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NICOLIS DI ROBILANT Carlo Felice | |
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Data di nascita: | 08/08/1826 |
Luogo di nascita: | TORINO |
Data del decesso: | 17/10/1888 |
Luogo di decesso: | LONDRA |
Padre: | Maurizio |
Madre: | VON TRUCHSSES-WALDBURG Maria Antonietta |
Nobile al momento della nomina: | Si |
Nobile ereditario | Si |
Titoli nobiliari | Conte di Robilant, titolo riconosciuto con decreto ministeriale del 23 dicembre 1896
Signore di Cereaglio |
Coniuge: | CLARY ALDRINGEN Maria Edmonda, detta Edmea |
Figli: | Maria, che sposò il conte Edoardo RIGNON (figlio del senatore Felice Rignon, vedi scheda)
Edmondo, padre di Carlo felice, Andrea, Edmondo, Gian Francesco, Olga
Elisabetta, che sposò Luigi HEKENSFELDT-SLAGHEK-FABBRI
Luigi Sigifredo, che sposò la contessa Morosina MOROSINI ed era padre di Anna
Carlo Manfredo, che sposò Anna ENGELFRED ed era padre di Maurizio ed Enrico
Teresa Elisabetta, che sposò Luigi BALBO BERTONE DI SAMBUY |
Fratelli: | Maria Antonia Carola, sposa Ludovico Galeazzo Scarampi marchese di Pruney |
Parenti: | NICOLIS DI ROBILANT Giambattista, avo paterno |
Titoli di studio: | Scuola militare |
Scuole militari: | Accademia militare di Torino (9 marzo 1839-1846) |
Professione: | Militare di carriera (Esercito) |
Altre professioni: | Diplomatico |
Carriera giovanile / cariche minori: | |
Carriera: | Colonnello (2 marzo 1862)
Maggiore generale (20 agosto 1866)
Tenente generale (17 maggio 1877)
Inviato straordinario e ministro plenipotenziario di I classe (25 giugno 1871)
Ambasciatore (22 giugno 1876-17 ottobre 1888) |
Cariche e titoli: | Aiutante di campo onorario di SM il Re (27 marzo 1862)
Presidente della Commissione internazionale militare per la delimitazione dei confini con l'impero austriaco (20 febbraio 1867)
Comandante della Scuola superiore di guerra (21 luglio 1867)
Prefetto di Ravenna (22 marzo 1870)
Ministro plenipotenziario a Vienna (1871)
Ambasciatore a Londra (1888) |
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.:: Nomina a senatore ::.
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Nomina: | 11/25/1883 |
Categoria: | 06 | Gli Ambasciatori |
Relatore: | Francesco Ghiglieri |
Convalida: | 14/12/1883 |
Giuramento: | 10/06/1884 |
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Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 6 luglio 1859
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 6 settembre 1859
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 19 settembre 1873
Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia 9 novembre 1872
Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia 1° giugno 1861
Commendatore dell'Ordine militare di Savoia 6 dicembre 1866
Cavaliere dell'Ordine della Legion d'onore (Francia) 15 dicembre 1855
Ufficiale dell'Ordine della Legion d'onore (Francia) 23 luglio 1859
Cavaliere dell'Ordine di S. Anna (Russia) 18 aprile 1857
Cavaliere dell'Ordine di Alberto il Valoroso (Sassonia) 17 luglio 1857
Cavaliere dell'Ordine di S. Stanislao (Russia) 28 ottobre 1858
Cavaliere dell'Ordine dell'Aquila rossa (Prussia) 12 novembre 1858
Cavaliere dell'Ordine della Corona reale di Prussia 30 ottobre 1861 |
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Periodo: | 1848-1849 prima guerra d'indipendenza
1859 seconda guerra d'indipendenza
1860-1861 campagna d'Ancona e Bassa Italia
1866 terza guerra d'indipendenza | |
Arma: | Esercito: artiglieria, Stato maggiore |
Decorazioni: | Due medaglie d'argento al valore militare, medaglia commemorativa per la campagna d'Italia 1859 (Francia), medaglia a ricordo delle guerre combattute per l'Indipendenza e l'Unità d'Italia | |
Conseguenze: | ferito |
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Governo: | Ministro degli affari esteri (6 ottobre 1885-4 aprile 1887) |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.
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Atti parlamentari - Commemorazioni
Domenico Farini, Presidente
Signori senatori!
È mio dovere, e pietoso ufficio ad un tempo, ricordare quei colleghi nostri che passarono di vita dalla scorsa estate ad oggi: i senatori Vegezzi, Morandini, Luciani, Correnti, Di Robilant, Di Castagnetto.
[...]
Improvvisa, dolorosissima giungeva in Italia, il 17 di ottobre, la notizia della perdita del conte Carlo Di Robilant, morto in Londra nelle prime ore del giorno stesso.
Nacque di antico lignaggio in Torino l'8 di agosto 1826, Carlo Di Robilant, e, sull'esempio del padre e degli avi, seguì la carriera delle armi, ornamento e vanto di quella fiera nobiltà subalpina che, sprezzatrice del molle poltrire, servendo il Re col senno e colla mano, rinverdiva di novella fronda l'avito blasone.
Educato nell'Accademia militare, militò nella guerra del 1848 come luogotenente d'artiglieria ed intrepido combatté con grande onore a Sommacampagna il 24 e 25 di luglio.
Nell'infausta giornata di Novara una palla di cannone gli infranse la mano sinistra, che si dovette amputargli.
