|
|
|
Data di nascita: | 06/13/1833 |
Luogo di nascita: | VICENZA |
Data del decesso: | 06/04/1906 |
Luogo di decesso: | VICENZA |
Padre: | Domenico |
Madre: | VALLE Angela |
Nobile al momento della nomina: | No |
Nobile ereditario | No |
Coniuge: | COLLEONI PORTO Olimpia, nobile |
Figli: | Angelina, che sposò il marchese Fabio MANGILLI
Domenico, che sposò la contessa Elisa PIOVENE PORTO GODI
Orazio, che sposò la nobildonna Laura BALBI |
Parenti: | LAMPERTICO Fedele, zio, fratello del padre
FOGAZZARO Antonio, nipote |
Titoli di studio: | Laurea in giurisprudenza |
Presso: | Università di Padova |
Professione: | Docente universitario |
Altre professioni: | Economista, possidente |
| Incerto |
Carriera giovanile / cariche minori: | |
Carriera: | Professore ordinario di Economia politica all'Università di Padova |
Cariche politico - amministrative: | Presidente del Consiglio provinciale di Vicenza (1871-1899) |
Cariche amministrative: | Consigliere comunale di Vicenza (30 novembre 1852-19 dicembre 1897) (22 giugno 1902-1905)
Assessore comunale di Vicenza (1855-1860)
Consigliere provinciale di Vicenza (24 gennaio 1867-agosto 1905) |
Cariche e titoli: | Socio fondatore del "Giornale degli Economisti"
Segretario, poi presidente della Società S. Vincenzo de' Paoli per i malati di colera (1857-1865)
Socio fondatore e presidente della Società di mutuo soccorso degli artigiani di Vicenza (1858-30 giugno 1888)
Membro della Congregazione di carità e degli asili di carità per l'infanzia di Vicenza (14 aprile 1863)
Presidente della Congregazione di carità e degli asili di carità per l'infanzia di Vicenza (14 novembre 1872-7 marzo 1883)
Presidente [detto anche deputato alla presidenza] della Biblioteca Bertoliana di Vicenza (25 marzo 1866-7 marzo 1883)
Presidente del Consorzio ferroviario interprovinciale Padova-Treviso-Vicenza (27 agosto 1874)
Fondatore della Banca popolare di Vicenza
Socio dell'Associazione nazionale per i missionari cattolici italiani (21 dicembre 1886)
Presidente dell'Associazione nazionale per i missionari cattolici italiani (7 aprile 1893-dicembre 1902)
Presidente onorario emerito dell'Associazione nazionale per i missionari cattolici italiani (dicembre 1902)
Socio dell'Accademia olimpica di Vicenza (16 gennaio 1855)
Presidente dell'Accademia olimpica di Vicenza (10 dicembre 1870-7 marzo 1883)
Socio della Società geografica italiana (1867)
Socio dell'Accademia nazionale di scienze, lettere ed arti di Modena (1872)
Membro effettivo dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti di Venezia (6 ottobre 1864)
Membro pensionato dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti di Venezia (2 luglio 1890)
Vicepresidente dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti di Venezia (6 dicembre 1871-31 gennaio 1874) (19 febbraio 1882-16 aprile 1884)
(28 dicembre 1893-16 dicembre 1894)
Presidente dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti di Venezia (22 febbraio 1874-21 febbraio 1876) (17 aprile 1884-12 giugno 1886) (17 dicembre 1894-16 gennaio 1897) (13 novembre 1898-14 novembre 1900)
Membro della Società italiana di economia politica (1868)
Socio nazionale dell'Accademia dei Lincei di Roma (13 maggio 1875)
Socio effettivo della Deputazione di storia patria per le Venezie (15 luglio 1875)
Presidente della Deputazione di storia patria per le Venezie (23 ottobre-9 novembre 1881) (28 settembre 1890-novembre 1895) (10 novembre 1901-1904)
Membro corrispondente della Società reale di Napoli (18 novembre 1877)
Membro ordinario della Società reale di Napoli (26 febbraio 1905)
Socio dell'Accademia delle scienze di Torino (3 aprile 1881)
Socio dell'Istituto storico italiano (25 novembre 1883)
Socio corrispondente dell'Accademia della Crusca (23 dicembre 1893) |
|
.:: Nomina a senatore ::.
