L''Italia alla prova della "Seconda Repubblica"
Ifri, Istituto Francese di Relazioni Internazionali
3 Febbraio 2003
1. Tre questioni
L''espressione "Seconda Repubblica" ha un uso corrente nel linguaggio giornalistico e politico. Ma e imprecisa.
L''espressione e appropriata per alcuni aspetti. Dopo il 1994, esiste in Italia un nuovo sistema di partiti che ha sostituito quasi completamente quello precedente; esiste un sistema sostanzialmente bipolare; esiste una democrazia dell''alternanza, che ha consentito la vittoria ora di questa ora di quella coalizione; ed esiste una democrazia immediata, che consente di conoscere, prima delle elezioni, il leader che, il giorno stesso del voto, diventera premier.
Chi ricorda come si sia retta la "democrazia bloccata" italiana per quasi cinquanta anni converra che le novita sono sufficientemente radicali da giustificare il cambiamento di numero della Repubblica.
E pero l''espressione "Seconda Repubblica" resta inappropriata per una ragione fondamentale: mentre la Prima Repubblica ha una sua Costituzione, che e quella stessa ancora vigente, la Seconda Repubblica non ce l''ha, anche se alcune modifiche sono state fatte. Esiste, in Italia, una differenza fra quella che viene chiamata la Costituzione "formale" e la Costituzione "materiale": la prima e il testo scritto in vigore dal 1947; la seconda e un testo non scritto (percio un "non testo") che consiste di consuetudini, interpretazioni, e soprattutto aspirazioni. Da questa differenza fra i due testi, e dal tentativo di adeguare il primo al secondo, e nato il fenomeno definito della cosiddetta "transizione incompiuta".
Cerchero qui di analizzare questo fenomeno. Piu precisamente, mi concentrero su tre questioni. La prima: perche Berlusconi vinse le elezioni del 1994 ma perse la guida del Governo e fu sostituito, dal 1996 al 2001, da un governo di centro-sinistra. La seconda: perche l''alternanza fra il Governo di centro-sinistra e il secondo Governo Berlusconi del 2001 rappresenta un fatto rivoluzionario dal punto di vista del sistema politico. La terza: perche l''Italia non ha ancora compiuto la rivoluzione della V Repubblica francese e che cosa manca affinche essa si compia. Candido le avrebbe forse messe tutte assieme dicendo: perche il migliore dei sistemi possibili non e stato ancora possibile.
Parlero da analista e percio mi appellero piu alla ragione che alla passione. Io credo che, soprattutto per un pubblico intellettuale francese, spesso critico e talvolta ostile, sia piu importante e comunque prioritario comprendere la genesi e la struttura del nostro attuale sistema che avanzare giudizi politici. Questo, per me, e un modo per pagare il debito alla cultura dei Lumi, alla quale sono personalmente riconoscente.
2. Il vuoto riempito
Forza Italia, il partito di cui Berlusconi e fondatore e Presidente, fu, all''origine, un movimento che riempi un vuoto politico grave.
La causa prossima di questo vuoto fu l''indagine Mani Pulite. In poco tempo, questa indagine - che e stata definita "il processo al sistema", "la Norimberga dei partiti", "l''Algeria italiana", "un colpo di stato", e in tanti altri modi ancora - fece scomparire quasi tutti i vecchi partiti politici, ad eccezione del Partito democratico della Sinistra e del Movimento Sociale Italiano.
Ma la causa remota era piu profonda e strutturale. Soprattutto dopo la caduta del Muro di Berlino, i grandi mali della democrazia e della societa italiana diventarono insostenibili. Mi riferisco, in particolare, alla "consociazione politica", grazie alla quale Democrazia cristiana e Partito comunista avevano votato oltre il 90% delle leggi di spesa; al grande debito pubblico, usato come strumento di crescita ma anche di pace sociale; alla nascita di una "questione settentrionale", che la Lega Nord aveva cominciato a mettere in luce; alla corruzione diffusa fra tutti i partiti; alla loro incapacita di guidare i tempi nuovi.
In sostanza, cio che intendo dire e che Mani Pulite fu piu la banderilla che la spada. Quando arrivo, il toro stava gia stramazzando nell''arena.
Berlusconi ebbe alcuni intuizioni decisive per il suo successo. Capi che la maggior parte gli elettori moderati non si sentiva piu rappresentata. Capi che il nuovo sistema elettorale obbligava ad una presa di posizione chiara, o di qua o di la. Capi che solo una forza nazionale avrebbe potuto riempire il vuoto. Capi che gli Italiani erano preoccupati dalla prospettiva di un Governo guidato da un partito che, fino a poco prima, si chiamava comunista e che aveva ancora gli stessi leader. E soprattutto capi che, dopo gli scandali, gli Italiani volevano un cambiamento radicale. L''espressione "Seconda Repubblica" nacque in quel momento.
