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Data di nascita: | 01/03/1834 |
Luogo di nascita: | MILANO |
Data del decesso: | 11/12/1899 |
Luogo di decesso: | MILANO |
Padre: | Innocente |
Madre: | MARONI Emilia |
Nobile al momento della nomina: | No |
Nobile ereditario | No |
Coniuge: | ROMAGNOLI Olga |
Figli: | Arturo |
Altra residenza: | Milano |
Indirizzo: | Foro Bonaparte 1
Via Solferino 11 |
Titoli di studio: | Laurea in giurisprudenza |
Presso: | Università di Pavia |
Professione: | Avvocato |
Cariche amministrative: | Consigliere comunale di Milano (1864-1889)
Assessore comunale di Milano (1885-1889)
Assessore comunale supplente di Milano (1872-1873, 1879-1884) |
Cariche e titoli: | Segretario della Società d'incoraggiamento delle scienze, lettere ed arti di Milano (1863)
Fondatore della Società promotrice delle biblioteche popolari
Proboviro della Banca popolare di Milano (1865)
Membro corrispondente dell'Istituto lombardo di scienze e lettere di Milano (9 febbraio 1865) |
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.:: Nomina a senatore ::.
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Nomina: | 12/04/1890 |
Categoria: | 03 | I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio |
Relatore: | Salvatore Majorana Calatabiano |
Convalida: | 13/12/1890 |
Giuramento: | 24/01/1891 |
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.:: Camera dei deputati ::.
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Legislatura | Collegio | | Data elezione | Gruppo | Annotazioni |
X | Milano I | | 7-3-1869* | Liberale moderato | Elezione in corso di legislatura.
Ballottaggio il 14 marzo 1869 |
XI | Milano I | | 20-11-1870** | Liberale moderato | Ballottaggio il 27 novembre 1870 |
XII | Milano I | | 8-11-1874*** | Liberale moderato | Ballottaggio il 15 novembre 1874 |
XIII | Milano I | | 5-11-1876**** | Liberale moderato | Ballottaggio il 12 novembre 1876 |
XIV | Milano I | | 16-5-1880***** | Liberale moderato | Ballottaggio il 23 maggio 1880 |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.
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Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Saracco, Presidente
Onorevoli colleghi! Due nuovi lutti per il Senato, tra i molti che si succedono da alcun tempo in qua con tale frequenza, che addolora ed impensierisce oltre l'usato, fin coloro che per la grave età pensano serenamente e non temono l'ultimo giorno.
Ieri Enrico Fano in Milano, oggi stesso il commendatore Girolamo Rolandi, qui in Roma, ci furono improvvisamente rapiti da morte. Ond'io non sono in grado di parlare degnamente dell'uno e dell'altro, siccome avrei desiderato di fare, se il tempo lo avesse consentito.
Enrico Fano era nato in Milano il dì 4 dicembre 1834, e nei sessantacinque anni che visse, si può affermare che non conobbe nemici: tanto egli era dolce e mite di carattere, che gli stessi avversari politici lo tennero sempre in quella stima che non si niega mai agli uomini che operano il bene per il bene, senza domandarsi se e come ne avranno mercede. Laonde gli elettori del collegio di Milano lo mandarono in età di soli 32 anni a sedere nella Camera elettiva, e lo rielessero per altre quattro legislature, anche nel 1876, quando gli uomini di parte sua erano caduti dal potere.
Il nostro Fano, addottorato in giurisprudenza, aveva fatto buoni studi, e si può dire di lui che nell'esercizio delle sue funzioni diè costante prova di mente colta ed equilibrata, alla quale andava unita una diligenza esemplare, accompagnata da uno studio coscienzioso delle materie, sovra delle quali era chiamato di volta in volta a manifestare il proprio giudizio. Del che fanno ampia fede gli atti del Parlamento ed i molti discorsi, sempre ascoltati con grande attenzione, che pronunciò nei lunghi anni nei quali prese parte ai lavori della Camera dei deputati, in materia specialmente che si attiene alle istituzioni di previdenza, ed all'ordinamento delle opere pie, alle quali tenne costantemente ed in modo speciale, rivolta l'opera e la mente.
