Giovedì 13 Giugno 2024 - 198ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 10:05)
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 935 recante modifiche della Parte seconda della Costituzione per l'elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, il rafforzamento della stabilità del Governo e l'abolizione della nomina dei senatori a vita da parte del Presidente della Repubblica, nel testo proposto dalla Commissione.
Il provvedimento, incardinato nella seduta dell'8 maggio scorso con la relazione del sen. Balboni (FdI), si compone di 8 articoli: l'articolo 1 abroga la possibilità per il Presidente della Repubblica di nominare senatori a vita; l'articolo 2 modifica il quorum per l'elezione del Presidente della Repubblica, riducendolo alla maggioranza assoluta dopo il sesto scrutinio; l'articolo 3 introduce casi in cui lo scioglimento delle Camere da parte del Presidente della Repubblica è considerato un atto dovuto; l'articolo 4 cambia le disposizioni sulla controfirma degli atti del Capo dello Stato; l'articolo 5 prevede l'elezione diretta del Presidente del Consiglio dei Ministri per un massimo di due legislature consecutive, tre se l'incarico precedente è stato inferiore a sette anni e sei mesi; l'articolo 6 integra l'articolo 59 della Costituzione con un premio su base nazionale; l'articolo 7 modifica le procedure in caso di mancata fiducia al Governo, permettendo il rinnovo dell'incarico al Presidente del Consiglio eletto o lo scioglimento delle Camere; l'articolo 8 contiene norme transitorie riguardanti i senatori a vita e l'applicazione della legge costituzionale.
Nella seduta di ieri sono stati approvati gli articoli 5 e 6 e ha avuto inizio l'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 7 e dei subemendamenti all'emendamento del Governo 7.900. Previa dichiarazione di voto dei sen. Dafne Musolino (IV), Giorgis (PD), De Cristofaro (Misto-AVS), Elena Sironi (M5S) e Lombardo (Misto-Az), è stato approvato l'emendamento 7.900, che disciplina le procedure da seguire in caso di revoca della fiducia, dimissioni, decadenza, impedimento permanente o morte del Presidente del Consiglio eletto. Le opposizioni hanno duramente contestato il contenuto dell'emendamento governativo: IV ha ribadito la necessità di una responsabilità diretta e popolare in caso di sfiducia; secondo il PD si consente al Presidente del Consiglio eletto di determinare la durata delle Camere, trasformando profondamente la democrazia italiana; Misto-AVS ha evidenziato che l'articolo 7 sottrae al Presidente della Repubblica il potere di sciogliere le Camere, smentendo la narrazione che la riforma non alteri le prerogative costituzionali; M5S ha evidenziato l'incongruenza di permettere al Presidente del Consiglio di cercare nuovi appoggi politici se perde la maggioranza, tradendo il voto degli elettori; Misto-Az ha riproposto un modello di cancellierato alla tedesca e la sfiducia costruttiva per mantenere il rapporto tra Parlamento e maggioranza. È stato poi accolto l'ordine del giorno G7.1000 della Commissione, che chiede il riconoscimento della figura istituzionale del Capo dell'opposizione. L'esame dell'articolato si è dunque concluso con l'approvazione degli articoli 7 e 8.
(La seduta è terminata alle ore 15:43 )