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Senato della Repubblica
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NOBILE Francesco

  
  


    .:: Dati anagrafici ::.

Data di nascita:10/08/1824
Luogo di nascita:PALERMO
Data del decesso:02/06/1892
Luogo di decesso:ROMA
Padre:Michele
Madre:MARTORANA Anna
Nobile al momento della nomina:No
Nobile ereditarioNo
Coniuge:PAMPILLONIO Marianna
Figli: No
Luogo di residenza:ROMA
Indirizzo:Via del Corso, 397
Titoli di studio:Laurea in giurisprudenza
Professione:Magistrato
Carriera giovanile / cariche minori:
Carriera:Consigliere della Corte d'appello di Palermo (21 aprile 1862)
Consigliere della Corte di cassazione di Roma (13 gennaio 1876)
Primo presidente della Corte d'appello di Messina (17 marzo 1881)
Presidente di sezione della Corte di cassazione di Palermo (22 maggio 1884)
Presidente di sezione della Corte di cassazione di Roma (24 febbraio 1889)

    .:: Nomina a senatore ::.

Nomina:12/04/1890
Categoria:08 I primi Presidenti e Presidenti del Magistrato di Cassazione e della Camera dei conti
Relatore:Salvatore Majorana Calatabiano
Convalida:13/12/1890
Giuramento:10/12/1890
Annotazioni:Giuramento prestato prima della convalida, in seduta reale d’inaugurazione di sessione parlamentare

    .:: Onorificenze ::.

Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 1864
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 28 luglio 1867
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 10 gennaio 1890
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia 27 luglio 1869
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 14 gennaio 1872
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia 13 marzo 1879
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 1° gennaio 1888


    .:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.

Atti parlamentari - Commemorazioni
      Giuseppe Saracco, Presidente

      Signori senatori!
      Anche la seduta odierna devo contristare con funerea parola: nei pochi giorni corsi dall'ultima, anzi in questi tre ultimi, due egregi colleghi cessavano di vivere.
      [...]
      Nello stesso giorno mancava ai vivi il senatore Francesco Nobile.
      Presidente di sezione della Corte di cassazione di Palermo dal 1884, tramutato or son più di tre anni collo stesso grado in Roma, qui moriva di gocciola la sera del giorno funesto.
      Era il Nobile nato il 20 [sic] di ottobre 1824 in Palermo e studiata la legge, vi aveva il 1847 entrati i pubblici uffici, quale relatore siciliano presso la Consulta generale del Regno.
      Passato poi giudice nei tribunali e nelle corti dell'isola vi aveva acquistata reputazione e dottrina, che gli furono via ai supremi gradi raggiunti dappoi il governo nazionale.
      Uomo tutto inteso allo studio ed alle incombenze dell'alta carica, alieno dalle parti; il frastuono, le agitazioni giornaliere, sebbene palpitasse di patrio amore, non lo avevano mai distratto dal religioso proposito di servire esclusivamente al trionfo della verità e del diritto.
      Dello svegliato ingegno e della non comune dottrina rimane ricordo nelle aule giudiziarie che lo udirono, negli scritti che dettò; ultimo dei quali, donato a noi or son pochissimi giorni, quasi a legato della doviziosa sua mente, la illustrazione ed il commento dei codici di Giovan Luca Barberi, sullo stato delle regalie della monarchia siciliana nei primordi del secolo decimosesto.
      Stima di concittadini, di colleghi, di amici accompagnò la specchiata vita, che egli dirittamente visse; un solo sprone sentendo: il dovere; ad un solo nume inchinandosi: la legge. (Bene).
      Da poco sedeva fra noi (4 dicembre 1890): età, robustezza, vivezza ce lo facevano credere, la mente l’animo ce lo facevano desiderare per lungo tempo collega. Fallace speranza, desiderio deluso. Ahi! vanità delle umane previsioni!
      Alla perdita gravissima fatta dall'ordine giudiziario il Senato per mia bocca partecipa con rammarico cocente, con profondo dolore. (Vive approvazioni).
      [...]
      Ha facoltà di parlare il signor senatore Sprovieri.
      SPROVIERI F. Si permetta anche a me, illustri senatori, a me recluta, in questo alto Consesso, di poter mandare una parola, un tributo di affetto e di stima al collega estinto Francesco Nobile.
      Egli fu specchio ed esempio di onestà a tutti; fu specchio di ottimo cittadino.
      La magistratura perde in lui un valoroso soldato.
      Ora io prego l’illustre nostro Presidente di voler essere l’interprete delle nostre sincere condoglianze alla desolata famiglia del defunto collega Francesco Nobile.
      PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il senatore Canonico.
      CANONICO. Una solo parola mi permetta il Senato di aggiungere a quelle così bene pronunciate dall’egregio nostro Presidente e dal nostro collega senatore Sprovieri intorno alla memoria del compianto Francesco Nobile nostro collega. Nobile veramente d’animo al pari che di nome, magistrato valente, dotto scrittore, carattere di gentiluomo, egli lascia nella corte di cui fu l’ornamento nell’animo di quanti lo conobbero, un profondo rimpianto, un affettuoso ricordo. (Bene).
      Io che sono stato con lui uno dei fondatori della Carte di cassazione di Roma fino dal 1876, che ebbi agio di conoscerlo da vicino per tanti anni, ben gli posso rendere questa povera ma sincera testimonianza, invero troppo povero conforto all’egregia donna che gli fu compagna, ed a noi tutta ne rimpiangiamo la perdita recente ed immatura.
      PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il ministro guardasigilli.
      BONACCI, ministro di grazia e giustizia. Signori senatori! Nel giorno in cui recentemente io entrai per la prima volta in quest’aula, l’animo mio era dominato da un sentimento di riverenza e di grande mestizia. I miei occhi cercavano il seggio che venti anni or sono per breve tempo qui occupò un magistrato la cui memoria è a me sacra a me più della vita. L’eloquenza degli oratori che parlarono in quella seduta, non giunse a distaccare l’animo mio dalla contemplazione di quell’immagine che melanconicamente mi sorrideva.
      Gli stessi sentimenti dominano l’animo mio quest’oggi e mentre ho l’onore di prendere la parola per la prima volta davanti a voi per unirmi al rimpianto vostro, espresso con sì nobili parole dall’illustre Presidente del Senato, per la perdita di due benemeriti ed insigni magistrati.
      [...]
      Francesco Nobile, al quale mi legavano vincoli personali di reverente ed affettuosa amicizia, fu anche un magistrato insigne.
      Figlio della nobile Sicilia, egli recava nell’opera sua l’ardore e l’energia proprie di quel popolo, ed insieme la calma e la serenità del magistrato.
      Entrato giovanissimo nella magistratura, percorse tutti i gradi della gerarchia giudiziaria fino a quello di presidente di sezione della magistratura superiore del Regno.
      Per acume di ingegno, per vastità di dottrina giuridica, per costante operosità, per integrità di vita e nobiltà di animo egli era altamente stimato ed onorato dalla magistratura, dal fôro, dal paese del quale era largamente diffusa la riverenza e l’ammirazione per l’uomo che i suoi studi e le sue virtù avevano elevato ai sommi onori dello Stato.
      In nome del Governo io mi associo al lutto delle famiglie di questi eminenti magistrati, ed al compianto del Senato e del paese (Bene, benissimo).

      Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 4 giugno 1902.


Attività 1583_Nobile_IndiciAP.pdf1583_Nobile_IndiciAP.pdf