A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
In ricordo di Alberto Petrucciani (1956-2023)
Il 10 settembre 2023 è scomparso dopo lunga malattia Alberto Petrucciani, docente di Storia delle biblioteche e di Teorie e tecniche della catalogazione presso Sapienza Università di Roma, membro attivo dell'Associazione italiana biblioteche (AIB), di cui è stato Vicepresidente (1991-1993 e 1997-2003) e per la quale ha ricoperto numerosi altri incarichi. Il suo nome è legato indissolubilmente alle nuove Regole italiane di catalogazione per autore (REICAT. Roma, ICCU, 2009), di cui è stato relatore, e all'avvio di un filone innovativo di studi nell'ambito della storia dei servizi bibliotecari. Per chi lavora nelle biblioteche, però, è stato molto di più: un punto di riferimento, un maestro, per molti un amico, che con profondità di cultura e instancabile attività ha attraversato inestricabilmente i percorsi professionali e scientifici di più di una generazione.
Per questi motivi ne abbiamo chiesto un ricordo personale a un suo e nostro collega (perché anche Alberto Petrucciani era stato bibliotecario, a Genova, tra il 1982 e il 1986), Fernando Venturini, già Consigliere parlamentare della Biblioteca della Camera dei deputati "Nilde Iotti" e membro del Coordinamento redazionale di "Le Carte e la Storia", rivista della Società per gli studi di storia delle istituzioni. Lo ringraziamo.
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Alberto Petrucciani è stato uno studioso, un intellettuale, che ha accompagnato tutta la mia esperienza professionale e, più intensamente, gli ultimi anni. Come tanti bibliotecari, ho intercettato la sua parabola avvicinandomi ai problemi della catalogazione e leggendo i suoi libri, poi, più da vicino, durante la prima, gloriosa stagione della redazione di AIB-WEB e di "Internet in biblioteca". Infine, in un dialogo più fitto, rivolgendomi a lui come studioso di storia delle biblioteche e dei bibliotecari.
In ogni occasione, ricordo la sua sorprendente capacità di vedere le cose fuori dai luoghi comuni, dagli schemi preordinati, in controluce, lontano dalle mode e dalle mitologie. In ogni intervento che gli ho sentito fare a un convegno, alla presentazione di un libro, o, più semplicemente, a un'assemblea AIB o a una riunione AIB-WEB, era capace di ribaltare le questioni, di prendere un dettaglio (l'amore per i dettagli…) e farlo diventare un nuovo punto di vista. In questo era davvero uomo di scienza e di ricerca a tempo pieno. Forse il terreno che gli consentiva di esercitare queste capacità con più efficacia e risultati sorprendenti era la storia delle biblioteche, la storia dei bibliotecari, la storia degli utenti e delle loro esigenze. Così accadeva che questioni apparenti si ridimensionassero, facendo emergere temi nascosti (certi intriganti paragoni statistici con il passato...). E insieme alla storia, gli archivi, le comunità scientifiche, gli utenti famosi (tra tutti, Leonardo Sciascia). Per finezza e profondità, le sue ricostruzioni sono veri esempi di storia delle istituzioni.
Qualche giorno dopo aver partecipato ai suoi funerali, ho cercato nell'archivio della mia posta elettronica le sue mail. Forse altri suoi amici o colleghi lo hanno fatto. È umano ricercare le parole, così come le immagini, delle persone care che ci hanno lasciato. Inoltre Alberto considerava la posta elettronica un vero strumento di dialogo, uno strumento snello ma niente affatto superficiale, che si confaceva al suo modo di ragionare spesso per illuminazioni, suggerimenti, argomenti aperti e lasciati alla sensibilità dell'interlocutore. Io non ero un collega e non ero neanche un amico ma avevamo stima reciproca, e i miei studi, in particolare per la storia della Biblioteca della Camera dei deputati, mi hanno spinto a chiedergli per un lungo periodo pareri e commenti. Quindi il rapporto era, in questo caso, simile a quello tra il professore e un suo allievo. Le mail che ci siamo scambiati sono più numerose di quanto ricordassi. Per quasi due anni, anche se eravamo quasi coetanei, sono stato una specie di dottorando a cui Alberto dava consigli, suggeriva letture, divagava con qualche commento a latere. Il tutto poi culminò, inevitabilmente, nella presentazione del mio libro [Fernando Venturini. Libri, lettori e bibliotecari a Montecitorio. Storia della Biblioteca della Camera dei deputati.Milano; [Padova], Wolters Kluwer; CEDAM, 2019, ndr]. E mi fa piacere che a quella occasione appartenga la bella foto di Alberto che compare nella copertina del volume degli studi in occasione dei suoi 65 anni (L'arte della ricerca: fonti, libri, biblioteche: studi offerti ad Alberto Petrucciani per i suoi 65 anni) e nel comunicato della Presidente dell'AIB sulla sua scomparsa [nonché a corredo di questo articolo, ndr].
