Pera: federalismo utile al Sud
Intervista
2 Dicembre 2005
Oggi alle 17 a Lecce (Hotel President) il presidente del Senato, Marcello Pera, introdotto dal sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, terra una conversazione su .
Presidente Pera, i vescovi tornano all'attacco su pillola abortiva e legge 194. Alcuni laici sostengono che mai come ora si registra un eccesso di interventismo della Chiesa nelle vicende dello Stato italiano e che la Dc tutelava la laicita dello Stato meglio degli schieramenti della Seconda Repubblica. Qual e il suo parere?
Stiamo discutendo di questioni come il rispetto della vita e la dignita della persona, cioe stiamo discutendo non soltanto della nostra identita culturale ma anche del nostro destino come specie. Come si puo pensare che i vescovi non abbiano diritto di parola? Solo chi non ha argomenti, come tanti laicisti pigri e arroganti, pretende che tacciano. Quanto alla DC, non e mai stato un partito confessionale, bensi laico tanto quanto lo sono i partiti di oggi anche di cultura cattolica. Il punto e che al tempo della DC la parola non era stata ancora inventata. Quando si trovo alle prese con la questione dell'aborto, pochi fecero una vera battaglia, perche la DC e tutta la cultura cattolica impegnata in politica erano convinte che essere laici significa non essere credenti e rinunciare a difendere la propria tradizione.
Lei ripete spesso che e che . In un passaggio del libro , da lei scritto con l'allora cardinale Ratzinger, lei paragona la situazione dell'Europa al tracollo dell'Impero Romano. Di fronte a queste riflessioni, alcuni critici le rimproverano di aver abbandonato la sua anima liberale per diventare un acceso neocon o teocon. Cosa risponde?
Primo: i neoconservatori americani sono dei liberali, per fortuna senza tanti fronzoli ideologici. Quando c'e da fare delle scelte, come quella di difendere l'America e l'Occidente, non si tirano indietro. Secondo: i veri liberali sono cosi attaccati alla loro tradizione da essere considerati etnocentrici, cioe da mettere questa tradizione al centro di tutto e sopra tutte le altre. E poi, i piu e i piu grandi, sono stati credenti cristiani. Terzo: senza tradizione significa senza radici, e senza radici un popolo scompare. Il caso dell'Europa e emblematico: i capi di Stato e di governo laicisti, primo fra tutti quello francese, si sono battuti per negare al Vecchio Continente la qualifica di cristiano e poi, di fronte ai fuochi parigini, si sono scoperti in . Non l'ho detto io, l'ha detto il Presidente Chirac. Che cosa si pretendeva: negare la propria storia e pretendere che gli altri ci rispettassero? Non e andata cosi e ora che un problema di cultura e diventato una questione di ordine pubblico, si corre tardi ai ripari. Bel risultato: dove c'erano i preti e i cristiani ora ci sono i poliziotti.
Lei ha sostenuto in passato la battaglia per il sistema maggioritario. E' davvero convinto della bonta della riforma che introduce la proporzionale? Non teme che la conflittualita fra i partiti oltre a provocare maggiore instabilita possa sfociare anche in un aumento della spesa pubblica, come accadde durante la Prima Repubblica?
La legge e in discussione al Senato e non intendo esprimermi. Posso solo dire che la sua domanda ha un fondamento.
Il centrodestra gioca a tre punte, ma sara Berlusconi il candidato premier del centrodestra nel 2006? O il presidente del Consiglio passera la mano a Casini o Fini, preferendo concentrare le sue ambizioni per il Quirinale? L'Udc non fa mistero di volere un cambio di leadership.
Per quel che capisco io, sara Berlusconi.
Voterebbe per la riconferma di Ciampi alla presidenza della Repubblica?
Non intendo esprimermi. Vorrei solo dire che sarebbe bene che le cariche istituzionali, tutte naturalmente, fossero lasciate in pace e non usate come carte politiche.
C'e chi ipotizza una fusione tra Forza Italia e Udc sotto il simbolo del Ppe. La ritiene possibile e probabile? E chi sarebbe il leader?
Ero a favore del partito unico del centrodestra. Non avendo molte idee, quelle poche che mi vengono in testa me le tengo strette.
Molti liberali rimproverano al governo Berlusconi di essersi concentrato sulla giustizia e di aver trascurato l'economia, dove, come sostengono l'Economist, Mario Monti, Francesco Giavazzi e altri, una cura thatcheriana sarebbe stata auspicabile. Berlusconi ha tradito le promesse fatte agli elettori?
Una riforma organica e venuta con l'ordinamento giudiziario. Altre si sono perdute per strada, per mancanza di coraggio, per resistenza dei magistrati, e per divergenze interne alla maggioranza. I cosiddetti sono stati i piu restii a cambiamenti profondi. In economia, Berlusconi ha mantenuto la gran parte delle sue promesse, fatte peraltro in un'epoca pre-11 settembre quando era piu facile rispettarle. Quanto alla cura thatcheriana, piacerebbe anche a me, ma solo chi da superciliose pagelle sui giornali e non e mai entrato in un governo, un parlamento o un esecutivo, se non tecnocratico e per cooptazione, puo pensare che sia possibile praticarla in Italia nei termini in cui fu possibile alla Thatcher ai tempi in cui l'Inghilterra era in ginocchio.
