Lunedì 16 Dicembre 2019 - 175ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 09:31)
L'Assemblea ha approvato il ddl n. 1586, Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022.Il testo passa all'esame della Camera dei deputati.
Il provvedimento contiene una serie di interventi al fine di invertire la stagnazione e per il prossimo anno stima un leggero rialzo del Pil dallo 0,1 allo 0,6 per cento per effetto delle misure contenute nella manovra (cfr. comunicato n. 173).Nella seduta del 3 dicembre si è conclusa la discussione generale. Oggi, in sede di replica, i relatori di maggioranza, sen. Rossella Accoto (M5S) e Stefano (PD), hanno ribadito che la manovra punta al rilancio economico, culturale e sociale del Paese. Disinnescare l'aumento dell'IVA significa evitare un effetto depressivo sui consumi e un effetto socialmente regressivo (la pressione fiscale avrebbe colpito le famiglie con i redditi più bassi). Il provvedimento reca interventi per la sostenibilità ambientale, misure per la sanità, la famiglia, le disabilità; il credito d'imposta per investimenti in ricerca, innovazione tecnologica e competitività delle imprese. Le tasse di scopo, plastic tax, sugar tax e Robin tax, alle quali sono stati apportati correttivi, mirano alla diffusione di comportamenti di consumo più responsabili. I relatori di minoranza sen. Damiani (FI) e Erica Rivolta (L-SP), ricordando che le clausole di salvaguardia sono ereditate dal Governo Gentiloni, hanno ribadito contrarietà a un provvedimento che aumenta la pressione fiscale e manca d'impatto sulla crescita. Il Vice ministro dell'economia Laura Castelli ha affermato che la manovra, unitamente al decreto-legge fiscale, fa scelte coraggiose rimodulando la fiscalità, promuovendo una vera lotta all'evasione, conferendo risorse importante agli enti locali. Significativi gli interventi per la crescita, come Impresa 4.0 e le misure per il rilancio degli investimenti pubblici e privati, in particolare quelli del green new deal.
Dopo che l'Assemblea ha approvato, senza emendamenti, i 18 articoli della seconda sezione del ddl di bilancio, il Ministro per i rapporti con il Parlamento D'Incà ha presentato il maxiemendamento 1.9000 interamente sostitutivo della prima sezione del provvedimento, che recepisce le modifiche approvate dalla 5a Commissione. Il Presidente del Senato, ai sensi dell'articolo 161, comma 3-ter del Regolamento, ha dichiarato inammissibili alcuni commi del maxiemendamento, in quanto recanti disposizioni di carattere ordinamentale estranee al contenuto della legge di bilancio come definito dalla legge generale di contabilità dello Stato. Sono state quindi espunte dal testo disposizioni in materia di commissari straordinari, personale delle province, sblocca Italia, modifiche della legge di concorrenza, giustizia amministrativa, magistratura contabile, cambiale digitale, educazione civica, banche di credito cooperativo, informatizzazione Inail, agenda digitale della PA, misure per l'innovazione, organizzazione del Ministero della giustizia, disposizioni in materia di canapa.
La Commissione bilancio, esaminati i profili di copertura, ha chiesto sostituzioni, integrazioni e soppressioni dei commi del maxiemendamento. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento D'Incà ha quindi posto la questione di fiducia sull'approvazione del maxiemendamento 1.9000, nella parte valutata ammissibile dalla Presidenza e con le modifiche richieste dalla Commissione bilancio.
Alla discussione sulla fiducia hanno preso parte i sen. Loredana De Petris (Misto-LeU), Alessandra Gallone, Ferro, Licia Ronzulli, Gasparri (FI), Annamaria Parente, Comincini, Donatella Conzatti (IV-PSI), Roberta Ferrero, Tosato (L-SP), Mollame, Susy Matrisciano (M5S), Elena Cattaneo (Aut), Isabella Rauti (FdI), Taricco (PD). La sen. Emma Bonino (Misto) ha annunciato di non voler partecipare a quella che considera una farsa; la manovra, nel merito e nel metodo, è in piena continuità con il primo Governo Conte: il Parlamento esautorato, confermate quota 100 e reddito di cittadinanza, flessibilità a debito e annunci su green new deal privi di risorse.
