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Data di nascita: | 12/24/1830 |
Luogo di nascita: | TORINO |
Data del decesso: | 20/03/1917 |
Luogo di decesso: | ROMA |
Padre: | Bonaventura |
Titolo d'uso | Conte |
Madre: | ASINARI DI S. MARZANO Polissena |
Nobile al momento della nomina: | Si |
Nobile ereditario | Si |
Titoli nobiliari | Nobile dei conti di Lavriano e della Montà |
Coniuge: | BETTINI Lucia, contessa |
Figli: | Umberto |
Fratelli: | Carlo Giambattista, figlio di Polissena Asinari di S. Marzano, padre di Roberto
Eugenio Gabriele e Gabriella, fratellastri, figlio di Edvige dei conti Leprotti di Fontanetto, seconda moglie del padre |
Luogo di residenza: | ROMA |
Indirizzo: | Via delle Terme, 75 |
Titoli di studio: | Scuola militare |
Scuole militari: | Accademia militare di Torino (31 luglio 1844) |
Professione: | Militare di carriera (Esercito) |
Altre professioni: | Diplomatico |
Carriera giovanile / cariche minori: | |
Carriera: | Colonnello (26 ottobre 1868)
Maggiore generale (27 maggio 1877)
Tenente generale (14 agosto 1883-9 giugno 1904. Collocato a riposo)
Inviato straordinario e ministro plenipotenziario (1° novembre 1900-9 giugno 1904. Data del collocamento a riposo)
Ambasciatore (9 agosto 1910. Titolo concesso al momento del collocamento a riposo) |
Cariche e titoli: | Aiutante di campo onorario di SM il Re (5 marzo 1871) (24 febbraio 1878), effettivo (20 novembre 1879), generale (17 aprile 1881), generale (13 settembre 1883)
Primo aiutante di campo onorario di SM il Re (24 ottobre 1900)
Comandante di corpo d'armata (13 dicembre 1891)
Commissario straordinario in Sicilia (3 gennaio 1894)
Membro del Comitato centrale di mobilitazione industriale |
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.:: Nomina a senatore ::.
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Proponente: | Prefetto di Torino | | 10/10/1890 |
Nomina: | 10/27/1890 |
Categoria: | 03
14 | I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio
Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i Contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività |
Relatore: | Salvatore Majorana Calatabiano |
Convalida: | 13/12/1890 |
Giuramento: | 24/01/1891 |
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Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 15 gennaio 1863
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 21 maggio 1865
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 30 maggio 1867
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 13 giugno 1881
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 8 giugno 1893
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia 22 aprile 1868
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 10 giugno 1890
Grande ufficiale dell'Ordine militare di Savoia 9 agosto 1894
Cavaliere dell'Ordine della Torre e della Spada (Svezia) 2 agosto 1863
Commendatore dell'Ordine di Danebrog (Danimarca) 5 settembre 1863
Commendatore dell'Ordine di Cristo (Portogallo) 24 ottobre 1863
Commendatore dell'Ordine di Nostra Signora della Concezione di Villa Viciosa (Portogallo) 21 agosto 1865
Commendatore dell'Ordine d'Isabella la Cattolica (Spagna) ottobre 1865
Cavaliere dell'Ordine della Legion d'onore (Francia) 10 luglio 1867
Ufficiale dell'Ordine della Legion d'onore (Francia)
Gran commendatore dell'Ordine del Salvatore (Grecia) 9 gennaio 1868
Commendatore dell'Ordine di Carlo III (Spagna) 26 marzo 1871 |
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Periodo: | 1848-1849 prima guerra di indipendenza
1859 seconda guerra di indipendenza
1866 terza guerra di indipendenza | |
Arma: | Esercito: artiglieria, corpo di Stato maggiore |
Decorazioni: | Medaglia d'argento al valor militare, medaglia commemorativa per la campagna d'Italia 1859 (Francia), medaglia a ricordo delle guerre combattute per l'Indipendenza e l'Unità d'Italia, medaglia col motto "Unità d'Italia 1848-1870" | |
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.:: Camera dei deputati ::.
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Legislatura | Collegio | | Data elezione | Gruppo | Annotazioni |
XII | Carmagnola | | 8-11-1874* | Destra | Ballottaggio il 15 novembre 1874. Eletto anche nel collegio di Verrès, optò per il collegio di Carmagnola il 1° dicembre 1874 |
XV | Avigliana (Torino III) | | 29-10-1882** | Destra | Escluso per sorteggio per eccedenza nel numero dei deputati impiegati il 20 giugno 1883. Rielezione il 15 luglio 1883 e cessazione per promozione a tenente generale. Rieletto il 23 settembre 1883 con annullamento dell'elezione il 4 febbraio 1884 per essere completo il numero dei deputati impiegati |
XVI | Avigliana | | 23-5-1886 | Destra | |
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Commissioni: | Membro della Commissione per l'esame del disegno di legge di conversione del Regio decreto 5 novembre 1911, n. 1247, per la sovranità d'Italia sulla Tripolitania e sulla Cirenaica (24 febbraio 1912)
Membro della Commissione per l'esame del disegno di legge "Approvazione del Trattato di Losanna" (10 dicembre 1912)
Membro della Commissione per l'esame del disegno di legge "Conferimento al Governo del Re di poteri straordinari in caso di guerra" (21 maggio 1915) |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.
