Mercoledì 9 Ottobre 2019 - 153ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 09:33)
A conclusione dell'esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2019, l'Assemblea ha approvato le proposte di risoluzione n.100 e n. 1 (testo 2) presentate dai sen. Perilli (M5S), Marcucci (PD), Faraone (IV-PSI), Loredana De Petris (Misto-LeU) e Laniece (Aut). Le risoluzioni autorizzano il Governo a chiedere un aggiornamento del piano di rientro, e lo impegnano a conseguire i saldi programmatici fissati nella Nadef e a provvedere con la prossima legge di bilancio: alla sterilizzazione completa delle clausole di salvaguardia sulle imposte indirette per il 2020; ad avviare una riduzione progressiva del carico fiscale sul lavoro per aumentare il salario netto; ad introdurre nuovi strumenti di contrasto all'evasione fiscale, tra cui la digitalizzazione dei sistemi di pagamento; a rendere più efficace l'utilizzo delle risorse stanziate per investimenti volti all'innovazione e alla sostenibilità ambientale; a promuovere misure di sostegno del sistema sanitario universale, a rafforzare politiche abitative e azzerare le rette degli asili nido per i redditi medio bassi.
Il relatore, sen. Errani (Misto-LeU), ha riferito sulla Nadef, che registra un peggioramento del quadro macroeconomico: il rallentamento di tutte le economie avanzate e in particolare dell'area euro risente delle tensioni commerciali e delle incertezze legate alla Brexit. La Nota di aggiornamento prevede un peggioramento del saldo strutturale dello 0,1 per cento per il 2020 e il Governo intende presentare una richiesta di flessibilità alla Commissione europea. L'obiettivo di indebitamento netto rispetto al Pil passa dal 2,1 al 2,2 per cento nel 2020. Il Governo si impegna a riprendere il percorso di convergenza verso l'obiettivo di medio termine nel biennio 2021-2022, prevedendo una riduzione del deficit nominale a -1,8 per cento del Pil nel 2021 e al -1,4 per cento del Pil nel 2022. Il relatore, richiamando un Green New Deal, ha anticipato le linee della prossima manovra che prevede la disattivazione completa delle clausole di salvaguardia sull'IVA, il taglio del cuneo fiscale, il rinnovo degli incentivi Industria 4.0, di ecobonus e sismabonus, il contrasto all'evasione fiscale.
Alla discussione hanno partecipato i sen. Richetti (Misto), Donatella Conzatti (IV-PSI), Ferrazzi (PD), Siri (L-SP), Perosino (FI), Nencini (IV-PSI), Caterina Bini (PD), Roberta Ferrero (L-SP), Floris (FI), Elisa Pirro (M5S), D'Arienzo (PD), Pagano (FI), Antonella Faggi (L-SP), Caliendo (FI), Comincini (IV-PSI), Erica Rivolta (L-SP), Di Nicola (M5S), Vitali (FI), D'Alfonso (PD), Laura Mantovani (M5S), Tosato (L-SP), Damiani (FI), Monti (Misto), Romeo (L-SP), Emma Bonino (Misto), Marino (IV-PSI), De Bertoldi (FdI), Parrini (PD), Saccone (FI), Pesco (M5S). Secondo la Lega, la manovra, che destina 23 miliardi alla sterilizzazione delle clausole IVA, costa più di quanto rende ed è destinata a transitare il Paese dalla stagnazione alla recessione. Alcune coperture (lotta all'evasione e privatizzazioni) sono aleatorie ma, per motivi politici, saranno accettate dalla Commissione europea. Anziché colpire l'evasione delle grandi multinazionali del web e riformare in modo strutturale il fisco, il Governo lascia cadere la flat tax, prevede nuove imposte ambientali e una non chiara riduzione delle agevolazioni fiscali. Il PD che ha contestato duramente il reddito di cittadinanza appoggia ora questa misura. Forza Italia ha criticato una manovra finanziaria debole, che accumula 100 miliardi di debito nel prossimo triennio, non riforma il fisco ma aumenta la pressione fiscale, che sale al 41,9 per cento, mantiene il reddito di cittadinanza, misura assistenzialista che non ha ridotto la disoccupazione e non ha sostenuto i consumi. Fratelli d'Italia ha dichiarato contrarietà a una manovra che poggia su basi molto fragili: 14 miliardi di deficit, questa volta accettati dalla Commissione europea, 7 miliardi di recupero dell'evasione, maggiori entrate. Mancano risorse per lo sviluppo e per le piccole imprese, mentre la lotta all'uso del contante prefigura uno Stato di polizia tributaria. Il PD ha posto l'accento sull'importanza della sterilizzazione delle clausole IVA, sulla necessità di dialogare con la Commissione europea e sulla riduzione del debito pubblico. M5S ha rivendicato con orgoglio la lotta al lavoro nero e all'evasione fiscale, che ammonta a 110 miliardi di euro, e ha posto l'accento sul pragmatismo di una manovra che punta a ridurre la spesa per interessi sui titoli, a riformare la pubblica amministrazione, ad evitare un aumento dell'IVA che produrrebbe effetti regressivi sui consumi e sul Pil.
In replica, il relatore sen. Errani (Misto-LeU), ha ricordato che la manovra di 30 miliardi è condizionata da dati oggettivi: la crescita del Pil dello 0,1 anziché dell'1,5, i mancati incassi delle privatizzazioni, la necessità - riconosciuta unanimemente - di sterilizzare 23 miliardi di clausole. La strategia del Governo, le cui novità sono la ripresa del dialogo con l'Europa e la transizione ecologica, deve essere dunque valutata sul triennio. Per sbloccare gli investimenti occorre intervenire sulla pubblica amministrazione, per aiutare le piccole imprese favorire innovazione e aggregazione. Il relatore ha auspicato infine un nuovo patto sociale.
Il Vice Ministro dell'economia Misiani ha affermato che la manovra, nonostante il peso della disattivazione delle clausole, è espansiva perché fissa l'indebitamento netto programmatico al 2,2 anziché all'1,4, migliora il tasso del Pil e dell'occupazione. Ha quindi richiamato gli elementi qualificanti: gli investimenti per lo sviluppo sostenibile e la protezione dell'ambiente (il Governo punterà a spendere le risorse già stanziate, migliorando l'efficienza dell'amministrazione); il taglio del cuneo fiscale, alternativo alla flat tax, che sarà definito nel confronto con le parti sociali e non sarà finanziato con clausole di salvaguardia; l'intervento per gli asili nido e l'incremento di due miliardi del fondo sanitario nazionale. Ha poi giustificato il mantenimento del reddito di cittadinanza in quanto misura universalistica e strutturale contro la povertà, e ha precisato che quota cento è misura transitoria, che sta costando meno rispetto alle previsioni e andrà in scadenza nel 2021. Sul versante del recupero dell'evasione, il Governo non varerà condoni e punterà a incentivare l'uso della moneta elettronica, senza penalizzare l'uso del contante. Infine, ha sottolineato che un primo dividendo del Governo europeista è la diminuzione nel 2020 della spesa per interessi sul debito.
Nelle dichiarazioni di voto hanno annunciato voto favorevole i sen. Steiger (Aut), Loredana De Petris (Misto-LeU), Annamaria Parente (IV-PSI), Manca (PD), Agnese Gallicchio (M5S). Hanno dichiarato voto contrario i sen. Calandrini (FdI), Bagnai (L-SP) e Pichetto Fratin (FI).
(La seduta è terminata alle ore 18:06 )