Fu soltanto nel dicembre 1890 che fu assunto alla dignità di senatore, ed io lo udii più volte lamentare, che ragioni della salute più non gli permettessero di attendere ai lavori di questo consesso, con quella alacrità connaturale all'uomo che aveva speso i più begli anni della vita a servizio del proprio paese. Pure non mancò mai fino agli ultimi giorni di occuparsi, come consigliere ed assessore, del suo caro Comune di Milano, con tale intensità di affetto, che gli faceva scordare i mali che lo travagliavano, e lo condussero fatalmente al sepolcro.
In breve: Enrico Fano fu soprattutto un vero e bravo galantuomo, un degno ed operoso cittadino che servì fedelmente la patria, ed è ben giusto che noi, colleghi suoi, serbiamo dell'amico e compagno perduto, un dolce ed affettuoso ricordo (Vive approvazioni).
D’ADDA CARLO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne Ha facoltà di parlare.
D’ADDA CARLO. Credo di essere interprete dei sentimenti dei miei concittadini nell’associarmi alle belle parole dette dal nostro Presidente in memoria del senatore Fano.
Io conobbi il nostro defunto collega in varie circostanze, e tutti gli elogi che ne fece il Presidente, sono la pura verità; ringrazio quindi a nome dei concittadini di Milano ed anche degli avversari politici che riscontravano in lui sempre la bontà del cuore.
BONASI, ministro di grazie e giustizia. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
BONASI, ministro di grazie e giustizia. Il Governo non può non associarsi al dolore vivissimo di cui è pieno il Senato per la perdita di questi suoi insigni ed amati colleghi quali erano l’avvocato Fano e il generale Rolandi.
Essi appartennero a quella nobile schiera di uomini, le cui fila dolorosamente vanno ogni di più diradando, ma al cui completo sacrificio gli italiani debbono se oggi hanno una patria. (Bene, approvazioni vivissime).
I loro nomi vanno perciò segnalati alla riconoscenza del paese, e debbono essere ricordati perché dalle opere loro le nuove generazioni prendano esempio ed ispirazione per rendersi degne di quei benefizi dovuti al loro sacrificio e per raggiungere quell’alto ideale di una patria grande e rispettata che fu meta della intera loro vita. (Benissimo, approvazioni generali).
LAMPERTICO. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
LAMPERTICO. Signori senatori. Io non sono solito aggiungere parole a quelle che sono state dette dal nostro Presidente, perché sfido io a pronunziare parole più nobili e dettate da più nobili sentimenti. Però, poiché il nostro Presidente ha ricordato l’opera parlamentare di Enrico Fano, a me piace rammentare due fatti. Il primo si è che quell’opera parlamentare, che in modo più particolare si è manifestata per quanto concerne gl’istituti di previdenza, come è stato ricordato dal nostro Presidente, si era iniziata dal Fano coll’opera scientifica. Ricordo in questo campo pubblicazioni di lui di alta importanza specialmente in quei tempi, in cui vi era tanta penuria di notizie statistiche quanta oggi si può averne copia. Con esse in Fani si palesava sollecito, nonché de’ buoni studi, dei doveri di cittadino. Fu così il Fano uno di quelli, che con la scienza hanno preparato i nuovi tempi, hanno preparato quei tempi in cui la libertà si può svolgere in tutte le sue forme molteplici.
Ricordo inoltre il Fano, come uno di quelli, i quali, trovandosi egli insieme al nostro compianto collega allievi, hanno iniziato il Governo nazionale nelle provincie venete.
Queste due ragioni affatto speciali spero mi giustificheranno se mi associo agli elogi resi dal nostro Presidente e da altri onorandi colleghi alla memoria di Enrico Fano. (Bene, approvazioni).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 12 dicembre 1899.
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Note: | Secondo altra fonte risulta nato il 4 dicembre 1834.
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Attività 0934_Fano_Enrico_IndiciAP.pdf |
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