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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
n. 43 (Nuova Serie), febbraio 2018

Il Parlamento in Biblioteca: 2006-2017

Ringraziamo la dr.ssa Lucia Panciera, consigliere parlamentare della Biblioteca della Camera dei deputati, per aver fornito il seguente testo che riprende, con alcune integrazioni, la prima parte dell'intervento "Esperienze di information literacy parlamentare", tenuto con la dr.ssa Chiara De Vecchis della Biblioteca del Senato della Repubblica, in occasione della "Giornata della documentazione di fonte pubblica: vent'anni di evoluzione dell'informazione nel settore pubblico", Roma, Polo bibliotecario parlamentare, 4 dicembre 2017.

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Le Biblioteche della Camera e del Senato sono impegnate da diversi anni sul fronte della formazione, convinte che si tratti di una attività che trova una giusta collocazione nelle biblioteche in generale.

La formazione che si svolge, in particolare, sulle fonti di documentazione parlamentare, è ritenuta importante per diversi motivi:

  • contribuisce a compiere un ulteriore passo avanti nella realizzazione del principio di pubblicità dei lavori sancito dall'articolo 64 Cost., declinandolo nel senso di assicurare al cittadino la massima trasparenza e accessibilità delle informazioni;
  • permette di valorizzare il ricco patrimonio informativo messo a disposizione dalle due Camere, diffondendone la conoscenza;
  • a ciò si aggiunge il fatto che queste occasioni rappresentano momenti di incontro e confronto con utenti più o meno specializzati, momenti che sono preziosi per valutare l'efficacia sia della formazione in sé sia degli strumenti di ricerca che vengono messi a disposizione;
  • inoltre per quanto riguarda la Biblioteca della Camera, il coinvolgimento è tanto più sentito in quanto da quasi trenta anni ospita al suo interno un Ufficio che si occupa dello spoglio dei resoconti parlamentari e dell'alimentazione di alcune delle banche dati che vengono illustrate durante i corsi.

In questo ambito, l'iniziativa più antica e anche più impegnativa per le Biblioteche è rappresentata dal corso "Il Parlamento in Biblioteca: documentazione parlamentare e fonti giuridiche per il reference in biblioteca: strumenti e metodi", che è organizzato in collaborazione con l'Associazione italiana biblioteche e si è tenuto per la prima volta nel febbraio 2006 (i programmi e le caratteristiche dei corsi, anche delle edizioni precedenti, sono consultabili su http://www.aib.it/attivita/formazione/corsi-centrali/). Viene svolto ogni anno, intorno alla metà di dicembre, da un gruppo di bibliotecari del Senato e della Camera, coordinati da Anna Galluzzi (della Biblioteca del Senato) e Fernando Venturini (Biblioteca della Camera dei deputati). L'undicesima edizione ha avuto luogo l'11 e 12 dicembre 2017.

Destinatari e obiettivi formativi

Il progetto di questo corso è nato da una sollecitazione proveniente dall'indagine nazionale AIB/Istat sulla diffusione della documentazione di fonte pubblica nelle biblioteche italiane, che ha messo in luce come i cittadini si rivolgono spesso alle biblioteche di base per chiedere informazioni di fonte istituzionale, ma che la capacità di risposta non è adeguata alla domanda e che vi è spazio per migliorare l'attività di reference. La Presidente dell'AIB ha quindi rivolto un invito ai Presidenti della Camera e del Senato per collaborare a diffondere maggiormente la conoscenza della documentazione istituzionale e innalzare il livello qualitativo dei servizi di informazione delle biblioteche.

Pertanto il corso è rivolto in primo luogo a bibliotecari che si occupano di reference giuridico e bibliotecari che, per la loro collocazione organizzativa, sono in grado di promuovere e diffondere l'uso delle fonti parlamentari presso cittadini, studenti, docenti, ricercatori e nelle reti bibliotecarie. L'idea di base è quella di creare degli 'evangelisti', che una volta acquisita una conoscenza circostanziata della documentazione prodotta dal Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni, contribuiscano a diffonderla tra i colleghi e gli utenti. Per questo motivo, essendo il numero di iscritti limitato a circa 20, in caso di necessità si è privilegiato il criterio della massima copertura geografica.

