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.:: Dati anagrafici ::. |
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Data di nascita: | 09/14/1792 |
Luogo di nascita: | Firenze |
Data del decesso: | 03/02/1876 |
Luogo di decesso: | Firenze |
Padre: | Pier Roberto, marchese |
Madre: | Frescobaldi Maria Maddalena, marchesa |
Nobile al momento della nomina: | Si |
Nobile ereditario | Si, Incerto |
Titoli nobiliari | Marchese |
Coniuge: | Riccardi Vernaccia Giulia, Marchesa |
Figli: | Marianna
Ortensia |
Parenti: | RIDOLFI Cosimo, cugino, marchese, senatore
RIDOLFI Luigi, zio
FRESCOBALDI Anastasia, zia
INCONTRI Ludovico, nipote
INCONTRI Carlo, nipote
GENTILE FARINOLA Francesco, genero, marito di Marianna
CORSINI Natalia, in FARINOLA, nipote
VAI Luigi
FARINOLA Natalia, dei principi Corsini, marchesa
FARINOLA Eleonora, bisnipote |
Professione: | Possidente |
Cariche politico - amministrative: | Membro della Consulta di Stato (Toscana) (24 agosto 1847)
Presidente della Consulta di Stato (Toscana) (1859)
Membro del Senato IV sezione (Toscana) (1848)
Deputato all'Assemblea costituente (Toscana) (1849)
Membro dell'Assemblea dei rappresentanti (Toscana) (1859-1860) |
Cariche amministrative: | Consigliere comunale di Firenze (30 ottobre 1859) |
Cariche e titoli: | Fondatore della Cassa di risparmio di Firenze (1829)
Soprintendente onorario dell'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze
Presidente della Società colombaria di Firenze (1811-1876)
Socio onorario dell'Accademia dei Georgofili di Firenze (22 febbraio 1818)
Socio ordinario dell'Accademia dei Georgofili di Firenze (6 agosto 1820)
Socio emerito dell'Accademia dei Georgofili di Firenze (3 maggio 1840)
Socio residente dell'Accademia della Crusca di Firenze (11 aprile 1826)
Arciconsolo dell'Accademia della Crusca
Socio dell'Accademia delle scienze, lettere ed arti di Modena (1864)
Membro non residente della Società reale di Napoli (23 febbraio 1864)
Socio della Società geografica italiana (1867)
Presidente della Deputazione di storia patria per la Toscana
Socio corrispondente della Deputazione di storia patria per le antiche province modenesi
Membro della Società siciliana per la storia patria |
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.:: Nomina a senatore ::. |
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Nomina: | 03/23/1860 |
Categoria: | 04
20 | I Ministri di Stato
Coloro che con servizi o meriti eminenti avranno illustrata la Patria |
Relatore: | Alberto Ferrero Della Marmora |
Convalida: | 13/04/1860 |
Giuramento: | 18/11/1865 |
Annotazioni: | La nomina di Capponi Gino nella 4a categoria è dovuta probabilmente ad un errore. In realtà doveva rientrare nella 5a. |
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.:: Onorificenze ::. |
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Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
Cavaliere dell'Ordine della SS. Annunziata 1° maggio 1863
Cavaliere dell'Ordine civile di Savoia 24 giugno 1860
Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia 22 aprile 1868
Commendatore dell'Ordine di S. Giuseppe (Granducato di Toscana) |
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.:: Governo ::. |
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Altri Stati: | Presidente del Consiglio dei ministri (Toscana) (17 agosto-26 ottobre 1848)
Membro della Commissione governativa (Toscana) (1849) |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::. |
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Signori Senatori:
Un mestissimo ufficio debbo io compiere, ricordando a Voi il nome dei nostri Colleghi che finirono la mortale carriera dacché fu chiusa quest’Aula.
Ma risuona ancora la eco della funebre pompa che il Municipio di Firenze, presenti le Deputazioni del Parlamento, celebrò alla grande memoria di Gino Capponi.
Permettete che tosto a quella eco la mia voce risponda commossa da questo seggio, dal quale non avrei pensato mai di dover pronunziare queste parole di postumo elogio.
