Assegnazione del Premio Bonino nel centenario del terremoto di Messina
Altezza, Autorità, Signore e Signori,
Sono lieto di essere oggi presente in questa città di Messina - che racchiude in sé lunga tradizione di storia, cultura e coraggio di risorgere sempre, rispetto a drammatiche calamità naturali - per testimoniare l'apprezzamento mio personale e del Senato della Repubblica per questa giornata che assume molteplici significati.
Cento anni addietro Messina, nella notte di lunedì 28 dicembre, fu colpita da uno dei più disastrosi eventi naturali della storia moderna. Un terremoto e un maremoto senza pari devastarono Messina, Reggio Calabria e le aree geografiche limitrofe, causando circa 100.000 morti di cui solo 80.000 in questa nostra città, ben più della metà dei suoi abitanti. Fu raso al suolo circa il 90% degli edifici.
Fu come una fine del mondo a cui proprio il mondo, buona parte della collettività internazionale, offrì immediatamente solidarietà e aiuto concreto. Accanto ai soccorsi predisposti dal governo Giolitti, intervennero inglesi, russi, francesi, tedeschi, spagnoli, greci ed altri che si distinsero per la prontezza e per l'abnegazione nei soccorsi.
Messina seppe rialzarsi. Non soltanto la solidarietà nazionale e internazionale e delle istituzioni locali, ma soprattutto la natura determinata e vitale delle popolazioni locali ridiede forma e vita a questa città.
Quando si associano mente e cuore quasi nulla è impossibile; Messina, campione della mente e del cuore, lo ha testimoniato.
Da quella tragedia abbiamo tratto insegnamenti e moniti.
Abbiamo avuto conferma di quanto la cooperazione internazionale, in ogni tempo, sia strumento indispensabile per la pace e lo sviluppo dei popoli, sia elemento di irrinunciabile sostegno per il futuro dell'uomo e per ogni progetto di crescita civile.
Abbiamo avuto prova di quanto ciascuno di noi sia parte protagonista della collettività e abbia il diritto e il dovere, accanto all'operato delle istituzioni, di partecipare all'edificazione di quella casa comune che, piccolo o grande che sia, è il mondo in cui vive.
Queste celebrazioni, quindi, oltre che doveroso e opportuno momento della memoria, mirano anche a rinnovare e trasmettere il valore dell'impegno civile, della solidarietà, del senso della responsabilità individuale. Valori tutti, questi, che sono patrimonio insostituibile dell'Umanità. Con questi valori i nostri ragazzi affronteranno più sicuri il loro futuro, noi padri avremo meglio adempiuto il nostro compito e noi istituzioni avremo più efficacemente reso il nostro servizio.
Oggi, inoltre, celebriamo l'assegnazione del XV Premio Internazionale 2009, promosso dalla Fondazione Bonino - Pulejo, istituita nel 1973 da Uberto Bonino - deputato all'Assemblea costituente e più volte parlamentare, fondatore della Gazzetta del Sud - e dalla moglie signora Maria Sofia Pulejo.
La Fondazione, nel corso della sua attività, ha rafforzato la sua presenza in campo culturale, promuovendo la ricerca scientifica, la solidarietà nell'Italia del sud, la circolazione delle idee; svolgendo importanti convegni tra i quali, voglio ricordare, per rafforzare il significato del Premio che oggi viene conferito a Sua Altezza Reale la Principessa Vittoria di Svezia, quella sul progetto dislessia promosso con l'Associazione Italiana Dislessia.
Il Premio Bonino - Pulejo divenuto costante riferimento sociale e culturale sia a livello regionale, che nazionale e internazionale, per statuto è destinato a personalità che si siano distinte in campo scientifico, sociale e culturale e diviene esempio anche della possibilità di coniugare l'efficienza del settore privato con le finalità sociali dell'impresa.
Il Premio vuole evidenziare le molteplici identità in cui si esprime l'essere umano.
L'assegnazione a Sua Altezza Reale la Principessa Vittoria di Svezia, rappresenta l'espressione prima delle Nazioni più civili e con alto tasso etico della comunità internazionale; un riconoscimento alla persona della Principessa Vittoria quale testimone vivente per il suo costante impegno sociale e civile al servizio della solidarietà; per la sua capacità di infondere coraggio e voglia di vivere a milioni di bambini di tutto il mondo.