Grazie ad un''alleanza variabile - al Sud con la destra, al Nord con la Lega - Berlusconi vinse le elezioni del 1994. Chi dice che cio accadde perche si servi bene delle televisioni, dice la verita, ma, se si ferma li, dimentica alcune cose importanti. Dimentica che egli lo fece senza violare alcuna legge; che le televisioni potevano essere usate anche dai suoi avversari; che l''uso sapiente delle televisioni da parte di Berlusconi manifestava una sua migliore comprensione della nuova societa italiana, piu secolarizzata, meno ideologica, piu sensibile all''immagine e al rapporto diretto con i leader, come in tutto l''Occidente. Ma soprattutto dimentica che Torricelli e Pascal - esempio magnifico di cooperazione intellettuale franco-italiana! -avevano ragione a meta: l''orrore del vuoto e falso in fisica ma e vero in politica.
Nato in fretta, il successo elettorale di Berlusconi e Forza Italia si consumo in fretta, perche il Governo duro pochi mesi. Si dice che cio accadde perche Berlusconi ricevette un avviso di garanzia dalla magistratura di Milano. E vero. Ma, anche qui, occorre distinguere fra le cause contingenti e quelle profonde. Il primo Governo Berlusconi cadde per una serie di ragioni. Esso non trovo sponde nei cosiddetti "poteri forti". Non disponeva ancora di una classe dirigente nuova e competente. Risulto poco abile nel tessere rapporti con i grands commis, la burocrazia amministrativa, le principali istituzioni finanziarie. Fu inviso ai sindacati e considerato con diffidenza persino dalla Confindustria.
Quando la Lega ritiro il sostegno, si manifestarono le prime differenze fra la Costituzione formale, che attribuisce al Presidente della Repubblica il potere di sciogliere il Parlamento, e la costituzione materiale che, invece, grazie al rapporto diretto fra premier ed elettori che si instaura col sistema maggioritario, reclama un percorso diverso.
Prevalse la Costituzione formale e il Presidente della Repubblica, anziche convocare nuove elezioni, risolse la crisi con quello che egli stesso defini un "Governo del Presidente". Alle elezioni che finalmente si tennero nel 1996, la coalizione del centro-sinistra guidata da Romano Prodi - un moderato in grado di rassicurare gran parte di quei ceti medi che due anni prima il Pds aveva preoccupato - vinse le elezioni. L''intermezzo berlusconiano era finito e il vuoto era stato riempito da un governo di centro-sinistra, come allora accadeva in quasi tutti i paesi europei.
3. L''alternanza realizzata
Passo ora alla seconda questione - perche il passaggio da un Governo di centro-sinistra durato cinque anni al secondo Governo Berlusconi del 2001 rappresenta un evento rivoluzionario.
Il Governo Prodi resistette fino a che fu proiettato su un obiettivo importante e fondamentale per l''Italia. Si deve ad esso l''ingresso della Lira nell''Euro, mentre la destra si dimostrava scettica e in certi casi avversa.
Ma quando l''estrema sinistra comunista ritiro l''appoggio al Governo, anche Prodi rimase vittima del mancato adeguamento della Costituzione formale alla Costituzione materiale. In questo caso, egli fu sostituito prima dal leader dei Democratici di sinistra Massimo D''Alema e poi da Giuliano Amato, anche grazie al sostegno di parlamentari che dalle file dell''opposizione si spostarono a quelle della maggioranza.
Alle elezioni del 2001, ci fu un fatto nuovo, apparentemente solo grafico, ma in realta denso di significati istituzionali: per la prima volta, a rafforzare il senso della designazione diretta, i nomi dei due leader - Rutelli e Berlusconi - erano stampati sulla scheda elettorale. Quando Berlusconi vinse, il Presidente della Repubblica lo nomino Presidente del Consiglio.
Perche questa successione di un governo di centro-destra ad un governo di centro-sinistra si puo considerare un evento rivoluzionario? Per due ragioni. La prima: non era mai accaduto in precedenza in Italia che si fosse prodotta una alternanza fra due schieramenti differenti e ben identificati. L''Italia e stata l''ultimo paese del mondo occidentale ad inaugurare questa dinamica. La seconda ragione: da tempo immemorabile, in Italia non governava una coalizione dichiaratamente di centro-destra.
Si e parlato anche in questo caso di "potere mediatico" di Berlusconi. Ma la spiegazione, come sempre accade nelle scienze sociali e politiche, non puo dipendere da un unico fattore. Intanto, lo stesso sistema dei mezzi televisivi non aveva impedito a Prodi di vincere le elezioni del 1996. Inoltre, nelle elezioni del 2001, era in vigore una nuova legge che distribuiva le presenze in modo che la sinistra aveva trovato equo. Infine, la televisione pubblica aveva apertamente attaccato Berlusconi e la principale rete privata, di cui Berlusconi e proprietario, non aveva preso posizione in suo favore.
