Martedì 2 Marzo 2004 - 552ª Seduta pubblica (Pomeridiana)
(La seduta ha inizio alle ore 16:32)
Il Senato ha proseguito l'esame del ddl n. 2544, di riforma dell'ordinamento della Repubblica, approvando gli articoli 3 e 6 sulla composizione, le modalità di elezione e la durata del Senato federale e della Camera. Il Senato sarà composto da duecento membri eletti dalle Regioni, da sei senatori eletti nella circoscrizione Estero, dagli ex Presidenti della Repubblica e da tre senatori a vita nominati per altissimi meriti in campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Il Senato durerà in carica per cinque anni e non potrà essere sciolto anticipatamente. I senatori verranno eletti contestualmente ai rispettivi Consigli regionali e dureranno in carica per cinque anni anche se questi ultimi venissero sciolti: in tale ipotesi, la durata dei nuovi Consigli sarebbe più breve per rispettare il principio della contestualità. In relazione alla diversa disciplina degli Statuti per quanto riguarda la durata dei Consigli, le norme dell'articolo 3 potranno entrare interamente in vigore solo a partire dal 2011, cioè dalla XVI legislatura. La Camera dei deputati sarà eletta per cinque anni, potrà essere prorogata solo in caso di guerra e per legge. Il testo è stato oggetto di una lunga riflessione, che ha condotto alla presentazione di emendamenti e subendamenti agli stessi da parte del relatore D'Onofrio (UDC), tutti approvati assieme ad altre proposte della maggioranza, tra le quali i commi aggiuntivi proposti rispettivamente dal sen Eufemi (UDC), per la presenza nel Regolamento del Senato di norme a garanzia dei diritti delle minoranze, e del sen Scarabosio (FI), per rafforzare il confronto dialettico tra Senato e Consigli regionali.
Fortemente critico il giudizio delle opposizioni, espresso negli interventi dei sen Angius (DS), Bordon (Margh), Marini (SDI), Turroni (Verdi), Tommaso Sodano (Rifond): il ricatto politico della Lega, che minaccia la crisi della coalizione di Governo, conduce alla creazione di una "Camera morta" ed alla rigida chiusura alle proposte delle opposizioni, tendenti a superare il bicameralismo con l'istituzione di un Senato capace di dare piena rappresentanza agli interessi territoriali e di mantenere però, attraverso l'attribuzione di funzioni di garanzia, il ruolo di garante dell'interesse generale; tale chiusura frustra gli appelli lanciati dagli opposti versanti e dal Presidente Pera al dialogo ed al confronto bipartisan sulle riforme costituzionali. Respingono le accuse gli esponenti del centrodestra: i sen Nania (AN), Tarolli (UDC), Moro (Lega) e Schifani (FI) hanno distinto gli argomenti oggetto di confronto politico all'interno della maggioranza dal perseguimento, coerente con la piattaforma programmatica ed ideale della Casa delle libertà, del federalismo in un quadro di altrettanto coerente difesa dell'interesse nazionale, cancellato dalla Costituzione dalla riforma del Titolo V approvata dal centrosinistra nella passata legislatura.
Respinti gli emendamenti all'articolo 6 tendenti a prevedere maggioranze qualificate per la modifica delle leggi elettorali di Camera e Senato e l'articolo aggiuntivo in tema di partecipazione dei cittadini alle scelte attinenti l'esercizio di diritti costituzionali ed accantonato l'emendamento Bassanini ed altri sul pluralismo dell'informazione, è stato avviata l'illustrazione degli emendamenti all'articolo 12 sulle funzioni dei due rami del Parlamento, che proseguirà nella seduta antimeridiana di domani.
In apertura di seduta, il sen Occhetto (Misto) ha chiesto un dibattito parlamentare alla presenza del Presidente del Consiglio sulle accuse di latrocinio lanciate da quest'ultimo ai politici e sulle sue dichiarazioni che legittimano l'evasione fiscale, nonché sulle esternazioni del Ministro Bossi sulla Chiesa.
(La seduta è terminata alle ore 20:25 )