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Data di nascita: | 01/10/1839 |
Luogo di nascita: | NIZZA MARITTIMA - oggi NIZZA (Francia) |
Data del decesso: | 16/04/1920 |
Luogo di decesso: | ROMA |
Padre: | Ettore, senatore (vedi scheda) |
Madre: | GALLONE Maria Teresa |
Nobile al momento della nomina: | Si |
Nobile ereditario | Si |
Titoli nobiliari | Conte di Sonnaz
Barone di Aranthon
Signore di Habères, St. Romain e Vernaz
Titoli riconosciuti con decreto ministeriale del 7 dicembre 1886 |
Coniuge: | DE CANCHAUX Leonia |
Fratelli: | Giuseppe, senatore (vedi scheda)
Giano |
Luogo di residenza: | PIACENZA |
Indirizzo: | Via Goito, 56 |
Titoli di studio: | Laurea in giurisprudenza |
Presso: | Università di Torino |
Professione: | Diplomatico |
Carriera giovanile / cariche minori: | |
Carriera: | Inviato straordinario e ministro plenipotenziario di II classe (29 gennaio 1888) a Sofia (5 febbraio 1888), L'Aja (29 giugno 1893)
Inviato straordinario e ministro plenipotenziario di I classe (18 novembre 1896-21 gennaio 1904) a Lisbona (30 ottobre 1896), Bruxelles (2 luglio 1903) |
Cariche e titoli: | Socio della Società geografica italiana (1898) |
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.:: Nomina a senatore ::.
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Nomina: | 03/04/1904 |
Categoria: | 07 | Gli inviati straordinari
dopo tre anni di tali funzioni |
Relatore: | Ernesto Balbo Bertone di Sambuy |
Convalida: | 23/03/1904 |
Giuramento: | 09/05/1904 |
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Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 23 gennaio 1878
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 2 giugno 1901
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 3 marzo 1904
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.
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Atti Parlamentari - Commemorazione
Tommaso Tittoni, Presidente
Signori senatori,
Ancora una volta, nel riprendere i nostri lavori, dobbiamo piangere la scomparsa di amati colleghi.
Il 16 aprile si spense in Roma il conte Carlo Alberto Gerbaix de Sonnaz, nato il 10 gennaio 1839 in Nizza marittima d'illustre antichissima famiglia savoiarda, che già aveva dato alla Savoia e poi all'Italia uomini di grande valore e di fede invitta.
Figlio del compianto conte generale Ettore, ministro della guerra nel gabinetto Gioberti e senatore del Regno, e fratello minore del compianto conte Giuseppe, pur egli illustre generale e senatore, ebbe sempre vivissimo nell'animo il culto verso la patria, verso la augusta dinastia cui lo legavano anche le sante memorie degli avi, verso la bella regione savoiarda: e di questo suo culto dette prove luminose fino agli ultimi istanti, e da esso fu sempre guidato nella sua molteplice attività.
Lunga e fortunata fu la sua carriera diplomatica. Entrato al Ministero degli esteri come volontario a soli venti anni, e conseguita due anni dopo nel 1861, la laurea in giurisprudenza nell'Università di Torino, fu nello stesso anno inviato a Bruxelles, come addetto di legazione: poi, dopo avere, quale segretario di legazione, dimorato in varie capitali straniere, fu nel 1880 nominato consigliere di legazione e nel 1884 destinato a Sofia con credenziali di agente e console generale.
In quella capitale svolse per nove anni la sua opera apprezzatissima, molto giovando al sorgere ed allo sviluppo di relazioni cordiali e di scambi proficui tra l'Italia e la Bulgaria.
Mentre era a Sofia, ebbe la promozione ad Inviato straordinario e ministro plenipotenziario: e fu successivamente rappresentante d'Italia all'Aja, a Lisbona e a Bruxelles. Dovunque seppe tenere alto il nome italiano e tutelare gl'interessi della patria e dei connazionali, e insieme guadagnarsi la stima e la simpatia dei governi esteri, come attestano le numerose decorazioni che gli erano state conferite. Nel 1904, dopo ben 43 anni di servizio, chiese il collocamento a riposo, e nello stesso anno la nomina a senatore venne a premiare le sue lunghe benemerenze verso il paese.
Ai lavori della nostra Assemblea fu sempre quanto mai assiduo e, specialmente nei primi anni, allorché la sua fibra non era ancora affaticata dall'età e dagli acciacchi, prese parte frequentemente ad importanti discussioni, specialmente sui bilanci degli affari esteri e su questioni di politica estera, di cui sempre si interessò, con rara competenza congiunta a grande lucidità di vedute.
Ammirabile di costanza nello scrupoloso adempimento dei suoi doveri, volle, anche quando più non lo assisté la salute, partecipare ai nostri lavori ed anche nelle ultime sedute egli era tra noi.