Gli obiettivi formativi, distinti tra 'sapere' e 'saper fare', sono i seguenti:

· conoscere le caratteristiche essenziali degli atti e dei documenti parlamentari, le risorse contenute nei siti parlamentari, le principali fonti online per la ricerca giuridica;

· acquisire la capacità di individuare e reperire la documentazione prodotta dalle due Camere e dalle principali fonti giuridiche, nonché quella di valutare le esigenze della propria utenza rispetto all'offerta online di documentazione parlamentare e giuridica.

Struttura

L'attuale struttura del corso prevede 10 ore di lezione frontale, precedute e seguite da due momenti di autoistruzione: qualche giorno prima del corso i partecipanti ricevono alcuni materiali introduttivi tratti dai siti istituzionali con informazioni di base sul procedimento legislativo e sulla terminologia più utilizzata nei documenti parlamentari. Questo consente di procedere più speditamente nelle lezioni in presenza, che sono articolate su tre mezze giornate.

Una prima mattinata viene dedicata alla ricerca negli atti parlamentari, illustrandone le caratteristiche principali e focalizzandosi sulla distinzione tra attività legislativa e attività di indirizzo, controllo e conoscitiva, che porta con sé anche il ricorso a diversi strumenti di ricerca; l'esposizione è incentrata sulla legislatura corrente.

Nel pomeriggio si tiene l'illustrazione dei siti di Camera, Senato e del Parlamento. In questo caso, si dedica particolare attenzione da un lato alla digitalizzazione degli atti parlamentari, dall'altro alle risorse che possono interessare i bibliotecari, come per esempio i dossier di documentazione prodotti dal Senato e dalla Camera o la Bibliografia del parlamento italiano e degli studi elettorali.

Una seconda mattinata è dedicata alla ricerca giuridica, e cioè della normativa, della giurisprudenza e della bibliografia collegata. Si dà conto soprattutto delle fonti e dei repertori liberamente disponibili in rete (tra cui la Gazzetta ufficiale, Normattiva, il sito del Parlamento, della Documentazione di fonte pubblica, la banca dati della dottrina giuridica DOGI del CNR). Segue una esercitazione conclusiva, di circa un'ora, che riprende i temi illustrati precedentemente.

Nel pomeriggio è prevista una visita (facoltativa) alle due Biblioteche.

Dopo il corso, vengono inviate le slides utilizzate ed una serie di ricerche già svolte, che consente ai partecipanti di esercitarsi autonomamente.

Come detto in precedenza, il corso è tenuto dai bibliotecari delle due Camere; merita sottolineare che "Il Parlamento in biblioteca" rappresenta il primo caso di collaborazione stabile tra le biblioteche della Camera e del Senato, prima ancora della sottoscrizione, da parte delle due Amministrazioni, del Protocollo d'intesa sul Polo bibliotecario parlamentare. Con la firma del Protocollo, nel febbraio 2007, si è aperta infatti non solo la porta di comunicazione tra le due biblioteche, consentendo quindi la circolazione degli utenti e dei volumi, ma soprattutto un cantiere che ha portato e sta tuttora portando, attraverso successivi Addenda, ad una sempre più stretta integrazione delle due Biblioteche. Con "Il Parlamento in biblioteca" si è andati ancora oltre, nel senso dell'intercambiabilità: ogni anno, il personale di una Camera tiene la prima giornata di corso e il personale dell'altra la seconda, per poi invertirsi l'anno successivo; fa eccezione l'illustrazione dei due siti istituzionali, che vengono sempre svolta da personale della Camera di appartenenza.

Si è parlato prima di struttura attuale perché il corso è stato più volte rimodulato, anche sulla base dei giudizi degli utenti a cui è richiesto, alla fine del corso, è richiesto di compilare un questionario; il fattore più potente, in questo ripensamento, è stato il tempo, sotto due aspetti confliggenti:

- da un lato con il passare degli anni, e con l'espansione del web, si è resa disponibile una mole crescente di documenti liberamente accessibili di cui appariva opportuno dare conto: sui siti delle Camere, grazie soprattutto ai progetti di digitalizzazione degli atti parlamentari, e più in generale nell'ambito delle fonti giuridiche;

- d'altra parte, i colleghi bibliotecari incontravano sempre maggiore difficoltà nel farsi autorizzare missioni prolungate.

