Mercoledì 13 Marzo 2024 - 168ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 10:03)
A conclusione delle comunicazioni del Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR Fitto sullo stato di attuazione del PNRR, l'Assemblea ha approvato la proposta di risoluzione n. 5 della maggioranza e, con una votazione per parti separate, alcuni impegni delle proposte n 1 di Az e Aut e n. 6 di IV.
Il Ministro Fitto ha evidenziato le modifiche effettuate nella quarta relazione e il successo nel pagamento delle rate. Ha spiegato la revisione del PNRR, motivata dall'evolversi degli scenari, come la crisi energetica e la situazione geopolitica. Ha chiarito la rimozione di progetti non idonei dal PNRR e l'assegnazione di risorse alternative; ha rafforzato la collaborazione con la Commissione europea ed evidenziato l'importanza della governance, sottolineando il ruolo della cabina di regia nel monitorare e correggere eventuali criticità nella realizzazione del Piano. Ha poi citato l'apprezzamento della Corte dei Conti per il raggiungimento degli obiettivi e il superamento dei target di spesa. La presentazione della richiesta di pagamento della quinta rata evidenzia il progresso del lavoro e l'approvazione del decreto-legge n. 19 sottolinea il costante miglioramento e adattamento del PNRR. L'obiettivo è una spesa più rapida ed efficace, supportata da risorse aggiuntive e meccanismi come il credito d'imposta per le imprese. Il Ministro ha poi evidenziato la necessità di valutare la spesa a livello europeo e nazionale, auspicando un dibattito costruttivo per migliorare ulteriormente il lavoro sul PNRR, sottolineandone l'importanza come pilastro del Next Generation EU e invitando a una riflessione serena sul finanziamento tramite debito pubblico.
Al conseguente dibattito hanno preso parte i sen. Tatjana Rojc, Manca (PD), Terzi di Sant'Agata, Matera (FdI), Silvia Fregolent (IV), Occhiuto (FI-BP), Elisa Pirro (M5S) ed Elena Murelli (LSP). I Gruppi di opposizione hanno criticato l'inefficace gestione del PNRR, caratterizzata da ritardi e irregolarità, evidenziando i tagli ai progetti per i Comuni, gli asili e la sanità e il mancato sostegno alle Regioni per la sicurezza ospedaliera, ribadendo che il PNRR è un patrimonio nazionale e non appannaggio di una sola parte politica.I Gruppi di maggioranza hanno apprezzato il nuovo rapporto con l'Europa e l'incremento significativo delle risorse finanziarie disponibili, richiamando i successi ottenuti dal Governo Meloni nel rinegoziare e adattare i progetti alle reali esigenze del Paese. In replica, il Ministro ha rimandato al mittente l'accusa di definanziamento dei progetti, affermando che sono stati semplicemente rimodulati per affrontare le sfide attuali, quali la transizione energetica: il Piano è stato finanziato in base alla necessità economica dell'Italia. Ha poi espresso parere favorevole sulla proposta di risoluzione n. 5 della maggioranza e su diversi impegni, alcuni dei quali riformulati, delle proposte n. 1 (sen. Calenda (Misto-Az) e altri), n. 3 (sen. Boccia (PD) e altri) e n. 6 (Enrico Borghi (IV) e altri). Il parere è contrario sulle proposte n. 2 (sen. De Cristofaro (Misto-AVS) e altri) e n. 4 (sen. Patuanelli (M5S) e altri).
Nelle dichiarazioni finali sono intervenuti i sen. Lombardo (Misto-Az), che ha annunciato un voto di astensione, sollevando preoccupazioni riguardo a una gestione commissariale delle spese del PNRR, sottolineando la necessità di valutare il successo del Governo in base alla capacità di spesa e alla realizzazione delle riforme; De Poli (Cd'I), che ha rimarcato la necessità di rinegoziare il Piano considerando i cambiamenti nel contesto internazionale, come la guerra in Ucraina e la crisi energetica, concentrandosi sull'importanza delle risorse per favorire la transizione digitale ed ecologica, specialmente per il settore agricolo; Dafne Musolino (IV), che, nell'annunciare l'astensione, criticando la mancanza di concretezza nella relazione del Ministro, si è detta insoddisfatta riguardo al finanziamento dei progetti di rigenerazione urbana con fondi nazionali dopo otto mesi di incertezza per gli enti locali; Magni (Misto-AVS), che ha rilevato la necessità di aumentare la spesa e di investire nella stabilizzazione del personale pubblico per accelerare i progetti, esponendo le carenze nei settori della sanità, dell'istruzione e della mobilità sostenibilee nella ricerca di soluzioni innovative nei processi produttivi;Gasparri (FI-BP), che ha richiamato i progressi economici del Governo, come la riduzione dello spread e il miglioramento del clima di fiducia dei consumatori ed evidenziato l'importanza di una gestione oculata delle risorse e la necessità di progetti ben definiti per garantire il successo del PNRR; Ketty Damante (M5S), che ha messo in discussione la copertura dei finanziamenti, evidenziando l'uso del fondo sviluppo e coesione come "fondo delle meraviglie" e criticando anche il nuovo piano transizione 5.0 per le imprese in quanto penalizzante per il Sud; Garavaglia (LSP), che ha rimarcato l'importanza di utilizzare efficacemente i fondi concessi a debito, poiché dovranno essere restituiti con gli interessi, imponendo un peso sui bilanci futuri, e ha sottolineato la necessità di evitare tagli indiscriminati a spese fondamentali, come la sanità e la qualità dell'aria; Alfieri (PD), che ha sostenuto l'importanza del debito comune per finanziare politiche cruciali, ma ha criticato il trattamento dispari riservato ai Comuni e alle Regioni nell'attuazione del PNRR, chiedendo un'equa distribuzione delle risorse e un maggiore supporto amministrativo per garantire il successo del Piano; Sallemi (FdI), che ha espresso soddisfazione per il successo del Piano, frutto di un lavoro congiunto con la Commissione europea e le amministrazioni locali, e ha enfatizzato le nuove riforme introdotte, tra cui il riordino degli incentivi alle imprese e la riforma delle politiche di coesione, per migliorare le performance della spesa pubblica.
