SI
Senato della Repubblica
Senato della Repubblica
Siete qui: Senatori d'Italia » Senatori dell'Italia liberale » Scheda Senatore  


BARDESONO DI RIGRAS Cesare

  
  


    .:: Dati anagrafici ::.

Data di nascita:06/27/1833
Luogo di nascita:TORINO
Data del decesso:04/01/1892
Luogo di decesso:ROMA
Padre:Girolamo Pietro
Madre:VALPERGA Maria Teresa
Nobile al momento della nomina:Si
Nobile ereditarioSi
Titoli nobiliariConte di Rigrasso
Coniuge:VALLES Elisabetta
Figli: Vittorio, prefetto
Fratelli:Maria Teresa
Arturo
Roberto
Titoli di studio:Laurea in giurisprudenza
Presso:Università di Torino
Professione:Prefetto
Carriera:Intendente generale di Foggia (allora Capitanata) (11 marzo 1861)
Intendente generale di Pesaro eUrbino (1° settembre 1861)
Prefetto di Salerno (14 settembre 1862)
Prefetto di Reggio Calabria (1° giugno 1865)
Prefetto di Catania (8 marzo 1868)
Prefetto di Bologna (8 ottobre 1868)
Prefetto di Mantova (26 agosto 1873)
Prefetto di Udine (13 ottobre 1873)
Prefetto di Milano (19 aprile 1876)
Prefetto di Firenze (29 luglio 1878)
Prefetto di Palermo (23 febbraio 1879-16 dicembre 1887)
Cariche e titoli: Segretario di Luigi Carlo Farini in Emilia (1859-14 maggio 1860)
Consigliere presso l'ufficio di governo di Milano (14 maggio-11 agosto 1860)

    .:: Nomina a senatore ::.

Nomina:11/16/1876
Categoria:17 Gli intendenti generali
dopo sette anni di esercizio
Relatore:Luigi Agostino Casati
Convalida:01/12/1876
Giuramento:20/11/1876
Annotazioni:Giuramento prestato prima della convalida, in seduta reale d'inaugurazione di sessione parlamentare

    .:: Onorificenze ::.

Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 19 aprile 1866
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 30 maggio 1872
Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia


    .:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.

Atti parlamentari – Commemorazione
      Domenico Farini, Presidente

      Addì 4 di gennaio moriva in Roma il senatore Cesare Bardesono di Rigras, che era nato a Torino il 27 giugno 1833.
      Il conte Bardesono, a ventidue anni intrapresa la carriera amministrativa si distinse per coltura ed operosità non ordinarie.
      Chiamato in servizio presso il Ministero dell'interno, codeste qualità e la mente assai svegliata lo additarono al Rattazzi ed al conte di Cavour che entrambi lo adoperarono con fiducia molto maggiore dell'età e del grado suo e lo ebbero caro ambedue.
      Nell'autunno del 1859 posto a disposizione del dittatore di Modena, nella primavera del 1861 del secondo e terzo luogotenente del Re a Napoli, anche di questi acquistò la stima, anche questi collocarono in lui ogni migliore confidenza.
      Nessuno, infatti, più sagace esecutore di un disegno; nessuno più avveduto esplicatore dei propositi dei suoi capi: percezione pronta, indagine arguta gli facevano penetrare ogni intricato viluppo.
      In quegli uffici, in quelle intimità, a codesta scuola vide egli dall'alto l'apparecchio ed i casi che l'Italia congiunsero in unità, partecipò a molti degli accidenti di quel tempo.
      Un rapido avanzamento premiò gli ottimi servigi, le eccellenti sue doti. Intendente di prima classe a Faenza nell'agosto 1860, a soli 28 anni governatore di Foggia, nell'ordinamento del Regno fu prefetto e resse le provincie più importanti; fra le altre Bologna, Milano, Firenze, Palermo.
      Ma alle eccezionali funzioni e ai tempi straordinari, cagione del suo salire e delle sue fortune, egli dovette pure, forse, i giorni non lieti della vita.
      Imperocché quelle funzioni e quei tempi, la operosità sua soverchiamente eccitando, la voltarono alla lotta; sicché, fra il cozzo delle parti, non serbò sempre la prudenza del librarsi. Parve quasi che le reminiscenze di un tempo di battaglie alte e feconde lo trascinassero ad usare, in contingenze assai diverse, sistemi e metodi non ordinari; parve assai spesso, lui sagacissimo, scordare la essenziale differenza fra gli atteggiamenti di chi dà indirizzo ad un governo e l'azione di colui che, agli altrui intenti operando, alle tendenze, alla volontà, alla responsabilità impresse dall'alto non deve sottrarsi.
      Comecché ciò fosse, certo è che gli atti suoi, spesso discussi, a volte censurati, gli procacciarono traversie e dolori ineffabili; certo è che gli ultimi anni del funzionario esperto furono ricolmi d'amarezza.
      Morte immatura troncava, nel buono dell'età, un forte intelletto, un ferace ingegno, lasciando nella desolazione e nel pianto la numerosa famiglia di cui era il sostegno, la speranza, l'amore.
      Dal sepolcro, che accolse l'animo affranto di Cesare Bardesono, spiri pace intorno alla sua memoria. (Approvazioni). [...]
      DI RUDINÌ, presidente del Consiglio dei ministri. Mi associo alle parole così opportunamente pronunciate dall'illustre Presidente in commemorazione dei senatori Bardesono [...]

      Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 21 gennaio 1892.


Attività 0147_Bardesono_di_Rigras_IndiciAP.pdf