A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Intellettuali in fuga: un progetto per la ricerca storica
Nell'anno appena concluso è stata varata la seconda edizione, riveduta e ampliata, di un progetto digitale avviato nel 2019 e che ha raggiunto una collocazione di rilievo tra le risorse online ad accesso gratuito di supporto alla ricerca storica; da qualche mese è entrata a far parte del suo advisory board anche la senatrice a vita Liliana Segre. Parliamo di Intellettuali in fuga dall'Italia fascista. Migranti, esuli e rifugiati per motivi politici e razziali, la cui ideazione, progettazione e responsabilità scientifica si deve a Patrizia Guarnieri, professoressa di prima fascia di Storia contemporanea presso l'Università di Firenze, la cui University Press supporta la pubblicazione del portale. Si tratta di un complesso di articoli originali ed elaborazioni intertestuali, ma anche di un collettore di fonti, allestito in modo da ricostruire un tassello della storia dell'emigrazione, di cui viene rappresentata per così dire la faccia nascosta della medaglia: quella costituita da persone e nuclei familiari indotti a trasferirsi non dalla miseria o dalla ricerca di lavoro e di migliori condizioni di vita, ma da circostanze storico-politiche nell'Italia degli anni Trenta; professionisti e intellettuali italiani, spesso benestanti, sulle cui vite ebbero impatto l'opposizione al governo o le leggi razziali e le discriminazioni imposte alle persone di origine ebraica, che determinarono, tra l'altro, vere e proprie 'fughe di cervelli'. La segnalazione del progetto in questo numero di "MinervaWeb", dunque, si inserisce perfettamente nelle iniziative relative al Giorno della memoria del 27 gennaio scorso.
Il portale raccoglie e rende ricercabili (in versione italiana e inglese) testimonianze, fotografie, materiali d'archivio - attinti anche dall'Archivio storico del Senato - e li organizza attorno a 'storie di vita': fulcro del progetto è infatti la redazione di voci biografiche dedicate a uomini e donne, spesso famosi, su alcuni dei quali gli articoli sono tuttora in corso di redazione. Scorrendo l'elenco alfabetico si leggono i nomi di personalità come l'artista Corrado Cagli, i cui arazzi adornano Palazzo della Minerva, oggi sede della Biblioteca del Senato; Enrico Fermi, premio Nobel per la Fisica nel 1938, che dopo il ritiro a Stoccolma si trasferì alla Columbia University di New York; lo scrittore e critico Leo Ferrero, nipote di Cesare Lombroso, che emigrò a Londra nel 1930 per esplorare da lì il mondo, mentre il padre Guglielmo, giornalista e saggista, si fermava in Svizzera; l'editore (con sede a Verona e poi a Firenze) Leo S. Olschki, esule a Ginevra coi figli Leonardo e Cesare; l'italianista Mario Fubini, che fu espulso dalla cattedra di Letteratura italiana all'Università di Palermo per effetto delle leggi razziali trovando anch'egli rifugio in Svizzera; Attilio e Arnaldo Momigliano, lontani cugini accomunati dall'essere dispensati dall'insegnamento accademico - rispettivamente in ambito letterario e storico - nel 1938 (ma solo Arnaldo di fatto sarebbe partito alla volta di Oxford); la prima drammaturga italiana, Amelia Pincherle Rosselli (madre di Aldo, Carlo e Nello Rosselli, zia materna di Alberto Moravia e nonna della poetessa che avrebbe portato il suo nome), che col supporto di Eleanor Roosevelt emigrò a New York, da dove intrattenne contatti epistolari con un altro espatriato illustre, Gaetano Salvemini (su cui scrive Alice Gussoni).
