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ANDREUCCI Ferdinando | |
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Data di nascita: | 06/15/1806 |
Luogo di nascita: | SIENA |
Data del decesso: | 11/02/1888 |
Luogo di decesso: | FIRENZE |
Padre: | Giovanni |
Madre: | PALLINI Isabella |
Nobile al momento della nomina: | No |
Nobile ereditario | No |
Figli: | Isabella, moglie di Odoardo LUCHINI, senatore (vedi scheda) |
Professione: | Avvocato |
Cariche politico - amministrative: | Membro del Consiglio generale (Toscana) (1848)
Membro della Consulta di Stato (Toscana) (1859)
Membro e vicepresidente dell'Assemblea dei rappresentanti (Toscana) (1859)
Vicepresidente del Consiglio provinciale di Firenze (1870-1871) (1874-1877)
Presidente del Consiglio provinciale di Firenze (1878-1888) |
Cariche amministrative: | Consigliere provinciale di Firenze (1863-1888) |
Cariche e titoli: | Socio dell'Accademia dei Georgofili di Firenze (3 aprile 1842)
Socio emerito dell'Accademia dei Georgofili di Firenze (2 marzo 1873) |
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.:: Nomina a senatore ::.
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Nomina: | 11/15/1871 |
Categoria: | 03 | I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio |
Relatore: | Francesco Maria Serra |
Convalida: | 30/11/1871 |
Giuramento: | 30/11/1871 |
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Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 11 gennaio 1863
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia |
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.:: Camera dei deputati ::.
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Legislatura | Collegio | | Data elezione | Gruppo | Annotazioni |
VII | Colle Val d'Elsa | | 25-3-1860 | Destra | |
VIII | Colle Val d'Elsa | | 27-1-1861 | Destra | |
IX | Colle Val d'Elsa | | 22-10-1865* | Destra | Ballottaggio il 29 ottobre 1865 |
X | Firenze IV | | 10-3-1867** | Destra | Ballottaggio il 17 marzo 1867 |
XI | Siena | | 20-11-1870*** | Destra | Ballottaggio il 27 novembre 1870. Eletto anche per il collegio di Firenze IV, optò per quello di Siena il 12 dicembre 1870 |
Cariche: | Vicepresidente (10 aprile-28 dicembre 1860, 8 marzo 1861-21 maggio 1863) |
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Altri Stati: | Ministro della pubblica istruzione (Granducato di Toscana) (1848) |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.
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Atti Parlamentari - Commemorazione
Marco Tabarrini, Vicepresidente
Debbo fare una breve interruzione per annunciare al Senato una triste notizia: la morte del senatore Ferdinando Andreucci.
Egli aveva in questo recinto molti amici ed estimatori sinceri; ma anche fuori del Senato, quanti tengono in pregio l'altezza dell'ingegno; l'indipendenza del carattere e la probità della vita onoreranno la sua memoria.
GADDA. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
GADDA. Mi permetta il Senato di aggiungere una parola all’annuncio doloroso dato dal nostro Presidente.
I rapporti familiari che ebbi con l’estinto, ed i rapporti ufficiali di questi ultimi anni che ebbi con lui mi impongono il doloroso dovere di attestare qui quanta parte prenderà l’amministrazione di Firenze in questa luttuosa perdita che ha fatto il Senato.
L’Andreucci era presidente del Consiglio provinciale di quella città da moltissimi anni e sono pochi giorni che egli l’ha presieduto colla sua alacrità consueta.
Eletto cittadino, distinto patriota, animo integerrimo, giureconsulto di prim’ordine, quantunque non prendesse parte in questi ultimi anni ai lavori del Senato, tuttavia è uno di quei senatori la cui mancanza si sente profondamente da tutti noi.
CAMBRAY-DIGNY. Domando la parola.
CRISPI, presidente del Consiglio, ministro dell’interno. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha la parola l’onorevole Cambray-Digny.
CAMBRAY-DIGNY. Non posso fare a meno di associarmi a questa manifestazione di dolore per la morte di un illustre cittadino come l’Andreucci.
Signori senatori! Egli non era molto conosciuto in Senato, perché, entratovi in avanzata età, non ebbe mai il modo di prendere parte ai nostri lavori.
L’Andreucci fu un vecchio patriota. In una grande e solenne occasione egli fu l’oratore che decise, nell’Assemblea toscana del 1859, uno dei più solenni atti che abbiano contribuito alla costituzione del Regno d’Italia. Voglio parlare dell’annessione della Toscana al Regno di S.M. il Re Vittorio Emanuele II. L’Andreucci ebbe la gloria di essere relatore del primo atto e del più concludente.
Io mi associo dunque alle parole pronunciate dall’onorevolissimo Presidente e dal senatore Gadda, nel lamentare la grave perdita da noi fatta.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’onorevole presidente del Consiglio.
CRISPI, presidente del Consiglio, ministro dell’interno. Il Governo si associa al compianto per la morte del senatore Andreucci.
Conoscevo da presso l’onesto cittadino ed il giureconsulto, decoro della curia italiana.
Egli fu deputato, poi senatore, e, prima che il Regno d’Italia fosse proclamato, fu tra coloro i quali lavorarono per la causa dell’unità, che alimentarono quel fuoco sacro che poi divampò e spinse le nostre popolazioni ai grandi fatti dell’indipendenza nazionale.
La morte sua ci giunse inaspettata e però tanto più dolorosa. Son sicuro vi associerete tutti a questo lutto, che per voi è quasi lutto di famiglia e per gl’italiani lutto di patria. Il rammarico per la sua morte tutti lo sentiamo nell’anima.
Al buon Andreucci, per la sue doti di mente e di cuore, è dovuta non solo da noi, ma da tutta la nazione, quella gratitudine che divien più viva dopo la morte, perché non contrastata.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 11 febbraio 1888.
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Attività |
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