Alla guerra del 1859, capitano d'artiglieria; a quella del 1860, maggiore, poi tenente colonnello di stato maggiore; a quella del 1866, colonnello e capo di stato maggiore del 3° corpo d'armata, prese parte con valore pari alla non comune militare perizia.
Due medaglie al valore militare e le ricompense alle doti nella vita de' campi le più pregiate, ornavano il petto di lui, numerando ogni scontro, ogni combattimento, ogni campagna cui il glorioso mutilato aveva partecipato.
Il tratto contegnoso, temperato da signorile cortesia, grande autorevolezza nel comando, onor militare altamente sentito, coltura e pratica nelle discipline militari, devozione illimitata al Re ed alla patria, facevano del conte Di Robilant un modello di cittadino e di soldato.
Esimie doti, di rado unite in uno, e che furono sovratutto manifeste in lui generale e capo di quel primo istituto di perfezionamento militare, che è la scuola di guerra.
Ed a Ravenna, dove per pochi mesi, nel 1870, succedendo al generale Escoffier, spento dalla mano assassina d'un impiegato di pubblica sicurezza, ebbe poteri civili e militari, colla grande equanimità, colla scrupolosa osservanza della legge, sciolto dalle parti seppe accattivarsi la stima, anzi l'affetto financo di quei cittadini, i quali, diffidando di tanta somma di autorità nelle mani d'un soldato eccezionalmente confusa, avevano in sulle prime temuto straordinarie provvidenze, alla libertà infeste.
Dalla quale missione, compiuta con plauso, messo in maggiore risalto, egli era, nel 1871, mandato ministro plenipotenziario, poi ambasciatore a Vienna, dove efficacemente contribuì allo entrare dell'Italia nel concerto delle potenze centrali; alleanza che, ministro degli esteri per quindici mesi, toccò a lui nel 1887 rinnovare e più particolarmente determinare.
Dal 1877 fu tenente generale, e senatore dal 25 novembre 1883.
Al conte Di Robilant, ministro, non mancarono le amarezze della vita pubblica. A lui, non avvezzo alle lotte politiche; al cuore di lui, sopratutto e prima di tutto soldato, i giudizi aspri e i concitati assalti furono punta avvelenata, come se il saldo suo patriottismo fosse sospettato; quasi che al suo onore di cittadino e di soldato si attentasse.
E quando, pochi mesi or sono, tolto alla vita privata ed agli affetti della prediletta famiglia, una nuova ed importante missione a Londra gli provò non essere sceso nella pubblica stima, un fremito di gioia scosse certo l'austero, cui il riputarsi male giudicato era insopportabile tormento. E il compianto schietto, caldo, unanime intorno alla bara dello specchiato gentiluomo, del diplomatico sagace, dell'eroico soldato morto lungi dalla patria fu degna ricompensa a chi si inscrisse col sangue nelle battaglie del nazionale riscatto, e fra le armi e nei pubblici uffici ebbe un solo sprone, un intento solo: il dovere. (Movimento generale di vive approvazioni)
[...]
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il signor ministro guardasigilli.
ZANARDELLI, ministro di grazia e giustizia. A nome del Ministero sento il dovere di associarmi ai sentimenti espressi con tanta verità, con tanta nobiltà, con tanta esattezza dal nostro illustre Presidente e dagli onorevoli senatori che degnamente fecero eco alle sue parole.
Non io saprei aggiungere novella fronda a quella splendida corona, di meritati elogi che il Senato ha dedicati alla memoria di questi uomini insigni.
[...]
Infine, sebbene il mio amico e collega, il ministro della guerra, sia tale cui più che a me si addica di parlare del conte Di Robilant, non voglio tralasciare di rendere omaggio al suo strenuo valore, al liberale reggimento d'una patriottica provincia tenuto in tempi difficili, al senno non disgiunto da patriottica alterezza con cui strinse a difesa d'Italia poderosi legami internazionali, alla sua lealtà cavalleresca, alla semplicità dei modi, alla elevata dignità della vita.
Signori, noi tutti in questo recinto sentiamo profondamente con unanime rimpianto come questi uomini, gli egregi spiriti i quali in questi ultimi mesi furono rapiti al Senato, contribuirono a quei solenni ed immortali avvenimenti che dopo tanti secoli di divisioni e di servaggio diedero agli Italiani una patria. (Bene, benissimo).
PRESIDENTE. Il signor ministro della guerra ha facoltà di parlare.
BERTOLÈ VIALE, ministro della guerra. Sia lecito anche a me, compagno d'accademia e commilitone del compianto senatore Di Robilant, di aggiungere pochissime parole a quelle nobilissime espresse a sua commemorazione dal nostro onorevole Presidente.
Il conte Di Robilant come soldato combatté valorosamente tutte le guerre dell'indipendenza italiana; come diplomatico rese eminenti servigi al paese ed altri ne avrebbe resi ancora se morte immatura non ce lo avesse rapito.
È una nobile ed utile esistenza che manca fra coloro che contribuirono col braccio e colla mente a costituire l'unità d'Italia, e la sua memoria rimarrà imperitura fra tutti coloro che amano e comprendono la patria. (Bene).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 8 novembre 1888.
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Note: | Il nome completo risulta essere: "Carlo Felice Luigi Francesco".
Secondo altra fonte risulta nato il 7 agosto 1826.
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Attività 1577_Nicolis_di_Robilant_Carlo_Felice_IndiciAP.pdf |
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