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Data di nascita: | 06/08/1839 |
Luogo di nascita: | MILANO |
Data del decesso: | 09/07/1902 |
Luogo di decesso: | MILANO |
Padre: | Giorgio Teodoro |
Madre: | RINUCCINI Marianna |
Nobile al momento della nomina: | Si |
Nobile ereditario | Si |
Titoli nobiliari | Principe di Musocco e Valle Misolcina, titolo rinnovato con regio decreto del 24 luglio 1887
Marchese di Sesto Ulteriano, titolo confermato il 1° giugno 1879
Signore di Corte Palasio
Patrizio milanese
Don |
Coniuge: | BARBIANO DI BELGIOIOSO Amalia Giulia |
Figli: | Giorgio Teodoro
Luigi Alberico, che sposò Maddalena CAVAZZI DELLA SOMAGLIA ed era padre di Giangiacomo e di Marianna coniugata BRIVIO |
Fratelli: | Beatrice, che sposò Carlo TAVERNA, senatore (vedi scheda)
Evelina, che sposò Antonio FALCO'
Maria Cristina |
Parenti: | TRIVULZIO Gian Giacomo, avo paterno
TRIVULZIO SERBELLONI Beatrice, ava paterna
TRIVULZIO Maria Cristina, zia, sorella del padre, che sposò Giuseppe ARCHINTO
TRIVULZIO Rosina, zia sorella del padre, che sposò Giuseppe POLDI PEZZOLI
TRIVULZIO Elena, zia, sorella del padre, che sposò Pietro SCOTTI DOUGLAS
TRIVULZIO Vittoria, zia, sorella del padre, che sposò Giuseppe CARANDINI
RINUCCINI Pier Francesco, avo materno
RINUCCINI ANTINORI Teresa, ava materna
CAVAZZI DELLA SOMAGLIA Giangiacomo, senatore (vedi scheda), cognato
BARBIANO Luigi Alidosio, suocero
BARBIANO VISCONTI Antonietta, suocera |
Professione: | Militare di carriera (Esercito) |
Carriera: | Sottotenente (Regno di Sardegna) (2 maggio 1859)
Luogotenente (17 agosto 1862-2 ottobre 1866. Data del collocamento a riposo)
Capitano (10 dicembre 1866. Dispensato dal servizio) |
Cariche amministrative: | Consigliere comunale di Milano (1895-1897) |
Cariche e titoli: | Ufficiale d'ordinanza onorario di SM il Re (11 ottobre 1859)
Membro della Commissione araldica lombarda (1889)
Socio corrispondente della Deputazione di storia patria di Torino
Socio onorario dell'Accademia di belle arti di Milano
Fondatore della Società storica lombarda |
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.:: Nomina a senatore ::.
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Nomina: | 10/25/1896 |
Categoria: | 21 | Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria |
Convalida: | 03/12/1896 |
Giuramento: | 08/01/1897 |
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Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 27 gennaio 1890
Cavaliere del Sovrano militare Ordine di Malta 1862 |
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Periodo: | 1859 seconda guerra d'indipendenza
1866 terza guerra d'indipendenza | |
Decorazioni: | Medaglia commemorativa per la campagna d'Italia 1859 (Francia); due medaglie d'argento al valor militare | |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.
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Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Saracco, Presidente
Signori e riveriti colleghi!
Mi è grave dover riprendere la direzione dei nostri lavori col mesto annunzio di dolorose perdite toccate a questo nostro Senato, nelle persone di un grande numero di colleghi scesi nel sepolcro fra il 9 luglio ed il 15 del corrente mese.
Sono tredici i senatori, che in meno di cinque mesi sono usciti di vita, ed io con l'animo commosso, come di domestica sventura, ne pronuncio i nomi onorati dall'alto di questo seggio, onde significare il cordoglio ed il rimpianto del Senato, che, insieme all'amarezza della perdita, sentirà di un tratto le dolorose conseguenze della improvvisa dipartita di tanti valent'uomini che erano vanto e decoro di questo alto consesso.
