Mercoledì 17 Luglio 2024 - 208ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 10:05)
L'Assemblea ha approvato in prima lettura il ddl n. 1185 recante proroga del termine per l'esercizio delle deleghe previste dall'articolo 2 della legge 15 luglio 2022, n. 106, nonché di quelle previste dall'articolo 27 della legge 5 agosto 2022, n. 118.
Il relatore, sen. Marti (LSP), ha illustrato le disposizioni del ddl d'iniziativa governativa, diretto a prorogare di dodici mesi il termine stabilito dall'articolo 2 della legge n. 106 del 2022 per l'esercizio delle deleghe relative al riordino delle disposizioni in materia di spettacolo. Tale proroga è necessaria per consentire al Governo di completare una riforma approfondita e partecipata, con l'obiettivo di semplificare le procedure amministrative, ottimizzare la spesa e migliorare la qualità artistica e culturale. Durante l'esame in sede referente è stato approvato un emendamento, a firma Gasparri e Paroli (FI), riguardante la semplificazione e il controllo sull'attività economica, con particolare riferimento alla salvaguardia del decoro urbano e delle caratteristiche commerciali specifiche dei centri storici.
Non essendovi alcun iscritto in discussione generale, l'Assemblea è passata all'esame dell'articolato, che ha visto l'accoglimento dell'ordine del giorno G1.101 (sen. Verini (PD)), in un testo riformulato, che impegna il Governo a includere gli stuntman tra i beneficiari della pensione anticipata.
Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato voto favorevole i sen. Guidi (Cd'I), che ha sottolineato l'importanza dello spettacolo e del teatro come espressione di democrazia; Paroli (FI-BP), che ha criticato le polemiche dell'opposizione, esprimendo stima per il Ministro Sangiuliano e rimarcando il ruolo di FI nella valorizzazione delle tradizioni italiane; Marti (LSP), che ha giustificato la proroga per permettere una riforma approfondita e partecipata del settore dello spettacolo, rispondendo alle richieste delle rappresentanze delle categorie e delle parti sociali; Marcheschi (FdI), che ha accusato l'opposizione di una retorica senza contenuti sostenendo che la proroga di dodici mesi è un passo ragionevole per affrontare le sfide storiche del settore, laddove i Governi precedenti non hanno esercitato i propri doveri. Hanno dichiarato voto contrario i sen. Daniela Sbrollini (PV), che si è detta delusa per il rinvio del codice dello spettacolo, richiamando l'importanza di garantire stabilità al settore attraverso risposte certe e costruttive; Magni (Misto-AVS), che ha accusato il Governo di incapacità e inerzia, sottolineando che, dopo due anni, mancano risposte su temi cruciali come il contratto di lavoro e gli ammortizzatori sociali; Pirondini (M5S), che ha ribadito l'urgenza di affrontare questioni fondamentali come la precarietà lavorativa e le condizioni delle fondazioni liriche, richiedendo maggiore trasparenza e collaborazione con il Parlamento; Verducci (PD), che ha evidenziato l'importanza di riconoscere i diritti e le specificità della filiera culturale, enfatizzando il fallimento del Governo Meloni nell'attuare riforme promesse e denunciando la riduzione dell'indennità di discontinuità.
L'Assemblea ha avviato l'esame del ddl n. 1161 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 giugno 2024, n. 73, recante misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie, nel testo proposto dalla Commissione.
Il relatore, sen. Zullo (FdI), ha illustrato il testo, che si compone di 8 articoli, soffermandosi in particolare sull'articolo 2, che è stato oggetto di un ampio dibattito e di numerose modifiche in Commissione. L'articolo istituisce presso il Ministero della salute l'Organismo di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria, destinato a operare sotto la diretta supervisione del Ministro. La versione originale conferiva all'Organismo ampi poteri di ispezione e verifica presso le strutture sanitarie, sia pubbliche che private, per garantire l'efficienza e l'appropriatezza dei servizi, nonché il corretto funzionamento delle liste di attesa. Tuttavia, la Commissione ha apportato significative modifiche al testo originale, limitando anzitutto i poteri di accesso dell'Organismo, eliminando la possibilità di esercitare poteri istruttori su segnalazione e rimuovendo la clausola che prevedeva che gli esiti delle verifiche fossero utilizzati per sanzioni e premi; i risultati delle verifiche dovranno essere comunicati al nuovo Responsabile unico regionale dell'assistenza sanitaria (RUAS). Rimane, però, la possibilità per l'Organismo di avvalersi del Comando carabinieri per la tutela della salute nelle proprie funzioni. La Commissione ha inoltre eliminato la disposizione che riconosceva al personale dell'Organismo le funzioni di polizia amministrativa e giudiziaria. Le modifiche includono altresì la ristrutturazione dell'Organismo in un ufficio dirigenziale generale e quattro uffici di livello dirigenziale non generale e sono state introdotte disposizioni che istituiscono, da parte delle Regioni e delle Province autonome, l'Unità centrale di gestione dell'assistenza sanitaria e delle liste di attesa, che individua il RUAS e disciplina i suoi compiti e i poteri sostitutivi dell'Organismo in caso di inefficienze.
Hanno preso parte alla discussione generale i sen. Daniela Sbrollini, Dafne Musolino (IV), Calenda (Misto-Az), Elisa Pirro, Barbara Guidolin, Maria Domenica Castellone (M5S), Elena Murelli, Clotilde Minasi (LSP), Annamaria Furlan, Susanna Camusso, Ylenia Zambito (PD), Russo, Cinzia Pellegrino, Elena Leonardi (FdI) e Magni (Misto-AVS). I Gruppi di opposizione hanno duramente contestato il decreto in quanto inefficace per la mancanza di risorse economiche: IV ha criticato la burocrazia aggiuntiva e il rischio di un centralismo che contraddice l'autonomia differenziata; M5S ha accusato il Governo di presentare un provvedimento vuoto, privo di misure concrete, che apre le porte al privato a discapito della sanità pubblica; il PD ha ribadito la necessità di interventi seri per affrontare il divario sanitario tra Nord e Sud e ha accusato il Governo di incapacità di dialogo con le Regioni; AVS ha evidenziato l'inefficacia delle disposizioni, che non affrontano le vere problematiche, come il rinnovo contrattuale del personale sanitario; Misto-Az, pur condividendo l'approccio del dl, ha chiesto una revisione del finanziamento della sanità, suggerendo una collaborazione nella prossima legge di bilancio. I Gruppi di maggioranza, nel riconoscere che i problemi della sanità derivano da anni di politiche inadeguate e da un lungo definanziamento, hanno elogiato l'operato del Governo, evidenziando l'aumento dei fondi e le riforme per affrontare le liste d'attesa, migliorare le condizioni di lavoro degli operatori sanitari e l'efficienza del sistema, garantendo il diritto alla salute con misure di razionalizzazione e monitoraggio, in collaborazione con le Regioni. In replica, il relatore ha richiamato la complessità del sistema sanitario italiano e l'importanza di una consapevolezza condivisa per affrontare le sfide; ha quindi rivendicato i progressi fatti dal Governo, come l'aumento del tetto di spesa per le assunzioni e il rinnovo dei contratti del personale, insieme a incentivi per la formazione di medici e infermieri.
(La seduta è terminata alle ore 20:02 )