Il Senato ha confermato il parere favorevole della Commissione affari costituzionali in ordine alla sussistenza dei requisisti di necessità e urgenza per il decreto-legge n. 269 (ddl n. 2518) che accompagna la manovra finanziaria con misure tese a favorire lo sviluppo ed a correggere l'andamento dei conti pubblici. L'opposizione non si è limitata a contestare l'indifferibilità di misure in molti casi di carattere ordinamentale che, comunque, esplicheranno i propri effetti finanziari solo a partire dal prossimo anno, ma ha richiamato ulteriori aspetti di incostituzionalità delle previsioni contenute nel decreto-legge, nonché il loro carattere disomogeneo e a volte non rispettoso delle norme di contabilità. Il capogruppo DS Angius ha anche rilevato l'anomalia della situazione nella quale il Senato si trova ad operare, posto che il contenuto sostanziale della manovra è affidato, da un lato, ad un provvedimento presentato dal Governo nella forma del provvedimento d'urgenza (presumibilmente proprio allo scopo di comprimerne l'esame parlamentare mediante l'apposizione della questione di fiducia), dall'altro ad un emendamento allo stato ancora non formalizzato al disegno di legge delega in materia previdenziale.

Il relatore Falcier (FI), la rappresentante del Governo Armosino e gli intervenuti per la maggioranza hanno sostenuto il rispetto dei requisiti di costituzionalità del decreto, che reca misure urgenti di carattere economico e fiscale, di proroga di termini in scadenza, in campo sociale e di adempimento di accordi Stato-Regioni, al fine di stimolare la ripresa, regolarizzare i conti pubblici per l'esatta definizione delle previsioni di entrata e di spesa e mitigare l'allarme sociale sull'andamento dei prezzi.

In apertura, l'Assemblea aveva ricordato la tragedia del Vajont, di cui ricorre il quarantennale, e la figura di Annalena Tonelli, la missionaria laica italiana uccisa in Somalia.