Sulle vittime degli eventi atmosferici che hanno colpito l'isola di Ischia

Discorso pronunciato nell'Aula del Senato

(Il Presidente e l'Assemblea si levano in piedi). Care senatrici, cari senatori, tra il 25 e il 26 novembre - come vi è noto - dopo una giornata di pioggia battente, il fragile terreno di Ischia, l'isola che conosciamo bene, ha ceduto sotto il peso dei detriti che, partiti dal monte Epomeo, sono scesi verso il mare, travolgendo il piccolo Comune di Casamicciola Terme e distruggendo case, attività commerciali, macchine e strade. Questa frana così devastante e così inarrestabile - come vi è noto - ha causato anche numerose vittime. Otto sono quelle accertate finora, alle quali si aggiungono altri numeri: i dispersi, i feriti e gli sfollati, che sono almeno 230, un numero che purtroppo sembra destinato a salire.

Non è la prima volta che questa terra meravigliosa e conosciuta in tutto il mondo per le sue bellezze naturali e l'ospitalità della propria gente viene colpita in modo così violento. La storia di Ischia infatti è stata più volte segnata da tragedie ambientali, anche per colpa dell'abusivismo edilizio. Ma non è e non deve essere questa la sede, né il momento, per cercare o accertare le responsabilità. Saranno le autorità preposte ad accertare i fatti, anche se avremo presto anche un'occasione di confronto con il Ministro per la protezione civile. Questo è il momento del cordoglio e della vicinanza forte e sincera, che l'Aula del Senato vuole oggi rendere ai parenti delle vittime, ai feriti, agli sfollati e a chiunque quella notte ha perso qualcuno o qualcosa.

Lasciatemi ringraziare, tra le tante persone della Protezione civile, dei Vigili del fuoco, delle Forze armate e delle Forze dell'ordine, anche i semplici volontari, che sin dai primi momenti si sono impegnati senza lesinare sforzi, chi con i mezzi e gli strumenti in dotazione e chi anche a mani nude. In tanti hanno fatto e stanno ancora facendo di tutto affinché questa tragedia abbia numeri e conseguenze il meno importanti possibile. A tutti loro va la nostra gratitudine, la gratitudine del Senato della Repubblica, la gratitudine degli italiani tutti.

Il mio auspicio, il nostro auspicio è che questa terra possa presto ripartire, pur senza dimenticare questa immane tragedia, che deve rimanere da monito per il futuro, capendo gli errori fatti ed evitando di ripeterli in futuro, così da ridare alla popolazione di Ischia una speranza, a partire dalla prossima stagione turistica, che deve vedere con fiducia i cittadini di tutto il mondo ripercorrere il percorso che li porta ad ammirare e a vivere le bellezze di quella stupenda isola. Ma per ripartire è necessario un lavoro all'unisono, che includa sia la forza di volontà dei cittadini di Ischia, sia la prontezza e l'affidabilità delle istituzioni, da quelle centrali a quelle locali. A loro, a noi è affidato un importante ruolo per questa isola e per i suoi abitanti: non deludiamoli.

Questo - dicevamo - è sicuramente il momento del cordoglio e della vicinanza per tutti gli ischitani, per le famiglie di chi ha perso la vita, di chi è ferito, di chi è rimasto senza casa. Ma è soprattutto un momento di vicinanza per Eleonora Sirabella di trentuno anni, per Michele Monti di quindici anni, per Maria Teresa Monti di sei anni, per Maurizio Scotto di Minico di trentadue anni, per Giovanna Mazzella di trenta anni, per Giovangiuseppe Scotto di Minico di ventidue giorni, per Nikolinka Gancheva Blangova di cinquantotto anni. È per loro che ora chiedo a questa Aula un minuto di raccoglimento, ringraziandovi. (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio).

Dal resoconto stenografico della seduta n. 12 del 29/11/2022