L'Assemblea ha approvato in prima lettura il ddl n. 997 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 gennaio 2024, n. 7, recante disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali dell'anno 2024 e in materia di revisione delle anagrafi della popolazione residente e di determinazione della popolazione legale.
Il relatore, sen. Balboni (FdI), ha illustrato il provvedimento che, a seguito delle modifiche e integrazioni apportate durante l'esame in sede referente, si compone di 14 articoli. L'articolo 1 detta norme per il prolungamento delle operazioni di votazione dell'anno 2024 e per il contemporaneo svolgimento delle elezioni europee, regionali e amministrative. Gli articoli 1-bis e 1-ter, introdotti in Commissione, dispongono rispettivamente per assicurare la funzionalità delle commissioni elettorali e per l'esercizio del diritto di voto degli studenti fuori sede alle elezioni europee 2024. L'articolo 2 reca norme in materia di revisione delle anagrafi della popolazione residente e di determinazione della popolazione legale. L'articolo 2-bis stabilisce che la registrazione di simboli o emblemi politici come marchi d'impresa non ha impatto sulla regolamentazione elettorale. L'articolo 3 intende garantire uniformità in tutto il territorio nazionale sia in ordine alla determinazione dei capoluoghi di provincia sia con riferimento al sistema elettorale applicabile agli stessi. L'articolo 4 contiene disposizioni in materia di elezione del sindaco e del consiglio comunale. L'articolo 4-bis modifica la legge n. 18 del 1979 riguardo alle sottoscrizioni necessarie per i partiti politici alle elezioni mentre il 4-ter chiarisce in ordine alla ineleggibilità per i consiglieri regionali. L'articolo 4-quater modifica la legge n. 53 del 1990 in tema di referendum previsti dal testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali. L'articolo 4-quinquies riguarda i trattamenti degli amministratori delle forme di decentramento comunale mentre il 4-sexies introduce un'eccezione alla sottoscrizione degli elettori per le liste che rappresentano forze politiche già presenti in Parlamento al momento delle elezioni regionali. L'articolo 5 reca disposizioni finanziarie mentre l'articolo 6 disciplina l'entrata in vigore del provvedimento.
Al termine della discussione generale, nella quale sono intervenuti i sen. Parrini, Meloni (PD), Domenica Spinelli, De Priamo (FdI), De Cristofaro (Misto-AVS) e Cataldi (M5S), il relatore ha sostenuto che l'emendamento di LSP sull'eventuale ballottaggio al 40 per cento non è un attentato alla Costituzione, ma avrebbe richiesto un maggiore approfondimento. Il Sottosegretario Wanda Ferro ha sottolineato l'accoglimento di alcune proposte, quale quella sulla sperimentazione del voto a distanza per gli studenti fuori sede, come parte degli sforzi del Governo per favorire la partecipazione democratica. Durante l'esame dell'articolato sono stati approvati tre emendamenti (1-ter.107, 2.100) a firma Lisei (FdI) e 4-sexies.0.101 (Lisei e altri). Sono stati altresì accolti diversi ordini del giorno della Commissione (G1-101, G3.101, G4.101, G4.102, G4.103 e G4.104) e altri ordini del giorno di M5S (G1.100, accolto come raccomandazione, G1.102 e G1.103), di FdI (G3.100), di Aut (G4.7) e di LSP (G4.105), che è stato altresì votato.
Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato un voto favorevole i sen. Salvitti (Cd'I), che ha sottolineato la necessità di invertire la rotta della disaffezione verso il processo democratico e di recuperare la fiducia degli elettori; Occhiuto (FI-BP), che ha rimarcato l'impegno per l'inclusione e la rimozione delle barriere di ineleggibilità, elencando gli sforzi per andare incontro alle richieste di importanti enti come ANCI e UPI; Tosato (LSP), che ha rifiutato la logica dei mandati limitati, sostenendo che l'ultima parola debba sempre appartenere ai cittadini; Della Porta (FdI), che ha elogiato le misure che renderanno il voto più partecipativo, come l'aumento delle risorse per i componenti dei seggi e lo spostamento delle elezioni provinciali. I sen. Alessandra Maiorino (M5S), De Cristofaro (Misto-AVS) e Giorgis (PD) hanno dichiarato un voto contrario. M5S ha criticato la modifica delle regole sull'incandidabilità dei dipendenti regionali, accusando la maggioranza di privilegiare interessi personali e partigiani; il PD, nel denunciare l'abuso della decretazione d'urgenza, ha sostenuto che alcune disposizioni sui limiti ai mandati dei sindaci contravvengono alle indicazioni della Corte costituzionale e compromettono il buon funzionamento delle amministrazioni locali. I sen. Mariastella Gelmini (Misto-Az), Durnwalder (AuT) e Dafne Musolino (IV) hanno annunciato l'astensione. Az ha promosso il diritto di voto per tutti i cittadini lontani dalla propria residenza, non solo gli studenti fuori sede; Aut ha ribadito l'importanza di preservare una classe dirigente competente e sostenuta dai cittadini, auspicando una riflessione libera sul tema; IV si è soffermata sul dibattito controverso intorno al terzo mandato per i governatori regionali e i sindaci.
(La seduta è terminata alle ore 20:56 )