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GRIFFOLI Giuseppe | |
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Data di nascita: | 10/28/1791 |
Luogo di nascita: | LUCIGNANO (Arezzo) |
Data del decesso: | 27/08/1877 |
Luogo di decesso: | LUCIGNANO (Arezzo) |
Padre: | Felice |
Madre: | BALDELLI Girolama |
Nobile al momento della nomina: | Si |
Nobile ereditario | Si |
Titoli nobiliari | Nobile
Patrizio di Siena |
Coniuge: | Celibe |
Fratelli: | Jacopo, cavaliere di Santo Stefano
Francesca, che sposò Jacopo Fabbroni, benefattrice
Maria Landina, che sposò Flavio Paolozzi
Francesco, che sposò Teresa Ricasoli, ciambellano della corte granducale toscana, cavaliere degli ordini di Santo Stefano, del Merito di Toscana, di San Gregorio Magno, Piano, di Ferdinando I delle Due Sicilie
Girolamo, che sposò Annunziata Grandi, insigne matematico, rimasto vedovo divenne sacerdote
Elisabetta, che sposò Niccolò Mancini di Cortona |
Parenti: | GRIFFOLI Jacopo, avo paterno;
GRIFFOLI ARRIGHI SERVICINI Angela, ava paterna;
BALDELLI Girolamo, avo materno;
BALDELLI BONI Elisabetta, ava materna;
ARRIGHI GRIFFOLI Enea, sposato con lady Catherine Medwin, nipote
GRIFFOLI Felicetta, sposata con Raffaello Casini, nipote
CASINI GRIFFOLI Maria Annunziata, sposata con Roberto Stasi, pronipote |
Professione: | Possidente |
Cariche politico - amministrative: | Membro del Senato (Toscana) (18 maggio 1848) |
Cariche e titoli: | Provveditore alla Camera di sovrintendenza alle Comunità del Compartimento di Arezzo (Granducato di Toscana) (1° settembre del 1841-30 novembre del 1846)
Provveditore della Camera di sovrintendenza di Siena (Granducato di Toscana) (30 novembre 1846-[marzo 1848])
Membro della Consulta per le riforme al sistema municipale (Granducato di Toscana)
Commissario dell'arcispedale di Santa Maria Nuova (29 gennaio 1848)
Ambasciatore straordinario a Roma e a Napoli (Granducato di Toscana) (24 agosto 1848) |
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.:: Nomina a senatore ::.
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Nomina: | 03/12/1868 |
Categoria: | 21 | Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria |
Relatore: | Augusto Duchoqué |
Convalida: | 05/05/1868 |
Giuramento: | 05/05/1868 |
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Cavaliere del Sovrano Militare Ordine di Malta
Cavaliere dell'Ordine di Santo Stefano
Cavaliere dell'Ordine del Merito di Toscana
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia |
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Commissioni: | Membro della Commissione di contabilità interna (10 marzo 1876-27 agosto 1877) |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.
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Atti Parlamentari - Commemorazione
Sebastiano Tecchio, Presidente.
Signori senatori.
[...] Giuseppe Griffoli, di famiglia senese trasferitasi nel 1427 a Lucignano, ivi nacque il 28 ottobre 1791.
Nel 1801 era nel collegio Tolomei di Siena, ove è rimasto sino al termine del 1809. Il 27 dicembre 1810 partì per Parigi; e, circa la metà dell'anno 1811, fu ammesso nel Consiglio di Stato dell'Impero francese in qualità di Auditore, sotto il Presidente Benvenuti, al quale fu bene affetto, non meno che a Don Neri Corsini che facea parte di detto Consiglio.
Seguì con altri Auditori Napoleone all'Armata.
Stette diversi mesi ad Amburgo, e divenne accettissimo al consigliere di Stato Chaban, intendente generale delle provincie Anseatiche, che aveva già conosciuto a Parigi.
Nella sua dimora in Francia si legò in amicizia con molti distinti uomini dell'epoca: fu intimo, tra gli altri, del conte Vitaliano Borromeo, del conte di San Marzano, della famiglia Priè, del prefetto del Finisterre De Chaulieu, del senatore Anguissola, di Bernetti, dei conti di San Martino, di Roham-Chabot, di Cesare Balbo.
Caduto l'Impero, rientrò in Italia, e tenne sempre domicilio a Lucignano, tranne qualche permanenza a Roma e a Firenze. Qui e là visse nella famigliarità delle persone le più considerate.
Il 1° settembre del '41 fu nominato Provveditore alla Camera di sopraintendenza alle Comunità del Compartimento di Arezzo, nella cui giurisdizione è Lucignano.
Ivi esercitò con universale soddisfazione l'ufficio per oltre a cinque anni. Nel 30 novembre del '46 fu traslocato all'ufficio di provveditore della Camera di sopraintendenza di Siena; e, per quanto l'ufficio di Siena avesse maggiore importanza si dolse moltissimo di esser tolto ad Arezzo, dove per la vicinanza al paese nativo, e per le acquistate relazioni, risiedeva assai volentieri.
Rimase a Siena nell'indicato ufficio per sedici mesi. Nel frattempo fu compreso tra i 22 cittadini che componevano la Consulta per le riforme al sistema municipale toscano.
Il 29 gennaio del '48 fu nominato commissario dell'arcispedale di Santa Maria Nuova, venendo così a coprire il posto ch'era vacante per la promozione di Leonida Landucci a ministro.
Nel 18 maggio fu creato senatore toscano. Ai primi lavori di quell'Assemblea prese parte attivissima.
Il 24 agosto mosse da Firenze alla volta di Roma e di Napoli, per procurare, nella qualità di ambasciatore straordinario del Granducato, la lega fra gli Stati italiani contro la dominazione straniera. In codesta missione, che durò a un di presso tre mesi, ebbe a segretario il conte Augusto De Gori. Tutti sanno come o perché i negoziati tornassero disconclusi.
A Firenze riprese l'ufficio di commissario di Santa Maria Nuova, che poi rinunziò nel tempo delle perturbazioni politiche, provocate dalla fuga del principe.
Sottentrato alla libertà il fanatismo della reazione, cui davano aiuto e baldanza le truppe delo straniero, il Griffoli s'è ricondotto alla vita privata, e alle cure modestissime di possidente-agricoltore nella sua Lucignano; le quali cure, unite a quelle di amministratore comunale, gli consolarono la vecchiezza.
Nel '56 il granduca s'era offerto a nicchiarlo nel Consiglio di Stato, in sostituzione del consigliere Piovaccari. Ma l'offerta non venne accettata.
Per decreto reale del 12 marzo 1868, l'antico senatore della Toscana fu innalzato a senatore del Regno d'Italia. Lo abbiamo veduto non rare volte tra noi, fino a che, rotto dagli anni, non fu costretto a mai più discostarsi dal suo domicilio.
Morì il 29 agosto dell'anno che cade, appena due mesi prima che si compiesse l'ottantesimo sesto della sua età.
I conterranei, accompagnandone al sepolcro la salma, lagrimavano amaramente la perdita del cittadino che avevano avuto ad esempio di ogni virtù civile e sociale.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 17 dicembre 1877.
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Attività |
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