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Data di nascita: | 01/03/1848 |
Luogo di nascita: | PISTOIA |
Data del decesso: | 08/01/1919 |
Luogo di decesso: | FIRENZE |
Padre: | Lorenzo |
Madre: | SCHNEIDERFF Paolina, nobile |
Nobile al momento della nomina: | Si |
Nobile ereditario | Si |
Titoli nobiliari | Nobile
Patrizio di Firenze
Marchese [era probabilmente un titolo d'uso] |
Coniuge: | FIERZ Nina |
Figli: | Paolo Carlo, figlio naturale, che sposò Telene VIVIANI, ed era padre di Mario Ippolito, Paola, Eleonora, Lorenzo |
Fratelli: | Carlo |
Parenti: | NICCOLINI Pietro Leopoldo, avo paterno
NICCOLINI MONTI Teresa, ava paterna
NICCOLINI Giuseppe, zio, fratello del padre
NICCOLINI Luigi, zio, fratelllo del padre
NICCOLINI Giorgio, cugino |
Professione: | Industriale-agricoltore |
Cariche politico - amministrative: | Sindaco di Carmignano (1880-ottobre 1885)
Assessore anziano facente funzioni di sindaco di Firenze (24 ottobre-25 novembre 1903)
Sindaco di Firenze (24 ottobre-25 novembre 1903)(15 marzo 1904-25 giugno 1907) |
Cariche amministrative: | Consigliere comunale di Carmignano (1877)
Assessore comunale di Carmignano (1877)
Consigliere comunale di Firenze (1902)
Consigliere provinciale di Firenze
Membro supplente della Deputazione provinciale di Firenze |
Cariche e titoli: | Fondatore della banca Niccolini Monguzzi (11 marzo 1872-1876)
Presidente della Società operaia di mutuo soccorso di Carmignano (giugno 1872-8 gennaio 1919)
Proprietario della fattoria Niccolini-Fierz di Carmignano (estate 1878)
Proprietario delle Cantine Niccolini (1882)
Membro del Comitato promotore dell'Associazione viticoltori italiani (25 febbraio 1884)
Proprietario della tenuta di Frosini e dell'Abbazia di San Galgano (27 febbraio 1884)
Vicepresidente della Società generale dei viticoltori italiani (1894)
Socio corrispondente dell'Accademia dei Georgofili (1905)
Presidente onorario della Società di mutuo soccorso di Casellina e Torri
Presidente onorario della Società musicale dei concordi e rinascenti di San Pietro a Ponti
Socio onorario della Società operaia cattolica di Signa
Socio onorario della Società di mutuo soccorso di San Martino a Carcheri
Socio della Fratellanza di mutua e pubblica assistenza di Campi Bisenzio
Socio della Società cooperativa edificatrice di Poggio a Caiano |
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.:: Nomina a senatore ::.
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Nomina: | 05/15/1904 |
Categoria: | 03 | I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio |
Relatore: | Carlo Municchi |
Convalida: | 21/05/1904 |
Giuramento: | 25/05/1904 |
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Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 17 gennaio 1889
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 14 giugno 1903
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 6 giugno 1907 |
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.:: Camera dei deputati ::.
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Legislatura | Collegio | | Data elezione | Gruppo | Annotazioni |
XVII | Empoli (Firenze IV) | | 23-11-1890 | Sinistra costituzionale | |
XVIII | Campi Bisenzio | | 6-11-1892 | Sinistra costituzionale | |
XIX | Campi Bisenzio | | 26-5-1895 | Sinistra costituzionale | |
XX | Campi Bisenzio | | 21-3-1897 | Sinistra costituzionale | |
XXI | Campi Bisenzio | | 3-6-1900* | Sinistra costituzionale | Dimissioni il 5 maggio 1904 |
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Commissioni: | Membro della Commissione per l'esame del disegno di legge "Graduale avocazione allo Stato delle spese di cui all'art. 272 del testo unico della legge comunale e provinciale approvato con R. decreto 10 febbraio 1889 , n. 921" (18 marzo 1907) |
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Governo: | Sottosegretario di Stato al Ministero dei lavori pubblici (18 febbraio 1901-8 novembre 1903) |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.