In questa imponente galleria di personaggi troviamo anche vari esponenti del mondo della politica, come il futuro padre costituente e accademico linceo Ernesto Rossi, che peregrinò tra Francia e Svizzera, fotografato nella voce di Andrea Becherucci; costituenti con lui sarebbero diventati anche Paolo Treves (voce di Andrea Ricciardi) che tra il 1938 e il 1945 si era trasferito nel Regno Unito (dove fu giornalista per la BBC) e nella I legislatura repubblicana sarebbe stato deputato, ed Edoardo Volterra (voce di Annarosa Gallo), già docente di diritto romano, che viaggiò negli anni Trenta tra Egitto, Francia, Belgio e Olanda; era figlio del fisico Vito Volterra, senatore del Regno noto per aver perso la cattedra nel 1931 a seguito del 'giuramento rifiutato' (sorte analoga a quella di un gruppo di docenti universitari tra cui Giorgio Levi Della Vida - per un periodo collaboratore di Gaetano De Sanctis e poi incaricato della redazione del catalogo dei manoscritti arabi presso la Biblioteca Vaticana - a cui è dedicata la scheda di Bruna Soravia).
Tra i senatori, ci si imbatte in nomi come Carlo Sforza (qui la voce a cura di Nicola Cacciatore), diplomatico in Turchia e Cina, interventista nella Grande Guerra, richiamato a Roma da Francesco Saverio Nitti per essere sottosegretario agli Affari esteri: gli accordi presi in quella veste per il trattato di Rapallo del 1920 lo avevano esposto agli attacchi di chi lo vedeva corresponsabile della 'vittoria mutilata'; l'arresto del fratello Cesare e l'essersi espresso in Senato sull'uccisione di Giacomo Matteotti (nella seduta del 26 giugno 1924) lo avevano infine indotto ad accettare l'incarico di corrispondente per alcune testate europee, stabilendosi prima in Belgio e poi in Francia; docente di relazioni internazionali in varie sedi accademiche negli Stati Uniti, attivo a Montevideo nel congresso del gruppo "Italia libera" del 1942, sarebbe infine tornato in Italia nell'ottobre 1943, diventando ministro senza portafoglio del governo di unità nazionale che si costituì il 22 aprile 1944, nonché Alto commissario per l'epurazione, e poi ancora Ministro degli esteri nei governi De Gasperi dal III al VII.
C'è anche una senatrice a vita, Rita Levi Montalcini (a cui "MinervaWeb" ha già dedicato un articolo): all'epoca studentessa, già svantaggiata perché l'accesso ai corsi universitari era allora inibito alle diplomate al liceo femminile ai sensi della c.d. riforma Gentile (R.D. 6 maggio 1923 n. 1054), fu dispensata dal servizio di assistente presso la Clinica di malattie nervose e mentali a Torino per effetto del R.D.L. 15 novembre 1938, n. 1779, mentre i primi risultati delle sue ricerche sulle cellule nervose, non pubblicabili in Italia, venivano accolti da una rivista svizzera. La voce redatta da Valeria Graffone ricorda che Rita Levi Montalcini, ostacolata anche nello svolgimento della professione medica, tentò la fuga in Svizzera ripiegando infine su una sistemazione a Firenze sotto falso nome, prima di trovar fortuna negli Stati Uniti, ormai a guerra finita.
Nel repertorio, che tra le proprie fonti annovera anche il Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari italiani del XX secolo, figura poi la storia di una bibliotecaria, Emma Coen Pirani, futura autrice di un fortunato Manuale del bibliotecario (1951) che avrebbe avuto edizioni per i successivi trent'anni. La Coen Pirani fu sospesa dall'incarico presso la Biblioteca universitaria di Bologna, di cui dopo il reintegro sarebbe divenuta direttrice, per passare successivamente alla Estense di Modena e alla Braidense di Milano; la voce dedicatale da Patrizia Guarnieri ne sottolinea ironicamente «l'ardire di frequentare […] la biblioteca Querini Stampalia» sotto mentite spoglie (quando agli ebrei era inibito anche l'accesso alle biblioteche) nel corso dell'esilio veneziano; perché appunto non tutti i personaggi indicizzati scelsero di abbandonare il Paese - per alcuni si trattò di cambi di città in Italia - ma di tutti si sottolinea come il corso che avrebbero liberamente impresso alla propria vita fosse invece sconvolto dalle circostanze politiche.
