A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
I siti Internet delle pubbliche amministrazioni aprono al Web 2.0
Le linee guida ministeriali e il Dossier Web 2.0 and libraries (vedi anche la rubrica Glossario in questo numero di MinervaWeb).
Forum, wiki, blog, social network, XML e RSS, podcast, geotagging... Espressioni e realtà ben note al "popolo del Web 2.0", ma finora guardate con distacco se non - diciamolo pure - con un velo di diffidenza da parte di amministratori e burocrati, entrano ufficialmente nelle raccomandazioni che il Ministero per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione ha elaborato con DigitPA (ex CNIPA) e Formez in base all'art. 4 della Direttiva n. 8 del 26 novembre 2009 "Per la riduzione dei siti Web delle P.A. e per il miglioramento della qualità dei servizi e delle informazioni on line al cittadino", in applicazione del D.Lgs. n. 82 del 7 marzo 2005 (Codice dell'amministrazione digitale), frattanto riformato dal nuovo Codice che il Consiglio dei Ministri ha approvato il 19 febbraio 2010.
Sono nate così le Linee guida per i siti Web della PA, in cui gli strumenti interattivi del Web 2.0 vengono esplicitamente inclusi tra i requisiti della e-Participation, "intesa come partecipazione dei cittadini alle attività della Pubblica Amministrazione attraverso l'utilizzo delle Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione (ICT)" (si cita da p. 40 del documento).
Che l'accessibilità dei servizi online per la e-Inclusion fosse una delle strategie nazionali di e-Government, in un'ormai consolidata linea di apertura istituzionale verso la trasparenza, non è, in sé, una novità; adesso però, in un apposito paragrafo dedicato ai "Servizi di collaborazione con cittadini e imprese" (Appendice A.3, Componenti funzionali per la costruzione dei siti Web delle PA) le risorse 2.0 vengono elencate e descritte in dettaglio come servizi utili - benché non obbligatori - per "creare valore" attraverso il "contributo fattivo degli utenti finali" (p. 54). (Una sola prescrizione: si ribadisce l'uso di emoticons per esprimere la qualità percepita dagli utenti dei servizi, sulla scia del progetto "Mettiamoci la faccia" che già nel 2009 aveva elaborato apposite Linee guida).
Addirittura, l'aderenza al concetto di "Amministrazione 2.0", che "sintetizza l'apertura del sito verso le nuove forme di presenza attiva dei cittadini" (p. 39), è considerato tra i 6 indici di valutazione della qualità di un sito Web pubblico (insieme a requisiti tecnici e legali, accessibilità e usabilità, valore dei contenuti, servizi, apertura). Le strategie di (ri)progettazione dei siti istituzionali si ridefiniscono insomma ponendo al centro l'utente, i suoi bisogni e aspettative.
Le biblioteche e i professionisti dell'informazione non possono che salutare con vivo interesse un documento che sollecita riflessioni e azioni rilevanti per i processi di organizzazione e fruizione documentale; e tanto più in un momento - che ormai dura da un paio d'anni - in cui nella comunità professionale si mantiene alta la soglia d'attenzione agli sviluppi e alle possibili applicazioni bibliotecarie del Web 2.0.
Si segnala a questo proposito il Dossier Web 2.0 and libraries, curato da Mary Joan Crowley a seguito del Seminario di aggiornamento tenutosi il 6 marzo 2009 presso l'Università degli Studi Roma Tre e disponibile nella sezione e-Pub di "AIDAinformazioni", rivista professionale dell'Associazione Italiana per la Documentazione Avanzata. Gli interventi di Gerry McKiernan, Bonaria Biancu, Andrea Marchitelli e della stessa Crowley passano in rassegna le principali tecnologie partecipative in termini di didattica, analisi costi/benefici, penetrazione nella realtà italiana e prospettive di interazioni con i cataloghi.
Link utili:
Leggi il Dossier del Governo sulla Direttiva 8/2009: razionalizzare e ridurre i siti della PA (aggiornato al 10 marzo 2010)
Leggi la notizia sulle pagine dell'OTEBAC (Osservatorio TEcnologico per i Beni e le Attività Culturali)