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Senato della Repubblica
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MILLO Enrico

  







   Indice dell'Attività Parlamentare   

   Fascicolo personale   


    .:: Dati anagrafici ::.

Data di nascita:02/12/1865
Luogo di nascita:CHIAVARI (Genova)
Data del decesso:14/06/1930
Luogo di decesso:ROMA
Padre:Gustavo
Madre:ANGUISSOLA dei conti di Altoè Maria Luisa
Nobile al momento della nomina:Si
Nobile ereditarioSi
Titoli nobiliariNobile dei conti di Casalgiate, titolo riconosciuto con decreto reale del 31 dicembre 1885 e lettere patenti del 4 febbraio 1886
Coniuge:RANIERI TENTI Clelia
Parenti:Giulio Ranieri Tenti, suocero
Luogo di residenza:NAPOLI
Altra residenza:ROMA
Indirizzo:Via Carlo Linneo, 26
Titoli di studio:Scuola militare
Scuole militari:Scuola di marina (8 novembre 1879)
Professione:Militare di carriera (Marina)
Carriera giovanile / cariche minori:
Carriera:Contrammiraglio (12 agosto 1912)
Viceammiraglio (18 maggio 1916-23 novembre 1922. Collocato in posizione ausiliaria)
Viceammiraglio di squadra (27 dicembre 1923)
Vicemmiraglio d'armata (27 gennaio 1924)
Ammiraglio d'armata nella riserva navale (16 settembre 1926)
Cariche politico - amministrative:Governatore della Dalmazia (15 novembre 1918-22 dicembre 1920)
Cariche e titoli: Capo sezione presso il Ministero della marina (reggente, 2 settembre 1900-8 gennaio 1903)
Capo divisione del Ministero della marina (reggente, 31 ottobre 1907-4 giugno 1908) (reggente, 22 dicembre 1910-28 settembre 1911)
Direttore generale degli Ufficiali e del Servizio militare e scientifico al Ministero della marina (3 ottobre 1912)
Comandante dell'Accademia navale (3 settembre 1914-25 aprile 1915)
Presidente del Consiglio superiore di marina (6 aprile 1921-4 dicembre 1922)
Commissario del governo per il porto di Napoli (28 dicembre 1922)

    .:: Nomina a senatore ::.

Nomina:09/03/1913
Categoria:05 I Ministri segretari di Stato
Relatore:Fabrizio Colonna
Convalida:04/12/1913
Giuramento:04/12/1913

    .:: Onorificenze ::.

Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia 15 dicembre 1898
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 6 novembre 1910
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia 26 gennaio 1911
Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia 28 dicembre 1913
Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 24 gennaio 1909
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 29 dicembre 1912
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 3 aprile 1913
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 11 giugno 1914
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 16 novembre 1922
Commendatore dell'Ordine militare di Savoia 29 dicembre 1916

    .:: Servizi bellici ::.

Periodo:1887 campagna d'Africa
1911-1912 guerra italo-turca
1915-1918 prima guerra mondiale
Arma:Marina
Decorazioni:Medaglia a ricordo della campagna d'Africa, medaglia commemorativa della guerra italo-turca, medaglia interalleata della Vittoria, croce d'oro per anzianità di servizio, medaglia d'oro al valor militare, medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia


    .:: Senato del Regno ::.

Commissioni:Membro della Commissione per la verifica dei titoli dei nuovi senatori (15 giugno 1921-23 maggio 1923. Dimissionario)
Membro della Commissione per l'esame del disegno di legge per il riordinamento dell'Opera nazionale dei combattenti (3 aprile 1922)

    .:: Governo ::.

Governo:Ministro della marina (29 luglio 1913-19 marzo 1914) (21 marzo-13 agosto 1914)

    .:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.

