Martedì 2 Dicembre 2003 - 498ª Seduta pubblica ()
(La seduta ha inizio alle ore 10:33)
A conclusione di una lunga seduta, caratterizzata da numerose votazioni a scrutinio segreto, il Senato ha respinto tutti gli emendamenti presentati ed ha approvato definitivamente il ddl n. 2175-B, la cosiddetta legge Gasparri, sul riassetto del sistema radiotelevisivo e della RAI.
Nel corso della discussione generale e delle dichiarazioni di voto finale, la maggioranza ha difeso il valore strategico della riforma, che disciplina organicamente l'intero sistema della comunicazione garantendo il pluralismo e l'imparzialità dell'informazione attraverso un sistema che, grazie all'avvento tecnologia digitale terrestre, consentirà di moltiplicare e differenziare le fonti informative. Il provvedimento non elimina i vincoli a tutela della concorrenza, ma li adegua alla realtà della competizione internazionale prendendo in considerazione il complesso di risorse che formano i ricavi del settore, allo scopo di impedire l'acquisizione di posizioni dominanti, ma anche forme di nanismo imprenditoriale che favorirebbero la colonizzazione del mercato italiano da parte dei grandi gruppi privati stranieri. Il testo riafferma la centralità del servizio pubblico radiotelevisivo, chiarisce il ruolo delle Regioni e fissa principi in materia di emittenza locale, di tutela dei minori e di coordinamento con la disciplina comunitaria. Vengono inoltre ridefiniti i compiti del servizio pubblico e si dà avvio alla progressiva privatizzazione della RAI, rifiutando tuttavia ogni logica di vendita spezzettata.
L'opposizione ha ribadito le critiche alla legge Gasparri che, anziché riequilibrare un settore caratterizzato da forme di liberalizzazione selvaggia, rappresenta la più clamorosa manifestazione del conflitto di interessi di cui è protagonista il Presidente del Consiglio, giacché consolida la posizione del gruppo Mediaset, elimina i potenziali concorrenti e crea le condizioni per il suo ulteriore rafforzamento attraverso l'acquisto di quotidiani ed emittenti radiofoniche e l'incremento della raccolta pubblicitaria; indebolisce e rende meno competitiva la RAI, la carica di oneri gravosi senza garantire nuove risorse e ne prepara lo smembramento e la vendita a partire dal 2005.
(La seduta è terminata alle ore 19:09 )