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Data di nascita: | 12/19/1843 |
Luogo di nascita: | CASELLE TORINESE (Torino) |
Data del decesso: | 26/04/1920 |
Luogo di decesso: | TORINO |
Padre: | Vittorio |
Madre: | FLANDINET Felicita |
Nobile al momento della nomina: | No |
Nobile ereditario | No |
Coniuge: | DE LA FOREST DE DIVONNE Bianca, contessa |
Figli: | Maria
Alberto, che sposò Elena Ceriana |
Parenti: | DE LA FOREST DIVONNE, Charles Albert Gilbert, conte, suocero
Pelissa Placidia, suocera |
Titoli di studio: | Laurea in giurisprudenza |
Presso: | Università di Torino |
Professione: | Avvocato |
Cariche politico - amministrative: | Sindaco di Torino (26 settembre 1902-23 giugno 1903)
Vicesegretario del Consiglio provinciale di Torino
Segretario del Consiglio provinciale di Torino |
Cariche amministrative: | Consigliere provinciale di Torino (1878-1902)
Membro effettivo della Deputazione provinciale di Torino (1881-1886)
Consigliere comunale di Torino |
Cariche e titoli: | Presidente della Cassa di risparmio di Torino
Presidente dell'Opera pia e ospedale "S. Luigi Gonzaga" di Torino |
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.:: Nomina a senatore ::.
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Nomina: | 11/21/1901 |
Categoria: | 03 | I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio |
Relatore: | Antonino Di Prampero |
Convalida: | 06/12/1901 |
Giuramento: | 28/12/1901 |
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Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 15 gennaio 1885
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 13 novembre 1898
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 4 ottobre 1911
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia 13 ottobre 1873
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia |
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.:: Camera dei deputati ::.
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Legislatura | Collegio | | Data elezione | Gruppo | Annotazioni |
XVI | Torino I | | 23-5-1886 | Sinistra | |
XVII | Torino I | | 23-11-1890 | | |
XVIII | Torino IV | | 6-11-1892* | | Ballottaggio il 13 novembre 1892 |
XIX | Torino IV | | 26-5-1895** | | Ballottaggio il 2 giugno 1895 |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.
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Atti Parlamentari - Commemorazione
Tommaso Tittoni, Presidente
Signori senatori,
Ancora una volta, nel riprendere i nostri lavori, dobbiamo piangere la scomparsa di amati colleghi. [...]
Il 26 aprile moriva in Torino l'avv. Alfonso Badini Confalonieri. Aveva avuto i natali il 19 dicembre 1843 in Caselle Torinese, di agiata famiglia borghese. Laureatosi in legge nell'Università di Torino, entrò giovanissimo nella carriera amministrativa, quale addetto al Gabinetto del ministro dell'interno. E si procacciò talmente la fiducia dei suoi superiori, da esser più volte inviato quale regio commissario in vari comuni del Piemonte e della Toscana, disimpegnando nella più lodevole maniera il difficile e delicato incarico. Ma il suo temperamento lo chiamava al libero patrocinio forense: e nel 1871 lasciò la carriera degli impieghi, che pur gli prometteva un brillante avvenire, e aprì studio legale in Torino, dedicandosi sovratutto al diritto amministrativo, nella cui pratica divenne eccellente.
Iniziò la sua carriera nelle cariche elettive come consigliere provinciale nel 1878: e tale restò fino al 1892, coprendo anche per molti anni l'ufficio di deputato provinciale e di presidente del Consiglio. Nel 1884 fu eletto consigliere comunale di Torino, poi assessore per l'ufficio legale; e dopo essere stato dalla fiducia dei colleghi designato pro-sindaco ripetute volte, fu eletto sindaco con splendida votazione. Nel 1886 gli elettori del 1° collegio di Torino lo vollero loro rappresentante alla Camera dei deputati per la XVI legislatura ed il mandato gli fu confermato anche nelle elezioni del 1890; nel 1892 fu rieletto, però quale rappresentante del IV° collegio, e tenne il mandato fino al 1897, cioè fino al termine della XIX legislatura. Il 21 novembre 1901 entrò a far parte della nostra Assemblea.
La sua competenza amministrativa e il suo carattere integro gli valsero la nomina ad amministratore e presidente d'innumeri opere pie, di istituti scolastici, dei quali sempre si occupò con fervida cura.
Era attualmente, fra l'altro, presidente della Cassa di risparmio e dell'Ospedale di S. Luigi. La sua opera intelligente, retta ed efficace in tutti gli uffici da lui occupati, era apprezzatissima: e per le alte benemerenze che si era acquistate verso la cittadinanza torinese, universale fu il compianto che accompagnò la sua dipartita.