Nel solo mese di luglio giunsero al numero di sei i senatori colpiti da morte: il principe Trivulzio in Milano, indi il commendatore Spera, già consigliere di Cassazione in Roma, Antonio Mordini, l’ex dittatore di Sicilia, a Montecatini, il professore Edoardo Porro, in Milano, il generale Cesare Zanolini, qui in Roma, e Gaetano Negri a Varazze.
Nell'agosto e nel settembre morivano altresì in Roma il generale Annibale Ferrero, ed il commendatore Gloria Francesco, magistrato e riposo.
Tre altri colleghi si spegnevano a Rogliano, a Casal Baiocco, ed in Ferrara, e sono l’antico e provato patriota, Donato Morelli, il dottore Gioanni Secondi, ed il duca Galeazzo Massari.
Infine, nella prima quindicina di novembre lasciavano questa terra, l’uno a Bologna, l’altro in Milano, il commendatore Lucio Fiorentini, già prefetto di provincia ed il duca Guido Visconti di Modrone.
Ed ora, o signori, che ho compiuto il pietoso ufficio di richiamare per brevi istanti davanti agli occhi vostri le nobili figure dei nostri lacrimati defunti che più non vedremo seduti accanto a noi, io mi sento costretto a fare appello alla vostra indulgenza, perché mi concediate venia, se non mi attento, così per la novità della cosa, come per la poca opportunità dell'ora presente, di raccogliere in forma di supremo, separato elogio, i titoli di onore acquistati in vita da ciascuno dei valorosi che piangiamo estinti lasciando in noi tutti l'eguale rammarico del compagno, perduto. Certo non è mancato, e non mancherà chi voglia e sappia scegliere il momento, ed il luogo acconcio a ricordare degnamente le gloriose gesta del patriota cospiratore e del soldato valoroso, le qualità insigni dello scienziato e del pubblicista colto e coraggioso, le benemerenze del magistrato e dell'amministratore integro, e sapiente, e gli eminenti servigi resi all'unanimità sofferente con intelletto d'amore, e coll'uso nobilissimo delle avite ricchezze; onde gli uni e gli altri salirono meritamente in fama su questa terra.
Io devo impormi la maggiore brevità possibile. Ma quelle anime elette che aleggiano forse intorno a noi, spinte dal desio di rivedere i luoghi delle loro più care affezioni, e dove hanno lasciato il maggiore desiderio di sé, aspettano la parola che deve partire da questi banchi, e non si dorranno, io spero, di me né di voi, perocché interprete sicuro e fedele dei sentimenti del Senato, rivendico l'onore di portare a tutti, ed a ciascuno dei compagni ed amici perduti il supremo tributo del nostro affetto e della nostra ammirazione. (Benissimo). Essi non sono morti interamente per noi, poiché non muoiono interamente gli uomini i quali vissero ed operarono per il bene della patria.
Così la terra sia ad essi leggiera e Dio conceda loro la pace eterna dei giusti. (Vive approvazioni).
ZANARDELLI, presidente del Consiglio. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
ZANARDELLI, presidente del Consiglio. Io mi associo pienamente alle parole pronunziate dall'illustre vostro Presidente, e aggiungo che il Governo sente tutta la gravità e l'amarezza delle perdite che fece il Senato.
Nel porgere quindi alla mia volta a nome del Governo un tributo di cordoglio e di rimpianto a questi illustri perduti, lo faccio tanto più volentieri, inquantochè mentre questi sentimenti, così bene espressi dall'illustre Presidente, sono per il Senato solidarietà e tradizione, noi possiamo pur dire con certezza che essi trovano una eco possente in tutte le classi del popolo italiano. (Bene, approvazioni vivissime).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 26 novembre 1902.
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Note: | [Curiosità:] arricchì la raccolta dantesca della Biblioteca trivulziana. Fu presidente delle Esposizioni riunite a Milano (1894).
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