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Data di nascita: | 04/22/1816 |
Luogo di nascita: | S. GIOVANNI IN PERSICETO (Bologna) |
Data del decesso: | 17/10/1893 |
Luogo di decesso: | BOLOGNA |
Padre: | Guglielmo |
Madre: | ROSSI Luigia |
Nobile al momento della nomina: | No |
Nobile ereditario | No |
Coniuge: | Candida SASSOLI |
Fratelli: | Amalia |
Parenti: | CANTU' BERTI Maria, nipote |
Titoli di studio: | Laurea in giurisprudenza |
Presso: | Università di Bologna |
Professione: | Magistrato |
Altre professioni: | Notaio |
Carriera: | Consigliere di Stato (18 giugno 1865)
Presidente di sezione del Consiglio di Stato (27 novembre 1890-marzo 1893. Data del collocamento a riposo) |
Cariche politico - amministrative: | Deputato all'Assemblea Costituente per San Giovanni in Persiceto (Roma) (21 gennaio 1849)
Gonfaloniere, poi sindaco di San Giovanni in Persiceto (1852-1853)
Deputato all'Assemblea nazionale dei popoli delle Romagne (1859) |
Cariche amministrative: | Consigliere comunale di Bologna (1860-1865)
Consigliere provinciale di Bologna (12 febbraio 1860-26 febbraio 1865) |
Cariche e titoli: | Sovrintendente per le ferrovie dell'Italia centrale di Bologna (1856)
Membro della Commissione per le finanze (Governo provvisorio di Bologna) (1859)
Maggiore della Guardia nazionale di Bologna (1859)
Collaboratore della "Rivista dei Comuni italiani" di Torino (1862)
Socio corrispondente della Società agraria di Bologna, poi Accademia d'agricoltura di Bologna |
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.:: Nomina a senatore ::.
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Nomina: | 02/28/1876 |
Categoria: | 03
15 | I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio
I Consiglieri di Stato
dopo cinque anni di funzioni |
Relatore: | Luigi Agostino Casati |
Convalida: | 10/03/1876 |
Giuramento: | 10/03/1876 |
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Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia
Grande ufficiale della Corona d'Italia |
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Periodo: | 1848-1849 prima guerra d'indipendenza | |
Volontario: | SI |
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.:: Camera dei deputati ::.
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Legislatura | Collegio | | Data elezione | Gruppo | Annotazioni |
VII | San Giovanni in Persiceto | | 25-3-1860 | Destra | |
VIII | San Giovanni in Persiceto | | 27-1-1861 | Destra | |
IX | San Giovanni in Persiceto | | 22-10-1865 | Destra | |
X | San Giovanni in Persiceto | | 10-3-1867 | Destra | |
XI | Badia Polesine | | 20-11-1870* | Destra | Ballottaggio il 27 novembre 1870. Dimissioni il 14 dicembre 1870 |
Cariche: | Segretario (11 aprile-28 dicembre 1860) |
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Commissioni: | Membro della Commissione di finanze (10 marzo 1876-1° febbraio 1880), (19 novembre 1887-30 novembre 1891. Dimissionario),
Membro della Commissione di contabilità interna (14 marzo 1878-1° febbraio 1880), (19 novembre 1887-30 novembre 1891. Dimissionario)
Membro della Commissione per l'esame dei disegni di legge sulla facoltà di eccedere la sovrimposta (13 febbraio 1889) |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.
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Atti Parlamentari - Commemorazione
Domenico Farini, Presidente
Signori senatori! Pietosa consuetudine vuole che noi mestamente volgiamo il primo pensiero ai nostri trapassati.
Dico adunque che dappoi il nove di agosto morirono i senatori Di Baucina, Visone, Cusa, Plezza, Muratori, Brunet, Scacchi, Martinelli, Di Calabiana, Guala, Minich. [...]
Il senatore Massimiliano Martinelli, della città di San Giovanni in Persiceto, venne a morte in Bologna il 17 ottobre a settantasette anni e sei mesi di età.
Grave infermità lo aveva costretto ad abbandonare, or sono due anni, l'ufficio di presidente di sezione al Consiglio di Stato, raggiunto nel novembre del 1890, dopo meglio di venticinque anni operosi, laboriosi, allo Stato utilissimi. Aveva dovuto, con intenso rammarico, allontanarsi da questa Camera, cui apparteneva per decreto 28 febbraio 1876; dove aveva studiato, parlato, scritto con diuturno, vivissimo amore. Entrato nell'arringo parlamentare l'anno 1859, quale deputato all'Assemblea delle Romagne della nativa città; dalla stessa al Parlamento nazionale confermato per quattro legislature (7ª, 8ª, 9ª, 10ª), rifiutò per l'11ª il mandato avuto dal collegio di Badia. Nessuno meglio di lui con severi e diversi studi apparecchiato; a nessuno inferiore per cognizioni amministrative, per pratica di affari, per fede schietta nella libertà e nella efficacia degli ordini rappresentativi. Versato nella legge; scrittore di economia sociale, ne aveva dibattuto i temi più astrusi: l'amministrazione del suo comune e delle ferrovia dell'Italia centrale gli aveano data abilità di unire la pratica agli studi speculativi; sicché nell'Assemblea romagnola ebbe subito posto notevole.