Nutrito di solidi studi, predilesse le ricerche storiche, sovratutto quelle che riguardavano la Savoia, e le memorie dell'augusta stirpe reale. Fra i suoi numerosi lavori meritano di essere specialmente citati gli Studi storici sul contado di Savoia e sul marchesato in Italia dell'età di mezzo; l'altro su Bandiere, stendardi e vessilli di casa Savoia, dai conti di Moriana al Re d'Italia; l'altro ancora sui Savoiardi e nizzardi nella marina da guerra di casa Savoia dal 1300 al 1860. In collaborazione col generale Maurizio Gonzaga pubblicò un grosso volume in memoria del padre e del fratello: I generali Ettore e Giuseppe de Gerbaix de Sonnaz, omaggio di devozione alle memorie famigliari non meno che testimonianza di affetto immenso verso la sua regione e l'Italia, e lucida sintesi di un'epoca così piena di fasti per la nazione.
Allorquando la patria celebrò il cinquantenario del proprio risorgimento, egli si fece, con altri, promotore di una Associazione fra gli oriundi savoiardi e nizzardi italiani, che mostrasse, insieme, la loro tradizionale devozione e fedeltà alla casa regnante e alla nazione, e la loro fratellanza negli scopi di carità e di filantropia; dell'Associazione, divenuta subito prospera, egli fu acclamato presidente e ad essa dette sempre opera fervida e feconda.
Carlo Alberto de Gerbaix de Sonnaz fu sopratutto un integro, un fervente patriota, una tempra salda, una coscienza invitta. Vada alla sua salma compianta il mesto saluto del Senato, alla nobilissima donna, che ora lo piange, le nostre vivissime condoglianze. (Approvazioni). [...]
MALASPINA. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MALASPINA. Quale amico personale e antico collega in diplomazia del compianto senatore Gerbaix de Sonnaz, sento il dovere di associarmi alla commemorazione che così degnamente ne ha fatto l'illustre nostro Presidente. A quanto egli ha così bene espresso nulla mi rimarrebbe da aggiungere. Solo mi sia concesso di ricordare ciò che io stesso ho potuto personalmente constatare, quanto, cioè, la singolare elevatezza di mente e di carattere, l'estrema bontà dell'animo, l'affabilità e gentilezza dei modi abbiano reso Carlo Alberto de Sonnaz altamente stimato ed apprezzato dovunque la carriera da lui seguita lo chiamò a rappresentare l'Italia. A queste rare doti egli univa, nobile retaggio di sua stirpe, una profonda devozione alle istituzioni e alla patria, verso la quale sempre era rivolto ogni suo pensiero.
Nell'inviare un mesto reverente saluto alla sua memoria, io propongo, onorevoli colleghi, che all’esimia gentildonna che gli fu degna consorte, oggi desolata vedova, e alla famiglia tutta sia fatta pervenire, a mezzo del nostro Presidente, l'espressione delle più vive condoglianze e del profondo cordoglio del Senato. (Approvazioni).
THAON DI REVEL, Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
THAON DI REVEL. Appartenente a famiglia il cui nome fu per secoli legato ai maggiori avvenimenti della Savoia, la cui religione era la illimitata devozione al sovrano, il cui onore fu sempre inseparabile da quello della patria, pronipote di quel Sonnaz che fu a capo della sollevazione del 1814 e restituì la Savoia agli antichi suoi re, figlio del prode soldato e generale Ettore de Sonnaz, che dopo aver partecipato alle campagne napoleoniche del 1813 e del 1814, valorosamente pugnò nel 1848-49 e nel 1859 per la redenzione dell'Italia; fratello di quel generale Giuseppe de Sonnaz, già vostro collega, che fu preclaro esempio d'integrità di carattere e di speciale filantropia verso i suoi soldati, Carlo Alberto de Sonnaz, che oggi commemoriamo, fu per la rettitudine dell'animo e per la sua abnegazione al dovere, ben degno dei suoi antenati.
Egli per 44 anni prestò prezioso, apprezzatissimo servizio nella diplomazia, conducendo difficili missioni e reggendo importanti legazioni. Particolarmente per lunghi anni a Sofia, sul nascere dello Stato di Bulgaria, e nel 1896 all'Aia, nella circostanza della cattura nel Mar Rosso da parte di una nostra nave da guerra del piroscafo inglese Delwyck, che portava 50 mila fucili e molte munizioni agli abissini, allora in guerra contro di noi, egli diede prova di molta abilità e tatto, superando con vantaggio del suo paese, delicate e scabrose situazioni.