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Atti parlamentari - Commemorazioni
Adeodato Bonasi, Presidente
Onorevoli colleghi.
È fatale che ogni ripresa delle nostre adunanze abbia ad essere funestata dall'annunzio della perdita di qualcuno dei nostri cari colleghi. Questa volta la sorte inesorabile è stata ancor più crudele, avendoci rapito nel giro di poche settimane sei benemeriti senatori, che tutti, a titoli diversi, altamente onoravano la nostra assemblea.
[...]
Nel mattino dell'8 gennaio, nella villa del Boschetto presso Firenze, si chiudeva la vita fruttuosamente operosa dell'illustre senatore marchese Ippolito Nicolini [sic!].
Non degenere dalle virtù degli avi, che sino dai remoti tempi del governo popolare di Firenze avevano dato alla gloriosa città una eletta schiera di Gonfalonieri di giustizia e di Priori di libertà, il compianto nostro collega, seguendo l'impulso della sua indole vivace ed irrequieta, che irresistibilmente lo traeva al moto ed alle agitazioni di un'operosità pratica ed attiva piuttosto che alla vita chiusa e silenziosa degli studi, in ancora giovane età, confortato dai provvidi amorevoli consigli paterni, si diede al viaggiare, preferendo formare la propria educazione e la propria cultura, anziché sui libri, su la osservazione diretta di uomini e cose, per rendersi conto esatto delle ragioni della diversità dei costumi e dei bisogni dei popoli più progrediti, e delle diverse esigenze dei vari ordinamenti sociali.
E tale preparazione non fu vana, come ne fa fede la sua vita improntata tutta, non ad astratte ideologie teoriche che sovente, applicate senza criterio in ambienti non adatti, conducono alle più amare disillusioni, ma all'illuminato positivismo che sempre lo distinse nei campi più svariati della sua energica attività, assicurandogli invidiati successi tanto nelle amministrazioni locali o di Stato quanto nelle private aziende aventi carattere industriale.
E da queste ultime appunto egli iniziò la sua vita attiva, non volendo, con nobile esempio, fare la propria esperienza nelle pubbliche funzioni, né affrontare le responsabilità che le accompagnano, prima di avere di avere misurate le sue forze, onde gli eventuali danni del suo noviziato non avessero a scontarsi poi da chi di ogni colpa era immune. Appena quindi gliene fu dal padre affidata la gestione, si applicò al governo delle grandi fattorie di famiglia e vi si dedicò con tutta la foga del suo temperamento, che non conosceva mezze misure.
Memore di quanto aveva osservato in Francia e dei grandi risultati ivi ottenuti nella industria vinicola mediante un razionale sistema di cultura dei vigneti ed un metodo non empirico di vinificazione, coraggiosamente rompendola colle tenaci tradizionali consuetudini paesane, non senza aspre lotte, riuscì a vincere le resistenze; e tutti sanno il successo da cui furono coronate le sue ardite innovazioni e come i prodotti delle sue cantine, sotto il di lui nome, si conquistassero i mercati non della sola Toscana, ma di tutta Italia e fossero apprezzati anche fuori.
Tali risultati, che costituivano un indiscutibile titolo di benemerenza per il giovane patrizio fiorentino, lo segnalarono alla attenzione degli elettori della provincia, i quali, alla prima elezione a scrutinio di lista, lo vollero incluso nell'elenco dei deputati del collegio di Firenze. Successivamente, fattosi ritorno al collegio uninominale, per parecchie legislature gli fu confermato il mandato da quello di Campi Bisenzio, finchè, pressato a sobbarcarsi quale sindaco al governo della sua Firenze, con sacrifizio non dissimulato si staccò da' suoi fedeli elettori, passando poi poco dopo al Senato.
