A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Gino Roncaglia e Giovanni Solimine: recenti pubblicazioni a confronto
Negli ultimi anni numerosi studiosi hanno analizzato i diversi scenari aperti dalla convergenza al digitale. Nell'ambito della scienza dell'informazione, di particolare rilievo sono i recenti contributi di Gino Roncaglia, docente presso l'Università degli studi di Roma Tre ed esperto di culture digitali, e Giovanni Solimine, professore emerito presso Sapienza Università di Roma e studioso di editoria e partecipazione culturale.
Nel suo libro L'architetto e l'oracolo. Forme digitali del sapere da Wikipedia a ChatGPT (Roma-Bari, Laterza, 2023), Roncaglia prende in esame la dialettica fra due modelli contrapposti di organizzazione della conoscenza: il sistema di tipo 'architettonico' - per natura fortemente strutturato - che trova rappresentazione nel sapere enciclopedico, e il nuovo modello 'oracolare-probabilistico' adottato dalle intelligenze artificiali generative, sulle quali nell'ultimo anno si è intavolato un acceso dibattito riguardante sviluppi futuri e attendibilità delle nuove fonti.
L'autore, attraverso una puntuale analisi di entrambi i sistemi, propone nuovi spunti di riflessione sul futuro del settore editoriale e bibliotecario, anche grazie al contributo della letteratura di fantascienza, di cui è appassionato (si segnala a questo proposito la recente pubblicazione del libro Le biblioteche nella fantascienza: utopie, distopie, intelligenze artificiali, a cura di Rossana Morriello, Gino Roncaglia, Federico Meschini. Napoli, Editrice bibliografica, 2024).
Al centro del dibattito è l'affidabilità del modello 'oracolare': la linguista americana Emily Bender definisce i sistemi generativi come dei meri 'pappagalli stocastici', che elaborano sequenze linguistiche casuali attingendo a grandi basi di dati. Secondo la studiosa, questi modelli sono soggetti a errori e alterati da pregiudizi, e richiedono enormi costi finanziari e ambientali per il loro addestramento (l'articolo a cui l'autore fa riferimento è: Emily M. Bender [et al.], On the dangers of stochastic parrots: can language models be too big?, in Proceedings of the 2021 ACM Conference on Fairness, Accountability, and Transparency. FAccT '21. New York, Association for Computing Machinery, 2021, pp. 610-623).
Roncaglia, tuttavia, rimarca il sorprendente salto qualitativo ottenuto attraverso l'addestramento dei cosiddetti Large Language Models, una tecnologia IA che, sulla base di complessi modelli probabilistici, è in grado di comprendere le complessità del linguaggio naturale e dunque restituire risposte significative ai nostri quesiti.
Lo studioso intravede le radici storiche del nuovo modello nel processo di trasmissione orale del sapere, antecedente all'invenzione della scrittura: fin dalle origini il corpus conoscitivo si è tramandato e trasformato nel tempo, senza avere una vera e propria organizzazione.
Una caratteristica di primo piano che Roncaglia attribuisce ai modelli di intelligenza artificiale generativa è la loro 'comprensione' semantica. Sebbene risulti ancora difficile definirli agenti autonomi, possiamo considerare le IA dei veri e propri motori semantici, per la loro capacità di produrre contenuti e soprattutto significati.
Da parte dello studioso c'è dunque il desiderio di comprendere a fondo il funzionamento e le potenzialità offerte dai più moderni sistemi di intelligenza artificiale, per una ipotesi di collaborazione futura tra l'architetto e l'oracolo, che avrebbe delle ricadute in particolare nell'ambito archivistico e bibliotecario.
Sempre a partire da una riflessione sulla rivoluzione mediale, ma più orientato ai temi della lettura e dell'apprendimento, il saggio di Giovanni Solimine Cervelli anfibi, orecchie e digitale. Esercizi di lettura futura(Fano, Aras, 2023) si sofferma sulle dinamiche sociali e culturali contemporanee, dal nostro rapporto pervasivo con la rete alle modalità in cui accediamo all'informazione.
La maggiore diffusione dei contenuti digitali - veicolati non solo attraverso i canali social ma anche tramite i siti online dei quotidiani - e la prevalenza di video, immagini e contributi audio rispetto alla parola scritta, stanno cambiando inesorabilmente il nostro approccio alla lettura e all'approfondimento.
Portando come esempio gli studi della cognitivista Maryanne Wolf (dell'autrice la Biblioteca del Senato possiede Lettore, vieni a casa: il cervello che legge in un mondo digitale. Milano, Vita e pensiero, 2018), Solimine riflette sul rischio di perdere la capacità di 'lettura profonda' propria dei supporti analogici: il digitale, con le sue 'distrazioni' (dalle semplici notifiche dello smartphone fino alle funzionalità aggiuntive per la lettura potenziata che offrono alcuni ebook), interrompe il flusso della lettura, generando un vero e proprio sovraccarico cognitivo.
Lo studio delle pratiche di lettura contemporanea porta l'autore a soffermarsi sul fenomeno dell'oralità, già riconosciuto da Roncaglia come un antecedente storico di organizzazione non strutturata della conoscenza. L'analisi di Solimine si concentra sulle esperienze di lettura ad alta voce e sulla crescente produzione e fruizione dei file audio, nello specifico podcast (prodotti editoriali 'nativamente' digitali) e audiolibri. Il successo dell'audio entertainment è in parte riconducibile al fatto che non ha alcun vincolo di orario: questi prodotti possono essere ascoltati in ogni ritaglio di tempo, tra un impegno e l'altro, inserendosi così nell'organizzazione frammentata e multitasking della nostra quotidianità.
I mutamenti in atto, secondo Solimine, non devono essere letti solo in chiave negativa. L'utilizzo di diversi canali e linguaggi consente infatti di acquisire delle abilità nuove e un approccio più intuitivo alla conoscenza. La soluzione potrebbe essere una compresenza della dimensione analogica e di quella digitale, attraverso un'educazione che punti a sviluppare un «cervello anfibio» (si cita da p. 84) che si possa muovere con naturalezza in entrambi i contesti.
Seppur guidato da una diversa prospettiva rispetto a Roncaglia, anche Solimine apre una riflessione sui nuovi orizzonti dell'intelligenza artificiale, della quale è difficile prevedere le applicazioni future. Ritiene pertanto ancora lontana l'ipotesi di un superamento dell'intelligenza umana da parte delle IA e aspetta di scoprire i prossimi sviluppi della tecnologia.
Entrambi gli studiosi riflettono sulle conseguenze dello sviluppo delle intelligenze artificiali nell'ambito della fruizione culturale e nel mercato del lavoro, in particolare nel mondo editoriale, destinato a trasformare radicalmente il suo assetto a mano a mano che il digitale renderà obsoleti alcuni processi di produzione, dalla grafica all'impaginazione, fino alla traduzione.
Se da un lato Solimine rifiuta l'idea che la tecnologia si possa sostituire al lavoro umano, e auspica un equilibrio nell'uso dei nuovi strumenti tecnologici, Roncaglia ha il sospetto che i progressi delle IA generative avranno presto degli effetti occupazionali, ma ipotizza una collaborazione tra professionalità umane e intelligenza artificiale.
Sembra essere proprio questa la chiave per scongiurare ogni pericolo, il connubio tra analogico e digitale, tra uomo e macchina, tra il mondo che conosciamo e le nuove visioni del futuro.
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Dal sito della biblioteca: |
In "MinervaWeb" leggi anche: - Insieme ma soli / Sherry Turkle, 2012, n. 10 (n.s.) - L'Italia che legge / Giovanni Solimine, 2010, n. 32 |