Lunedì 13 Dicembre 2004 - 709ª Seduta pubblica (Antimeridiana)
(La seduta ha inizio alle ore 11:03)
L'Assemblea ha avviato l'esame della manovra finanziaria, che si articola nella legge finanziaria 2005 (ddl n. 3223), nel bilancio per il 2005 e in quello pluriennale per il triennio 2005-2007 (ddl n. 3224) e nel decreto-legge n. 282 recante misure in materia fiscale e di finanza pubblica (ddl n. 3233).
I relatori di maggioranza sen. Paolo Franco (Lega) e Izzo (FI) hanno illustrato i contenuti dei provvedimenti in esame, sottolineando il carattere innovativo delle proposte avanzate dal Governo in materia fiscale, con una riduzione del carico gravante sulle famiglie e sulle imprese per complessivi 6,5 miliardi di euro, il cui effetto moltiplicatore si manifestera anche a breve termine. La manovra ha un impatto complessivo sull'economia nazionale pari a 24 miliardi di euro e prevede operazioni di risanamento strutturale dei conti pubblici, in particolare attraverso l'imposizione di un tetto del 2 per cento all'incremento delle spese delle pubbliche amministrazioni. Si prevede una riduzione graduale del rapporto deficit-pil, che passera dal 2,7% del 2005 allo 0,9% del 2008, come pure del debito pubblico, che negli stessi anni passera dal 106% al 98%. I relatori hanno inoltre ricordato la costante attenzione del Governo alle esigenze del Mezzogiorno, sia pure in un quadro di razionalizzazione e di efficienza della spesa, ed il recupero del saldo netto da finanziare inizialmente previsto e modificato alla Camera dei deputati, con conseguente integrazione delle tabelle B e D. Sottolineata, altresi, la necessita di affrontare in sede internazionale due questioni che penalizzano l'economia del Paese: il rapporto assolutamente squilibrato tra euro e dollaro ed i criteri assunti per definire i limiti del Patto di stabilita, che allo stato hanno effetti recessivi.
Nelle loro relazioni di minoranza, i sen. Marini (SDI) e Giaretta (Margh) hanno criticato la manovra, il cui quadro, alla luce delle modifiche apportate dalla maggioranza in Commissione e del preannunciato maxiemendamento del Governo alla finanziaria, testimonia il fallimento delle politiche del centrodestra ed il tradimento degli impegni assunti con il corpo elettorale. In particolare, gli intervenuti hanno sottolineato come, nonostante i tagli delle tasse sulle persone fisiche e quelli modesti sulle imprese voluti dal Presidente del Consiglio per fronteggiare il calo dei consensi nel Paese, la pressione fiscale cresca nel 2004 per una quota pari ad oltre 4 miliardi di euro, soprattutto a seguito dell'incremento dell'imposizione indiretta. Per far fronte alla grave situazione dei conti pubblici ed alla accertata tendenza allo sfondamento del rapporto deficit-pil, il Governo introduce il tetto del 2 per cento alla spesa delle pubbliche amministrazioni, che in realta, considerato l'aumento delle spese obbligatorie, si tradurra in rilevantissime decurtazioni delle risorse a disposizione dei Ministeri, con il rischio, attestato anche dalla Ragioneria generale dello Stato, di compromettere la funzionalita dell'azione pubblica, anche in settori delicati quale quello della sicurezza.
Le relazioni di minoranza hanno affrontato inoltre due questioni che il sen. Morando ha approfondito illustrando la sua pregiudiziale di costituzionalita, respinta dalla maggioranza: secondo l'opposizione, la manovra viola gli articoli 53 e 81 della Costituzione, poiche altera il principio della progressivita dell'imposizione fiscale, favorendo le fasce di reddito piu elevate a danno dei ceti meno abbienti, e reca, dopo l'esame in Commissione bilancio, oneri non quantificati e non coperti.
Sono finora intervenuti nella discussione generale congiunta, che proseguira nel pomeriggio, i sen De Petris (Verdi), Flammia (DS), Cavallaro (Margh) e Michelini (Aut).
(La seduta è terminata alle ore 14:04 )