Scambio degli auguri di fine anno con i rappresentanti delle Istituzioni, delle forze politiche e della società civile

Palazzo del Quirinale

Signor Presidente della Repubblica,
in occasione delle feste del Santo Natale e di fine anno è per me un piacere oltre che un onore poterle formulare i più sinceri auguri, anche a nome del Presidente della Camera, del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Presidente della Corte Costituzionale, delle Autorità civili e militari della Repubblica e di tutti i presenti.

Purtroppo, anche quest’anno, la principale preoccupazione continua ad essere rivolta agli scenari internazionali. 
Alla guerra causata dall’invasione russa nei confronti dell’Ucraina, si sommano le persistenti operazioni militari nel Medioriente a seguito dell’inaudito e inaccettabile attacco nei confronti dello Stato di Israele avvenuto il 7 ottobre del 2023.
E’ motivo di grande allarme la situazione umanitaria in tutta l’area e resta complicata anche la vicenda siriana. 

L'Italia continua con crescente impegno e dispiego di uomini e mezzi a fare la sua parte. 
Un’attività – quella delle nostre donne e dei nostri uomini con le stellette – rivolta a creare le condizioni per una pacifica e il più possibile serena convivenza tra i soggetti in campo, con un’attenzione particolare alla sicurezza e al benessere delle popolazioni civili. 
Valga per tutte l’azione delicatissima della missione Unifil, dove la presenza dei nostri soldati continua ad essere determinante per un’area sempre a rischio. 
E nel ringraziare tutti i nostri militari in Italia e nelle missioni estere, non posso non ringraziare anche Lei Signor Presidente, per la vicinanza e per la costante attenzione che riserva alle nostre Forze Armate. 

I nostri sentimenti di vicinanza e sostegno li rivolgiamo anche a tutte le donne e gli uomini delle Forze dell’ordine, accompagnati alla condanna ferma e netta per le ripetute aggressioni messe in atto contro di loro nelle recenti manifestazioni di piazza. 
Un pensiero di riconoscenza infine che voglio estendere al Corpo della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco e a tutti coloro che mettendo a rischio la propria vita si prodigano per garantire sicurezza e supporto ai cittadini.

Signor Presidente, come Lei ci ha più volte ricordato le morti sul lavoro continuano ad essere una piaga inaccettabile e ogni istituzione è chiamata a fare la propria parte. 
Troppo spesso siamo chiamati a ricordare le vittime cadute mentre erano intente a svolgere le loro attività lavorative. 
E’ di pochi giorni fa la tragedia di Calenzano e al riguardo meritano una speciale menzione i soccorritori intervenuti. 
L’unanime sentimento di commozione e cordoglio che ha abbracciato l’Italia ai familiari delle cinque vittime deve ispirare e guidare tutti noi. 

Un altro tema rilevante è la sostenibilità ambientale, sociale, economica connessa allo sviluppo tecnologico.
La digitalizzazione dei processi produttivi è un’ulteriore dimostrazione della velocità dei cambiamenti in atto a tutti i livelli.
L’entrata in scena dell’intelligenza artificiale – le cui applicazioni non sono certo esenti da rischi o da preoccupazioni – ci ricorda quanto in un mondo che cambia sempre più velocemente, le istituzioni siano chiamate a mettere in campo strategie nuove e inedite per far fronte ad ogni possibile contraddizione. 
In tal senso, Lei stesso Signor Presidente la scorsa settimana – ha giustamente sottolineato come “lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale ponga nuove sfide e che la loro governance non debba essere affidata al mercato e al potere di pochi”. 
“E’ necessario” - faccio mie le Sue parole – “che le istituzioni sappiano incanalare le potenzialità in modo coerente con progetti di vita collettiva e di relazione”.  

