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BON COMPAGNI DI MOMBELLO Carlo | |
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Data di nascita: | 07/25/1804 |
Luogo di nascita: | TORINO |
Data del decesso: | 15/12/1880 |
Luogo di decesso: | TORINO |
Padre: | Ludovico |
Madre: | PASTORIS DI SALUGGIA, dei conti di LAMPORO Sara |
Nobile al momento della nomina: | Si |
Nobile ereditario | Si |
Titoli nobiliari | Nobile dei Conti di Mombello
Conte di Lamporo, titolo concesso con regio decreto del 4 aprile 1880 e con regie patenti del 22 aprile 1880 |
Coniuge: | SCARAMPI DI VILLANOVA Ernestina |
Coniuge: | DEI CONTI PULLINI DI S. ANTONINO Barbara |
Figli: | Eugenio, figlio di DEI CONTI PULLINI DI S. ANTONINO Barbara
Ester, figlia di DEI CONTI PULLINI DI S. ANTONINO Barbara |
Fratelli: | Giobbe, Cosimo, Enrico, Elisabetta |
Parenti: | Rita, Maria, Carlo, Rosa |
Luogo di residenza: | TORINO |
Indirizzo: | Via Ospedale, 11 |
Titoli di studio: | Laurea in giurisprudenza |
Presso: | Università di Torino |
Professione: | Magistrato |
Carriera: | Membro del Senato di Piemonte (14 ottobre 1845)
Consigliere di Stato (15 febbraio 1852)
Professore di Diritto costituzionale all'Università di Torino (1874) |
Cariche amministrative: | Decurione di Torino (1848)
Consigliere comunale di Torino (1848-1851) |
Cariche e titoli: | Cofondatore de "Il Subalpino" (1837)
Membro della Commissione superiore di statistica (1837)
Presidente della Società per la fondazione degli asili d'infanzia (1838)
Vicepresidente del Consiglio superiore di sanità
Inviato straordinario e ministro plenipotenziario per le trattative di pace con l'Impero Austro-ungarico (agosto 1849)
Inviato straordinario e ministro plenipotenziario presso le corti di Toscana, Parma e Modena (26 dicembre 1856-11 maggio 1859)
Commissario straordinario sardo in Toscana (11 maggio-agosto 1859)
Governatore generale dell'Italia centrale (dicembre 1859-marzo 1860)
Socio residente dell'Accademia delle scienze di Torino (9 dicembre 1841)
Socio della Deputazione di storia patria di Torino (1845)
Vicepresidente della Deputazione di storia patria di Torino (10 aprile 1878)
Membro corrispondente della Società reale di Napoli (8 novembre 1863)
Socio corrispondente dell'Ateneo di Brescia (già Accademia del Dipartimento del Mella) (27 luglio 1863)
Socio nazionale dell'Accademia dei Lincei di Roma (2 luglio 1875)
Precettore del Principe ereditario Umberto |
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.:: Nomina a senatore ::.
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Nomina: | 11/15/1874 |
Categoria: | 03 | I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio |
Relatore: | Tommaso Spinola |
Convalida: | 27/11/1874 |
Giuramento: | 21/05/1875 |
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Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia
Cavaliere dell'Ordine civile di Savoia 24 giugno 1860 |
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.:: Camera dei deputati ::.