Ma l’elogio non sta nelle mie parole, sibbene nella viva e presente immagine ch’è in noi di quel venerando Collega, nel quale mirabilmente erano congiunte e contemperate le più rare doti della fortuna e del merito. Ognuna di quelle basta talora a sollevare per se sola un uomo oltre il comune dei suoi concittadini. La nobiltà della prosapia univasi in lui ai sentimenti che più vivi regnano nel popolo, la larghezza del censo alla modestia della vita. In lui la schietta fede religiosa si accoppiava alla scienza più progredita; la severità della ragione al vivissimo senso dell’arte; il giudizio imparziale alla bontà affettuosa. Quindi quella grande autorità di parole e di consiglio; quindi gli scritti sapienti continuati fino agli ultimi giorni della vita; quindi quella simpatia universale che giammai gli venne meno.
Gli uomini più illustri non pur d’Italia ma di Europa, per lunghissima serie di anni, ebbero amicizia con lui, e talora consiglio ed aiuto.
Fervido ed assennato propugnatore dell’indipendenza ed unità della Patria, favorì ogni impresa che potesse tornarle ad utilità ed onore.
E tale continuò fino alla più tarda vecchiezza; né la cecità degli occhi offuscò la vivida luce dello spirito, né la grave età ed i dolori della vita affievolirono in lui la gagliardia della volontà e dell’affetto. E noi stessi udimmo il suo eloquente ed efficace discorso in talune delle nostre discussioni più gravi.
Ultimo di stirpe illustre che conta gloriosi nomi nella storia italiana, ultimo di quella schiera di uomini che ci precedettero, e che col pensiero e col consiglio prepararono, e primi posero mano alla grande opera del risorgimento d’Italia, Gino Capponi rimarrà splendido esempio di civili virtù alle future generazioni, memoria sacra e venerata in questa Aula.
Il cordoglio del Senato risponde a quello della intera Nazione.
(Vivi segni d'approvazione).
Senatore LAMPERTICO. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha la parola.
Senatore LAMPERTICO. Volle il Senato che nelle nostre aule si conservasse l’effigie di Cavour, di Azeglio, di Manzoni, di Desambrois [sic]; di questi insigni uomini, che ne’ buoni studii, ne’pubblici uffici, nella politica militante hanno contribuito a formare l’Italia. Signori Senatori! Eguale omaggio rendiamo all’uomo illustre a cui testé il nostro Presidente dedicò sì nobili parole, a quell’uomo nel cui nome si riflette la storia del nostro grande risorgimento nazionale, la memoria di quanti vi presero parte.
Nessuno come Gino Capponi ebbe ventura da Iddio di esercitare per sì lungo spazio di tempo quella mirabile virtù conciliatrice e consociatrice degli animi, la quale non meno proviene dall’altissimo senno che dalla più intemerata rettitudine.
Finché l’Italia era divisa, nessuno più di Gino Capponi contribuì a unificare potentemente la coltura nazionale: pochi al pari di lui, quando l’Italia era avvilita, poté renderne rispettate le sorti e augurate migliori dai più reputati stranieri.
Rendendo omaggio il Senato a Gino Capponi, lo rende in pari tempo a quanti hanno contribuito al risorgimento nazionale; poiché tutti l’ebbero amico, quanti altri mai riverito, e forse più sovente incitatore che moderatore.
Il nome di Gino Capponi merita di vivere, non che nella storia, nella tradizione nazionale, e spetta al Senato di custodire questo patrimonio di gloriose tradizioni, che ricongiungono il passato coll’avvenire.
Se questa menzione uopo avesse d’autorità, ad altri ne avrei lasciato l’ufficio, ma ben può del pari venire fidente davanti a Voi perché essa si appoggia sopra la grande solidarietà di sentimenti e doveri, a cui tutti abbiam parte: né quando si tratta di un obbligo di riconoscenza può alcuno temere d’essere dai Colleghi considerato come uno degli ultimi.
Signori Senatori! Io dunque presento e raccomando al Senato questa mozione: che nelle nostre aule accanto alle effigie di Cavour, Manzoni, D’Azeglio , Desambrois si collochi la marmorea effigie di Gino Capponi.
PRESIDENTE. Domando se la proposta dell’onorevole Senatore Lampertico è appoggiata.
(È appoggiata.).
Domando ora se il Senato approva questa proposta.
(Approvata ad unanimità.)
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 7 marzo 1876.
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Note: | Cofondatore e collaboratore de l'Antologia e fondatore de l'Archivio storico italiano nel 1842
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Attività |
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