E poi l’uso smodato dei social, soprattutto da parte dei più giovani, richiede un’attenzione discreta ma concreta. 
Lo sottolineo perché i giovani sono il nostro futuro, il futuro della nostra Italia. A loro abbiamo il dovere di lasciare una Nazione migliore, così come è stata costruita con fatica e sacrifici da chi ci ha preceduto. 

E allora sono tante le fragilità che abbiamo il dovere di aiutare, anche attraverso modalità di intervento che possano realmente diventare modelli nuovi sui quali costruire integrazione ed emancipazione. 
Penso al caso Caivano, dove è stato possibile far coesistere la presenza forte dello Stato con quella religiosa e quella del volontariato, cambiando in pochi mesi la narrazione di un territorio che ha dimostrato di essere ricco di talenti e di generosità che avevano solo bisogno di avere un’opportunità. 
Aver ospitato pochi giorni fa in Senato il piccolo coro delle voci di Caivano, un progetto portato avanti dai Ministeri della Cultura e dell’Istruzione, è stata una gioia che mi fa piacere condividere anche in questa sede. 

Restano troppe e inaccettabili, invece, le violenze sulle donne. 
Femminicidi, violenze domestiche, sopraffazioni, stalking e quant’altro, sono la dimostrazione che oltre alle leggi – indispensabili – c’è bisogno di un nuovo approccio culturale che chiama in causa soprattutto noi uomini. 
A fronte di leggi che tutelino le donne e garantiscano la certezza della pena per il reo, è necessario aumentare la prevenzione e, lo ripeto, agire profondamente per un nuovo approccio culturale.

Caro Presidente, ritengo altresì doveroso sottolineare quanto siano inaccettabili poi le forme di razzismo e intolleranza che le cronache quotidiane dimostrano ancora presenti nella nostra società. 
Tra queste, ogni rigurgito di antisemitismo non può e non deve trovare giustificazione alcuna. 
Ce lo insegna la storia, ce lo impone la nostra coscienza collettiva. 

Ma questo anno che volge al termine – Signor Presidente – non è stato solo un anno di preoccupazioni ma anche di importanti crescite. 
Mi rallegra, quindi, poter apprendere i dati positivi dell’occupazione. 
Nonostante il contesto internazionale particolarmente difficile, cresce il tasso di occupazione salendo al 62,4% e prosegue la riduzione del tasso di disoccupazione che si attesta al 6,1%. Dati, questi, davvero incoraggianti. 
Persistono criticità, certo, soprattutto in alcuni comparti, ma più lavoratori a tempo indeterminato, più giovani e più donne occupate, dimostrano la vitalità della nostra economia, la solidità del nostro sistema, la validità delle politiche pubbliche nazionali ed europee. 

Nel 2024 l’Europa è stata chiamata a votare, a scegliere i propri rappresentanti. 
Il voto per il Parlamento europeo, così come ogni volta i cittadini sono chiamati a votare, è stato un momento di grande festa di democrazia e partecipazione, anche se i dati dell’affluenza meritano un approfondito esame. 
E con piacere registro non solo la riconferma della Presidente del Parlamento Roberta Metsola, grande amica dell’Italia, ma anche che il nostro Paese abbia saputo esprimere due donne nel ruolo di vice Presidenti del Parlamento e ottenere una vice Presidenza esecutiva con il Commissario Raffele Fitto. 
A tutti loro va il mio, il nostro augurio di buon lavoro. 

L’Unione europea, di cui siamo protagonisti sin dalla sua fondazione, è basata proprio sulla disponibilità e sulla capacità di andare oltre l’egoismo individuale per realizzare condizioni di sviluppo eque, solidali e durature. 
In questa cornice, Signor Presidente, la Sua guida continua ad essere una preziosa fonte di ispirazione per la politica, per le istituzioni e per tutta la Nazione.
Per tutti questi motivi, e non solo, Le rinnovo, a nome di tutte le Istituzioni, un sentito e caloroso buon Santo Natale e felice anno nuovo.
Grazie. 
Auguri Presidente