Il Presidente: Interventi in Assemblea e in occasioni istituzionali

Per un Senato di alto profilo istituzionale

Seduta n. 96 del 19 dicembre 2001

19 Dicembre 2001

Colleghi, permettetemi di ringraziare per il lavoro svolto i senatori Questori e il presidente della Commissione bilancio, senatore Azzollini, che in questi giorni si stanno sobbarcando un lavoro straordinario.

Approfitto anch'io, come ha fatto qualche collega, per ringraziare tutto il personale del Senato, a partire dai miei più stretti collaboratori fino all'ultimo dei dipendenti.

Il bilancio del Senato oggi al nostro esame (raccolgo un'obiezione critica che è stata fatta) si potrebbe definire di transizione fra due legislature e questa è anche una spiegazione del fatto che lo abbiamo esaminato alla fine dell'anno cui si riferisce.

Assumo anch'io (il senatore Servello lo ha già ricordato) l'impegno, a partire dal prossimo anno, di esaminare il bilancio nei primi tre o quattro mesi dell'anno cui si riferisce. Sarà necessario - bisognerà valutarlo attentamente - un dibattito sul bilancio del Senato che coinvolga la Presidenza, il Collegio dei senatori Questori e i Presidenti delle Commissioni; dibattito da cui dovranno scaturire alcune indicazioni che non debbono soltanto, a mio avviso, riguardare l'allocazione delle risorse.

Si tratta certamente di una questione importante, perché sicuramente bisognerà fissare, aumentare e allocare risorse soprattutto per spese di investimento, anziché per spese correnti, ma credo che una cosa altrettanto e più importante in un dibattito che dovrebbe poi sfociare nell'approvazione tempestiva del bilancio riguardi "la politica" del Senato e la sua funzione istituzionale.

Non sfugge ad alcuno, colleghi, che viviamo in una fase di evoluzione, di transizione, di trasformazione che coinvolge tutte le istituzioni. Molte delle riforme istituzionali avvengono di fatto o, per così dire, attraverso una Costituzione che si materializza ma che ancora non si formalizza; il Senato è ugualmente coinvolto in questo processo che rappresenta già una sfida.

Il Parlamento, e perciò anche il Senato, si spoglia di funzioni verso l'alto (al riguardo abbiamo appena svolto un dibattito sull'integrazione europea, sull'avvio della Convenzione, sui rapporti tra Parlamento nazionale e organi istituzionali europei). Parallelamente, c'è una spoliazione di funzioni del Parlamento nazionale anche verso il basso: il processo di regionalizzazione o di federalismo o comunque di devoluzione - comunque vogliamo chiamarlo - porta ad una diminuzione di nostre competenze.

Da un dibattito siffatto, che non sia soltanto limitato a questioni tecniche di bilancio, di risorse, di investimenti e così via, mi aspetterei che emergessero anche indicazioni in tal senso. Vorrei evitare che, magari per pigrizia o perché non si è riflettuto attentamente, a seguito o parallelamente a questo duplice processo di devoluzione di funzioni verso l'alto o verso il basso, il Senato arrivi ad essere un'istituzione di risulta. (Applausi del senatore Azzollini).

Questo non dovrebbe accadere e personalmente sono contrario a che ciò si verifichi, ma non soltanto in nome della storia del Senato italiano (e questo sarebbe già un argomento molto importante), ma anche per la qualità del lavoro che si sta facendo, per i modi in cui si stanno svolgendo i dibattiti, per la consapevolezza politica che si manifesta e per la consapevolezza istituzionale di cui qui si dà manifestazione. Per evitare però questa forma di scivolamento verso un binario in cui sarebbe più facile ridurre il Senato a dimensioni istituzionalmente meno importanti, è necessario un vero dibattito.

La Presidenza promuoverà una serie di iniziative di natura politico-istituzionale a partire dal prossimo anno; anzi, le avremmo già cominciate se non vi fossero stati gli eventi dell'11 settembre scorso. Ritengo si tratti di iniziative di alto profilo e prestigio culturale, di rilievo internazionale.

Assumerò l'impegno di inserire, nell'ambito di dibattiti, conferenze o convegni, anche tale questione istituzionale, che non è questione corporativa, cercando di coinvolgere non soltanto i senatori - la qual cosa potrebbe sembrare una difesa dell'istituzione di appartenenza - ma anche l'università e il mondo della cultura in senso lato. Ciò al fine di discutere del ruolo del Senato a partire dal 2001, in un mondo in cui le funzioni dei Parlamenti nazionali si stanno affievolendo e nel momento in cui si intravedono parecchie riforme istituzionali o costituzionali, che non sono state però fissate in una nuova Carta costituzionale.

Chiedo a tutti i colleghi aiuto, collaborazione e impegno nel riflettere su questo tema, per evitare che nel futuro gli storici affermino che il Senato della Repubblica italiana ebbe una minore importanza perché nessun senatore ebbe la voglia di pensare, di lavorare e di applicarsi rispetto a tale questione. (Applausi).

Voglio un Senato di alto profilo e di alto prestigio istituzionale; abbiamo capacità, competenza, storia e tradizione, abbiamo personale altamente qualificato e dobbiamo impegnarci su questa strada. (Generali applausi).



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