Il Niccolini, di principî schiettamente liberali, entrando nella Camera prese posto sui banchi di sinistra, trattovi più ancora che dall'affinità delle tendenze, dal suo carattere fatto per la lotta. In lui per altro lo spirito di contrasto e di opposizione era siffattamente temperato da quel suo squisito senso pratico della realtà delle cose, che non tardò a rivelarlo come ormai maturo anche alle funzioni di governo, e dopo varie non facili missioni onorevolmente compiute all'estero, chiamato all'alto ufficio di Sottosegretario di Stato per i lavori pubblici, vi diede prova di così sicura competenza che, mancato il ministro, non si sentì il bisogno di sostituirlo rimanendo a lui intiera la direzione e la responsabilità dell'importante dicastero.
Non parlerò della parte che egli prese ai più notevoli dibattiti svoltisi a Montecitorio, né della forma affatto personale della sua eloquenza, fatta di acute e soventi mordaci osservazioni e di scatti qualche volta irruenti, perché ne è ancor vivo il ricordo, e molti di noi hanno potuto formarsene un'idea nel tempo che ebbimo la fortuna di averlo collega, sebbene la calma e la serenità abituale di questo ambiente avesse molto smorzato il fuoco del suo ardente temperamento.
Così non parlerò dell'opera dal Niccolini compiuta come sindaco a pro della sua Firenze.
Fu questo forse il periodo più agitato della sua vita tanto mossa, e quantunque non gli si lasciasse il tempo di compiere il suo programma per l'acuirsi delle opposizioni contro lui coalizzatesi, eccitate e rese insofferenti dagli irrompenti impetuosi suoi attacchi, vi lasciò tuttavia traccie così profonde del suo paesaggio, che perenne dovrà essere la riconoscenza della gentile città per i benefici assicuratile dalle coraggiose, sapienti sue iniziative.
Spetta a lui il merito di avere affrontato e quasi completamente risoluto il grave e difficile problema dell'acqua potabile, la cui mancanza costitutiva una nota d'inferiorità per un centro che si citava ad esempio di elegante pulitezza, da cui si era irradiata tanta luce di civiltà e che è sempre la fulgida gemma nella quale si rispecchiano le più belle virtù della nostra stirpe.
Inchiniamoci dunque reverenti dinanzi alla tomba del cittadino altamente benemerito su la quale si potrebbe riprodurre la celebre epigrafe: hic quiescit qui numquam quievit. (Bene).
[...]
BONOMI, ministro dei lavori pubblici. Domanda la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
BONOMI ministro dei lavori pubblici. Del marchese Ippolito Piccolini ha tessuto le logie l’illustre Presidente del Senato. Egli ha detto i meritati successi che l’onorevole Niccolini ebbe a raccogliere così nell’industria come nelle amministrazioni locali, poiché il senatore Niccolini fu sindaco della sua città, in mezzo a contrasti e lotte che non hanno scemato la sua benemerenza verso la città stessa.
Il senatore Niccolini fu l’uomo di battaglia e di lotta, e come tale lo si ricorda nel Dicastero dei lavori pubblici, dove tenne il posto di sottosegretario di Stato ivi il ricordo di lui è ricordo di energia fattiva, d’intelligenza pronta, di alacrità dedicata al bene del paese. Per questo va a lui il rimpianto cordiale, non soltanto del mio Ministero, ma dell’intero Governo a nome del quale io mi associo alle nobili parole pronunziate dall’illustre Presidente in suo onore. (Approvazioni).
[...]
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 1° marzo 1919.
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Note: | [Curiosità:] Commissario governativo relativamente al settore vini ed oli per l'Esposizione italiana a Zurigo (1893) e Presidente onorario della Commissione generale per l'Esposizione italiana a Zurigo (1893).
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Attività 1575_Niccolini_Ippolito_IndiciAP.pdf |
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