Richiamo questo punto perche non intendo evitare una questione delicata. Il possesso da parte di Berlusconi di mezzi di comunicazione dei massa e certamente un problema istituzionale, perche solleva la questione di un conflitto di interessi, ma non e la ragione del suo successo. Occorre ricordare che in Italia, come in Francia, come in tutto l''Occidente, si vive nella societa dell''immagine, ma la societa dell''immagine non impedisce che governi di colori diversi si succedano l''uno all''altro. Non ho mai compreso le preoccupazioni di molti intellettuali per il cosiddetto "pensiero unico" o per i rischi della "telecrazia". I pensieri sono sempre diversi e se talvolta sembrano unici e perche taluni sono forti, altri deboli, altri senza fiato. E le telecrazie vivono si nelle dittature, ma non generano le dittature, piuttosto ne sono generate. Oggi, fortunatamente, in Occidente non ci sono ne dittature ne telecrazie. Chi vuole spiegare le destre al governo, in Italia e altrove, soprattutto dopo cicli di sinistre al governo, deve onorare il mestiere intellettuale in modo piu rigoroso. Anche qui, mi appello ai Lumi.
4. La legittimazione incompleta
Mi resta la terza e ultima questione: perche l''Italia non ha ancora compiuto la rivoluzione della V Repubblica francese?
Come si sara osservato, in Italia si e affermato nel 1994, nel 1996 e soprattutto nel 2001 un sistema di "premierato di fatto": il leader di una coalizione diventa premier con una designazione preventiva su cui gli elettori si esprimono. Ma, come ho gia detto, la Costituzione formale non e stata cambiata e cosi il premier di fatto non ha i poteri di un premier di diritto e ne paga il conto: e accaduto a Berlusconi ed e accaduto a Prodi.
Il Capo del Governo italiano non puo sostituire un ministro se questi entra in collisione col Governo. E non ha il potere - manifestamente di grande valore deterrente - di sciogliere le Camere.
Il problema di adattare la Costituzione formale all''evoluzione materiale della vita delle istituzioni e aggravato da almeno due circostanze. Innanzi tutto, il problema dei poteri dell''Esecutivo e gia stato risolto a livello di citta e di regioni. Inoltre, al termine della scorsa legislatura, e stata approvata una riforma che ha trasformato la forma di Stato in senso federale. Se l''Esecutivo e debole, questa circostanza puo creare squilibri nell''assetto istituzionale.
La situazione e nota a tutti e lamentata da tutti. Perche allora, nonostante vari tentativi, non si e ancora trovata una soluzione? Perche la Francia ci riusci nel 1958 e l''Italia e ancora in attesa nel 2003?
A quest''ultima domanda avanzo una risposta. E mancato in Italia l''evento esterno dirompente che obblighi la classe politica a cambiare la Costituzione. Evidentemente, la cosiddetta "Algeria italiana" - cioe l''indagine Mani Pulite - non ebbe la forza dell''Algeria francese.
Ma questa risposta e di tipo negativo e non basta. La risposta positiva che avanzo riguarda i rapporti fra i due schieramenti e percio lo stato del bipolarismo italiano.
Il bipolarismo non e solo un fatto istituzionale o elettorale o politico. Il bipolarismo e anche un fatto culturale. Esso richiede in primo luogo che lo schieramento che perde le elezioni riconosca piena legittimita di governo a quello che le vince, e richiede che lo schieramento che vince le elezioni conceda piena possibilita di opposizione a quello che le perde. Il bipolarismo e un conflitto per governare, non per andare al potere; e un confronto fra opposti programmi, non una lotta fra il Bene e il Male. Con il bipolarismo nessuno sale mai in Paradiso e nessuno discende mai agli Inferi.
Questa cultura e questo costume in Italia non sono ancora merce diffusa. Ecco allora la mia risposta alla terza domanda: l''Italia non ha ancora compiuto la rivoluzione costituzionale francese del 1958 perche, nelle attuali condizioni, sono ancora insufficienti il reciproco riconoscimento fra i due schieramenti e la loro reciproca fiducia. Le riforme da fare e le nuove regole da introdurre, anziche essere intese come la delimitazione di un campo comune e condiviso, vengono ancora sospettate di essere uno strumento per un''invasione di campo o un regolamento dei conti.
Credo che l''esempio della Francia ci possa essere di aiuto anche in questo caso. Sarebbe utile, adottando un metodo analogo a quello della III Repubblica francese e, come accadde in Francia, con un''alleanza fra i moderati dei due schieramenti, far procedere, dentro lo stesso Parlamento ordinario, un processo costituzionale "passo dopo passo" relativo almeno a tre settori: la forma di governo, per dare piu poteri all''Esecutivo; il federalismo, per definire meglio le competenze; il bicameralismo, per evitare squilibri fra poteri centrali e locali. E ne aggiungerei un quarto: l''ordinamento giudiziario.
Dopo tanto tempo, un recente dibattito di due giorni in Senato sembra aver aver rimesso in moto la macchina. E un indizio confortante, cosi come fa ben sperare che sulla forma del premierato vi siano testi di maggioranza e opposizione assai simili e uguali su certi punti. Io credo che il processo debba essere accelerato e che sia necessario evitare quel circolo perverso che fino ad oggi lo ha invece rallentato: un brutto clima fra maggioranza e opposizione blocca le riforme, le mancate riforme producono un clima pessimo.
La mia opinione e che il processo sia iniziato e arrivera a compimento. Naturalmente, come avrebbe detto il Signor de La Palice, meglio prima che poi.