Nelle dichiarazioni di voto hanno annunciato la fiducia i sen. Steger (Aut), Errani (Misto-LeU), Renzi (IV-PSI), Manca (PD) e Elisa Pirro (M5S). Hanno negato la fiducia i sen. Calandrini (FdI), Romeo (L-SP) e Pichetto Fratin (FI). In dissenso dal Gruppo, il sen. Paragone (M5S) ha annunciato voto contrario a una manovra prigioniera della logica restrittiva europea.
Le Autonomie hanno posto l'accento sulla sterilizzazione degli aumenti Iva e sul taglio del cuneo fiscale; tra i miglioramenti apportati in Commissione: le misure per la provincia di Bolzano e la Valle d'Aosta, la disciplina dei lavoratori stagionali, la proroga delle concessioni idroelettriche e per l'autostrada del Brennero. Il Gruppo ha invitato il Governo ad affrontare nei prossimi mesi i nodi strutturali: bassa produttività, eccesso di burocrazia e tassazione. La riconversione ecologica, inoltre, deve essere socialmente sostenibile e non può basarsi sulla leva fiscale. Misto-LeU ha posto l'accento sulle misure di rilancio del welfare (abolizione del superticket, aumenti del fondo della sanità, borse di specializzazione, asili nido, politiche abitative, risorse per le non autosufficienze), sull'equità e la lotta all'evasione fiscale (109 miliardi di mancate entrate per l'erario), sulle misure per la crescita basate sulla transizione ecologica. La manovra prevede 28 miliardi di tasse in meno, redistribuisce il reddito e il prelievo fiscale; grazie all'intervento della Commissione è stato ridotto l'impatto della plastic tax, della sugar tax e della misura sulle auto aziendali. Italia Viva ha posto l'accento sul taglio del cuneo fiscale, sulle misure per la mobilità urbana, sulle misure per la parità di genere e il piano strategico contro la violenza di genere. Ha poi evidenziato tre errori del Governo precedente: quota cento, reddito di cittadinanza, condoni fiscali. Ha ricordato che la stabilità politica ha fruttato una riduzione della spesa per interessi; ha auspicato un piano shock per sbloccare i cantieri; ha ipotizzato che nel prossimo decennio l'Italia divenga la Silicon Valley dell'economia circolare.
Fratelli d'Italia ha sottolineato che la manovra di 32 miliardi di euro è finanziata per metà con maggiori tasse e per metà con deficit aggiuntivo (il rapporto deficit/Pil arriva quasi al 3 per cento, mentre l'anno scorso l'Italia ha rischiato una procedura di infrazione per il 2,4 per cento). Il maggior debito non è volto a sostenere investimenti strategici, bensì ad aumentare la spesa corrente (la crescita per il prossimo anno è stimata tra lo 0,4 e lo 0,6 per cento). Non si fa nulla per infrastrutture, messa in sicurezza del territorio, made in Italy, ci si accanisce contro artigiani e partite Iva per un pregiudizio ideologico. L'anno prossimo restano da sterilizzare 26 miliardi di clausole Iva; l'intervento timido sul cuneo fiscale riguarda solo il lavoro dipendente; il fondo green è misero e si stanziano spiccioli per gli asili nodo. Il Gruppo ha elaborato una contromanovra che prevedeva la flat tax sul reddito incrementale, misure di sostegno alle attività produttive, incentivi alle assunzioni e alle famiglie, attraverso il recupero di 7 miliardi stanziati per il reddito di cittadinanza che non ha funzionato. In Commissione sono comunque stati recepiti alcuni emendamenti del Gruppo: fondo per gli orfani del femminicidio, bonus per l'acquisto di latte in polvere, correttivi per le bollette pazze. La Lega, che ha ottenuto in Commissione lo stanziamento di un miliardo per le olimpiadi Milano-Cortina, ha ricordato che 19 miliardi di aumenti Iva sono un'eredità del Governo