Perche e difficile in Italia realizzare una ? Lo statalismo e diffuso in tutti gli schieramenti.
Esattamente cosi. Lo statalismo e diffuso anche nell'Europa continentale, con i risultati che si vedono. Per restare nelle cose piccole o emblematiche, nessun governo in Italia, di qualunque colore, e ancora riuscito a liberalizzare i farmaci da banco o i punti vendita dei giornali. Governi nazionali a parte, non doveva servire anche a questo l'Europa? Dove si e persa?
Romano Prodi si e detto favorevole al di riforme liberali proposte dal professor Giavazzi. E il centrodestra? Perche e piu facile introdurre principi e strumenti di mercato e flessibilita nel lavoro dipendente piuttosto che nel mondo di professioni che pure si definiscono liberali?
Avrei piu apprezzato che fosse stato il professor Prodi a dire quali sono le cinque cose piu importanti da fare e il professor Giavazzi ad approvarle. Il contrario non ha valore politico: e una delle tante strizzate d'occhio da campagna elettorale.
La riforma del Titolo Quinto della Costituzione varata dal centrosinistra ha gia provocato un aumento dei contenziosi tra Stato e Regioni. Non crede che la devolution senza federalismo fiscale possa aggiungere problemi a problemi, soprattutto nel Sud, provocando un aumento dei costi che, a sua volta determinera un aumento della pressione fiscale? Un'autentica beffa piu che un caso di eterogenesi dei fini.
La "devolution", come impropriamente la si chiama, e stata in primo luogo un rimedio ai guasti della riforma del Titolo V. Quella riforma ha portato il federalismo davanti alla Corte costituzionale, la quale, suo malgrado, deve dargli un senso quasi ogni giorno. Il federalismo fiscale sara una tappa ulteriore e rappresentera una sfida. Certo questa sfida e persa in partenza se regioni e enti locali fanno a gara a spendere soldi in concerti rock, festival del cinema, mostre, consulenze, e di varia natura
C'e chi dice che lo Stato ha investito troppo nel Sud; c'e chi dice che ha investito poco, e c'e chi dice che ha investito male. Fosse lei capo del governo, come imposterebbe la politica meridionalistica?
Il federalismo sara utile al Sud, il quale finalmente ha imparato a spendere i soldi che gli competono e ad allocare le risorse assai meglio. La politica meridionalistica di sussidi e finita ed e bene cosi, perche con i sussidi non si cresce. Ora al Sud nascono industrie vere, universita e centri di ricerca e di eccellenza. Il futuro e li. Occorre perequazione e attenzione nazionale, ma non si puo pretendere di governare una regione e chiedere rimborsi a pie' di lista. Ci vuole responsabilita politica.
Molti anche a sinistra denunciano le tentazioni dirigistiche e gli sprechi del cosiddetto neostatalismo municipale. Alcuni enti risultano francamente inutili, oltre che costosi. Nella commissione bicamerale si ipotizzo l'eliminazione delle Province. Dove bisognerebbe tagliare?
Quella delle Province fu una breve battaglia perduta. Mi pare impossibile riprenderla. Ma i rischi del dirigismo regionale e del localismo ci sono e sono gravi. E spesso si traducono in sperperi. Se uno parla con i nostri ambasciatori all'estero, si sentira dire che non hanno piu tempo per ricevere piu di venti ministri degli esteri e di seguire centinaia di iniziative, spesso della stessa regione o di citta vicine, quasi mai coordinate. Qui c'e tanto spazio per tagli.
Con la riforma costituzionale cade il vecchio bicameralismo, ma il Senato delle Regioni non sara privo di poteri. Anzi. Non teme, lei, il rischio di una doppia maggioranza tra Camera e Senato con relativi problemi di governabilita?
Lo temo, ma non esiste legge elettorale che ci salvi da questo rischio. E' accaduto col maggioritario, potrebbe accadere col proporzionale. Accade in Germania, in America e altrove. L'importante e che i poteri siano ben definiti e non sovrapposti.
Lei e stato il divulgatore, in Italia, del pensiero di Karl Popper, sul quale convergono ampi settori di destra e sinistra. Che bilancio si sente di tracciare? Perche a parole tutti si dicono liberali, ma nei fatti l'Italia resta il Paese a piu alto tasso di corporativismo e sovietismo dell'Occidente?
La cultura liberale in Italia e esistita molto poco. Un po' alle origini deilo Stato unitario, poi presto vennero il trasformismo, il fascismo, il consociativismo. oggi e un termine per dire cio che non vogliamo piu essere o ci vergognamo di essere stati, un titolo nobiliare che non si nega a nessuno, una pacca sulle spalle fra amici. Pochi pero sono liberali davvero.
Si discute molto in Italia della strategia antiterrorismo. E ci si scontra sulle sentenze della magistratura. ll centrodestra accusa la magistratura di eccessi garantistici. Ma e giusto combattere il terrorismo rinunciando al principi giuridici della civilta liberale?
Alcune decisioni della magistratura sono sconcertanti per l'opinione pubblica. E' come se ci fosse uno scarto fra le sentenze e il sentire. I principi della civilta liberale sono importanti. Ma se non sono efficienti e alcuni li usano per evadere la legge, allora e giusto aggiornarli alle situazioni nuove. Se un paese e invaso da milioni di stranieri illegali, deve difendersi, perche la prima garanzia e la sicurezza dei cittadini.