Il Presidente: Articoli

Papa Wojtyla,

Panorama

14 Aprile 2005

Dopo l'imponente messa funebre, l'austera e toccante omelia del cardinale Joseph Ratzinger, il vento improvviso che soffia come spirito sul vangelo, i 200 capi di stato e di governo che si scambiano un segno di pace, i milioni di uomini e donne soprattutto giovani convenuti nella impeccabile Roma, e quelle migliaia che ancora affollano la basilica di San Pietro e tante chiese dappertutto, la situazione della Chiesa cattolica e oggi al tempo stesso esaltante e drammatica.

E' esaltante perche Giovanni Paolo II ha penetrato il cuore del mondo. E' stato un missionario che ha predicato ovunque gli e stato concesso la verita di Cristo. E' stato un rivoluzionario che ha portato liberta in quasi ogni paese governato da una dittatura in cui ha messo piede. E' stato un conciliatore che ha ammesso le "colpe" della Chiesa, ha chiamato gli ebrei "fratelli maggiori", e andato incontro agli anglicani e agli ortodossi, ha dialogato con tutte le fedi religiose.

Questa immensa opera ha riportato la Chiesa cattolica alle sue origini. L'ha impegnata in una nuova evangelizzazione ed esaltata in una nuova missione. Se il termine non fosse frainteso, si potrebbe dire che Giovanni Paolo II ha condotto una nuova crociata, senza armi bensi con la sola parola, contro il mondo ostile al Vangelo, come quello dei comunismi, dei fascismi, dei totalitarismi, o contro il mondo sordo al Vangelo, come quello occidentale, ricco di beni ma povero in spirito L'eredita che lascia e dunque enorme: e la rinascita della Chiesa.

Ma proprio da qui deriva la situazione drammatica in cui la Chiesa che gli succede si trova ad agire. Perche e stato Karol il Grande che ha scosso i leader del mondo. E' stato Wojtyla che ha abbattuto regimi. E' stato Giovanni Paolo II che ha chiamato a se i giovani. E' stato il vescovo polacco che ha chiesto al polmone orientale di riunirsi a quello occidentale. Lui, la sua persona. Piu lui che la Chiesa. Piu lui che i vescovi e i cardinali e il clero. Come fare in modo che questo lui diventi la Chiesa? come portare quei milioni di uomini e donne che lo hanno seguito, applaudito, osannato, dentro le parrocchie, si che diventino comunita vivente? come evitare che la sua tragica immagine diventi un'icona inerte? Che il suo volto si trasferisca su una T-shirt senza significato? Che la sua religione diventi un'altra new age?

Come fare in modo che quei milioni di giovani che pregavano con lui ora entrino nelle chiese e una parte adeguata anche nei seminari? Che cosa fare affinche la spiritualita da lui risvegliata si trasformi in religiosita, la religiosita in Cristianesimo, e il Cristianesimo in una pratica operante nelle vite personali e nei comportamenti delle societa?

Questo e il dramma. Ed e un dramma che nasce da un duplice paradosso. Il paradosso di un Papa che, nel mentre metteva la Chiesa al centro del mondo, "oltrepassava" la Chiesa. E il paradosso di un Papa che ha lottato contro la secolarita e ora rischia di lasciare secolari i suoi seguaci, magari nel culto e nella devozione della sua persona, ciascuno a suo modo, ciascuno per la sua strada.

Giovanni Paolo II e stato uno spirito di contraddizione ed e stato duro, perche in contraddizione e duro e il Vangelo quando, entrando nel mondo, da Verbo vuole trasformarsi in fatto. Giovanni Paolo II ha lottato come un gigante contro il relativismo etico dell'Occidente, perche il messaggio di chi ha detto "ego sum via, veritas et vita" non ne ammette altri equivalenti in valore e salvezza.

Se il successore di Giovanni Paolo II non proseguisse in questa contraddizione e durezza; se non continuasse in questa battaglia contro la relativita di ogni credo; se venisse a patti con i "diritti" invocati dalla modernita o postmodernita in nome del rinnovamento o del "dialogo"; e soprattutto, se egli non trasformasse se stesso in Chiesa e la Chiesa tutta non fosse lui e in lui, allora la persona di Giovanni Paolo II ne sarebbe esaltata ma le potenzialita della sua predicazione potrebbero affievolirsi, come l'occasione che passa. Giovanni Paolo II resterebbe il Grande, ma la Chiesa si rimpicciolirebbe. Sarebbe una perdita per tutti, perche tutti abbiamo bisogno che il mondo abbia valore in questo mondo e senso in un altro mondo.



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