Gentiloni. La manovra, che non è espansiva ma recessiva, è una manovra tasse e manette: i nuovi balzelli, plastic tax e sugar tax, mettono in difficoltà le aziende nazionali, i datori di lavoro sono trattati alla stregua di evasori, vengono eliminate flat tax e cedolare secca sui negozi, la stretta sul contante e sulle compensazioni deprime i consumi. Un Governo lontano dalla realtà, privo di sostegno nel Paese, nato con l'unico scopo di evitare le elezioni, riapre i porti, mente sul Mes, è servile con i poteri forti europei, dimostra inadeguatezza sul caso Ilva. La lotta all'evasione fiscale non va condotta perseguitando i cittadini: il gettito può aumentare solo diminuendo le tasse, come dimostra il regime forfettario per le partite Iva. Forza Italia ha ricordato che il Paese è in stagnazione e in crollo demografico, non attrae investimenti, ha il 10 per cento di disoccupazione, non garantisce più servizi sanitari universali e un adeguato livello di istruzione. Per poter redistribuire, occorre anzitutto produrre reddito: la manovra non prevede una politica industriale (Whirpool, Alitalia e Ilva chiudono) né una politica attiva del lavoro, non prevede una riforma fiscale ma aumenta la spesa corrente e introduce nuove tasse. Occorrerebbe piuttosto ridisegnare lo Stato e introdurre in Costituzione un limite alla pressione fiscale. La maggioranza si preoccupa della cannabis e dell'anniversario del PCI, ma trascura l'agricoltura, respinge le proposte dell'opposizione sui farmaci più costosi, le tutele dei minori, i segretari comunali, il comparto di sicurezza. Il Governo favorisce i giganti del web ma sopprime la cedolare secca per i piccoli esercizi.
Secondo il PD la manovra restituisce il Paese alla centralità europea, la responsabilità e la fiducia del Governo frutteranno nel quadriennio 38 miliardi di minori interessi sul debito. La legge di bilancio ha una visione: investe 50 miliardi nel green new deal, punta all'innovazione che può tenere insieme capitale e diritti del lavoro, restituisce centralità al lavoro, sostiene i consumi, contrasta le diseguaglianze. La manovra evita aumenti dell'Iva per 23 miliardi che avrebbero pesato mediamente 600 euro sul bilancio familiare; investe sulla sanità, sul diritto allo studio e sull'apprendistato; apre una nuova stagione tra Stato e autonomie territoriali. Secondo M5S la manovra, nata nel segno dell'emergenza e della responsabilità, contiene misure strategiche, concrete e di qualità: dà forma all'agenda europea in tema di ambiente e innovazione, estende industria 4.0 alle piccole imprese, introduce il credito d'imposta per la decarbonizzazione e l'economia circolare. La pressione fiscale complessiva rimane al 41 per cento, ma viene detassato il lavoro ed eliminata la tassazione Naspi. La legge di bilancio aumenta il fondo per le non autosufficienze e il fondo affitti, riduce i sussidi ambientalmente dannosi, incentiva i lavoratori che rilevano l'azienda in crisi, triplica il fondo per adeguare gli stipendi dei vigili del fuoco, stabilizza i lavoratori LSU, sblocca le graduatorie dei concorsi, prevede agevolazioni fiscali per i workers buyout, l'assegno bebè, il bonus per il latte in polvere, un incentivo per il professionismo delle atlete.
Con 176 voti favorevoli e 128 contrari, l'Assemblea ha approvato il maxiemendamento. Dopo che il Governo ha presentato la Nota di variazioni, che è stata esaminata dalla Commissione bilancio, e il relatore, sen. Stefano (PD), ha riferito, l'Assemblea ha approvato il documento e la legge di bilancio nel suo complesso.
(La seduta è terminata alle ore 22:12 )