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Senato della Repubblica
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MAFFEI Giovanni Andrea

  
  


    .:: Dati anagrafici ::.

Data di nascita:04/19/1798
Luogo di nascita:MOLINA DI LEDRO (Impero Austro-ungarico) - oggi (Trento)
Data del decesso:27/11/1885
Luogo di decesso:MILANO
Padre:Filippo Nerio
Madre:BROCCHETTI Maddalena
Nobile al momento della nomina:Si
Nobile ereditarioSi
Titoli nobiliariConte
Nobile del Sacro Romano Impero
Coniuge:CARRARA SPINELLI Clara, contessa [si separarono nel 1846]
Parenti:MAFFEI Giuseppe, zio, fratello del padre
CARRARA SPINELLI Giovanni Battista, suocero
CARRARA SPINELLI GAMBRA Ottavia, suocera
Titoli di studio:Laurea in giurisprudenza
Professione:Librettista
Altre professioni:Traduttore e conoscitore di Letterature straniere
Cariche e titoli: Protocollista di Consiglio presso il Tribunale criminale di Venezia (Regno Lombardo-Veneto) (1823-1825)
Funzionario governativo al Tribunale d'appello di Milano (Regno Lombardo-Veneto) (1825-1850)
Membro della Commissione straordinaria per il riordino dell'Accademia di Brera (1859)
Incaricato di rappresentare la nazione italiana nel trasporto delle ceneri di Ugo Foscolo da Londra a Santa Croce in Firenze (1871)
Collaboratore de "Fanfulla della Domenica" (1880-1885)
Socio onorario dell'Ateneo di Brescia (27 gennaio 1822)
Socio onorario dell'Accademia dei Filodrammatici di Milano (1828)
Membro della Commissione dei drammi nominato dall'Accademia dei Filodrammatici di Milano (10 giugno 1839)
Socio dell'Accademia degli Agiati di Rovereto (1829)
Socio corrispondente della Società filodrammatica di Firenze (1829)
Membro corrispondente dell'Istituto lombardo di scienze e lettere di Milano (4 aprile 1861)
Socio dell'Accademia della Crusca di Firenze (5 aprile 1869)
Membro dell'Istituto veneto di scienze, lettere e arti di Venezia

    .:: Nomina a senatore ::.

Nomina:03/16/1879
Categoria:20 Coloro che con servizi o meriti eminenti avranno illustrata la Patria
Relatore:Terenzio Mamiani
Convalida:26/05/1879
Giuramento:16/06/1879

    .:: Onorificenze ::.

Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 1867
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 1868
Cavaliere dell'Ordine civile di Savoia 1883


    .:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.

Atti Parlamentari - Commemorazione
      Giacomo Durando, Presidente

      Nella tornata di ieri io compieva al doloroso ufficio di annunziarvi la perdita del nostro illustre collega conte Andrea Maffei; oggi adempirò a quello di commemorarvene con pochi cenni la vita.
      Egli nacque a Riva di Trento il 19 aprile 1798. L'elogio delle virtù e dei meriti del Maffei è compendiato nelle opere sue. A noi tutti, percorrendo di quando in quando qualche volume dei numerosi suoi scritti, fu dato di ammirare la mente elevata, il vasto ingegno dell'autore che si è creata meritamente la fama di insigne poeta. Basti il rammentare a suo sommo onore che Egli entrava nel 1879 a far parte di quest'alta Assemblea col raro titolo di coloro che con meriti eminenti illustrarono la patria. E ben riconosceva allora il Senato le di lui benemerenze colle parole del chiarissimo nostro compianto collega il venerando Terenzio Mamiani, il quale nel riferire sulla nomina del Maffei così si esprimeva: “L'Italia da sessant'anni ammira costantemente la forma e lo stile di lui, ammira l'arte difficilissima di piegarli ad esprimere con eleganza perenne i capolavori di parecchie grandi letterature straniere, senza mai offendere la sceltezza, la purezza della nostra lingua e il gusto classico degli italiani”.
      Che vi dirò dunque di più? Se non che il Maffei appartiene alla nobile, privilegiata schiera di coloro che prima di abbandonare le terrene spoglie possono gloriarsi di ripetere col poeta Venosino: Non omnis moriar.
      COPPINO, ministro della Pubblica Istruzione. Domando la parola.
      PRESIDENTE. Ha la parola.
      COPPINO, ministro della Pubblica Istruzione. A nome del Governo del Re io mi associo alle gravi parole colle quali l’egregio Presidente del Senato commemorava la morte di uno dei più illustri suoi membri.
      La notizia di questa perdita ha ridestato qui tra voi e nel paese la eco dolorosa di un’altra morte d’uomo insigne che fu nostro collega il quale, sebbene per la nota scientifica e politica e per le vivaci e generose lotte che ne erano la conseguenza, si distingua dal conte Andrea Maffei, a lui rassomiglia pel culto perseverante della forma pel magistrale splendore dello stile, per la purità della lingua, per lo studio dell’armonia, il conte Terenzio Mamiani.
      Certo il paese non dimenticherà questi sereni maestri, onde si dirada la scuola, i quali attraverso i grossi e faticosi periodo del secolo nostro, o spettatori o parte, cercavano la limpida e larga onde dell’idioma italiano e la ricca armonia che ne è quasi la parte spirituale e la castità dell’arte: ricorderà Andrea Maffei del quale parrebbe questo potersi affermare: che cioè proposito suo fosse dimostrar come non ci sia ispirazione umana semplice e delicata, o forte e fiera nella diversità della indole delle nazioni, dei climi, dei periodi storici alla quale non possa rispondere coi suoi intimi e perpetui pregi la ricchezza della lingua e dell’arte italiana.
      E perciò il Senato permetterà questo augurio che senza far torto ai nostri tempi è il desiderio di tutti.
      L’arte seguiti a rappresentare, quanto esso sia, il movimento del pensiero, il movimento della fantasia e del sentimento; ma la gioventù nostra ponga segno à suoi studi alla emulazione sua quelle splendide manifestazioni le quali, come diceva Victor Hugo, sono come il balsamo che consacra all’eternità le opere dell’ingegno e dell’arte.
      Io non voglio ridire il verso che fu scritto in un carcere:.
      Exoriare aliquis nostris ex ossibus etc.,
      ma certo mi sarà permesso di augurare che questa devozione, questa consacrazione di una vita a tutto quello che è di più elevato e armonioso nella forma del verso e dell’idioma italiano, continui ancora a rendere amabili ed efficaci le lettere nostre. La dignità della forma è grande elevazione della elevatezza dello spirito e l’azione amorevole dell’una e dell’altro serve a mantenere pure e a tradurre nella realtà della vita tutte le idealità che fanno battere il cuore ed esercitano gloriosamente il pensiero di una nazione. (Benissimo).

      Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 28 novembre 1885.

Note:Partecipò alle cinque giornate di Milano (18-23 marzo 1848)
Cittadino onorario di Firenze (28 luglio 1880)
Donò 22 volumi delle sue opere alla Biblioteca del Senato


Attività 1313_Maffei_IndiciAP.pdf