Vent'anni senza Giovanni Paolo II, l'uomo che abbattè i muri

Messaggio del Presidente del Senato al convegno promosso da "Fondazione Alleanza Nazionale" e da "Il Secolo d’Italia"

Autorità, Signore e Signori,
è con piacere che invio il mio saluto in occasione del prestigioso convegno dedicato a Sua Santità, Papa Giovanni Paolo II, nel ventesimo anniversario dalla morte, promosso da Fondazione Alleanza Nazionale e da Il Secolo d’Italia.

Un appuntamento che sono onorato di ospitare nella cornice della Sala Koch del Senato e per il quale desidero ringraziare i tanti illustri relatori e tutti coloro che si sono adoperati per la sua migliore riuscita.

La mia concomitante visita istituzionale nella Repubblica popolare cinese mi ha impedito di essere con voi oggi, ma desidero esprimervi la mia vicinanza e la mia adesione a quello che ritengo possa essere un significativo momento di confronto e riflessione sull’indelebile eredità storica e morale di un’autentica icona della nostra storia e della religione cattolica, capace di trascendere i confini della fede, della cultura e della politica.

Eletto papa il 16 ottobre del 1978, durante i suoi ventisette anni di pontificato Giovanni Paolo II ha affrontato con carisma, autorevolezza e coraggio le divisioni e i conflitti più drammatici del secolo scorso. La sua instancabile battaglia per la giustizia, la libertà e la dignità di ogni essere umano ha contribuito a smantellare barriere, far crollare muri, superare rigide ideologie e a promuovere un dialogo costruttivo di pace e rispetto tra popoli e Nazioni.

Come non ricordare la forza rivoluzionaria del suo storico primo pellegrinaggio in Polonia nel 1979 e l’impatto che quella visita ebbe nella nascita del movimento Solidarnosc; come non ricordare il suo impegno a favore dei popoli dell’Est Europa, tra carisma, dialogo e intransigenza, che in poco meno di dieci anni avrebbe portato al crollo del muro di Berlino e alla fine della guerra fredda.

Come non ricordare la sua presenza incoraggiante nei momenti più drammatici e difficili, in Italia come nel resto del mondo, e la potenza del suo messaggio di pace e di unità.

Un messaggio rivolto a tutte le generazioni, specie le più giovani, verso le quali Papa Woytila ha sempre avuto un’attenzione particolare. Le sue giornate mondiali della gioventù continuano ad essere alcune delle pagine più belle ed emozionanti del suo pontificato: simbolo di una fede giovane e vivace e di una passione rivolta alla costruzione di un futuro di speranza e di solidarietà.

Una visione che deve continuare a ispirarci anche oggi dinnanzi alle ingiustizie e fragilità del quadro internazionale. In un momento storico così complesso, l’invito di Papa Giovanni Paolo II a costruire ponti e non muri risuona, infatti, con tutta la forza della sua drammatica attualità.

E’ nostro dovere, come cittadini e come Istituzioni, raccogliere il suo testimone e far sì che l’eredità di uno dei più grandi leader spirituali della nostra epoca non rimanga ricordo del passato, ma una guida verso il futuro.