Per raggiungere lo scopo di documentare la 'storia' attraverso queste 'storie', e di illustrare anche visivamente le concatenazioni di fatti e gli intrecci di circostanze, ogni voce è corredata da Timeline della mobilità e Mappe della mobilità, frutto significativo del lavoro svolto da Patrizia Guarnieri per la seconda edizione del portale, che ha consentito di ottimizzare l'archivio elettronico, caricare video, ordinare le foto, migliorare l'esperienza generale di consultazione; sono stati realizzati anche collegamenti alle Reti familiari, visivamente rese da grafi che disegnano veri e propri alberi genealogici (di «genealogia migratoria» parla infatti la Guarnieri nella presentazione alla 2. edizione), evidenziando per ciascun parente gli eventuali ritorni al proprio paese o professione. Si costruisce così un'intricata rete di relazioni, garantita inoltre da rinvii a persone ed enti da cui ogni singolo personaggio ha ricevuto aiuto: un ampliamento non solo quantitativo, ma volto a disegnare l'impatto prima sociale e poi storico del fenomeno, anche nelle sue ricadute in termini di conoscenza della cultura italiana all'estero.
Nella nuova edizione di Intellettuali in fuga risulta anche implementato il settore Ricerche e risorse digitali, dotato di una Guida alle ricerche. Una sezione normativa raccoglie l'elenco ragionato dei provvedimenti - con puntuali link ai testi in "Gazzetta ufficiale" - in tema di libertà di espressione, opinione, insegnamento, infine reintegro postbellico (di chi era stato colpito dalle disposizioni precedenti), dal 1925 fino al 2000, anno della legge recante Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti (Legge 20 luglio 2000, n. 211): un corpus significativo, rispetto al quale "MinervaWeb" aveva già presentato, qualche anno fa, un'iniziativa di raccolta specificamente dedicata ai circa 700 provvedimenti discriminatori emanati all'epoca dal solo Ministero dell'educazione nazionale (Vietato studiare, vietato insegnare. Il Ministero dell'Educazione nazionale e l'attuazione delle norme antiebraiche, 1938-1943) nonché la ripubblicazione anastatica, inserita dal Senato nella sua collana "Biblioteca Italia", del dibattito promosso a più riprese dall'allora Presidente del Senato Giovanni Spadolini sull'abrogazione delle leggi razziali in Italia, a cinquant'anni dalla loro promulgazione.
Di tutto riguardo è poi la rete di collaborazioni a livello istituzionale e internazionale che il progetto Intellettuali in fuga è stato in grado di connettere: dall'Archivio centrale dello Stato alla New York Public Library, dalla Regione Toscana alla Fordham University (NY), dall'Unione delle Comunità ebraiche italiane (UCEI) al portale del progetto europeo People in Motion: Entangled Histories of Displacement across the Mediterranean (PIMo), la lista dei sostenitori, insieme all'impatto mediatico testimoniato dalla pagina Dicono di noi, attesta la capacità aggregatrice dell'iniziativa.
Qualche riflessione conclusiva non può che includere l'adesione all'auspicio di Patrizia Guarnieri che il progetto continui a crescere anche superando l'attuale criterio selettivo empirico (la scelta dei percorsi biografici a partire dai loro legami con la Toscana, area d'intenso transito e ricca di istituti culturali e accademici), principalmente legato a ragioni di sostenibilità dell'indagine. Il ricorso alle fonti primarie, la capacità di indagare - dato il particolare punto di vista adottato - aspetti finora sconosciuti delle personalità dei biografati, l'obiettivo di far 'parlare' la documentazione per colmare lacune o emendare false notizie, sono infatti altrettanti meriti di un portale che si presenta come uno strumento di digital public history, fugando con la scientificità dell'impostazione i sospetti di semplificazione divulgativa che questa 'etichetta' potrebbe far sorgere, e anzi rimarcando quanto l'esigenza di 'raccontare' la storia portandola a un vasto pubblico non debba né possa prescindere dal metodo della ricerca e dalla qualità dei contenuti.
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Dal sito del Senato: - L'abrogazione delle leggi razziali in Italia. Testimonianze. Roma, Senato della Repubblica, [2018] |
In "MinervaWeb" leggi anche: - Rita Levi Montalcini,2015, n. 27 (n.s.) - Presentazione del libro "Vietato studiare, vietato insegnare". Biblioteca della Corte Costituzionale, 19 settembre 2019, 2019, n. 53 (n.s.) |