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Data di nascita: | 02/03/1826 |
Luogo di nascita: | MANTOVA |
Data del decesso: | 03/08/1905 |
Luogo di decesso: | MILANO |
Padre: | Jacob |
Madre: | FANO Elena |
Nobile al momento della nomina: | No |
Nobile ereditario | No |
Luogo di residenza: | Milano |
Indirizzo: | Via Nerino 4 |
Titoli di studio: | Laurea in giurisprudenza |
Professione: | Possidente |
Altre professioni: | Scrittore, storico, giornalista, pittore |
Cariche politico - amministrative: | Segretario del Consiglio provinciale di Milano (1864-1878)
Vice segretario del Consiglio provinciale di Milano (1862-1863)
Presidente del Consiglio provinciale di Milano (1898-1902) |
Cariche amministrative: | Consigliere provinciale di Milano per Monza (1860-1888)
Consigliere comunale di Milano (1860-1889)
Assessore al comune di Milano (1860-1861)
Assessore supplente al comune di Milano (1862-1867) |
Cariche e titoli: | Membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione (12 maggio-6 novembre 1881. Dimissionario)
Collaboratore del giornale "XXII marzo" (Milano)
Vicepresidente della Commissione conservatrice dei monumenti, oggetti d'antichità e belle arti di Milano
Membro corrispondente dell'Istituto lombardo di scienze e lettere di Milano (25 gennaio 1872)
Membro effettivo dell'Istituto lombardo di scienze e lettere di Milano (24 novembre 1881)
Socio corrispondente della Accademia dei Lincei di Roma (21 febbraio 1876)
Socio corrispondente dell'Accademia pontaniana di Napoli (5 agosto 1877)
Presidente della Società italiana degli autori ed editori SIAE (1882-1886)
Socio onorario dell'Accademia albertina di belle arti di Torino |
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.:: Nomina a senatore ::.
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Nomina: | 05/15/1876 |
Categoria: | 03
21 | I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio
Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria |
Relatore: | Francesco Pallavicini |
Convalida: | 06/06/1876 |
Giuramento: | 22/11/1876 |
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Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia (1873-30 dicembre 1871)
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 22 aprile 1894
Cavaliere dell'Ordine civile di Savoia |
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.:: Camera dei deputati ::.
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Legislatura | Collegio | | Data elezione | Gruppo | Annotazioni |
VII | Carate | | 25-3-1860 | Destra | |
VIII | Vimercate | | 27-1-1861 | Destra | |
IX | Vimercate | | 22-10-1865 | Destra | |
X | Vimercate | | 10-3-1867* | Destra | Ballottaggio il 17 marzo 1867. Dimissioni il 6 dicembre 1867 |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.
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Atti Parlamentari "Commemorazione
Tancredi Canonico, Presidente
Signori senatori! Abbiamo chiuso, al principio di luglio, le nostre adunanze col rimpiangere la perdita di un nostro egregio collega; le riapriamo ora col rimpiangerne altri parecchi. [...]
Gravissima perdita pure hanno fatto il Senato e il paese con la morte del senatore Tullo Massarani: nato a Mantova il 3 febbraio 1826, spentosi a Milano il 3 agosto 1905, poco meno che ottantenne.
Egli fu schietto patriota, distinto e fecondo scrittore, uomo largamente benefico e modestissimo.
Collaboratore a ventidue anni del giornale XXII Marzo, che si pubblicò a Milano al domani delle Cinque giornate, ed emigrato poi in vari paesi, fu a Parigi segretario del Pasini, inviato della Venezia.
Nel 1859 scrisse un Memorandum per gli abitanti mantovani d'oltre Po, che fu coperto da ben quindicimila firme.
Nella giunta comunale e nel Consiglio provinciale di Milano, al pari che in varie altre amministrazioni, mostrò sempre uno zelo equanime e sapiente.
Eletto quattro volte deputato, nel 1867 rassegnò il mandato a cagione della malferma salute.
Il 15 maggio 1876 entrò in Senato, dove sempre interveniva nelle discussioni più importanti, facendovi d'ordinario un forbito discorso. Altrettanto alieno da ciò che accennasse a spirito di parte, quanto sincero amante del bene e della patria, si sentiva nella sua parola, non la lotta politica, ma il frutto di una meditazione solitaria e coscienziosa sull'argomento che trattava: ed esposto ciò che credeva utile e giusto, ritornava in Milano alla quiete de' suoi lavori e de' suoi studi.
Né meno patriota egli era come scrittore: poiché la maggior parte delle sue opere, o fornisce, con la considerazione della storia e degli uomini moderni, gli elementi per ben giudicare delle cose pubbliche, o contiene l'esposizione e l'apprezzamento di questioni contemporanee.