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Atti Parlamentari - Commemorazioni
Giuseppe Manfredi, Presidente
Onorevoli colleghi!
Pur troppo il senatore Morra di Lavriano, del cui improvviso pericolo ieri fummo in angoscia, oggi non è più; e della sua morte grave duolo prende il Senato.
Nato era a Torino il 24 dicembre 1830 di famiglia d'antica contea. Educato alla milizia ed istrutto l'ingegno, condusse l'intera vita nell'esercito, salendo ai sommi gradi ed ai maggiori onori. Né solo con le armi servì segnalatamente la patria e lo Stato; ma nella rappresentanza nazionale, nella diplomazia, nell'ordine interno. Contava le campagne della guerra dell'indipendenza, salendo al 1848; e portava la medaglia d'argento al valor militare guadagnata nella giornata di Custoza del 1866. Fu primo aiutante di campo del principe Amedeo d'Aosta, di re Umberto, del principe di Napoli, oggi felicemente regnante. Alla Camera fu deputato di Carmagnola nella legislatura 12ª e tra i rappresentanti del 3° collegio di Torino nella 15ª e 16ª; partecipando con attività ai lavori e discutendo specialmente sulle questioni militari. Nel 1883 in Sicilia nella epidemia colerica meritò la medaglia dei benemeriti della salute pubblica. Vi fu nei primi del 1894 Commissario straordinario. Andò ambasciatore a Pietroburgo nel 1897. Fu nominato senatore nel 27 ottobre 1890. Noi lo vedemmo assiduo all'opera e lo udimmo. Echeggeranno qui per lungo tempo le sue frequenti manifestazioni di amor patrio e di devozione al Re ed alla Casa di Savoia; e lungamente sarà la sua memoria onorata. (Approvazioni).
Del generale Cadorna, comandante supremo del nostro esercito, ricevo il seguente telegramma:
"La devozione e amicizia che mi legava al generale Morra, mi fa rimpiangere di non poter partecipare alla commemorazione che il Senato farà di lui. La prego però di tenermi presente per ogni eventuale manifestazione dei colleghi in onore dell’uomo benemerito dell’esercito e del paese che, combattendo nella prima guerra del Risorgimento, assertore convinto dell’ultima, chiuse la vita con la fede della sua giovinezza nei destini d’Italia.
Firmato: generale Cadorna".
BAVA BECCARIS. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BAVA BECCARIS. Benché oppresso da un profondo dolore e coll’animo conturbato, sento tuttavia il dovere di tributare poche parole di vivo compianto all’amico indimenticabile, Roberto Morra Di Lavriano.
Quasi coetanei, abbiamo iniziato assieme la nostra vita militare, or sono 72 anni, nell’Accademia militare di Torino. Fra quelle mura abbiamo sentito i primi palpiti per la guerra dell’indipendenza, allorquando giungevano a noi gli echi delle dimostrazioni popolari plaudenti al Re magnanimo, quando si cantava l’inno fatidico di Goffredo Mameli, che, nella tarda età, egli ha sentito ripetere con non minore entusiasmo dal suo amato figliuolo, all’inizio della guerra.
Non mi soffermo a parlare della operosa, fulgida carriera del Morra, già illustrata tanto nobilmente dal venerato nostro Presidente: intendo solo esaltare le sue eccelse qualità morali, la bontà del suo animo sempre incline alla indulgenza, la serenità costante del suo spirito, la sua fede incrollabile nei destini gloriosi della patria, alla quale diede cuore ed intelletto, sino all’ultimo respiro, poiché volle ed ottenne di rientrare in servizio senza assegni, tosto scoppiata la guerra.
Egli non ebbe mai il minimo dubbio sulle sorti gloriose della guerra, e la sua fede sapeva infondere negli animi titubanti.
Malgrado l’avanzata età gli stessi palpiti giovanili vibravano nel cuore del veterano della guerra del 1848.
Vada il mio mesto saluto alla salma dolorata dell’amico, e possano le mie sincere parole di compianto riuscire di qualche conforto al desolato figliuolo ed al vecchio fratello, veterano anch’esso delle prime guerre dell’indipendenza e della guerra d’Oriente. (Approvazioni vivissime).
MORRONE, ministro della guerra. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MORRONE, ministro della guerra. Onorevoli senatori!
A nome del Governo e dell’esercito prendo la parola per scorre un tributo d’onore alla memoria del compianto senatore, generale Morra di Lavriano e di Montà, spentosi ieri dopo breve ma fierissima malattia.
