A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
I padri della Patria: Carlo Pisacane
2. Riferimenti e approfondimenti bibliografici
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Carlo Pisacane nacque a Napoli il 22 agosto 1818 e, rimasto giovanissimo orfano del padre, Gennaro duca di S. Giovanni, venne educato dalla madre, Nicoletta Basile De Luca. Nel 1831 entrò nel collegio militare della Nunziatella, per assumere, nel 1839, il grado di sottotenente nel Corpo del genio militare. Insofferente nei confronti del governo borbonico, nel febbraio 1847 disertò l'esercito partendo da Napoli, insieme alla compagna della sua vita, Enrichetta di Lorenzo, per dirigersi a Londra, poi Parigi e in seguito a Marsiglia dove, arruolatosi nella Legione Straniera, venne inviato a combattere in Algeria con il grado di sottotenente. Nel 1848 diede le dimissioni dalla legione Straniera per arruolarsi nell'esercito lombardo, al seguito del Generale Lecchi, ed essere quindi inviato ai confini del Tirolo. Ferito alla fine di giugno dello stesso anno, venne ricoverato prima a Salò, poi a Milano. Dopo la caduta di Milano si recò ancora convalescente in Svizzera, dove conobbe Giuseppe Mazzini.
Nel 1849, rientrato in Italia, si recò a Vercelli dove venne ammesso al servizio con il grado di capitano, che lasciò quasi subito per correre a Roma, non appena vi fu proclamata la Repubblica. Proposto da Mazzini quale membro della Commissione sulle cose di guerra, incarico al quale si applicò contribuendo con i suoi studi e l'esperienza della pratica militare, venne eletto successivamente capo di Stato Maggiore dell'esercito. Terminati i combattimenti per la difesa di Roma, ed entrati i francesi in città, Pisacane venne arrestato e rinchiuso in Castel S. Angelo. Riuscito a fuggire, prese la via dell'esilio, raggiungendo prima Losanna, dove collaborò a L'Italia del Popolo di Mazzini, per poi giungere a Londra. Tornato in Svizzera nel 1850 strinse amicizia con Carlo Cattaneo; a quegli anni risale il suo scritto la Guerra combattuta in Italia negli anni 1848-1849. Trasferitosi a Genova scrisse i Saggi storico-politico-militari sull'Italia, pubblicati postumi nel 1860, in quattro volumi, a Genova e a Milano, e Italia e Murat dove avversò le pretese di Murat sul trono di Napoli.
Nel 1853 ebbe una figlia, Silvia, adottata in seguito da Giovanni Nicotera, superstitedella spedizione di Sapri. Membro del Comitato rivoluzionario napoletano, Pisacane era sempre in contatto con il Comitato di Napoli fino a quando, venuto a conoscenza di alcuni falliti attentati nel sud, contro i Borbone, decide di capitanare l'eroica spedizione nella quale trovò la morte il 2 luglio 1857 a Sanza.
Considerato il precursore del moderno socialismo, per le dottrine esposte nei suoi scritti e nonostante le sue idee internazionaliste, Pisacane credette fermamente nell'utilità dello Stato.
2. Riferimenti e approfondimenti bibliografici
Carlo Pisacane. Percorso bibliografico nelle collezioni della Biblioteca.
Si suggerisce, inoltre, la ricerca nel Catalogo del Polo bibliotecario parlamentare e nelle banche dati presenti sul sito e consultabili dalle postazioni pubbliche della Biblioteca.