Già la Giunta bolognese, appena costituita lo aveva chiamato nella Commissione consultiva di finanza, quando il Governo dell'Emilia, a molti altri incarichi, aggiunse quello della Commissione legislativa che preparò le leggi per parificare l'ordinamento di quella regione al piemontese.
Segretario dell'Assemblea, non vi fu deliberazione di momento che egli non fosse scelto ad esaminare; fu relatore di quella memoranda per cui i centoventuno rappresentanti presenti, ad una voce dichiararono: "I popoli delle Romagne, rivendicato il loro diritto, non volere più il governo pontificio, incompatibile coll'uguaglianza civile, colla libertà, e colla nazionalità". Atto che tagliava riciso ogni possibilità di paurosi compromessi o di ibride soluzioni che pur correvano per le bocche o torturavano le fantasie de' diplomatici o di pretesi savii.
La Camera italiana lo ebbe, pure essa, in grande stima e tosto, eleggendolo a segretario della 7ª legislatura, gliela mostrò; poi assai spesso lo incaricò di relazioni sui bilanci od altre leggi importanti; più volte ne ammirò gli scritti arguti ed eruditi, ne applaudì la parola altrettanto pacata quanto convinta. Imperocché Massimiliano Martinelli si recasse a coscienza lo esame minuto e paziente d'ogni argomento e le dottrine liberali avessero in lui un fedele, non scorato, né vacillante per gli errori che in nome della libertà si commettessero.
Autore di libri sui comuni e sulle provincie, di scritti sull'ordinamento della pubblica amministrazione egli vagheggiava per quest'Italia, che fu detta la terra classica dei comuni, un ordinamento semplice ed a buon mercato, degno delle vantate tradizioni ed antiche memorie. Voleva che le faccende si sbrigassero là dove nascessero a risparmio di tempo, di noie, di spese; reputava ogni non indispensabile accentramento vizioso fomite d'impotenza. Non sapeva concepire pareggiato il bilancio dello Stato senza fare ragione di quelli dei comuni e delle provincie. quando questi non fioriscano riteneva non potere rifiorire quello.
Nel Senato membro della Commissione permanente di finanze, dacché entrò qui e fino a quando nel 1892 se ne dimise; relatore di importanti disegni di legge egli lasciò splendida memoria fra i più diligenti, i più modesti, i più accurati e dotti. Volenteroso accettava gli incarichi, con solerzia impareggiabile li adempiva: pareva che l'ozio fosse a lui pena; tanto e tanto bene lavorò.
Lui scomparso mancherà alle nostre discussioni un lume limpidissimo, se venga il giorno della riforma amministrativa, che è sulle bocche e parrebbe essere nelle necessità presenti, che egli aveva tanto meditato, in che era valentissimo. Manca sovratutto qui uno spirito eletto che trattò le cose della patria con disinteresse insuperato; perché, alieno per indole dalle agitazioni, schivo del frastuono delle parti, pure entrò la vita politica quando vi erano soltanto rischi da affrontare. e per lunga stagione Massimiliano Martinelli amico cogli amici, coi colleghi tutti benevolo sarà qui rammentato e celebrato (Benissimo). [...]
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il senatore Sprovieri Francesco.
SPROVIERI F. [...]
Completando la mia proposta, propongo che a tutte le famiglie dei colleghi defunti ed a quella del ministro Genala si inviino le condoglianze del Senato.
GIOLITTI, presidente del Consiglio. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
GIOLITTI, presidente del Consiglio. Il ricordo, fatto dall’illustre Presidente del Senato, dei meriti patriottici, della sapienza e dei servigi resi allo Stato nella scienze e nell’amministrazione dai senatori recentemente defunti, dimostra quanta somma e quanto valore di patriottismo e di scienza sia andata perduta per lo Stato. [...]
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede i parlare, pongo ai voti la proposta fatta dal senatore Sprovieri Francesco nella quale è compresa anche quella del senatore Bartoli, che cioè il Senato voglia esprimere le sue condoglianze alle famiglie dei senatori defunti, dei quali ho tessuto l’elogio.
Chi approva questa proposta voglia alzarsi.
(Approvato).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 23 novembre 1893.
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Attività |
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