Ritiratosi a vita privata, il de Sonnaz continuò a dedicarsi a lavori storici di cui era stato sempre appassionato e pregevole cultore. Affezionatissimo alla terra di Nizza dove nacque, e alla Savoia, culla della sua famiglia, che tanto generoso sangue diedero per la libertà e per il risorgimento d'Italia, ed efficacemente contribuirono alla costituzione del Regno, la cui proclamazione ne doveva segnare il distacco, Carlo Alberto de Sonnaz pensò di riunire gli italiani oriundi nizzardi e savoiardi in una associazione che ne perpetuasse i gloriosi ricordi e mantenesse inalterato quel sentimento di lealismo e di fedeltà, di cui dai conti e duchi di Savoia ai Re di Sardegna e d'Italia, i loro antenati avevano dati chiarissimi esempi. Anche io, oriundo nizzardo, ho pensato fosse pietoso mio dovere di volgere una parola affettuosa di rimpianto alla memoria di Carlo Alberto de Sonnaz. Ringrazio il collega Malaspina della proposta fatta di presentare le condoglianze del Senato alla desolata famiglia, e ad esso mi associo, nella speranza che la domanda sarà accolta. (Applausi).
MAYOR DES PLANCHES. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAYOR DES PLANCHES. Dopo le nobilissime parole che sono state pronunciate dal nostro illustre Presidente e dagli oratori che mi hanno preceduto, ben poco avrei da aggiungere intorno alla cara e venerata memoria del nostro compianto collega, il senatore Gerbaix de Sonnaz.
Se non che mi muove a prendere la parola l'amicizia che ebbi secolui in quaranta anni di vita diplomatica e la comune origine da una terra lontana e non più italiana, che egli mai non dimenticò, per la quale anzi serbò sempre un intenso affetto. Perciò mi sento in dovere di dire anch'io poche parole salvo a ripetere alcune cose già dette. Della nobiltà della sua famiglia, di cui era giustamente fiero, noterò soltanto che per lui, come per i de Sonnaz in genere, il ricordo degli avi non era sterile vanto, ma incitamento a ben operare e ad essere degni di essi. E possiamo attestare di Carlo Alberto de Sonnaz che egli non fu indegno della prosapia, dalla quale discendeva. Si sono ricordati i suoi predecessori, di egual nome in quest'Aula, i due generali Ettore e Giuseppe de Sonnaz, entrambi cavalieri dell'Annunziata: possiamo congiungere il suo con questi nomi illustri. Egli fu un valente diplomatico; e se le circostanze impedirono che il di lui ricordo rimanesse associato a grandi negoziati, occupò però con onore i vari posti affidatigli, ed ogni ministro trovò in lui un assiduo e diligente collaboratore, sul quale poteva fare completo assegnamento. Ai suoi compiti ufficiali egli seppe associare gli studi. Non tralasciò occasione d'illustrare casi e personaggi dell'augusta casa sabauda; e, oriundo di Savoia e nato a Nizza, si compiacque ricordare negli scritti i savoiardi ed i nizzardi che combatterono od altrimenti operarono in pro dell'Italia nostra. Ma i punti su cui voglio insistere sono la bontà dell'animo suo, la integrità del suo carattere. Egli non fu soltanto un erudito scrittore ed un valente diplomatico: fu un bravo ed un onesto uomo, un uomo veramente retto e dabbene, nel quale si poteva riporre la più assoluta fiducia e che fu sempre schiavo del dovere, così nella vita privata come nella pubblica. E, perciò la memoria di lui ci rimarrà cara e durerà fra noi quanto noi stessi. (Approvazioni vivissime).
SCIALOJA, ministro degli affari esteri. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SCIALOJA, ministro degli affari esteri. In nome del Governo, mi associo al lutto del Senato per la scomparsa di due dei suoi più insigni membri. Non ripeterò qui quanto fu così eloquentemente detto dal nostro Presidente e dai colleghi che hanno parlato commemorando i due defunti. Tornando in quest'Aula, dopo lunga assenza dal mio paese, provo vero, profondo dolore nel non ritrovare la figura simpatica e veneranda del nostro de Sonnaz. È la prima volta, dopo tanti anni, che il Senato non può più vantarsi di avere tra i suoi un membro di questa illustre famiglia che, dai principî della unità italiana fino ad oggi, era stata così ben rappresentata nelle assemblee dello Stato. Era il de Sonnaz la viva testimonianza di quanto avevano fatto per l'unità dell'Italia la Savoia ed il Regno di Sardegna per il quale i savoiardi Gerbaix de Sonnaz hanno lottato.
II nostro defunto collega ha reso alla patria tutti i servizi che la sua fedeltà ed il suo amore gli imponevano. Aveva servito nel corpo diplomatico con modestia, ma con grande utilità. Ed in Senato egli raramente parlava; ma i suoi discorsi materiati di cose savie e meditati, erano da noi ascoltati con grande profitto. Da uomo attivo egli si trasformò in studioso: nella nostra biblioteca trovavamo sempre il buon de Sonnaz tutto intento a studi storici che per lui erano anche culto della patria, come testimoniano i suoi libri nei quali il sentimento di fervente patriota anima sempre la narrazione. (Benissimo).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 5 maggio 1920.
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Attività |
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