|
|
Nomina: | 11/06/1873 |
Categoria: | 16
18
21 | I membri dei Consigli di divisione
dopo tre elezioni alla loro Presidenza
I membri della Regia accademia delle scienze
dopo sette anni di nomina
Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria |
Relatore: | Tommaso Spinola |
Convalida: | 19/11/1873 |
Giuramento: | 10/12/1873 |
|
|
|
Grande ufficiale dell'ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 1° luglio 1898
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia
Cavaliere dell'Ordine civile di Savoia |
|
|
.:: Camera dei deputati ::.
|
|
Legislatura | Collegio | | Data elezione | Gruppo | Annotazioni |
IX | Vicenza | | 25-11-1866 | Destra | |
X | Vicenza | | 10-3-1867* | Destra | Dimissioni il 7 marzo 1870 |
|
|
|
|
Commissioni: | Membro della Commissione di finanze (8 dicembre 1874-1° febbraio 1880) (29 maggio 1880-25 settembre 1882) (25 novembre 1882-27 aprile 1886) (15 giugno 1886-3 agosto 1890) (16 dicembre 1890-27 settembre 1892) (1° dicembre 1892-13 gennaio 1895) (13 giugno 1895-2 marzo 1897) (8-10 aprile 1897. Dimissionario)
Membro della Commissione per l'esame del I libro del Codice penale (16 dicembre 1877)
Membro della Commissione per l'esecuzione della legge sull'abolizione del corso forzoso (14 maggio 1881-25 settembre 1882) (15 dicembre 1890-23 luglio 1894) (13 giugno 1895-15 luglio 1898)
Membro della Commissione per l'esame delle tariffe doganali e dei trattati di commercio (10 aprile 1897-17 maggio 1900)
Membro della Commissione per l'esame dei disegni di legge sui trattati internazionali (20 giugno 1900-6 aprile 1906)
Membro della Commissione per l'esame del disegno di legge "Proroga dei termini assegnati nella legge 14 luglio 1887 (serie 3a) per la commutazione delle prestazioni fondiarie perpetue" (19 dicembre 1903)
Membro della Commissione per l'esame del disegno di legge "Proroga del termine utile per la diffida relativa al riscatto delle Strade ferrate meridionali" (14 aprile 1905) |
| Commissario di vigilanza sulla circolazione e sugli Istituti di emissione (7 aprile 1897-30 aprile 1900. Dimissionario)
Commissario di vigilanza al Fondo per l'emigrazione (28 novembre 1901-15 aprile 1902. Dimissionario) |
|
|
|
|
.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.
|
|
Atti Parlamentari - Commemorazione
Tancredi Canonico, Presidente
Signori senatori! Non è ancora sepolta la salma del senatore Vitelleschi, e già un'altra gravissima perdita ha fatto il Senato.
Ieri, 6 aprile, lasciava, per un mondo migliore, questa povera terra il senatore Fedele Lampertico.
Nato a Vicenza il 13 giugno 1833 e laureatosi giovanissimo a Padova, egli coltivò con grande amore le discipline giuridiche, ma specialmente le economiche.
Con plauso tenne per tre anni corsi liberi di economia politica all'Accademia Olimpica di Vicenza e fu professore ordinario nell'Università di Padova. Scrisse molte opere assai pregiate: fra cui gli Scritti storici e letterari, gli Statuti del Comune di Vicenza, L'economia dei popoli e degli Stati, Il Credito, La legge dell'affrancazione e abolizione delle decime, Lo Statuto e il Senato.
Socio di varie accademia scientifiche, fu presidente del R. Istituto veneto di scienze, lettere ed arti: fece parte di varie amministrazioni e presiedette per più anni il Consiglio provinciale di Vicenza.
Entrato il Veneto a far parte del Regno d'Italia, il Lampertico venne eletto deputato, e (appena quarantenne) nominato senatore il 6 novembre 1873.
Nell'uno e nell'altro ramo del Parlamento fu assiduo ed attivissimo. Prendeva parte alla discussione di tutti i disegni di legge importanti: l'eloquente sua parola era sempre religiosamente ascoltata e di gran peso.
Membro di molte commissioni parlamentari e governative, le sue Relazioni costituiscono altrettante sapienti monografie: cito, ad esempio, quelle sul corso forzoso dei biglietti di banca e per l'abolizione di esso. Ragguardevole è l'opera da lui prestata nei disegni di legge sui trattati di commercio e sulle tariffe doganali, come pure nella Commissione d'inchiesta ferroviaria ed in altre non poche.
Uomo di rettitudine esemplare, di vita illibata, modesto ed affabile, era da tutti amato e stimato.
