Mercoledì 22 Giugno 2022 - 444ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 09:30)
Con 179 voti favorevoli e 22 contrari, l'Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando il maxiemendamento interamente sostitutivo del ddl (2598), conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, recante ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Il testo passa all'esame della Camera.
Il decreto-legge si compone di 50 articoli, suddivisi in nove Capi, ed è stato esaminato in sede referente dalle Commissioni riunite affari costituzionali e istruzione. Il Capo I (articoli 1-17) reca disposizioni in materia di pubblica amministrazione, università e ricerca; il Capo II (articoli 18-22) reca disposizioni in materia finanziaria e fiscale. Il Capo III (articoli 23-27) reca misure in materia di ambiente, fonti rinnovabili, efficienza energetica. Il Capo IV (articoli 28-32) riguarda la transizione digitale. Il Capo V (articoli 33-37) contiene misure in materia di infrastrutture, beni culturali, zone economiche speciali e zone logistiche semplificate. IlCapo VI (articoli 38-40) riguarda la materia del turismo, il Capo VII (articoli 41-43) lagiustizia. Il Capo VIII (articoli 44-47) reca diposizioni in materia di istruzione, il Capo IX disposizioni transitorie e finali.
Nella seduta di ieri, prima della discussione generale, i relatori, sen. Tatjana Rojc (Pd) e Cangini (FIBP-UDC), avevano sottolineato il lavoro svolto dalle Commissioni riunite che, nonostante lo scarso tempo a disposizione e i limiti fissati dal Ministero dell'economia, hanno approvato emendamenti per migliorare significativamente il testo originario. In particolare, in materia di istruzione e università, le Commissioni hanno proposto modalità alternative di finanziamento, al fine di salvaguardare le risorse per la scuola e la formazione. Oggi, in sede di replica, il relatore sen. Cangini (FIBP) ha deplorato l'intervento della Ragioneria generale dello Stato che, con un forzato riferimento all'articolo 81 della Costituzione, ha vanificato parte del lavoro svolto dal Parlamento.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento D'Incà ha presentato un maxiemendamento interamente sostitutivo, che recepisce sostanzialmente le proposte di modifica approvate dalle Commissioni. La Presidenza ha valutato ammissibile il testo e lo ha trasmesso alla Commissione bilancio che, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, ha espresso parere condizionato al recepimento di alcune modifiche (v. allegato A del resoconto stenografico), parere che è stato poi rettificato dal Presidente della Commissione, sen. Pesco (M5S), al termine delle dichiarazioni di voto. Il Ministro D'Incà ha posto la questione di fiducia sull'approvazione del maxiemendamento e ha recepito le condizioni della Commissione bilancio.
Hanno dichiarato la fiducia: il sen. Laniece (Aut), che ha però denunciato la mancata volontà di confronto da parte del Governo e l'intervento della Ragioneria dello Stato che ha impedito di affrontare il tema del precariato nella scuola. Anche il sen. Nencini (IV-PSI), dopo aver ricordato le modifiche introdotte sulla scuola (carta dei docenti, valutazione, reclutamento), ha denunciato una tendenza tecnocratica, che vede il lavoro del Parlamento stretto da eccessivi vincoli amministrativi e finanziari. La sen. Malpezzi (PD) ha evidenziato che la maggioranza ha salvaguardato la carta per i docenti e ha lavorato affinché le risorse risparmiate nel comparto scuola, per il calo demografico, tornino alla scuola; ha infine indicato quale priorità il rinnovo del contratto. La sen. De Petris (Misto-LeU) ha sottolineato che le Commissioni hanno migliorato con pazienza e fatica, senza il supporto del Ministero competente, le norme sulla scuola (formazione, abilitazione, immissione in ruolo); ha però evidenziato che le retribuzioni dei docenti italiani sono le più basse in Europa e un docente su due è precario; ha ricordato infine che lo svilimento del lavoro parlamentare dipende anche dall'inserimento in Costituzione del pareggio di bilancio. Il sen. Pagano (FIBP-UDC) ha rilevato che la maggioranza ha lavorato in modo compatto per migliorare un testo nel quale sono stati recepiti anche emendamenti dell'opposizione; ha ricordato infine che lo strapotere della tecnocrazia è conseguenza dell'antipolitica. Il sen. Pittoni (L-SP) ha richiamato gli emendamenti del Gruppo (in materia di Forze dell'ordine, compensazioni per comuni colpiti da eventi sismici, pagamenti elettronici) che sono stati accolti; la compattezza della maggioranza ha consentito di migliorare alcune norme sulla scuola, sebbene permangono ombre e il Gruppo si adopererà per evitare preselezioni e selezioni a crocette. La sen. Michela Montevecchi (M5S) ha ricordato l'iter accidentato del ddl: il difficile confronto con una controparte tecnica poco disposta a interloquire con la parte politica, il ricorso improprio all'articolo 81 della Costituzione da parte della Ragioneria. Il Parlamento ha scongiurato i tagli alla scuola e ha rafforzato i presidi di legalità: l'auspicio è che la politica si riappropri del proprio ruolo.
