SI
Senato della Repubblica
Senato della Repubblica
Siete qui: Senatori d'Italia » Senatori dell'Italia liberale » Scheda Senatore  


BERTESI Alfredo

  







   Indice dell'Attività Parlamentare   

   Fascicolo personale   


    .:: Dati anagrafici ::.

Data di nascita:01/23/1851
Luogo di nascita:CARPI (Modena)
Data del decesso:20/08/1923
Luogo di decesso:CARPI (Modena)
Padre:Giuseppe
Madre:CIMINI Lavinia
Nobile al momento della nomina:No
Nobile ereditarioNo
Coniuge:CANOVI Carolina
Figli: Carmelita
Ada
Giuseppina
Rina
Parenti:BERTESI Giacomo, avo paterno
CIMINI Leopoldo, avo materno
Luogo di residenza:CARPI (Modena)
Titoli di studio:Autodidatta
Professione:Giornalista
Cariche amministrative:Consigliere provinciale di Modena per il mandamento di Carpi (1891-1895) (1903-1904) (1910-1912)
Consigliere comunale di Carpi (27 ottobre 1901-1° aprile 1902) (20 luglio 1902-24 luglio 1904) (9 agosto 1908-21 febbraio 1912. Dimissionario) (28 giugno 1914-gennaio 1915)
Assessore comunale di Carpi
Cariche e titoli: Direttore di "Luce" (Carpi) (1891)
Direttore de "Il Secolo"
Presidente dell'Unione editori giornali quotidiani dell'Alta Italia
Socio fondatore della Società anonima "Il Truciolo" (1904)

    .:: Nomina a senatore ::.

Nomina:10/03/1920
Categoria:03 I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio
Relatore:Giovanni Mariotti
Convalida:06/12/1920
Giuramento:17/12/1920
Annotazioni:Gruppo Senato: Unione democratica sociale, poi Unione democratica


    .:: Camera dei deputati ::.

Legislatura
Collegio
Data elezione
Gruppo
Annotazioni
XIX
Carpi
5-4-1896
Socialista
Elezione in corso di legislatura
XX
Carpi
21-3-1897
Socialista
XXI
Carpi
3-6-1900
Socialista
XXII
Carpi
6-11-1904*
Socialista
Dimissioni il 12 maggio 1906. Rieletto il 5 agosto 1906
XXIII
Carpi
7-3-1909**
Socialista
Dimissioni il 26 novembre 1912. Rieletto il 22 dicembre 1912
XXIV
Pescarolo e Uniti
28-6-1914
Socialista
Elezione in corso di legislatura


    .:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.

Atti parlamentari - Commemorazione
                                    Tommaso Tittoni, Presidente

                                    Onorevoli colleghi. Durante la pausa dei nostri lavori abbiamo dovuto deplorare la perdita di ben quindici nostri carissimi colleghi. Io vi chiamo a commemorarli in un raccoglimento severo e solenne che è al tempo stesso omaggio alla memoria loro ed indice della maestà di questa eccelsa Assemblea. [...]
                                    Il 20 agosto morì in Carpi, dov'era nato il 23 gennaio 1851, Alfredo Bertesi. Egli fu mirabile esempio di quanto possa la volontà unita all'operosità. Figlio di poveri operai, ebbe una squallida giovinezza, e per vivere dovè adattarsi a mestieri umili. Ma, dotato di non comune ingegno e di ardente volontà di apprendere, seppe crearsi una modesta cultura, che gli anni e l'esperienza dovevano poi notevolmente arricchire, sovratutto in materia economica ed amministrativa.
                                    Figlio del popolo, di cui conosceva tutti i dolori e le aspirazioni, divenne convinto e fervido sostenitore di un programma di redenzione morale e materiale dei lavoratori. Divenuto notissimo nel campo delle lotte e degli studi sociali, fu eletto nel 1895, per la 19ª legislatura, deputato di Carpi, e dalla sua città natale, che lo adorava, fu riconfermato fino al 1913, anno in cui, essendo uscito dal partito socialista ufficiale, per seguire Bissolati, fu eletto nel collegio di Pescarolo.
                                    Alla Camera si fece notare, oltre che per la grande attività, per la grande competenza, serenità ed equità, e legò il suo nome a varie leggi sociali. Nel suo paese natio ricoprì cospicue cariche e sovratutto fu l'anima di fiorenti organizzazioni economiche e di benefiche istituzioni di assistenza.
                                    Il socialismo di Alfredo Bertesi, ispirato all'amore sincero del popolo, non fu mai antinazionale. Ed ei ne dette una nuova prova, coll'aderire fieramente alla nostra entrata in guerra e col cooperare attivamente a mantenere alto lo spirito della disciplina e dell'amor di patria, sia nella popolazione civile come tra le truppe in trincea cui inviava, insieme a parole d'incitamento, danaro e indumenti.
                                    Il 4 ottobre 1920 fu nominato senatore e fu assiduo ai nostri lavori, pur non trascurando le sue numerose iniziative. Fu anche per vario tempo, fino al 1921, direttore del Secolo e Presidente dell'Unione Editori di giornali dell'Alta Italia.
                                    Scompare con lui una simpatica figura di instancabile lavoratore, di uomo politico onesto, di cittadino egregio e benemerito. Vada alla sua salma il nostro reverente saluto, alla sua famiglia l'espressione del nostro rammarico. (Bene).
                                    CORBINO, ministro dell'economia nazionale. Chiedo di parlare.
                                    PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
                                    CORBINO, ministro dell'economia nazionale. Voi avete ascoltato, onorevoli senatori, nell'alta parola del nostro illustre Presidente, la rievocazione della vita, delle benemerenze, dell'opera tutta, che fu svolta dai compianti colleghi che abbiamo perduto.
                                    Al rimpianto del Senato il Governo unisce l'espressione del suo omaggio riverente e si associa alla proposta di inviare vive condoglianze alle famiglie e alle città natali degli scomparsi. Tutte le forme di attività più nobili del pensiero e dell'azione sono rappresentate nell'elenco dei colleghi che oggi commemoriamo.
                                    Ma due altri nomi mi piace richiamare e associare in questo momento: [...] e Alfredo Bertesi; [...] l'altro modesto figlio del popolo, che del lavoro conobbe con personale esperienza le asprezze e la dignità.
                                    [...] all'Italia dedicò l'altro le sue cure più ardenti per sostenere la fede e la resistenza del popolo durante la grande guerra, della quale aveva sentita la storica necessità.
                                    Egli ben sapeva che nel dilagare degli odi e degli egoismi internazionali, la sorte del popolo è inseparabile dal destino e dalla grandezza della nazione; e che per la umiliazione della patria i ricchi possono anche conservare le loro fortune, ma il popolo muore. (Approvazioni).

                                    Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 12 novembre 1923.

Archivi:Il Comune di Carpi ha segnalato l'esistenza dell'Archivio Bertesi, conservato presso l'Istituto storico della resistenza di Modena.

Attività 0215_Bertesi_IndiciAP.pdf