Il Senato ha definitivamente approvato, al termine di un lungo iter che ha comportato ben quattro letture da parte dei due rami del Parlamento, il ddl n. 1577-B, che modifica il codice di procedura penale in materia di applicazione della pena su richiesta delle parti. Si tratta del cosiddetto patteggiamento allargato, varato soprattutto allo scopo di decongestionare il processo penale e sostenuto dalla maggioranza, che ha espresso apprezzamento per l'iniziativa del Governo, ulteriormente migliorata dal Parlamento, che alimenta un istituto che ha finora fallito l'obiettivo ad esso sotteso, assicura l'effettiva irrogazione della pena e mantiene inalterate le prerogative della parte offesa ai fini dell'attivazione dell'azione civile. Al contrario le opposizioni hanno lamentato l'estensione della possibilità di accesso al patteggiamento, seppure a determinate condizioni, persino ai delinquenti abituali, professionali e recidivi ed hanno contestato l'enfatizzazione del valore deflativo del provvedimento da parte di quelle stesse componenti della maggioranza tenacemente ostili al cosiddetto indultino, che potrebbe invece assicurare l'effettivo decongestionamento dell'esplosiva situazione delle carceri italiane. Anche il Gruppo DS, che pure aveva in precedenza annunciato l'astensione, di fronte al mancato accoglimento delle modifiche proposte al testo ha infine votato contro, rammaricandosi per l'occasione mancata di razionalizzazione del rapporto tra il modello tipico del processo penale e i riti alternativi.

L'Assemblea ha quindi ripreso la discussione del ddl n. 1877 in materia di stato giuridico degli insegnati di religione. Dopo l'ampia replica del relatore Brignone (Lega), che ha dettagliatamente risposto alle numerose suggestioni emerse nel corso della discussione generale, l'intervento del rappresentante del Governo e il passaggio all'esame degli articoli sono stati rinviati ad altra seduta.