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Senato della Repubblica
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AMARI Michele

  







   Indice dell'Attività Parlamentare   


.:: Dati anagrafici ::.

Data di nascita:06/24/1805
Luogo di nascita:PALERMO
Data del decesso:07/01/1877
Luogo di decesso:PALERMO
Padre:Salvatore Mariano
Madre: BAJARDI Rosalia
Nobile al momento della nomina:Si
Nobile ereditarioSi
Titoli nobiliariConte di Sant'Adriano, titolo riconosciuto con diploma del 7 maggio 1722
Coniuge:Bajardi Anna, dei marchesi di S. Carlo
Figli: Mariano Salvatore
Giuseppe Emerico
Rosalia, che sposò Giuseppe DENTI, ed era madre di DENTI AMARI DI PIRAJNO Salvatore, senatore (vedi scheda)
Fratelli:Gabriele
Giuseppe
Benedetto
Emerico
Luogo di residenza:PALERMO
Indirizzo:via Toledo, Sez. S. Oliva
Professione:Prefetto
Altre professioni:Magistrato
Incerto
Carriera:Intendente di Messina (1848)
Prefetto di Modena (16 luglio 1861-22 giugno 1862)
Prefetto di Livorno (14 maggio 1863-10 dicembre 1866)
Prefetto di Como (10 dicembre 1866-1° marzo 1867)
Consigliere della Corte dei conti
Cariche politico - amministrative:Deputato alla Camera dei Comuni (Governo del Regno di Sicilia) (1848-1849)
Cariche amministrative:Decurione di Palermo (1836)
Consigliere provinciale di Palermo
Cariche e titoli: Legato del Governo dittatoriale di Garibaldi in Sicilia (giugno-settembre 1860)
Commissario governativo della Banca nazionale del Regno d'Italia, sede di Milano
Membro della Consulta araldica
Membro della Commissione di vigilanza della Cassa dei depositi e prestiti

.:: Nomina a senatore ::.

Nomina:02/07/1861
Categoria:04 I Ministri di Stato
Relatore:Pietro Riva
Convalida:20/03/1861
Giuramento:12/06/1861
Annotazioni:La nomina di Amari Michele nella 4a categoria è dovuta probabilmente ad un errore. In realtà doveva rientrare nella 5a

.:: Onorificenze ::.

Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 12 dicembre 1861
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 13 luglio 1862
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia 5 settembre 1868
Gran Croce dell'Ordine di Isabella (Spagna)


.:: Senato del Regno ::.

Commissioni:Membro della Commissione per l'esame del progetto di legge sul codice della marina mercantile (30 gennaio 1863)
Membro della Commissione finanze (5 febbraio 1863-21 maggio 1863)

.:: Governo ::.

Regno di Sardegna post 04 Marzo 1848 - Regno d'Italia:Presidente del Consiglio di Luogotenenza (Luogotenenza generale per le province siciliane-Massimo Cordero di Montezemolo) (febbraio 1861)
Ministro delle finanze (Luogotenenza generale per le province siciliane-Massimo Cordero di Montezemolo) (febbraio 1861)
Altri Stati:Ministro delle finanze (Governo del Regno di Sicilia) (gennaio-febbraio 1849)

.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.

    Signori Senatori!
    Avevo sperato che non mi arriverebbe più la occasione di rinnovare simili ufficî, tanto gravi al mio cuore.
    Ma quella speranza non trovò grazia davanti a Lui, che tiene in mano la vita e sì degli oscuri e dei celebri, e sì dei pusilli e dei forti.
    [...] Or ecco, nel giro di appena un mese, discendere nel sepolcro altri sette dei valentuomini, scritti nell’Albo di questa Assemblea.
    Erano:
    [...] Amari di Sant’Adriano conte Michele; nato a Palermo il 21 giugno 1803 [sic]; Senatore dal 7 febbraio 1861 [...].
    Il conte Michele Amari, di stirpe antica, ha speso tutta la vita per la patria, per la famiglia.
    Fu decurione di Palermo nel 1836; intendente di Messina nell'êra stupenda del 1848; Deputato al Parlamento siciliano; e quivi Ministro per le Finanze.
    Spenta dalle schiere borboniche la libertà, il conte Amari emigrò dal Reame. Prese dimora nella capitale della Liguria. Le angustie dell'esilio non gli impedirono di poter sovvenire alle necessità di molti dei profughi, suoi compagni.
    Gli erano nati due figliuoli dalla moglie sua nobilissima, Donna Anna Bajardi; l'ultima erede del nome immortale di quell'eroe senza macchia e senza paura, che, vinta la battaglia di Marignano, armò cavaliere Francesco I.
    Con intelletto di padre e di cittadino, il conte Amari allevò i due figliuoli, l'uno all'esercito, l'altro all'armata dei Piemontesi; nel valore de' quali, e nella ostinazione loro meravigliosa, poneva fede, poco meno che unanime, l'ansiosa Italia.
    All'esilio di lui, e dei compagni, fecero fine la spedizione e i trionfi dei Mille.
    Poco stante, il Dittatore inviava il conte Amari come suo Legato presso il Governo di Vittorio Emanuele. E il Legato, fornita a Torino la commissione del Garibaldi, s'è restituito a Palermo, portatore del programma dell'annessione.
    Dopo il plebiscito, sedette meritamente nel Consiglio di Luogotenenza della Sicilia.
    Non appena cessata l'autonomia nelle regioni del mezzodì, diventò Senatore del Regno: e tenne, con plaudita saviezza, il carico di Prefetto, dapprima a Modena, dappoi a Livorno; insino a che la età grave e la non ferma salute gli indussero il desiderio di più tranquille funzioni. Onde fu nominato consigliere della Corte dei Conti.
    Avea talora parlato al Senato. Parlò di nuovo (e fu l'ultima volta) nel 1875, quando pendeano le sorti del disegno di legge sui provvedimenti straordinarî di pubblica sicurezza.
    Di recente, a malgrado de' Colleghi suoi prestantissimi, volle smettere l'ufficio di consigliere: e si allegrò (ahi, per così poco tempo!) del ritorno all'Isola dilettissima che gli avea dato i natali; dico, alla terra de' Vespri, dei quali abbiamo tra noi lo storico illustre.
    [...]
    Quando ripenso che si corta è la vita quaggiù, e tanto è ingorda delle salme nostre la fossa, parmi udire una voce che mi grida alla mente ed al cuore: presta i tuoi servigi alla patria oggi stesso; forse, se tu aspetti domani, non li potrai prestare mai più!
    (Vivi segno d’approvazione. Alcuni Senatori si recano a stringere la mano al Presidente).

    Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 24 febbraio 1877.

Attività 0047_Amari_Michele__IndiciAP.pdf