline ad essi afferenti e mettono a disposizione, accanto alle fonti, monografie contemporanee e letteratura scientifica, repertori e dizionari di riferimento.
La sezione Edizioni antiche e Fondi speciali del sito web della Biblioteca consente l'accesso all'insieme delle risorse informative relative ai Fondi speciali, ai cataloghi e banche dati, a una più dettagliata descrizione delle raccolte, e agli eventi e iniziative culturali realizzate sui fondi; vi si fornisce anche accesso diretto ai siti web di numerosi enti culturali, istituti di ricerca e biblioteche affini, per interessi di studio e conservazione, alle raccolte e discipline pertinenti al Settore Fondi speciali.
Informazioni bibliografiche specializzate e riproduzioni
Ad integrazione delle informazioni ricavabili dalla consultazione dei cataloghi e delle banche dati online, l'Ufficio Fondi speciali fornisce un servizio specializzato di ricerca e informazioni bibliografiche sulle proprie raccolte e sulle discipline ad esse afferenti.
E' possibile accedere al servizio direttamente in Biblioteca, telefonicamente (06 6706 2519/2860/5023/4507/2773; Fax 06.6706.3603) e via posta elettronica tramite la casella fondispeciali@senato.it, cui è possibile rivolgersi anche per informazioni sulla consultazione e riproduzione dei fondi antichi, sull'uso a fini di studio o pubblicazione e sulla corretta citazione delle fonti.
Iniziative culturali
Il Settore Fondi speciali ha collaborato in questi anni con diversi istituti e enti contribuendo a consolidare il ruolo della Biblioteca del Senato nel panorama culturale italiano e la sua funzione di punto di riferimento nei settori disciplinari di competenza.
Accanto alla realizzazione di pubblicazioni specializzate, ha organizzato o partecipato a convegni, seminari e presentazioni di libri relativi ai fondi o alle discipline di competenza (alla presenza anche di studiosi e docenti stranieri di fama come Jacques Krynen e Bernand Stolte). Il Settore Fondi speciali ha inoltre partecipato con i propri materiali, ove consentito da opportune misure di sicurezza, a mostre organizzate da enti diversi.
Si segnalano, tra i partner, l'Istituto Centrale per il Catalogo Unico, il progetto Cultura Italia del Ministero per i Beni e le Attività culturali, la rete URBS (Unione Romana Biblioteche Scientifiche), l'Università di Bologna, l'Istituto storico italiano per il Medio Evo, l'Osservatorio di storiografia giuridica Donne&Diritti (nato all'interno delle Università italiane, vi partecipano docenti di Storia del diritto medievale e moderno).
Mostre
Il prezioso tesoro documentario posseduto dalla Biblioteca del Senato consente la realizzazione di mostre bibliografiche su temi storici e di attualità. Dal 2 al 10 giugno 2018, nell'ambito delle celebrazioni dei settant'anni della Costituzione repubblicana, Palazzo Giustiniani ha ospitato la mostra L'Italia Costituzionale. Una storia per immagini dalle raccolte del Senato, che ha ricostruito il lungo cammino degli italiani da sudditi a cittadini, dal tardo Settecento all'età contemporanea, dalle prime Costituzioni pre-unitarie allo Statuto Albertino, fino all'Assemblea Costituente e alla Carta Costituzionale, firmata proprio a Palazzo Giustiniani il 27 dicembre 1947.
Ancora Palazzo Giustiniani è stato teatro di una grande mostra realizzata in occasione del giubileo straordinario della misericordia indetto da papa Francesco nel 2016, dal titolo Antiquorum Habet. I Giubilei nella storia di Roma attraverso le raccolte librarie e documentarie del Senato. A corredo ed integrazione della esposizione fisica, è stata realizzata anche una mostra virtuale che permette di consultare numerosi contenuti aggiuntivi in formato digitale: un totale di oltre 1300 immagini che si possono esplorare qui, seguendo il percorso espositivo oppure utilizzando filtri tematici per visualizzarle in maniera trasversale rispetto alle sezioni.