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Data di nascita: | 08/31/1812 |
Luogo di nascita: | SCARNAFIGI (Cuneo) |
Data del decesso: | 12/02/1894 |
Luogo di decesso: | TORINO |
Padre: | Felice |
Madre: | RUSCA Theresia |
Nobile al momento della nomina: | No |
Nobile ereditario | No |
Figli: | Giovanni Felice, che sposò Anna Maria GIORDANA
Carla Domenica
Carla Felicita
Giorgio Felice
Clara Teresa
Casimiro Raimondo
Helenia Fortunata
Giuseppe |
Titoli di studio: | Laurea in medicina (1)
Laurea in chirurgia (2) |
Presso: | Università di Torino |
Professione: | Docente universitario |
Altre professioni: | Medico |
Carriera: | Professore di Clinica oculistica all'Università di Torino (1859-1871)
Professore ordinario di Clinica delle malattie sifilitiche all'Università di Torino
Preside della Facoltà di medicina e chirurgia dell'Università di Torino (1877-1888)
Chirurgo del sifilicomio di Torino (1840)
Medico della Real Casa |
Cariche politico - amministrative: | Consigliere comunale di Torino (1867-1891) |
Cariche e titoli: | Fondatore dell'Ospedale oftalmico di Torino (1851)
Presidente dell'Ospedale oftalmico di Torino (1877)
Direttore della Clinica oculistica dell'Università di Torino (1859-1871)
Direttore della Clinica sifilitica dell'Università di Torino (1862-1894)
Membro straordinario del Consiglio superiore della pubblica istruzione (1° gennaio 1860-novembre 1863)
Socio fondatore ordinario dell'Accademia medico chirurgica di Torino (1846) |
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.:: Nomina a senatore ::.
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Nomina: | 11/25/1883 |
Categoria: | 03 | I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio |
Relatore: | Francesco Ghiglieri |
Convalida: | 14/12/1883 |
Giuramento: | 03/08/1893 |
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Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia |
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.:: Camera dei deputati ::.
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Legislatura | Collegio | | Data elezione | Gruppo | Annotazioni |
VII | Fossano | | 25-3-1860 | Centro-sinistra | |
XIII | Savigliano | | 5-11-1876* | Centro-sinistra | Ballottaggio il 12 novembre 1876 |
XIV | Savigliano | | 16-5-1880 | Centro-sinistra | |
XV | Saluzzo (Cuneo II) | | 29-10-1882** | Centro-sinistra | Escluso per sorteggio per eccedenza nel numero dei deputati professori il 20 giugno 1883 |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.
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Atti Parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente
Signori senatori! Ho anche oggi un mesto dovere da compiere: debbo parteciparvi la morte di sei colleghi. [...]
Alle ore cinque del dodici di febbraio moriva in Torino il senatore Casimiro Sperino, che per molti anni era stato decoro di quell'Università e dell'arte salutare.
Quanto incremento gli studii e la scienza ricevessero dal dotto medico, dall'abile chirurgo, dal cultore assiduo ed ingegnoso non è a dir qui. Ma non va neppure pretermesso come per attenuare il flagello di qualcuno dei morbi che più inquinano e col subdolo propagarsi e diffondersi intristiscono le discendenze lontane, egli ricercasse e audacemente sperimentasse, fu già tempo, dottrine e metodi analoghi a quelli che per altre malattie ora sono in onore. Ed è anche da ricordare come, alla tutela della pubblica incolumità costantemente inteso, intorno ai morbi stessi tenesse sapientemente cattedra e dettasse le regole, le cautele, l'ordinamento che in Piemonte prima, in Italia poi ebbero vigore.
Mente versatile, operosità singolare gli permisero di esercitare con grido la medicina e la chirurgia; anzi d'un ramo di questa istituì lo speciale insegnamento e fondò un ospedale, colmando, con civile ed ardita iniziativa, una lamentata lacuna. L'insegnamento dell'oftalmoiatria e clinica oculistica, nel quale ebbe reputazione di eccellente; l'ospedale oftalmico, ispirazione di fervido affetto, monumento insigne di quanto possa un gran cuore infiammato a nobile meta, da attuosa carità, terranno vivo il nome suo al di là della tomba. Che se, come sempre accadde a chi lungamente visse, nuovi concetti e metodi scientifici poterono farlo parere, al paragone delle idee oggi prevalenti, più piccolo, Casimiro Sperino non parve né apparirà mai al di sotto di altri per la incessante, nativa virtù, con che, soltanto a sollievo delle sofferenze umane, esercitò l'arte sua. Missione sublime la quale, allorché ogni efficacia di farmachi e di sistemi si smaga e dirimpetto al grande mistero della vita la scienza non sa che essere impotente, attinge dai più puri sentimenti di un animo alto il miracolo dei conforti pietosi ed ineffabili!
L'animo stesso, la stessa mente lo mossero, lo guidarono per più di trent'anni nello svariato insegnamento, intento sempre al progredire della scienza; ogni conquista, ogni progresso di essa considerando quale via e scala, ad altri maggiori. Di che e delle benemerenze di lui si ebbe bella dimostrazione quando, volgono dieci anni, l'ateneo torinese, festeggiando il cinquantesimo della sua laurea, egli fondò un perpetuo premio a vantaggio del più eletto studente di medicina.
Era nato a Scarnafigi nel 1812. Quantunque alle egregie qualità sue facessero riscontro libere opinioni, per esser tutto assorto negli studi, tardi entrò nella vita pubblica. Però lo volle deputato al Parlamento nel 1860 un collegio della provincia natale, e dopo, per tre altre legislature, altri collegi della medesima il mandato gli confermarono.
Nella Camera ebbe benevoli gli uomini maggiori del suo tempo, molti amici, tutti deferenti. Sapeva staccarsi dal manipolo cui era ascritto, quando antiche convinzioni od un interesse, a suo giudizio, superiore ve lo costringessero, e, quantunque assai spesso andasse a ritroso della corrente, non veniva meno fra i suoi.
Parlava come dentro gli dettava amore: era ascoltato.
L'istruzione, la sanità, l'igiene pubblica furono gli argomenti di che a preferenza trattò, come quelli nei quali poteva recare innanzi informazioni ed opinioni, frutto di lunghe ricerche, di studio diuturno.
Ascritto al Senato sino dal 1883, non venne ad insediarsi che l'anno scorso.
Un'aspra contesa, un intenso dolore ne amareggiò gli ultimi giorni: l'ospedale, che era stato il grande affetto, il maggior titolo d'onore della sua vita, ne fu cagione!
La tomba dell'uomo venerando, che nella lunga esistenza, di pressoché ottantadue anni, operò senza tregua a beneficio della umanità, onori un inno di gratitudine! (Bravo). [...]
CRISPI, presidente del Consiglio. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CRISPI, presidente del Consiglio. Il Governo si associa di gran cuore alle commemorazioni che vennero fatte dal Presidente prima e dagli altri oratori poi, degli estinti senatori, la cui perdita tutti deploriamo.
Il Governo non crede di aggiungere parole perché ogni nostra espressione diminuirebbe il valore di quelle pronunciate e che voi avere ascoltato con riverente attenzione.
PRESIDENTE. Come il Senato ha udito il senatore Bonvicini, al quale si è associato il senatore Tabarrini, propone che siano inviate le condoglianze dell’Assemblea alle famiglie dei senatori dei quali oggi si è fatta la commemorazione.
Chi approva questa proposta è pregato di alzarsi.
(Approvata).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 20 febbraio 1894.
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Note: | Il nome completo risulta essere: "Casimiro Raimondo".
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Attività |
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