Sulla scomparsa del senatore Silvio Berlusconi
Discorso pronunciato in Aula, nella seduta di martedì 20 giugno
(Il Presidente e l'Assemblea si levano in piedi). Onorevoli senatrici e senatori, come sapete, lo scorso 12 giugno è venuto a mancare il senatore Silvio Berlusconi. È stato deputato e senatore e, come ricorderete, ha ricoperto per quattro volte la carica di Presidente del Consiglio.
Berlusconi non c'è più o forse in qualche modo c'è più di prima. Mettiamo per un attimo nell'angolo odiatori impenitenti anche nel giorno del dolore e facciamo emergere invece il giudizio sulla unicità dell'uomo.
Scorrono come in un film le immagini del giovane Silvio che si fa largo nell'Italia degli anni Ottanta, che sogna in grande, che costruisce città avveniristiche che chiama come la sua amata Milano aggiungendovi solo dei numeri (Milano 2, Milano 3), come omaggio a quella Milano che gli resterà sempre nel cuore.
Poi, sempre con lo stesso spirito innovatore che lo ha contraddistinto, coglie al volo la nuova possibilità di entrare nel mondo della telecomunicazione e decide di fare concorrenza alla TV di Stato. Non è l'unico a fare questo tentativo, ma è l'unico a capire immediatamente che per fare concorrenza alla TV pubblica occorre avere lo stesso numero di reti che ha la Rai, e realizza questo suo obiettivo anche in questo campo. Nel contempo stringe con i suoi dipendenti - ne ho cognizione diretta, perché li ho conosciuti - un rapporto che non è solo di fiducia, ma è qualcosa di diverso: è un rapporto di affinità e di affettuosità che porterà tutti coloro - o quasi tutti - che hanno lavorato con lui a non considerarlo un datore di lavoro, ma qualcosa di molto diverso.
Sempre volendo innovare e dare il segno del cambiamento che lui imprime, entra in un campo che unisce differenze di classi, di provenienza, di Regioni: il calcio. Anche lì - non con mia sempre uguale soddisfazione - ottiene successi di rilevanza mondiale. E tutto procede, innovazione e successo a titolo personale, senza veri contraccolpi, fino a quando - per usare le sue parole - decide di scendere in campo in politica. E sarei poco obiettivo se non ricordassi che a quel punto, accanto ai grandi successi e ai grandi cambiamenti che imprime alla politica (anche lì c'è un prima e un dopo Berlusconi, si impone una sorta di bipolarismo per coalizioni, cambia il rapporto tra elettori ed eletti e soprattutto diventa significativo, per non dire essenziale, il ruolo delle leadership e dei leader dei singoli partiti), si crea un problema che egli denunzia come persecuzione e che è un problema non solo giudiziario, ma anche mediatico (a suo avviso), che durerà parecchi anni. Devo però dire che, in questa che lui definisce come persecuzione, non si è mai sottolineato il fatto che Berlusconi un giudice a Berlino lo troverà sempre, se è vero, come è vero, che tutte le accuse più gravi (tranne una, l'unica per cui è stato condannato) cadranno nel nulla. Quello che invece rimane, per esempio, è il suo ruolo in politica internazionale. Quello che avvenne a Pratica di mare rimane un unicum: la speranza che gli Stati Uniti e la Russia potessero costruire un futuro di pace insieme porta il nome di Pratica di mare e la regia di Silvio Berlusconi.
Nel bene e nel male, con Silvio Berlusconi cambia il rapporto tra gli italiani e la politica. Per quanto egli subisca molti contraccolpi, si può affermare che viene più volte colpito, ma mai affondato. Chi come me lo ha conosciuto da vicino (per me è un vanto), chi ha avuto la sua affettuosa amicizia (molti di voi sanno che, quando era amico, Berlusconi dimostrava la sua amicizia in ogni modo) e chi ne ha apprezzato, come me, gli enormi pregi, senza però mai fare sconti alle posizioni che risultavano diverse dalle mie convinzioni, ne conserva un ricordo in cui le luci sovrastano di gran lunga le ombre e lasciano solo il posto alla gratitudine per quanto ha fatto e al rimpianto per non averlo accanto in un momento in cui l'Italia, a mio avviso, avrebbe ancora bisogno dei suoi consigli e del suo sorriso ammaliante.
Mi consola il generale rispetto - con veramente poche e non lodevoli eccezioni - che ha accompagnato la sua dipartita, anche da chi non ha condiviso e non condivide le sue posizioni politiche, che fa onore a chi legittimamente lo ha contrastato in vita, ma si unisce ora a me e a tutti voi nelle sentite condoglianze che rivolgiamo a tutti i familiari, ai tanti che gli sono stati vicino, ai figli, alle persone che lo hanno accompagnato in questi ultimi anni o in tutta la sua vita affettuosamente. Ad essi rivolgiamo le condoglianze più sentite, pregandovi di osservare qualche secondo di silenzio in sua memoria. (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio).(Vivi, prolungati applausi).
Ha chiesto di intervenire, a nome del Governo, il ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, onorevole Tajani. Ne ha facoltà.