A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
La biblioteca aperta. Tecniche e strategie di condivisione. Milano, 16-17 marzo 2017
Si è tenuto il 16 e 17 marzo il tradizionale appuntamento dei bibliotecari italiani al palazzo delle Stelline di Milano, dedicato quest'anno al tema della biblioteca aperta.
In queste due intense giornate, che hanno visto la partecipazione di oltre 2.000 bibliotecari, si è parlato di apertura sia in riferimento alla biblioteca digitale, approfondendo in particolare i contenuti della filosofia open e i modelli aperti di partecipazione, apprendimento e ricerca, sia in riferimento alla biblioteca fisica come luogo di inclusione sociale e strumento di cittadinanza attiva.
Come ogni anno, il programma si è presentato particolarmente ricco, nella sua articolazione tra sessioni principali, iniziative collaterali e workshop aziendali.
La mattina del primo giorno è stata dedicata ai saluti istituzionali e alle relazioni introduttive volte a delineare Scenari e tendenze a livello nazionale e internazionale della filosofia open riferita alle biblioteche, con le relazioni di Dan Cohen, Executive Director della Digital Public Library of America (DPLA), di Mauro Guerrini dell'Università di Firenze, di Vincent Bonnet, Direttore di EBLIDA (European Bureau of Library, Information and Documentation Association), di Axel Kaschte, Product Strategy Director dell'area Europe, Middle East and Africa di OCLC, e di Luca Ferrieri, Direttore dei Servizi culturali e bibliotecari di Cologno Monzese.
Il pomeriggio si è strutturato in due sessioni parallele: una dedicata alle biblioteche accademiche e di ricerca, l'altra - organizzata dall'Associazione Biblioteche oggi con il patrocinio della Fondazione Cariplo - volta a indagare metodi e strumenti per la valutazione dell'impatto sociale e a interrogarsi sul ruolo della biblioteca pubblica nelle politiche di welfare.
Nella prima sessione ci si è concentrati sulla gestione dell'informazione e della conoscenza dal punto di vista delle biblioteche universitarie (con le relazioni di Christoph Bläsi e di Maria Cassella), sulla gestione dei dati di ricerca (Antonella De Robbio) e sugli strumenti che consentono la gestione dei contenuti informativi in communities che vedono la collaborazione di bibliotecari, editori, fornitori, utenti (e in tal senso Miklòs Lendvay della Biblioteca nazionale ungherese ha illustrato la piattaforma open source Folio). Di particolare interesse per le finalità di una biblioteca parlamentare è stata la riflessione di Piero Cavaleri sul ruolo dell'informazione nell'epoca della post-verità, cioè di quella tendenza a dar valore - nell'interpretazione dei fatti - più all'emozione e alla soggettività che ai dati; in questo contesto, l'informazione di fonte pubblica assume un rilievo notevole e il bibliotecario è chiamato a essere facilitatore del rapporto tra il cittadino e quella grande mole di dati fattuali (statistici e non solo) di fonte istituzionale, su cui tutte le democrazie moderne hanno basato la propria azione e di cui occorre far percepire il valore, contro ogni antinomia delle fonti. La sessione è stata chiusa dagli interventi di Bonaria Biancu e di Massimiliano Carloni su due aspetti diversi e complementari - "a monte" e "a valle" - della comunicazione scientifica, ovvero i modelli di peer reviewing e la valutazione dell'impatto sociale dei risultati della ricerca.