Atti Parlamentari - Commemorazione
        Luigi Federzoni, Presidente

        Grave e dolorosa perdita per il Senato e per il paese è stata la scomparsa dell'ammiraglio Enrico Millo, che apparteneva alla nostra Assemblea dal 1913 e che ci è mancato, dopo lunga malattia, il giorno 14 di questo mese. Il nome di lui resta indelebile nella gloriosa storia della R. Marina. Giovane comandante del "Volturno", in una faticosa campagna nel Mar Rosso e nell'Oceano Indiano, eseguì importanti studi sulle coste, mostrandosi capace di compiere le più ardue missioni militari e diplomatiche. Il senatore De Martino, governatore della Somalia, scrisse di lui, in un rapporto, un giudizio che caratterizzava bene fin da quel tempo la figura di Enrico Millo: "Non conosce le difficoltà se non per superarle". La guerra italo-turca doveva svelare pienamente il valore del marinaio e dell'uomo di azione. Attivissimo Capo di Stato maggiore dell'Ispettorato siluranti, preparò magistralmente una spedizione di torpediniere per il forzamento dei Dardanelli, assumendo di persona il comando della squadriglia, che egli guidò di notte, con eroico ardimento per ben quindici miglia, sotto l'intenso fuoco delle artiglierie costiere, e poi ricondusse intatta al largo, sempre sotto il fuoco nemico: pagina memorabile di intelligente e tranquilla audacia che parve dare già da allora al mondo e alla nazione stessa la misura delle altissime virtù militari della nostra Marina.
        Decorato di medaglia d'oro, promosso contrammiraglio per merito di guerra, Enrico Millo fu successivamente ministro della Marina, sagace e fervoroso artefice della ricostruzione dopo l'impresa di Libia, fino a quando, per lo scoppio della guerra europea, fu destinato a un comando di forze navali, nel quale dovevano riaffermarsi le sue preclare virtù di marinaio e di organizzatore.
        Terminato il grande conflitto, gli fu commesso un incarico particolarmente delicato, veramente degno di mettere alla prova l'intelletto e il patriottismo di lui: il Governo della Dalmazia. Forse non è ancora possibile apprezzare obiettivamente l'azione politica da lui esercitata nei due anni durante i quali tenne tale ufficio; ma fin da ora possiamo e dobbiamo riconoscere che Millo credette nobilmente nella sua missione, la svolse con generoso e coraggioso entusiasmo, e seppe infine sacrificarla in silenzio a un dovere supremo di obbedienza. Fu il tramonto triste della sua carriera e, insieme, della poesia militante che egli aveva impersonata a Zara. Il fascismo, salito al potere, ritrovò in lui un fedele e zelante servitore della nazione, al quale affidò altri notevoli compiti, che Millo non poté serbare a lungo, poiché era ormai stanco e malato del male che ce lo ha tolto. Ma noi non vogliamo ricordarlo quale mestamente lo vedemmo negli ultimi anni, quasi accasciato dalla sofferenza; ricordiamo bensì e onoriamo, con animo commosso, il fiero marinaio, il prode violatore dei Dardanelli, lo strenuo custode della Vittoria italiana in Adriatico. [...]
        SIRIANNI, ministro della marina. Chiedo di parlare.
        PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
        SIRIANNI, ministro della marina. S.E. il Presidente ha ricordato e commemorato Enrico Millo, esaltandone con alte e nobili parole, le imprese, le virtù.
        Nella notte del 19 luglio del 1912, or ora ricordata, quando la squadriglia di siluranti della quale egli aveva assunto volontariamente il comando, defilava, diretta per il Dardanelli, lungo il bordo dell'incrociatore di scorta, la voce ieratica del comandante di questa nave rompeva il silenzio siderale della notte. "Millo, quello che fate è cosa santa. La patria vi guarda e vi benedice". In quell'istante innanzi all'intrepido e generoso marinaio non vi erano i proiettori di Qum Kales e di Sed-Ul-Baar, ma passava certo innanzi ai suoi occhi l'immagine ed il profilo della sua terra.
        Medaglia d'oro. Ammiraglio, poi ministro. Venne la grande guerra. Comandante degli esploratori e cacciatorpedinieri del Basso Adriatico. Percorse per mesi e mesi da padrone i canali della Dalmazia Meridionale, entrò in ancoraggio. Poi sbarcò.
        Forse era fatto per altri tempi ed altra guerra.
        Sagomato, forgiato alla Ferragut, alla Lamba Doria, era nato per l'azione impetuosa ed irrompente.
        Imbarca nuovamente.
        Comandante di due Divisioni dislocate a Vallona. Di un ancoraggio, di una rada, fece una base ed una fortezza. La base con mezzi di fortuna. La fortezza era solamente negli animi che aveva creati con la sua indomabile volontà.
        Sbarcò una seconda volta. Poi fu in Dalmazia.
        Quante sofferenze! Diede allora prova di una ala civica virtù, quella di sapere patire silenziosamente per la sua patria.
        Onorevoli senatori! Il marinaio si è spento, ma il breve nome, e la gagliarda figura rimarrà vivente.
        A nome della marina a nome del Governo, che non scorsa le opere, le imprese, le virtù, Lo ringrazio e invio alla sua anima intrepida e generosa un maschio e virile saluto.
        Il nostro Presidente ha commemorato e ricordato ancora il senatore Pietro Baccelli. Mi associo, a nome del Governo, alle nobili ed alte parole dal Presidente pronunciate.

        Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 23 giugno 1930.


Attività 1485_Millo_IndiciAP.pdf