Altre poi trattano argomenti di letteratura e di arte. "Così, per limitarmi a poche citazioni, si produssero i suoi libri: L'idea Italiana a traverso i secoli, gli Studi di politica e di storia, Legnano, I prodromi della libertà moderna, La Germania e l’Italia, Carlo Tenca e il pensiero civile de'suoi tempi, Cesare Correnti nella vita e nelle opere, delle quali, dopo la morte di quel valent'uomo, il Massarani scelse le più ragguardevoli, raccogliendole in quattro volumi. Così eziandio vennero fuori i Diporti e veglie, Come la pensava il dottor Lorenzi, L'arte Italiana a Parigi, Studi di letteratura e d’arte, ed altri lavori parecchi, ,senza contare i numerosi articoli che scrisse in varie riviste, come il Crepuscolo, l'Antologia, ecc.
Anima di artista, la sacra favilla che gli ardeva in petto irradiava non solo ne' suoi scritti in prosa, ma altresì in versi delicati e gentili, ove predomina quasi sempre una nota di soave mestizia, nella musica, nella pittura: poiché, se non sommo, anche in queste ultime due arti era valente. Molto pregialo dai conoscitori è il suo quadro Le terme di Alessandria scaldate coi libri, simboleggiante le conseguenze del famoso dilemma del califfo Ornar: e piacquero altresì altri quadri rappresentanti La vita orientale, L'infanzia in Grecia, Castellana e vassalla, il Messaggero d'amore. Nel bel volume in folio L'odissea della donna, che è un gioiello di poesia, sì pel profondo criterio storico e psicologico, sì per la squisita venustà della forma, ed è stampato con grande lusso tipografico, i vari disegni che lo illustrano e gli stessi graziosissimi fregi che ne ornano ogni pagina sono opera sua, al pari del testo.
Ricco di censo, tutto ciò che sopravanzava ai bisogni della modesta sua vita egli elargiva in opere di beneficenza: non con l'elemosina che umilia e che spesso favorisce l'inerzia, ma con quei sottili accorgimenti dettati dal vero interesse per chi soffre, che gli forniscono i mezzi di lavorare e di sopperire a' suoi bisogni, e.
Con quel tacer pudico.
Che accetto il don ti fa ;
risollevando così gli animi accasciati e risvegliandovi la gratitudine e l'amore dov'erano pubbliche calamità, accorreva e provvedeva. Così, nell'inondazione di Poggio Rusco del 1872, ottenute dai comandante militare di Milano 3000 razioni, si recò immediatamente, sul luogo, aggiungendovi del proprio larghi soccorsi. Così, nella inondazione del Po nel 1879; così in altre luttuose circostanze. E nel suo testamento lasciò la maggior parte della cospicua sua sostanza all'istituito professionale femminile di Milano.
Sobrio nel conversare, modestissimo e quasi timido, amorevolmente cortese nei modi, amico sincero, egli lascia, sotto ogni rispetto, un soave ricordo in quanti lo avvicinarono, ed un vuoto non piccolo nel Senato e nel paese.
In testimonio di quanto egli fosse vivo nel cuore de' suoi compatrioti, anche all'estero, darò lettura di ciò che pochi giorni dopo la sua morte mi scrisse il cavaliere Romanese, presidente della colonia italiana di Praga.
"Nella luttuosa circostanza da cui fa colpito l'eccelso Senato con la morte dell'insigne patriota ed integerrimo cittadino onorevole dott. Tullo Massarani senatore, anche la piccola colonia italiana di Praga desidera esprimere all'eccelso Senato le più vive condoglianze per l'irreparabile perdita.
Mi pregio comunicare ciò a V. S. Ill.ma, con la preghiera, di voler interpretare presso gli onorevoli senatori i nostri sentimenti; e mi segno di V. S. Ill.ma. Con ossequio dev.mo Odoardo Romanese".
Onore ed affettuoso compianto a Tulio Massarani! (Benissimo). [...]
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il senatore Faldella.
FALDELLA. Tullo Massarani nel suo testamento onoravami dell'incarico di curare la raccolta dei suoi Ricordi parlamentari; ed io sento il debito cordiale di rimembrarlo pur io in questo eccelso arringo, all'eco delle alte ed affettuose parole pronunziate in suo rimpianto dal nostro eccellentissimo Presidente e mio maestro, il quale insieme con lui introducevami e scortavami quasi paternamente in mezzo a voi.
Rileggendo i discorsi parlamentari di Tullo Massarani convengo esserne pregio caratteristico una sodezza ornata, per cui anche la prosa oratoria può divenire di utilità e decoro stabile alla civiltà patria ed umana.