La sessione dedicata alle biblioteche pubbliche ha visto il contributo di studiosi e ricercatori provenienti da diversi contesti e aree disciplinari e ha avuto come obiettivo quello di verificare qual è il posto delle biblioteche nelle attività nazionali di misurazione e valutazione e come sta evolvendo questo settore dal punto di vista dei metodi e degli strumenti, in particolare in riferimento alla valutazione di impatto. Nella prima parte dell'incontro, dopo la ricchissima panoramica internazionale sugli studi e le indagini di valutazione d'impatto sociale delle biblioteche proposta dal professor Giovanni Di Domenico dell'Università di Salerno, sono intervenute Chiara Faggiolani, ricercatrice all'Università La Sapienza di Roma, che ci ha raccontato come l'immagine percepita delle biblioteche influenzi i modi in cui le biblioteche sono presenti all'interno delle rilevazioni nazionali ISTAT e come questo determini la fisionomia del rapporto BES (Benessere Equo e Sostenibile), e Alessandra Gariboldi della Fondazione Fitzcarraldo, che ci ha spiegato la differenza tra outcomes e impatto sociale e le difficoltà della valutazione dell'impatto, in quanto fenomeno inevitabilmente collocato su un arco temporale piuttosto lungo.
Nella seconda parte dell'incontro sono intervenuti Alessandra Federici, ricercatrice ISTAT, che ci ha raccontato come sono organizzate le rilevazioni su musei e istituzioni culturali e i relativi progetti riguardanti le biblioteche, Stefano Cima della Fondazione Cariplo, che ha esposto come deve essere strutturato un progetto finalizzato a potenziare l'impatto sociale di un'istituzione come la biblioteca e quali elementi sono indispensabili perché questi progetti possano essere sostenibili e finanziabili, infine Anna Galluzzi, bibliotecaria del Senato e studiosa della biblioteca pubblica, che ci ha raccontato come l'esigenza di valutazione dell'impatto fosse stata avvertita dalle biblioteche pubbliche americane fin dal secondo dopoguerra e come la Public Library Inquiry promossa dall'ALA (American Library Association) produsse risultati ancora oggi degni di interesse e utili a comprendere la fase storica attuale che le biblioteche - non solo americane - stanno attraversando.
Il secondo giorno del convegno si è articolato in due sessioni parallele durante la mattina, una organizzata dal CSBNO (Consorzio Sistema Bibliotecario Nord Ovest di Milano) e dedicata al Design Thinking for Libraries, l'altra sulle Tecniche e strategie di condivisione.
In particolare, la sessione sul Design Thinking for Libraries (cui sono stati dedicati anche due workshop nella giornata di giovedì) aveva l'obiettivo di far conoscere ai bibliotecari italiani questa nuova metodologia partecipativa e iterativa di progettazione, prototipazione e valutazione dei servizi delle biblioteche in cui da qualche tempo è coinvolto il CSBNO insieme ad alcuni partner stranieri. L'incontro è iniziato con la presentazione della metodologia da parte di Marianne Krogbaek della Aarhus Library, di Diane Marshbank e di Michelle Frisque della Chicago Public Library e ha visto poi il contributo di alcuni rappresentanti del team di progetto italiano, che ci hanno raccontato cosa è stato fatto fin qui e come proseguirà il lavoro. Una riflessione e un esempio sul possibile utilizzo dei dati già in possesso delle biblioteche in funzione del Design Thinking ci sono stati forniti da Marco Goldin. Dopo le numerose domande del pubblico, che hanno confermato l'interesse diffuso per il progetto, le conclusioni sono state affidate a Gianni Stefanini, direttore CSBNO.
Nel fitto programma delle iniziative collaterali abbiamo scelto di allargare lo sguardo al mondo dell'editoria scientifica partecipando all'incontro su Biblioteche e University Press: quale cooperazione per l'editoria accademica Open Access? a cura dell'International Master in Digital Library Learning (DILL) attivo presso l'Università di Parma. Le esperienze di alcune case editrici universitarie - tra modelli di gestione, opzioni di sostenibilità e opportunità di collaborazione - rappresentano infatti un punto di vista interessante sul futuro della comunicazione scientifica, anche nella prospettiva dell'accesso aperto ai dati della ricerca.
Il convegno si è degnamente concluso con una sessione dal titolo eloquente "La biblioteca è aperta: entrate!" che ha in un certo senso riassunto lo spirito complessivo che ha animato queste due intense giornate di scambio e di formazione per i bibliotecari italiani.