Poi, il nostro dialogo è continuato per la collaborazione al Dizionario dei bibliotecari italiani [di cui l'ultimo prodotto cartaceo pubblicato è Dizionario dei bibliotecari italiani del Novecento, a cura di Simonetta Buttò e Alberto Petrucciani, con la collaborazione di Andrea Paoli. Roma, Associazione Italiana Biblioteche, 2022, ndr]. E ho capito qualcosa anche del suo carattere un po' scostante (si vantava di essere presuntuoso…), ironico, curioso, generosissimo se si trattava di suggerire letture, spunti di ricerca, libere e spesso taglienti osservazioni su persone e vicende, oppure, più semplicemente, distribuire documenti tratti dal suo grande archivio digitale sempre aperto a tutti.
Alla fine, ho capito che per lui la storia era anche uno strumento per interpretare e dare spessore alla sua idea della biblioteca come luogo di crescita civile e culturale il cui ruolo e peso sono spesso dimenticati dai bibliotecari stessi. Questi ultimi talvolta guardano troppo lontano o dimenticano l'importanza di ciò che avviene (ed è storicamente avvenuto) nei loro istituti o le esigenze dei propri utenti, e talvolta li confondono con gli utenti della rete. Il rapporto tra Internet e le biblioteche, tra il big business dell'informazione che domina la rete con logiche commerciali e le finalità delle biblioteche, sono sempre stati, al fondo, un tema cruciale per Alberto Petrucciani: la digitalizzazione era la vera terra di confine tra queste due diverse prospettive, il luogo nel quale i bibliotecari erano chiamati a confrontarsi con sé stessi. A questo proposito, una delle prime mail che ci siamo scambiati risale a quando gli feci i complimenti per la pubblicazione dell'articolo La bancarella planetaria e la biblioteca digitale: il punto di vista della ricerca e una possibile agenda per l'Italia, "DigItalia", 5 (2010), n. 1, pp. 9-32. Alberto mi rispose con una mail che credo mi perdonerà se ora pubblico a conclusione di questo ricordo, perché in queste poche parole si ritrova la passione di chi non si arrende a una visione semplicistica della realtà e alla mancanza di progettualità professionale:
Caro Fernando,
ti ringrazio molto del messaggio. Ti confesso che speravo di smuovere un po' le acque, ma non è così facile.
Anche pochi giorni fa, dopo la bocciatura del Settlement [Google Book Settlement (accordo Google Libri o Transazione), che nel 2008 chiuse la vertenza legale tra editori USA e Google sui libri digitalizzati, ndr], ci ho provato sulla lista Infer ["Italian National Forum on Electronic Resources" ovvero "Osservatorio italiano sulla cooperazione per le risorse informative elettroniche", fu un gruppo di riflessione con lo scopo di cooperare per favorire l'accesso alle risorse informative elettroniche nelle biblioteche italiane, ndr], ma senza migliori risultati: gli dei sono morti, Marx pure, e l'unica fede che è rimasta è in Google. Mi pare un peccato che le biblioteche (i bibliotecari) rinuncino così de plano a darsi un ruolo o un progetto, anche limitato, e il fatto di essere con l'acqua alla gola e senza soldi finisce per diventare anche un alibi. Ci vorrebbe una Vinay del '79... [Angela Vinay,dal 1975 al 1981 prima donna presidente dell'Associazione italiana biblioteche, pronunciò nel 1979 un discorso sui Problemi di un sistema nazionale, in Lo sviluppo dei sistemi bibliotecari. Atti del convegno di Monza, 25-27 ottobre 1979, a cura di Massimo Belotti e Giuseppe Colombo. Milano, Mazzotta, 1980, pp. 68-79, ndr].
Ciao,
Alberto
Ciao anche a te, Alberto, credo che dovrà passare del tempo prima che si possa pienamente comprendere l'importanza del tuo lavoro e la ricchezza di pensiero che ci hai lasciato.
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In "MinervaWeb" leggi anche: - Indice generale per rubrica [nella rubrica "Testimonianze" sono presenti, tra gli altri, scritti in ricordo di bibliotecari] |