Dalla prima edizione del corso, nel 2006, che si articolava su cinque giornate, si è passati negli anni 2007-2012, alla durata di tre giorni, fino a raggiungere nel 2013 l'attuale conformazione.

La prima versione del corso, molto più estesa delle successive, si fondava sull'idea di far fare ai discenti una immersione totale nel mondo parlamentare, e prevedeva non solo l'intervento di colleghi di altre strutture delle Camere, ma anche le visite dei palazzi principali. Si trattava di una idea suggestiva, ed anche apprezzata, ma difficilmente sostenibile nel tempo, sia per gli allievi che per i docenti.

Con la riduzione delle ore di lezione frontale, per quanto ci si sia sforzati di ottimizzare i tempi, si è dovuto necessariamente rinunciare ad approfondire alcuni argomenti, limitandosi però a quelli per i quali si era in grado di proporre della documentazione alternativa.

In primo luogo ci si è concentrati sui temi principali, e cioè gli atti parlamentari e la ricerca giuridica: dal programma del corso è stata quindi eliminata la normativa dell'Unione europea, per la quale è disponibile sui siti delle Biblioteche una estesa Guida alla ricerca, e quella regionale, che trovava la sua ragion d'essere nella presenza di una banca dati apposita curata dalla Camera dei deputati che è stata dismessa dal momento che ogni regione rende disponibili gli atti sul proprio sito.

L'introduzione alla terminologia e alla procedura parlamentare, che in un primo tempo è stata eseguita con lezione frontale, è stata sostituita dall'invio come detto, dei materiali introduttivi.

Si è anche trasferito nel corso della visita facoltativa tutte le informazioni sul patrimonio e i servizi delle due Biblioteche, a cui prima si dedicava più spazio, ma che possono essere desunte agevolmente dai siti.

Nella rimodulazione però si è anche tenuto conto di un suggerimento frequente, nei questionari distribuiti alla fine del corso, circa l'ampliamento del tempo da dedicare alle esercitazioni pratiche, che risultava sempre un po' compresso. In questo caso si è agito su due fronti: dal lato remoto inviando delle ricerche guidate, per consentire di proseguire le esercitazioni, e offrendo comunque il supporto delle biblioteche attraverso i servizi di informazioni a distanza, dall'altro reimpostando le lezioni frontali, nel senso di procedere all'illustrazione delle diverse banche dati sulla base di esempi reali e concreti.

Partecipanti

Dal 2006, il corso ha avuto circa 200 partecipanti, delle più varie provenienze. Il gruppo più cospicuo è costituito dai bibliotecari universitari (36%), seguiti da quelli degli enti territoriali (27% complessivo, 9% dalle biblioteche dei Consigli regionali). Un ulteriore 25% proviene da biblioteche della pubblica amministrazione e degli organi costituzionali (principalmente ministeri, biblioteche nazionali, Consiglio nazionale delle ricerche). Nel residuo 12% sono presenti istituti e centri culturali, studi legali ed anche alcuni studenti. Nella maggior parte si tratta di addetti al reference ma alcuni hanno partecipato per formazione personale.

Risultati

Dai questionari compilati al termine del corso emerge una generale soddisfazione per l'organizzazione del corso, anche se a volte si ripresenta la richiesta di dedicare più tempo alle esercitazioni pratiche. Si può considerare dunque che sia stato raggiunto l'obiettivo principale dell'iniziativa, e cioè rendere consapevoli i partecipanti dello straordinario collettore e produttore di informazioni che è il Parlamento. Successive richieste di chiarimenti e di aiuto nel reperimento della documentazione sono state sporadiche, e questo fa ritenere che il corso sia stato efficace. Mancano, invece, informazioni organiche sulle eventuali iniziative promosse dai bibliotecari/discenti una volta rientrati nelle rispettive sedi. A questo fine si potrebbe valutare di inviare un breve questionario, a distanza di circa sei mesi dall'avvenuta partecipazione.

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