Egli parlò primieramente alla rappresentanza nazionale eletta nella formazione di questo Regno d'Italia, che Dio prosperi e perenni! La proclamazione di un'Italia libera e unita dopo secoli di sforzi disperati era tale avvenimento miracoloso, che avrebbe giustificato, se il Parlamento per parecchie sessioni non avesse fatto altro che cantarlo. Invece fu notevole, ammirevole la compostezza pratica, di cui è stato saggio altresì il primo discorrervi di Tulio Massarani, benché fosse pur egli coraggioso, ardente patriota, poeta ed artista di vocazione e di studio geniale, come bene lo disse testé il nostro esimio Presidente.
Persuaso che l'Italia risorta non doveva essere soltanto un' Italia vocale, egli con l'ingegno largo ed alato che sapeva assottigliare ai meandri delle più positive e minute ricerche, trattò delle salde fondamenta e delle sane radici, che dovevansi porre alla amministrazione italiana. E così i suoi discorsi sulle società mutue e l'imposta, sulle opere pie, sugli impiegati civili e gli insegnanti, sui conservatorî di musica, sulla proprietà artistica e letteraria, ecc.; ma sulla sottile disquisizione batteva pur sempre l'ala grande dell'ingegno patrio ed umano.
Nel 1864 a Torino nell'Aula del palazzo Carignano perorando per accrescere la pensione agli insegnanti, egli diceva: "La legione degli insegnanti è quella che ci condurrà a Roma". E qui nel Senato a Roma una volta egli usciva nella preghiera: "Lasciate per poco passare un idealista".
Di alta idealità aveva risuonato ancora a Torino il suo discorso per la Polonia, nel quale balenava la visione della nostra nazione redenta, che, invece di vivacchiare per sé, divenisse strumento almeno diplomatico per la ricostituzione di altre nazionalità lacere e conculcate. D'alta politica italiana fu a Firenze quella tregua di Dio da lui invocata fra le parti parlamentari alla vigilia della guerra del 1866. E, liberata Venezia, egli anima virgilianamente mantovana, era ben degno di rispondere in nome della Camera elettiva al discorso della corona, sospirando a Roma.
Quale egli fosse in questo Senato a Roma, lo ritraeva il nostro Presidente colla parola lucida ed anche arguta, anche qui commisurato l'alto idealista al ricercatore minuto ed insistente delle migliorie patrie ed umane.
Il discorso pro Candia, qui pronunziato fa riscontro a quello pro Polonia pronunziato nell'altro ramo del Parlamento. Qui il suo raggio mite e grato di poeta sul busto del Leopardi scolpito e donato dal nostro collega Monteverde per la rotonda della nostra biblioteca: espressione del più alto dolore medicato dai più nobili allori.
Nei discorsi senatorii del Massarani, con una: giurisprudenza italica, degna della scuola di Gian Domenico Romagnosi, è dominante il pensiero sociale per i deboli e per i miseri. Onde.le sue schermaglie ripetute, l'industria paziente dei suoi emendamenti per le leggi igieniche, economiche e morali, sul lavoro dei fanciulli, sugli infortuni, dei lavoratori, per la Cassa di pensione alla vecchiaia degli operai. Facondamente egli parlava per la plausibile lotta della vita umana contra le difficoltà e le violenze della natura, e singolarmente per i contadini impoveriti dalle rotte del Po, e perché nelle peggiori rotte sociali gli strappi dell'antica benevolenza siano risarciti dalla previdenza della mutualità. Per quello, che egli sperava immediato benefizio delle classi laboriose, sentimmo lui posporre eziandio l’usata predilezione degli emendamenti all'accettazione in blocco di un disegno di legge ritornatoci dalla Camera dei. Deputati.
Ricordo che per le opere di munificenza pubblica compiute dalla ricchezza privata e pel benefizio di umili familiari, ricordo che da questo scanno egli alzava ancora il breve gesto della sua mano già paralitica, citando il suo generoso precursore ed emulo nel patriottismo liberale, Federico Rosazza. Da questo banco pronunziava il santo aforismo: che la.proprietà deve avere cura di anime. Alla predicazione corrispondeva davvero il suo pratico esempio.
Se l''Odissea della donna, secondo il nostro eccelso Presidente, pur lui gentile poeta, è fra i canti più illustri del Massarani, riscontriamo come il poema siasi tradotto nella.prosa testamentaria notarile, per cui grande parte della sua proprietà, ridonda a beneficio della Scuola professionale di Milano; ed il testatore altro premio non domandava della sua larghezza fuor che un pio pensiero delle beneficate fanciulle alla memoria dei suoi venerati genitori.
Oh, signori con Tullo Massarani è davvero passato fra noi un insigne e benefico idealista! (Approvazioni}.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 5 dicembre 1905.
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Note: | Secondo altra fonte risulta nato il 4 febbraio 1826.
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Attività |
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