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Legislatura | Collegio | | Data elezione | Gruppo | Annotazioni |
I | Crescentino | | 27-4- 1848* | Destra | Cessazione per nomina a ministro. Rielezione il 31 ottobre 1848, ballottaggio il 2 novembre 1848. L'elezione fu annullata il 13 novembre 1848 |
II | Castelnuovo d'Asti | | 22-1- 1849** | Destra | Ballottaggio il 23 gennaio 1849 |
III | Castelnuovo d'Asti | | 15-7- 1849*** | Destra | Ballottaggio il 16 luglio 1849 |
IV | Castelnuovo d'Asti | | 9-12- 1849**** | Destra | Cessazione per nomina a consigliere di Stato. Rieletto ballottaggio il 3 marzo 1852, cessò per nomina a ministro di grazia e giustizia. Rieletto il 13 giugno 1852 |
V | Castelnuovo d'Asti | | 8-12- 1853***** | Destra | Ballottaggio l'11 dicembre 1853. Cessazione per nomina a inviato straordinario e ministro plenipotenziario |
VII | Firenze III | | 25-3- 1860****** | Destra | Eletto anche per il collegio di Sant'Arcangelo di Romagna, optò per quello di Firenze III il 13 aprile 1860 |
VIII | Villanova d'Asti | | 27-1- 1861 | Destra | |
IX | Bettola | | 22-10- 1865******* | Destra | Ballottaggio il 29 ottobre 1865 |
X | Bettola | | 10-3- 1867******** | Destra | Ballottaggio il 17 marzo 1865 |
XI | Todi | | 8-1- 1871********* | | Ballottaggio il 15 gennaio 1871 |
Cariche: | Vicepresidente (20 dicembre 1849-16 novembre 1853)
Presidente (16-20 novembre 1853), (19 dicembre 1853-16 giugno 1856) |
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Regno di Sardegna ante 04 Marzo 1848: | Primo ufficiale della Segreteria di Stato per l'istruzione pubblica (20 dicembre 1847) |
Regno di Sardegna post 04 Marzo 1848 - Regno d'Italia: | Ministro della pubblica istruzione (16 marzo-27 luglio 1848) (29 agosto-16 dicembre 1848)
Ministro della pubblica istruzione (ad interim) (21 maggio-4 novembre 1852)
Ministro di grazia e giustizia (21 maggio-4 novembre 1852) (4 novembre 1852-27 ottobre 1853) |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.
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Atti Parlamentari - Commemorazione
Sebastiano Tecchio, Presidente
Signori senatori. Con dolore profondo devo comunicare al Senato un telegramma, che mi giunse stamane da Torino: “Presidente Senato Roma. Vedova conte Carlo Boncompagni annuncia V.E. irreparabile perdita suo marito avvenuta iersera”.
Non è questo il momento di narrare, neanche in epilogo, la vita e i meriti di quell'onorandissimo nostro collega.
Niuno ignora la splendida parte ch'ei prese negli alti fatti che inaugurarono la redenzione della penisola e la creazione del Regno d'Italia.
In questo momento ci strazia un pensiero, il pensiero della rapidità onde scompaiono, un per uno, dagli occhi nostri, coloro che eravamo avvezzi ad ammirare ed ascoltare come i primi e i più preclari tra i servitori del Re e della patria.
Voglia il cielo che gli esempli loro non cadano invano.
Voglia il cielo che altri si adoperi con sacro zelo a studiarli, raccoglierli, e, quanto è dato, imitarli. (Il Presidente ha la voce grandemente commossa).
CADORNA C. Domando la parola.
PRESIDENTE. Il senatore Cadorna Carlo ha la parola.
CADORNA C. Vorrei poter tessere una breve storia della vita del caro nostro collega, della cui morte l’onorevolissimo Presidente ci diede il luttuoso annunzio, ché ciò basterebbe a provare che la sua morte è vera sventura pel paese. Ma (con voce commossa) al dolore di una amicizia di cinquant’anni, non è libera la parola.
Le moltissime cariche, i moltissimi uffici sostenuti dal conte Carlo Boncompagni furono per lui sempre nuove occasioni di spiegare le sue nobili ed alte qualità.
Magistrato, consigliere di Re Carlo Alberto, allorquando maturavasi lo Statuto, e di poi suo ministro, stipulatore del trattato di pace coll’Austria, ministro più altre volte del Re, Presidente della Camera elettiva, ministro del Re e poscia governatore della Toscana, insegnante illustre nella R. Università di Torino, membro delle più illustri accademie scientifiche, decoro di questo alto consesso, egli rese i più alti e segnalati servizi all’Italia e al Re, dispiegando la potenza del suo ingegno, la bontà e la mitezza del suo animo, il suo elevato patriottismo, e la nobiltà e fermezza del suo carattere.
Egli fu veramente uno di quei pochi uomini cui solo il nome è onore, autorità, forza per una nazione!
Io non farò proposte. Lascio che l’onorevole Presidente faccia quelle proposte che crederà opportune ad onorare la memoria del nostro caro collega.