Credente sincero e convinto, la sua condotta era conforme a' suoi principii. La sua fede, lungi dall'attenuare, non faceva che accrescere ed elevare in lui il fervente amore di patria, e gli confortò le ore estreme di serena speranza.
Scomparso ora dalla scena della vita, egli lascia un profondo desiderio di sé nella diletta sua Vicenza, che lo piange, in tutta Italia, ed in ispecie nel Senato, che ha perduto in lui uno de' suoi membri più operosi ed autorevoli e che non dimenticherà giammai il nome caro e venerato di Fedele Lampertico. (Approvazioni).
LUZZATTI, ministro del tesoro. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
LUZZATTI, ministro del tesoro. I tristi lutti si succedono,da Vitelleschi a Lampertico! Nomi cari che fanno manifesto l’onore del carattere italiano, e in diversa misura la: gloria della scienza! In questo augusto consesso, dove si raccoglie tanto tesoro di sapienza civile e di patriottiche virtù, in un breve giro di giorni quasi ad attestare la labilità cose umane, si sono spenti due maggiori luminari del Senato.
La. vita spirituale di Fedele Lampertico, a somiglianza di quella dei nostri grandi scienziati e statisti, si svolge cme un poliedro mirabile rilucente da tutti i lati di qualità diverse ed elette. Letterato, oratore, storico, economista, socioloqo, statista, egli eccelleva anche nel maneggio degli affari amministrativi come ininterrotta fiducia a lui ne dava testimonianza la sua diletta città natale, la patriottica Vicenza, della quale era il presidio e l'orgoglio.
In Senato come alla Camera venne e vinse, non con le rumorose inframmettenze, ma con l’autorità modesta del sapere, che spegneva le invidie. La sola sua ritrosa umiltà lo trattenne dal salire ai maggiori uffici dello Stato.
Egli lascia un nome intemerato e che non morrà, nel nostro paese, per la bellezza nitida dell'anima sua e per la fede nel culto delle scienze economiche, che tanto ha contribuito a far progredire.
Fedele Lampertico fu un novatore nelle discipline sociali. Egli ebbe la fortuna di dedicarsi a esse in un periodo di palingenesi, quando le antiche formule classiche parevano disfarsi sotto la critica inesorabile di Carlo Marx e del nuovo collettivismo risorgente.
Diranno gli amici suoi e diranno i suor collaboratori, in altro recinto, come egli abbia contribuito al progresso di queste scienze, come egli integrasse l’elemento economico con i dati fondamentali della storia, del diritto e della morale, e come concepisse le società umane quali enti organici e vivi, non dominati soltanto dalle forze del tornaconto in conflitto fra loro, ma da una legge sublime di olidarietà e di amore. (Bene), Imperocché nella vecchia economia classica troppo il lavorante si considerava come una macchina che produce e non come un'anima che si eleva! (Bene).
Fedele Lampertico condiva tanta sapienza con una soave bontà.Nella sua mente era scolpita l’aurea di S. Bernardo: Ardere et lucere perfectum est! E negli ultimi istanti della sua vita la mente che gli era rimasta illesa, si dedicava ancora all’amore della famiglia, della città natale, della patria e al culto delle investigazioni scientifiche. Si può dire che passasse da questa vita: all’altra palpitando di affetto per i suoi figli, continuando le sue ricerche, come se tutto questo avesse dovuto perfezionarsi nella vita futura, alla quale ei credeva.
Il Senato del Regno gli tributa le onoranze. Tutti gli fanno onore e di ciò fanno bene.
Il Governo assisterà ai suoi funerali e si associa con alto compiante alle parole nobilissime del Presidente, le quali, se è possibile, accrescono il dolore dei nostri cuori.
Si è spento un grande sapiente, ma di lui si dirà prima di celebrarne l’ingegno:.
E se il mondo sapesse il cuor ch’egli ebbe.
Assai lo loda, e più lo loderebbe.
(Approvazioni vivissime).
DI PRAMPERO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DI PRAMPERO. Sia concesso anche a me, che ebbi l’onore di essere la prima volta, introdotto in ques’'Aula dal senatore Lampertico, di rimpiangere l’amico, la cui amicizia mi onorava da lunghissimi anni, di rimpiangere il collega illustre, l’esimio scienziato.
La mitezza dell'animo suo andava mirabilmente congiunta con l’elevatezza dell’ingegno.
L'amore della patria non lo faceva arrossire della sua fede. L’assiduità al lavoro intellettuale, non lo distoglieva dall’occuparsi degli interessi pratici della sua città natale.