Il generale Morra era un vegliardo ed un veterano, ma, pur nella gravezza della sua tarda età, conservava meravigliosamente integre quelle facoltà di mente e di spirito che rendevano preziosa la sua attività, fatta di cosciente patriottismo e di fervida fede!|
Da bravo soldato, egli è, come suol dirsi, morto sulla breccia, e pure alla vigilia di soggiacere al morbo crudele e quasi fulmineo che lo ha rapito al nostro affetto, egli prodigava ancora l’opera sua solerte per coordinare e sviluppare sempre più in paese quelle energie consolidatici di resistenza e propiziatrici di vittoria, di cui egli apprezzava tutto l’inestimabile valore ed al cui incremento si dedicava con quello stesso fervore che, ove gli anni glielo avessero consentito, avrebbe entusiasticamente e proficuamente portato fra le schiere dei combattenti.
Lo stato di servizio del generale Morra è brillante enumerazione dei suoi altissimi meriti e delle sue non comuni benemerenze, che rapidamente lo condussero ai più alti gradi della gerarchia e, nel corso della sua carriera, frequentemente lo designarono al disimpegno di importanti ed onorifici incarichi che, sempre, in paese ed all’estero, egli seppe egregiamente assolvere.
Le stesse doti e la provata sua profonda devozione per la nostra augusta dinastia gli conferirono più volte l’alto onore di prestare l’opera usa a diretto servizio dei nostri sovrani e reali principi.
Nella giornata di Custoza seppe guadagnarsi la medaglia d'argento al valor militare per l'eroismo dimostrato al fianco dell'Augusto comandante duca d'Aosta di quella stessa valorosa brigata Lombardia, che, sotto gli ordini anche oggi di un valoroso duca d'Aosta, ha di recente rinnovato brillanti e fulgidi fasti di eroismo e di gloria. (Approvazioni vivissime).
Scoppiata la nostra guerra, sentì imperioso il desiderio di spendere per essa le sue mirabili energie e la sua instancabile attività. Impossibilitato per la sua età a riprendere sul campo le sue mansioni di generale, volle e seppe egregiamente moltiplicarsi nella organizzazione delle forze di resistenza e di vita nazionale.
Presidente del Comitato nazionale per il munizionamento, membro del Comitato centrale di mobilitazione industriale, presidente della Commissione per la mano d'opera femminile, a tali patriottiche e filantropiche iniziative dedicava tesori di attività, di esperienza e di amor patrio.
La morte inesorabile volle ieri rapirlo alla famiglia, all'esercito, alla patria!
Vada a lui un pensiero di profondo rimpianto e di devota ammirazione! (Approvazioni generali. Applausi).
BAVA BECCARIS. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BAVA BECCARIS Propongo che il Senato voglia presentare le sue condoglianze alla famiglia dell'illustre defunto.
LAMBERTI. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LAMBERTI. Associarsi alle parole dette con tanto sentimento dal nostro amato Presidente e dal ministro della guerra e in modo particolare dal collega ed amico Bava Beccaris sarebbe un di più.
Vorrei però esprimere un pensiero, che non so se potrà essere accolto, senza venir meno alla reverenza dovuta alla persona alla quale è diretto. Io so quale culto di amore filiale avesse per l'augusto suo padre l’attuale duca d'Aosta, che il ministro della guerra ha or ora nominato ricordando come il generale Morrà nel 1866 fosse addetto alla persona del principe Amedeo, allora comandante della brigata Lombardia.
Io che ebbi l'onore di appartenere nella giornata di Custoza a questa brigata ricordo benissimo la parte presavi dal generale Morrà, allora tenente colonnello di stato maggiore, a fianco del valoroso suo comandante.
So con quali accenti di fierezza, d'orgoglio e di tenerezza filiale il duca d'Aosta, comandante della III armata, nel premiare solennemente con medaglia d'oro la brigata Lombardia facente parte della sua armata e copertasi di gloria nella campagna che si sta combattendo, abbia rievocato i fasti della brigata condotta al fuoco nel 1866 per primo dall'augusto suo padre, che vi rimase ferito.
La scomparsa del generale Morrà che a quei ricordi è strettamente associato non può non avere una ripercussione sull'animo nobilissimo dell'augusto principe.
E credo che l'esprimere oggi a S.A.R. il duca d'Aosta i nostri sensi per la morte del generale, debba riuscire omaggio non sgradito a Sua altezza reale.
PRESIDENTE. Non facendosi osservazioni, la proposta dei senatore Bava Beccaris si intende approvata ed io vi darò esecuzione.
Quanto all'altra proposta del senatore Lamberti, la presidenza la prenderà in considerazione per darvi effetto nel miglior modo possibile.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 21 marzo 1917.
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Note: | Il nome completo risulta essere: "Roberto Luigi Antonio Teresio Carlo Maria".
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