Hanno negato la fiducia il sen. Crucioli (CAL) il quale, non sorpreso dal simulacro di confronto democratico, ha sottolineato che il Parlamento ha cercato di evitare un taglio di 10.000 cattedre ma l'accordo raggiunto con il Governo è stato spazzato via dalla Ragioneria dello Stato. Le riforme volute dall'Europa per l'attuazione del PNRR sono in realtà tagli ai danni della collettività, in cambio di prebende per pochi. Il sen. Iannone (FdI) ha ricordato che il Gruppo ha proposto emendamenti a sostegno degli enti locali che non hanno trovato accoglimento; ha giudicato inoltre deludente l'intervento sulla scuola a causa della mancata stabilizzazione del personale docente. Il sen. Giarrusso (Misto) ha ricordato alla maggioranza, che denuncia lo strapotere della tecnoburocrazia, di aver posto al vertice del Governo uno dei principali esponenti di quell'apparato.
Questa mattina l'Assemblea ha avviato l'esame, in vista della seconda deliberazione, del ddl costituzionale (747-2262-2474-2478-2480-2538-B), modifica all'articolo 33 della Costituzione, in materia di attività sportiva.
Il relatore, sen. Parrini (PD), ha ricordato che il ddl introduce un ulteriore comma all'articolo 33 della Costituzione, per affermare che la Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme. Ha ricordato inoltre che la prima deliberazione del Senato è avvenuta lo scorso 22 marzo, esattamente tre mesi fa.
Alla discussione generale hanno partecipato i sen. Iannone (FdI), Caterina Biti (PD), Fiammetta Modena (FIBP-UDC), Roberta Ferrero (L-SP) e Danila De Lucia (M5S). La Presidenza ha ritenuto di rinviare il voto finale alla prossima seduta utile, dopo aver approfondito, ai sensi dell'articolo 138 della Costituzione e dell'articolo 122 del Regolamento, un rilievo della sen. De Petris (Misto-LeU) rispetto alla necessità di un intervallo non inferiore a tre mesi fra la prima e la seconda deliberazione del ddl costituzionale.
L'Assemblea ha approvato la mozione n. 489 sul supporto all'attività della Corte penale internazionale, con particolare riferimento ai casi di donne vittime di violenza durante le guerre.
Il testo impegna il Governo: 1) a favorire il pieno adeguamento dell'ordinamento italiano alle norme dello statuto della Corte penale internazionale, adoperandosi affinché la commissione attualmente impegnata nell'elaborazione di un progetto di codice dei crimini internazionali possa concludere i propri lavori nei tempi programmati e venga dato seguito a tale progetto a livello normativo; 2) a operare, anche d'intesa con gli Stati membri dell'Unione europea, per assicurare alla Corte penale internazionale risorse adeguate; 3) a valutare la possibilità di un nuovo contributo volontario al fondo fiduciario per le vittime della Corte penale internazionale, a supporto delle vittime sopravvissute a violenze sessuali nel corso di conflitti; 4) a continuare l'impegno internazionale per la piena attuazione dell'agenda "Donne, pace e sicurezza" e ad adoperarsi affinché lo stupro possa essere riconosciuto come atto di natura genocidaria.
Dopo l'illustrazione della mozione da parte del sen. Fede (M5S), alla discussione generale hanno preso parte le sen. Cirinnà (Pd) e Binetti (FIBP-UDC). Il Sottosegretario di Stato per la giustizia Sisto, nell'esprimere parere favorevole, ha fornito alcune precisazioni: i lavori della commissione impegnata nell'elaborazione di un progetto di codice di crimini internazionali si sono conclusi; sarà necessaria una ricognizione dell'ordinamento anche per definire nuove fattispecie di reato; l'Italia è il quinto contributore del bilancio della Corte penale internazionale e ha già stanziato un contributo per le vittime di violenze di conflitti. Hanno quindi svolto dichiarazione di voto favorevole le sen. Evangelista (IV-PSI), Rauti (FdI), De Petris (Misto-LeU), Fedeli (Pd), Papatheu (FIBP), Leone (M5S) e il sen. Rufa (L-SP).
(La seduta è terminata alle ore 00:48 )