Vada alla sua memoria il saluto reverente e commosso della nostra Assemblea e le nostre condoglianze ai suoi cari che lo piangono. (Approvazioni).
FROLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FROLA. Pur unendomi alle nobili e giuste parole del nostro Presidente per i nostri compianti colleghi, io debbo evocare in modo speciale la figura del senatore Badini Confalonieri; lo farò brevemente, ma con profondo sentimento.
Amico da molto tempo, collega fin dalla Camera dei deputati del compianto senatore Badini, mio collega nel Consiglio comunale e provinciale di Torino, mio predecessore nella carica di sindaco, ho potuto constatare sempre la nobiltà ed integrità del suo carattere e la bontà del suo animo.
Fu detto nella dolorosa occasione della sua dipartita che la sua vita rappresentava una angelica bontà, ed è vero: una bontà di cuore veramente straordinaria, unita ad una grande laboriosità!
Con le sue elette qualità poté rappresentare degnamente la città di Torino in vari consessi e con plauso stare a capo di molte importanti istituzioni, amato dalla popolazione tutta: la sua morte destò profondo sincero rimpianto, e penso in questo momento di rispecchiare l'animo dei colleghi del Senato e della città di Torino col mandare alla sua memoria un riverente commosso saluto, e col pregare il nostro illustre Presidente di porgere le condoglianze del Senato alla famiglia, nonché alla città di Torino, di cui fu per molti anni benemerito amministratore. (Approvazioni). [...]
SCIALOJA, ministro degli affari esteri. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SCIALOJA, ministro degli affari esteri. [...]
Il collega Badini Confalonieri destava con la sua presenza viva simpatia: bastava avergli parlato poche volte per sentirsi fortemente attratti verso di lui. Fu questa l'impressione che ne ebbi conoscendolo qui in Senato; ove ho pur sentito ripetere frequentemente, quando egli era ancora vivo, ciò che ha detto il collega Frola commemorandolo a nome della città di Torino. Tutti dicevano di Badini ”è la simpatia della sua persona quello che fa la sua forza”. E il non ritrovarlo qui, benché negli ultimi tempi molto non frequentasse l'Aula nostra, fu per noi vecchi senatori, un vero dolore, una vera mancanza. Quindi parlando commosso della memoria di questi due colleghi non esprimo soltanto il compianto del Governo, ma ubbidisco ad un vero impulso dell'anima mia, che sento strettamente unita a quella di tutto il Senato.
Naturalmente il Governo si associa a tutte quelle manifestazioni che sono state già proposte in onore dei due illustri defunti. (Approvazioni).
FERRERO DI CAMBIANO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FERRERO DI CAMBIANO. Consenta il Senato che alle parole nobilissime dette dall'illustre nostro Presidente per commemorare il senatore Badini Confalonieri, alle quali si è degnamente unito il senatore Frola, e a quanto ora ha detto con frasi così incisive, e solenni l'onorevole ministro Scialoja, io aggiunga, le mie espressioni di profondo rimpianto, per l'ottimo e amato collega che abbiamo perduto. E sia così concesso di esprimere l'animo mio a me, che fui per lunga consuetudine di anni e di vincoli, amico e collega di Alfonso Badini Confalonieri alla Camera prima e dopo nel Senato, nel Consiglio provinciale, ed in parecchie istituzioni di beneficenza della nostra Torino e sopratutto nel governo della Cassa di risparmio, dove egli poi mi successe nell'Ufficio di Presidenza, quando lo dovetti lasciare per tutto consacrarmi agli istituti di previdenza sociale ai quali ho l'onore di essere preposto.
Ebbi quindi campo più di ogni altro di conoscere e di estimare il Badini e di pregiare le sue doti singolari di pensiero, di cuore, di volontà, sempre rivolta al pubblico bene ed a beneficio di altrui.
Badini era di una rettitudine esemplare, di una impareggiabile bontà, di modi cortesi che non si possono dire maggiori, onde è che lo circondava la comune simpatia. Era devoto al suo dovere, e il suo dovere ha sempre compiuto; e quindi io sono certo che le parole che sono state dette qui, sono l'eco di un sentimento comune. Mi associo con tutto l'animo a che il nostro cordoglio sia fatto manifesto alla famiglia e alla città di Torino. (Approvazioni).
PRESIDENTE. In conformità di quanto hanno proposto i senatori che hanno preso la parola, mi farò interprete presso le famiglie dei compianti colleghi dei sentimenti e del compianto del Senato. (Approvazioni).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 5 maggio 1920.
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