In particolare, non può che suscitare viva ammirazione l'impegno della Principessa a favore dei più sfortunati, anche mediante la fondazione di apposite istituzioni benefiche. La diffusione della conoscenza di ogni difficoltà contribuisce alla piena comprensione della stessa, e favorisce pertanto l'inserimento nella società da parte di chi la incontra.
L'occasione è preziosa per rinnovare con convinzione i profondi sentimenti di amicizia che legano l'Italia e la Svezia, quali paesi pienamente inseriti nel comune ambito europeo, tanto più nel momento attuale, in cui la Svezia si accinge ad assumere la presidenza di turno dell'Unione europea. Non posso non ricordare come proprio in questa città, oltre 50 anni fa', nel giugno del 1955, i padri fondatori della nostra Unione decisero, con la famosa dichiarazione di Messina, un fondamentale salto di qualità nel processo di integrazione del nostro continente.
La visita della Principessa precede di poche settimane la visita di Stato del Re e della Regina di Svezia in Italia alla fine di marzo, su invito del Presidente della Repubblica. Sarà questo un momento solenne per rafforzare ulteriormente le relazioni tra i nostri due paesi nella prospettiva di un impegno comune a favore della costruzione europea.
Il Premio che oggi viene conferito costituisce un forte richiamo a favore della disabilità: la dislessia, la incapacità di apprendimento e di lettura di origine neurologica, di verosimile natura genetica, va inquadrata più in generale nell'agnosìa, vale a dire nella perdita della capacità di riconoscere oggetti reali e riprodotti; la terminologia fu proposta per primo da Freud nel 1891.
La dislessia non è una malattia o un problema mentale, è un disturbo di apprendimento che causa nei bambini sofferenze, frustrazioni, impotenza.
E' un importante problema sociale, non un handicap inquadrabile, quindi, nella legge 104/1992; la dislessia interessa in Italia una percentuale del 4 - 5 % tra i bambini di età scolare.
Problema sociale che può divenire sanitario; pertanto è importante che Istituzioni, Associazioni e singoli promuovano iniziative di servizio e sostegno a favore di questa, come delle altre categorie di soggetti diversamente abili, fragili, bisognosi di aiuto spirituale e materiale, fisico e psicologico.
Colgo l'occasione per ricordare che il decreto-legge Gelmini sulla scuola, recentemente approvato, ha previsto la necessità di tenere conto anche delle difficoltà specifiche di apprendimento.
Sono in corso di esame presso l'Istituzione che ho l'onore di presiedere proposte legislative, sostenute sia dalle forze politiche di maggioranza che di opposizione, finalizzate ad introdurre una nuova disciplina che garantisca un insegnamento scolastico personalizzato attraverso misure dispensative e compensative.
E' un testo di legge che rappresenta un primo passo largamente atteso dagli operatori del settore, quale segnale di attenzione del Legislatore rispetto ad una tematica di forte impatto sociale.
Sono particolarmente attento ai problemi dei bambini; sorveglierò affinché il disegno di legge possa avere attuazione nel più breve tempo possibile.
Voglio anche evidenziare in questo contesto come per tutte le attività socio - sanitarie emerga sempre più come necessario il principio della sussidiarietà delle associazioni laiche e religiose di volontariato alle quali va il mio ringraziamento per quanto giornalmente, con grande spirito di servizio e con intensi sentimenti di dedizione compiono a favore dei più deboli ed indifesi.
Oggi, per la personalità premiata, Sua Altezza Reale Vittoria di Svezia, si realizza un singolare parallelismo tra il Premio Bonino - Pulejo e il Premio Nobel, sommo vanto della nazione svedese, che rappresenta una visione globale dell'ingegno umano nei vari settori del sapere, vero e proprio cardine intellettuale universale.
Oggi, attraverso questa manifestazione, il Premio e la personalità dei premiati, diveniamo costruttori di pace.
Emerge un nuovo elemento, un fattore che lega sempre più popoli, comunità e gruppi sociali: intendo riferirmi alla "interdipendenza".
La soluzione dei nostri problemi influenza reciprocamente la vita di ognuno e necessita, pertanto, della cooperazione tra popoli e nazioni. Appare necessario un contesto di relazioni culturali e civili per un futuro sereno dei cittadini del mondo.
La manifestazione di oggi è un importante tassello di questo itinerario.