GALEOTTI. Domando la parola.
CADORNA C. ...e non dubito che il Senato partecipando ai sentimenti che inspira una così luttuosa perdita le accoglierà con cordiale unanime voto.
PRESIDENTE. Il signor senatore Galeotti ha la facoltà di parlare.
GALEOTTI. L’annunzio dato dal nostro Presidente della morte del senatore Boncompagni segna pur troppo un’altra irreparabile perdita per il nostro paese. L’integrità del carattere, la nobiltà dell’animo, l’ampiezza del sapere, la prontezza ai sacrifizi, costituirono altrettante qualità del nostro compianto collega, rese anche più care da una modestia impareggiabile, che era la virtù più bella dell’animo suo.
Tutto per la patria, nulla per sé, può dirsi veramente che costituisse la divisa ed il compendio della vita politica del senatore Boncompagni.
Unito a lui da vincoli antichi di rispettosa amicizia fino da quando egli rappresentava il Regno di Sardegna in Toscana, e più che mai quando egli fu chiamato a governarla in nome del Re Vittorio Emanuele, io potei apprezzare da vicino quanto prestigio, quanta influenza esercitano sugli uomini e quanta forza danno nel governo degli Stati l’onestà della vita e l’onestà del dovere.
In pochi giorni sono così scomparsi dalla scena del mondo due uomini che si trovarono per benignità della provvidenza nello stesso luogo, nello stesso tempo, e nelle stesse imprese uniti dalla stessa fede e dallo stesso affetto per il Re e per la patria: il senatore Boncompagni e il barone Ricasoli.
Colle mie parole ho intese di associarmi al dolore della benemerita città di Torino, e di essere ad un tempo interprete del cordoglio comune di tutte le provincie italiane. (Bravo! Bene!).
PRESIDENTE. L’onorevole ministro dell’interno ha la parola.
DEPRETIS, ministro dell’interno. Io mi associo con tutto il cuore alle parole degli onorevoli senatori Cadorna e Galeotti, al tributo di encomio e di compianto che essi hanno dato alla memoria dell’illustre Boncompagni, perduto ieri all’Italia.
L’ingegno e la dottrina che egli fece spendere sulla cattedra e nei suoi scritti, il suo patriottismo che lo fece prender parte ai più grandi avvenimenti dell’epopea nazionale, il suo carattere intemerato, mai un istante smentito, fece di Carlo Boncompagni uno dei più chiari uomini onde un paese si possa onorare.
All’alta Assemblea che ora lamenta l’amarissima perdita, il Governo esprime per mia bocca la sua partecipazione al comune dolore, al tributo di ammirazione per le virtù dell’illustre estinto. Io mi associo al suo cordoglio; il Governo parteciperà alle dimostrazioni di onore che l’illustre Presidente del Senato crederà di decretare alla memoria di Carlo Boncompagni.
PRESIDENTE. Dichiaro al Senato che alcune ore fa ho telegrafato al prefetto di Torino, perché mi volesse indicare il giorno e l’ora dei funerali destinati all’illustre senatore Boncompagni.
Non ho ancora avuto risposta. Suppongo che l’avrò durante questa seduta. Allora significherò al Senato come la Presidenza intenda onorare in sì luttuosa circostanza la memoria dell’esimio collega, del quale tutti deploriamo la perdita. [...]
Signori senatori, questa mattina, appena giuntomi dalla vedova del nostro collega, il senatore Boncompagni, un telegramma del quale poc’anzi vi diedi lettura, ho risposto con un telegramma di condoglianza. Quantunque in quel telegramma abbia accennato che con esso intendeva di rendermi interprete anche dei voti di tutti i signori senatori, ora, d’accordo cogli altri membri dell’Ufficio di Presidenza, propongo che il Senato voglia formalmente deliberare che a nome suo venga diretto alla nobile vedova un telegramma speciale, che attesti il nostro grande rammarico per la sciagura che ha colpito il Senato e il paese.
Se nessuno fa osservazioni, il telegramma sarà immediatamente spedito.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 15 dicembre 1880.
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Note: | Il cognome risulta anche nella variante: "Boncompagni".
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