Il Senato perde una delle più eminenti sue personalità, Vicenza perde il più illustre dei suoi figli, la famiglia il più amato dei padri, gli amici il fedelissimo.
Sia pace all’estinto che tanto vuoto lascia in mezzo a noi, ma il nome di Fedele Lampertico rimarrà a lungo ricordato in Senato. (Approvazioni).
LUCCHINI. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUCCHINI. Le espressioni di profondo rimpianto che il venerato nostro Presidente, e lo illustre ministro del tesoro hanno pronunziato in memoria di Fedele Lampertico, dimostrano quanto dolorosa riesca a questa prima Assemblea politica del Regno, la sua ripartita da ques’Aula.
Permettete, onorevoli colleghi, che io con animo commosso porti qui la parola di un dolore anche più: vivo, di un dolore anche più cocente, la parola cioè della sua e mia città nativa, di Vicenza che ha perduto in lui un figlio dilettissimo, dal quale traeva onore e vanto, e, come ben disse l'illustre ministro Luzzatti, della quale egli era presidio e duce.
Che questo suo figlio fosse un uomo veramente dotto, uno scienziato, una mente alacre e perspicua, tutti in Italia sapevano e se non lo sapessero, gli atti parlamentari e la biblioteca del Senato stanno a farne solenne affermazione.
Ma ciò che noi suoi concittadini sappiamo meglio di ogni altro, è quanta fosse la, bontà del suo cuore, la onestà, dei suoi propositi e la lealtà del suo procedere, anche di fronte agli avversari.
Questo mi piace affermare in questo momento, io che dall'illustre uomo mi trovavo in politica diviso da un profondo abisso e che, per le crudeli, ma ineluttabili necessità della politica, dovetti tante volte combatterlo.
Di Fedele Lampertico fu detto: mai non fu giovane, e fu detto bene, se,della giovinezza fisica si parla; ma il giudizio sarebbe errato trasportandolo in altro campo, perché, la mente, l'intelletto, il cuore di lui ebbero sempre, anche in tarda età, impulsi ed entusiasmi giovanili per tutto quanto egli credeva,a torto od ad ragione, il bene sociale.
E questo strano, contrasto si ripercuoteva nelle sue stesse convinzioni politiche; per cui egli, di fede conservatrice e di religiosità osservante, si fece anche in questa stessa Aula propugnatore e sostenitore d'idee e di provvedimenti arditamente democratici. (Bene).
In Fedele Lampertico Vicenza perde, non solo uno dei suoi più dotti ed illustri figli, ma perde il figlio più devoto e più amoroso; perché nulla poteva eguagliare l'affetto, come bene osservò il ministro del tesoro, l'affetto che il senatore Lampertico portava alle glorie, alle, tradizioni storiche, al decoro, alla dignità della sua Vicenza.
Permettete che in nome di questa Vicenza, la quale in questo momento sente un vero schianto a| cuore, mi associ alle affettuose parole dell’illustre Presidente ed a quelle degli onorevoli colleghi. (Approvazioni).
CAVALLI. Chiedo di parlare,
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CAVALLLI. Con animo profondamente commosso e di tutto cuore, mi associo alle lodi e al compianto del nostro venerato, collega, l'illustre mio concittadino, a fianco del quale ho avuto.l'onore di prestare lungamente l'opera nei corpi amministrativi della, mia città,
Io non ho altre: parole da aggiungere a quanto si è detto dall’onorevole Presidente, dall'insigne statista il ministro del tesoro, e dai colleghi, onorevoli senatori Di Prampero e Lucchini; ma mi permetta il Senato di fare una, proposta; ed è questa: quando, deputato, io veniva in questa sede per visitare il compianto collega Lampertico lo trovava sempre nella biblioteca, di cui aveva a cuore tutti gli interessi e l’ampiamento ed a cui ha dedicato tutto il suo affetto e tutte le sue cure.
Concedetemi adunque che a memoria del, nostro illustre collega io faccia, la proposta che un busto decori la nostra Biblioteca, e allora, oltre lo spirito, di Lampertico troveremo la sua effìgie là dove ci chiamerà appunto il dovere nella intimazione di sì belli e sì nobili esempi. (Approvazioni).
PRESIDENTE. II Senato ha. udito la.proposta del senatore Cavalli.
La pongo ai voti.
Chi intende approvarla voglia alzarsi.
(Approvato).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 7 aprile 1906.
|
|
|
Attività |
|
|