Il Sottosegretario alla giustizia Ostellari ha risposto all'interrogazione (3-00965, sen. Anna Rossomando (PD) e altri) sul mancato rimpatrio di un cittadino albanese detenuto a Torino, elencando tutte le iniziative poste in essere dal Ministero, dall'Amministrazione penitenziaria e dal Provveditorato regionale sia per interloquire con le competenti autorità albanesi, pur senza riscontro, sia per prevenire il peggioramento delle condizioni di salute del detenuto (dal trasferimento in infermeria all'incremento dei colloqui con gli psicologi preposti) e scongiurare eventuali atti autolesionistici. Prova tangibile dell'attenzione posta dal Dicastero alla prevenzione del suicidio in carcere sono state, nel caso specifico, le dimissioni dal reparto ospedaliero penitenziario dell'interessato, che ha ripreso ad alimentarsi, mentre, in generale, lo sono tutte le azioni messe in campo, come la collaborazione con l'Ordine degli avvocati e l'Ispettorato generale dei cappellani delle carceri italiane. Insoddisfatta l'interrogante, che, pur dando atto dell'articolata risposta, da un lato, ha sottolineato come la mancanza di risposte da parte dalle autorità albanesi smentisca l'operatività della tanto declamata collaborazione tra l'Esecutivo di quel Paese e quello italiano e, dall'altro, ha rimarcato la gravità delle condizioni di detenzione negli istituti penitenziari italiani in generale e soprattutto nel "Lorusso-Cutugno" di Torino (dove anche questa settimana si è verificato l'ennesimo suicidio), con particolare riferimento al sovraffollamento e all'insufficiente rapporto numerico tra detenuti e psicologi della ASL preposti.